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AMERICAN GULAG

Aggiornato 11/09/2005



In America ci sono più di 2.250.000 persone in prigione. 726 galeotti ogni
100.000 abitanti, uno ogni 138 americani: il record mondiale
d’imprigionamento. 100.00 detenuti sono in isolamento. 128.00 sono
ergastolani. 100.00 i minorenni in riformatorio e 15.000 nelle prigioni per
adulti. Il Michigan da solo ha 300 minorenni condannati all’ergastolo senza
possibilità di rilascio anticipato. Dei 700.000 che si trovano nelle
prigioni locali 400.000 sono, più che in attesa di giudizio, in attesa
d’avvocato. Aspettano, anche per anni, che qualcuno si degni di trovargli
uno straccio di difensore d’ufficio. Le persone in libertà vigilata sono
4.800.000 e a questi occorre aggiungere 5 milioni di ex detenuti che hanno
perso il diritto di voto. Trent’anni fa, nelle carceri federali e statali,
c’erano 200.00 detenuti, oggi sono 1.400.000: il più grande esperimento di
imprigionamento di massa dai tempi di Stalin.

Metà dei detenuti sono afro-americani. Se il tasso d’incarcerazione per i
bianchi è di 393 per 100.000 per i neri è 2.531. Se poi si considerano solo
i maschi il tasso per i bianchi sale a 717 mentre per i neri arriva a 4.919
ma in molti stati supera abbondantemente quota 10.000. Non stupisce quindi
che in un quarto degli USA il 10% dei maschi neri adulti sia in galera.
Questo si spiega perché, pur essendo il 13% dei drogati, i neri sono il 35%
degli arrestati per possesso di droga, il 55% dei processati per questo
reato e il 75% di quelli che stanno scontando una pena per questo delitto.

Un terzo dei ventenni di colore è in prigione o in libertà vigilata e per i
giovani neri passare un certo periodo di tempo in prigione è diventato un
“rito di passaggio” come lo era per noi fare il servizio militare. Il loro
tasso d’incarcerazione è di 12.603 per centomila, mentre per i loro
coetanei bianchi è di 1.666.

La metà dei delitti non è denunciata, eppure ogni giorno le carceri della
Contea di Los Angeles accolgono 6.000 nuovi detenuti e ogni anno le 18.000
polizie americane arrestano almeno 13.700.000 persone (ma più probabilmente
sono 15 milioni). Circa 2.200.000 sono minorenni: almeno 500.000 sotto i 15
anni, 120.000 fra i 10 e i 12 e 20.000 sotto i 10. Sono stati arrestati
bambini di meno di 6 anni.

 Le esecuzioni sono state quasi mille e nel braccio della morte ci sono
circa 3.400 persone fra cui alcuni innocenti e molti pazzi. Il Texas ha
fatto un terzo delle esecuzioni, 152 sotto Giorgino Bush. 121 innocenti
sono stati rilasciati e non sappiamo quanti sono stati uccisi, ma, vista la
scarsa qualità dei processi americani, devono essere stati molti.

L’ex governatore dell’Illinois George Ryan ha detto che il sistema
giudiziario americano non è in grado di stabilire chi è innocente, chi è
colpevole e nemmeno il grado di colpevolezza. Ha ragione.

La giustizia americana funziona solo perché non fa i processi, non fa gli
appelli e non motiva le sentenze. Più del 90% delle condanne per crimini
gravi è ottenuto grazie al patteggiamento. Lo stesso avviene per il 56%
delle condanne per omicidio preterintenzionale e volontario. La gran parte
dei piccoli reati sono sbrogliati in meno di un minuto da tribunali locali
in cui la presenza dell’avvocato difensore non è prevista e spesso nemmeno
consentita.

I processi, quando si fanno, sono caratterizzati da una grande sommarietà e
dalle scarse garanzie che sono concesse agli imputati poveri, cui sono
forniti avvocati incompetenti, quando non ubriachi, drogati e addormentati.
Le condanne sono spesso ottenute grazie a confessioni estorte a suon di
botte, a pentiti fasulli, testimoni bugiardi e a referti di laboratori
compiacenti. I Procuratori non si fanno scrupolo di mentire e di far
sparire prove favorevoli alla difesa: tanto non gli succede nulla.

L’appello (nei rari casi in cui è accolto) ha templi biblici e non prevede
la libertà provvisoria del condannato, così che il Parlamento del Texas ha
dovuto fare una legge apposita per mettere in libertà i 13 innocenti della
“strage di Tulia”.

Le condizioni carcerarie sono normalmente orribili e spesso atroci, tanto
che una prigione della Georgia è stata definita da un giudice federale “una
nave di schiavi”. In questo immenso gulag i suicidi, le violenze e gli
stupri sono innumerevoli.

Nulla di questa infinita quantità di dolore giunge alle orecchie degli
italiani.



Dott. Claudio Giusti



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<http://www.albany.edu/sourcebook/>http://www.albany.edu/sourcebook/

<http://www.sentencingproject.org/>http://www.sentencingproject.org/

<http://www.prisonpolicy.org/graphs/index.shtml>http://www.prisonpolicy.org/graphs/index.shtml

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Non dimenticate mai che la lotta per i diritti umani e contro la pena di
morte è la stessa in tutto il mondo

Never forget that the fight for human rights and against the death penalty
is the same in all the world

COMITATO “3 LUGLIO 1849”
Per i diritti umani, contro la pena di morte
Membro fondatore della World Coalition Against Death Penalty
COMMITTEE “3rd JULY 1849”
For human rights, against the death penalty
Founding member of the World Coalition Against Death Penalty
c/o
DOTT. CLAUDIO GIUSTI

VIA DON MINZONI 40, 47100 FORLI’. ITALIA
TEL.  39/0543/401562     39/340/4872522
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<http://www.agliincrocideiventi.it/Index.htm>http://www.agliincrocideiventi.it/Index.htm

<http://www.flipnews.org/italia/antonio_russo/index_diritti_umani.htm>http://www.flipnews.org/italia/antonio_russo/index_diritti_umani.htm

La Repubblica Romana fu il primo stato sovrano a scrivere nella propria
costituzione l’abolizione totale della pena di morte, il 3 luglio 1849. Il
Comitato, ispirandosi alla tradizione libertaria ed abolizionista del
nostro Paese, si batte contro la pena di morte e per il rispetto dei
diritti  umani indicati agli articoli  2 – 21 della Dichiarazione
Universale.
The Roman Republic was the first state to write in its constitution the
total abolition of the death penalty, on 3rd July 1849. This Committee
follows this tradition fighting against the death penalty and for the human
rights listed in the articles 2-21 of the Universal Declaration of 10th
December 1948.