notizie spartaco settembre 1#



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SPARTACO

notizie Edizioni Spartaco

settembre 1#





in libreria dal 6 settembre



Gentili amici, ecco le nostre prime novità di settembre: il pamplhet di Dos
Passos dedicato a Sacco e Vanzetti e "Il Diluvio" di Maggie Gee che
inaugura la nuova collana di narrativa "Dissensi", dedicata alla narrativa
straniera e che si opccuperà di "dissensi" in senso politico, come forme

di opposizione e resistenza a qualsiasi regime, di qualunque colore, in
qualunque paese essi si manifestino. Ma anche "dissensi" di stampo
relazionale (famiglia e società), nonché "dissensi" della scrittura e ogni
altra forma di anticonformismo letterario.







John Dos Passos

Davanti alla sedia elettrica

Come Sacco e Vanzetti furono americanizzati

a cura di Piero Colacicchi. Traduzione di F.Benfante e P.Colacicchi

Collana Il Risveglio

pagine 244

euro 12,00





Nel 1926, John Dos Passos (1896-1970), allora trentenne ma già noto
scrittore, pubblicò per conto del Comitato di difesa Sacco-Vanzetti il
pamphlet Facing the chair. Story of the Americanization of two foreignborn
workmen, ora tradotto in italiano per la prima volta. Dos Passos prendeva
posizione in favore dei due anarchici italiani Nicola Sacco e Bartolomeo
Vanzetti - emigrati negli Stati Uniti nel 1908 -, che erano stati accusati
di rapina e duplice omicidio nel 1921 e condannati a morte al termine di un
processo contestato, celebrato in un clima di dura repressione, una
«crociata» promossa dal governo degli Stati Uniti contro anarchici,
comunisti, immigrati ritenuti «pericolosi sovversi» e ogni soggetto o
organizzazione ritenute «radicali» (è in questi stessi anni che viene
spazzato via il sindacato degli Industrial Workers of the World).

Sacco e Vanzetti rimasero in carcere per circa sette anni durante i quali
si succedettero i ricorsi e le istanze per la riapertura del processo,
promossi da un comitato di difesa che s'era formato sin dal 1921, con un
crescente sostegno da parte dell'opinione pubblica di tutto il mondo e di
note personalità, anche di idee moderate. Nell'ottobre 1926 fu respinto il
settimo ricorso, la condanna definitiva era a un passo, l'ultimo tentativo
di salvare Sacco e Vanzetti restava legato a minimi appigli giuridici e
soprattutto affidato a una mobilitazione internazionale.

Dos Passos accusava i giudici di essersi mossi in un clima di furore
ideologico talmente cieco da identificare la giustizia con la difesa a
oltranza, anche per mezzo di prove false, delle  istituzioni e della stessa
"americanità" contro "i rossi", "i fannulloni", "gli stranieri". Ormai solo
la forza di un'opinione pubblica libera da pregiudizi avrebbe potuto
salvare i due anarchici, e se quei due uomini venivano uccisi, la colpa
sarebbe ricaduta su tutti: nessuno avrebbe potuto giustificare il proprio
silenzio dicendo di non aver saputo. Dopo aver ricostruito le vicende
processuali, aver smontato i capi di accusa e aver raccontato il suo
incontro con i due uomini in carcere, Dos Passos faceva proprio l'appello
che si alzava da molte parti nel mondo per salvarli: con la morte di Sacco
e Vanzetti sarebbe morta la fiducia nella giustizia.

Sacco e Vanzetti furono uccisi a dispetto d'ogni sforzo la notte tra il 22
e il 23 agosto 1927. Come già preconizzava Dos Passos nel suo scritto,
divennero dei simboli immortali: da allora la loro storia è stata
raccontata, cantata - sono conosciute in tutto il mondo le canzoni di Woody
Guthrie e di Joan Baez-Ennio Morricone -, messa in scena. Quel processo
apparve, e rimase nella memoria del movimento operaio, un processo
politico, la loro esecuzione un assassinio legalizzato.

Davanti alla sedia elettrica - uno scritto amaro, rabbioso e graffiante -
nacque in questo clima, e si inserisce anche nel filone di libri contro la
pena di morte, inaugurato un secolo prima da Victor Hugo.



John Dos Passos (1896-1970) è uno dei più noti scrittori statunitensi del
Novecento. Dopo essersi laureato ad Harvard, fu volontario come guidatore
di ambulanze sui fronti francese e italiano durante la prima guerra
mondiale. Ai primi romanzi, racconti e poesie, seguirono le sue opere più
celebri: Manhattan Transfer (1925), e i lavori che formano la trilogia
U.S.A. (Il quarantaduesimo parallelo, 1930; 1919, 1932; Un mucchio di
quattrini, 1936), in cui confluirono sue esperienze autobiografiche,
compresa la militanza politica e il coinvolgimento nella campagna per Sacco
e Vanzetti.





Maggie Gee

Il Diluvio

traduzione di Giovanni Giri

Collana Dissensi/1

pagine 300

euro 15,00





Una capacità espressiva rara, con il linguaggio metaforico e poetico che si
alterna a dialoghi serrati e coloriti, con un'implacabile capacità di
cogliere ogni debolezza e ipocrisia dei suoi stessi personaggi, Maggie Gee
riesce a inserire nel suo disegno narrativo molte tematiche attuali e
scottanti: dalla catastrofe globale alla guerra in Irak, dal razzismo
all'ipocrisia dei ricchi, dai rapporti familiari al bigottismo religioso.
Il romanzo è centrato intorno a un evento catastrofico: da mesi una pioggia
incessante ha devastato la città e la popolazione è in ginocchio (e
specialmente i poveri, ammassati in enormi palazzoni popolari). Ma la vita
cittadina va avanti, almeno stando a quanto vuol far intendere il governo
di Mr.Bliss, che intanto prepara una grande festa per l'arrivo della
primavera e aggredisce militarmente uno Stato islamicoŠ



«L'ho apprezzato dalla prima all'ultima pagina, grazie soprattutto alla
dirompente capacità immaginativa della Gee»
(Caroline Moore, The Telegraph)

«Il lettore gusta l'armonia tra l'infinitamente piccolo e l'infinitamente
grande, tra i personaggi più disparati e i loro mondi sociali... I temi
della narrazione si fanno via via più frammentati e indefiniti. Il romanzo
cambia rotta e si trasforma in un violento attacco contro l'ingiustizia
della società e contro la vanità delle classi più elevate».
(Liz Jensen, The Independent)



Maggie Gee (1948) è stata scelta, nel 1982, come uno dei venti migliori
giovani romanzieri inglesi. È stata più volte nominata per l'Orange Prize
for Fiction(il più prestigioso premio letterario riservato alle donne).
Giovanni Giri ha già tradotto Catena di comando di Seymour M.Hersh per
Rizzoli(2004)









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"Verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più potente delle voci che
oggi strangolate"





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