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"Ministro Dini, e' mai stato in Cecenia?"
From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
Reply-To: c.gubitosa@peacelink.it
Organization: Peacelink
To: c.gubitosa@peacelink.it
Subject: Contesto Lamberto Dini
Date: Wed, 28 Jun 2000 16:01:03 +0200
X-Mailer: KMail [version 1.0.29]
DOPO AVER VISTO LA CECENIA, CONTESTO LAMBERTO DINI.
Lunedi' 29 maggio ho varcato la frontiera dell'Inguscezia per recarmi
a Grozny. Subito dopo il primo posto di blocco sulla frontiera il
paesaggio cambiava bruscamente. Ai lati delle strade ho visto bunker
fatti con sacchi di sabbia, carri armati seminterrati a protezione
delle barricate, mezzi cingolati, fortini, torrette e ogni genere di
costruzione militare. Arrivati a meta' del percorso i soldati ci hanno
fatto segno di fermarci, bloccando la strada. "They're checking
people", stanno controllando le persone, mi ha spiegato l'uomo che ci
accompagnava.
I profughi ceceni che ho incontrato durante il mio viaggio ci hanno
descritto molto bene questi "controlli" e i rastrellamenti effettuati
dall'esercito russo nei loro villaggi. Basta un segno sulla spalla, un
taglio o un livido, magari provocati dal lavoro o dal trasporto della
legna, per interpretare quel livido o quella ferita come l'effetto del
rinculo del fucile o la conseguenza di un combattimento, ed essere
identificato come un guerrigliero. Anche un documento non
perfettamente in regola e' sufficiente per essere segnalati come
membri delle forze ribelli. E' in questo modo che tanti ragazzi, anche
molto giovani, sono stati giustiziati o inviati nei "campi di
filtraggio", campi di concentramento che finora nessun giornalista e'
riuscito a vedere, ne' tantomeno il commissario ONU per i diritti
umani. Tutto quello che si sa dei campi di filtraggio si deve ai
racconti dei pochi prigionieri fuoriusciti che sono fuggiti dalla
Cecenia per ricevere cure mediche in Inguscezia, e che affermano di
aver vissuto in condizioni disumane.
Oggi, 28 giugno, mentre i campi di filtraggio russi sono ancora pieni
di prigionieri, ho letto sul giornale una notizia che mi ha fatto
rabbrividire e vergognare di essere italiano.
Grazie al ministro degli Esteri Lamberto Dini la Russia non sara'
sospesa dal Consiglio d'Europa, contrariamente a quanto richiesto da
una raccomandazione presentata il 6 aprile, in cui si subordinava
l'appartenenza della Russia al Consiglio alla ricerca di una soluzione
politica per la Cecenia e alla sospensione delle ostilita'.
Il Comitato dei ministri del Consiglio ha approvato la risoluzione
proposta a Strasburgo da Dini, in cui afferma che la situazione in
Cecenia "e' migliorata in modo incontestabile". Signor Dini, mi
permetto di contestare la sua affermazione. La situazione in Cecenia
non e' affatto migliorata, e da domani tutte le vittime inutili di
questa guerra assurda peseranno molto sulla sua coscienza, e in parte
anche sulla mia, per aver incautamente regalato il mio voto alla
coalizione politica che le ha permesso di diventare ministro, dandole
il potere di gettare al vento l'unica opportunita' che avevano gli
stati europei per mettere un freno al massacro di civili in Cecenia.
Mi chiedo quali siano le sue fonti di informazione sulla Cecenia, dal
momento che qual territorio e' praticamente off-limits anche per i
giornalisti e gli operatori dei mass-media. Per loro e' praticamente
impossibile lavorare liberamente al di fuori delle rare "visite
guidate" in Cecenia organizzate dai militari russi per accontentare la
sete di informazioni delle agenzie internazionali. A causa di questa
difficolta' oggettiva incontrata dagli operatori dell'informazione, in
occidente arrivano informazioni scarse e distorte, prodotte
utilizzando fonti polarizzate che non sono in grado di garantire una
effettiva obiettivita' ed equidistanza dalle parti in conflitto, una
obiettivita' ed una equidistanza che potrebbero essere garantite dalla
presenza di giornalisti indipendenti in grado di muoversi con un
sufficiente grado di liberta'.
