GIURISTI PER LA SCELTA DEL NON VOTO



GIURISTI PER LA SCELTA DEL NON VOTO
L’astensione e’ uno strumento ’giuridicamente legittimo’ e il non votare ai quattro referendum di abrogazione parziale della legge sulla procreazione assistita significa fare una scelta ’consapevole, a difesa della dignita’ dell’ uomo’, ’mantenendo in vigore la legge attuale senza escluderne successive modifiche migliorative in sede parlamentare’. Cosi’ 103 giuristi, tra i quali i presidenti emeriti della Corte costituzionale Riccardo Chieppa e Cesare Mirabelli, i vicepresidenti emeriti della Consulta Massimo Vari e Fernando Santosuosso, aderiscono alla linea astensionista, presentando un manifesto dal titolo inequivocabile: ’Giuristi per la scelta del non voto’. La legge 40 sulla fecondazione assistita - ha detto Chieppa - ’ha permesso di fare un passo avanti, ma e’ imperfetta e deve essere migliorata. L’astensione e’ un mezzo per costringere il Parlamento a ritornare su di essa, mentre con l’approvazione dei quattro Si’ il Parlamento non lo farebbe e si creerebbero una serie di vuoti difficilmente colmabili con l’interpretazione, a partire dalla tutela del nascituro, che non sapra’ chi e’ il padre o la madre’. Insomma, secondo Chieppa, la posizione di un cosi’ alto numero di giuristi significa ’astensionismo qualificato e motivato, difesa della dignita’ dell’ uomo e dei soggetti piu’ deboli’: ’Non votando - aggiunge il presidente emerito della Consulta - diciamo ’no’ allo strumento referendario, perche’ non e’ il mezzo per risolvere i problemi’.
Il timore condiviso da questo centinaio di docenti universitari - da Luca Antonini, professore straordinario di diritto costituzionale dell’Universita’ di Padova, a Chiara Minelli Zagra, professore associato di diritto canonico ed ecclesiastico dell’Universita’ di Sassari, passando attraverso un nutrito gruppo di giudici emeriti della Consulta e un magistrato, Sebastiano Ardita, direttore generale dell’Amministrazione penitenziaria - e’ che l’eventuale successo dei referendum riporti ad una ’sostanziale assenza di regole’, al ’far west’ in fatto di procreazione assistita. Di fronte alla scelta referendaria - si legge nel manifesto dei giuristi - ’gli elettori hanno, in base all’articolo 75 della costituzione, tre alternative, tutte legittime e compatibili con il sistema costituzionale: il si’ (per coloro che intendono abrogare la legge), ovvero il no e l’astensione, per coloro che ritengono che i principi ispiratori della legge n.40 vadano salvaguardati’. Aprendo la conferenza stampa di presentazione del manifesto, Chieppa, ottant’anni, esordisce dicendo di far parte di ’una generazione che ha vissuto gli anni ’43-’44, quando bisognava scegliere per la dignita’ e per la liberta’ dell’uomo. Questa e’ una scelta che deve essere fatta anche ora, vale a dire salvaguardare l’elemento della vita’. Il presidente emerito della Consulta respinge le affermazioni di quanti sostengono che e’ immorale astenersi dal voto. ’Parlare di moralita’ - afferma - e’ fuori luogo. L’astensione e’ un mezzo per dire che il quesito referendario non risolve il problema. Nessuno puo’ dare lezioni di moralita’’. E dal momento che la Costituzione prevede un ’quorum’ per quanto riguarda lo strumento referendario, ’e’ un diritto degli elettori non andare a votare - aggiunge Chieppa -; e’ un modo per dire ’il referendum non mi soddisfa e deve intervenire il Parlamento’. Come ha ricordato la Corte Costituzionale, la tutela dei valori e’ necessaria. L’approvazione dei quattro si’ porterebbe ad abolire questa tutela’.
Ai Radicali, che ritengono una violazione della legge sui referendum l’annunciata astensione da parte di alcuni leader politici e cariche istituzionali, Chieppa replica: ’chi svolge un’attivita’ politica deve pure orientare glie elettori. C’e’ una liberta’ di esprimersi per il si’ o per il no, e quindi anche di scegliere per l’astensione come prevede la Costituzione’. Massimo Vari, vicepresidente emerito della Consulta, punta sulla ’confusione e disorientamento’ del cittadino’: ’Abbiamo medici che parlano da giuristi e giuristi che parlano da esperti di teologia morale. Eppure nessuno degli abrogazionisti ci ha spiegato su quali nuove basi si possa costruire una nuova disciplina che tuteli la vita’. Da donna e da giurista, Lorenza Violini, professore ordinario di diritto costituzionale all’Universita’ di Milano, difende la legge 40 sulla procreazione assistita perche’ ’approvata da un Parlamento democraticamente eletto e non in contrasto con i principi costituzionali’, senza contare che ’l’uso strumentale dei referendum ha contribuito a far disaffezionare il popolo italiano rispetto allo strumento referendario, che va riconsiderato’.
A chi le fa notare la distinzione compiuta, qualche giorno fa, da un altro presidente emerito della Consulta, Gustavo Zagrebelsky, tra legittimita’ giuridica e moralita’ politica rispetto alla linea astensionista, la prof. Violini non si tira indietro e replica: ’Zagrebelsky confonde la dimensione giuridica con quella etica. La Costituzione stessa prevede un ’quorum’, non capisco perche’ dovrebbe essere poco etico fare uso dell’astensione per affermare una convizione’.
Sulla stessa linea anche Marco Olivetti, professore ordinario di diritto costituzionale all’Universita’ di Foggia, chefa notare: prevedendo il ’quorum’ ’i padri costituenti ritennero di tutelare la qualita’ della scelta referendaria’, quindi ’il diritto di voto puo’ essere tutelato anche con l’astensione’. A mettere in guardia dalla deriva di certa ricerca scientifica sono, infine, sia Chieppa sia Francesco D’Agostino, professore di filosofia del diritto all’Universita’ di Roma ’Tor Vergata’ e presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani: ’Chi sostiene il si’ ha letto veramente questa legge ? La ricerca - afferma Chieppa - e’ consentita. Dietro i referendum si cela la volonta’ di far cadere tutti i paletti, di sfruttare gli embrioni al minor prezzo: alcune industrie farmaceutiche stanno premendo in tal senso. Ma va vita non puo’ essere sfruttata come materiale da risulta’. ’Ci sono sicuramente scienziati che vogliono fare ricerca a fini terapeutici - conclude D’Agostino - ma non dimentichiamo che esistono anche ricerche con embrioni animali a puro scopo manipolatorio’.