Signor Dini, se non crede a me che ho visto Grozny con i miei occhi,
creda almeno alle Nazioni Unite. Le gravi violazioni dei diritti umani
avvenute nel corso della seconda guerra in Cecenia sono state
documentate in un rapporto del 5 aprile 2000 presentato da Mary
Robinson, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, un
rapporto passato inosservato sui mezzi di informazione italiani. In
questo rapporto, disponibile in rete all'indirizzo www.reliefweb.int,
sono documentati gli abusi e le violenze compiuti dall'esercito
federale russo e dalle milizie cecene. Per quanto riguarda i russi,
nel rapporto vengono raccolte testimonianze dettagliate su esecuzioni
di massa in cui hanno perso la vita bambini e anziani, bombardamenti a
tappeto su colonne di profughi in fuga, fosse comuni, torture.
Parlando con i profughi ceceni mi vergognavo dell'indifferenza
dimostrata dal mio paese verso la loro tragedia. Tornando in Italia la
mia vergogna e' aumentata perche' mentre mettevo a repentaglio la mia
sicurezza per entrare in Cecenia, il mio Paese organizzava affari con
la Russia, nonostante la ferma condanna da parte della Commissione Onu
per i diritti umani.
L'Eni, Ente Nazionale Idrocarburi, e' attualmente il principale
partner industriale e commerciale della Russia, con un flusso annuo di
capitali pari a circa 2 miliardi di dollari. Vladimir Putin ha appena
firmato a nome del governo russo un accordo con Mediobanca per la
concessione di una linea di credito da 1 miliardo e mezzo di dollari,
destinato a finanziare la creazione di societa' a capitale misto. Il 7
giugno scorso Putin ha incontrato a Roma anche Gianni Agnelli, Paolo
Fresco e Paolo Cantarella per discutere degli accordi commerciali
relativi alla produzione di tre modelli Fiat (Palio, Siena e Palio
Weekend) nelle fabbriche russe di Nizhnj Novgorod. A questo bisogna
aggiungere gli accordi di cooperazione militare con la Russia
ratificati nel 1999 dalla Camera dei Deputati, proprio mentre erano in
corso i bombardamenti con cui la Russia ha devastato Grozny e molte
altre zone della Cecenia, causando migliaia di vittime civili e
centinaia di migliaia di profughi.
Non e' ammissibile subordinare il rispetto dei diritti umani alla
forza militare ed economica di chi li calpesta. Non e' ammissibile
fare la voce grossa solo con Milosevic chiudendo gli occhi davanti
alle fosse comuni e ai campi di concentramento che Putin ha realizzato
a nome della Federazione Russa. Non e' ammissibile che la politica
estera dell'Italia si riduca a giochi economici tra imprenditori,
dando al mercato un primato assoluto anche quando il valore degli
scambi economici internazionali e' in aperto contrasto con il valore
della vita, con il valore di migliaia di vite calpestate dalla guerra
in Cecenia.
Signor Dini, mi restituisca l'orgoglio di essere italiano. Verifichi
le sue fonti di informazioni e se proprio non se la sente di
contrapporsi da solo al grande potere economico e militare della
Russia. si dimetta dalla presidenza del Consiglio d'Europa e lasci a
qualcun altro il peso di questa grave complicita' con i crimini di
guerra compiuti ai danni della popolazione civile cecena. Si dissoci
da questo folle massacro a nome di tutti gli italiani e dei volontari
che assieme a me hanno rischiato la vita per poter dire a lei e al
nostro paese che abbiamo visto con i nostri occhi l'orrore di questa
guerra che continua ancora oggi a falciare vite innocenti.
Carlo Gubitosa - Segretario Associazione Peacelink.
<c.gubitosa@peacelink.it>
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Il dossier completo del mio viaggio in Cecenia e un'ampia
documentazione fotografica sono disponibili all'indirizzo internet
http://www.peacelink.it/cecenia