[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Meno repressione più integrazione
- Subject: Meno repressione più integrazione
- From: "Davide Bertok" <bert-ts at tiscali.it>
- Date: Wed, 18 May 2005 12:04:55 +0200
- Priority: normal
MENO REPRESSIONE PIÙ INTEGRAZIONE
La risposta del Partito Umanista alle dichiarazioni del ministro
Pisanu sul tema immigrazione.
Il 153º anniversario della Festa della Polizia era proprio
l’occasione giusta, per il ministro degli interni Pisanu, per
lanciare l’ennesimo allarme sul pericolo immigrazione.
Il metodo non è neanche originale: snocciolando alcune cifre sulla
crescita del numero degli immigrati detenuti nelle carceri italiane,
rilancia la costruzione di altri centri di permanenza temporanea e
nega qualsiasi possibilità che vi siano altre sanatorie per chi arriva in
Italia non rispettando le norme della legge Bossi-Fini.
L’intento strumentale e allarmista di queste dichiarazioni è
abbastanza palese. L’evidenza di questo intento traspare dall’uso
alquanto scorretto delle cifre usate. Infatti il ministro, con evidente
pathos, dichiara che “in alcune regioni gli extracomunitari irregolari
sono considerati responsabili di oltre il 50% dei reati commessi”.
Prendendo per buona la percentuale, dobbiamo rilevare che:
non specifica quante sono le regioni in cui si riscontrerebbe questa
percentuale, quindi potrebbero anche essere solo due o tre;
confonde strumentalmente l’essere “considerati” responsabili con
l’essere “giudicati” colpevoli, e sappiamo che sono numerosi i
cittadini stranieri che entrano ed escono dal carcere per essere stati
incolpati di reati che non avevano commesso;
parla solo genericamente di reati commessi, senza fare alcuna
distinzione tra reati come il rubare una mela o il vendere cd abusivi,
in cui più facilmente può incappare un extracomunitario, e reati
molto più gravi, in cui la percentuale degli stranieri coinvolti cala
drasticamente.
Poi, con molto meno pathos, ammette che in media, secondo i dati
del ministero, gli stranieri irregolari sono accusati di essere gli autori
del 28% dei reati. Continua però a fare intenzionalmente confusione
tra l’essere accusati o denunciati e l’essere effettivamente giudicati
colpevoli dopo un regolare processo. La confusione arriva poi a
livelli quasi demenziali quando conclude dicendo che gli
extracomunitari rappresentano il 30,84% della popolazione
carceraria totale, tentando di mettere sullo stesso piano, sempre
intenzionalmente, chi è in arresto con chi è realmente colpevole, e
chi è responsabile di reati minimi con chi ha commesso reati come
omicidio, rapina a mano armata, corruzione e altri reati di ben altra
gravità.
L’allarme che intende suscitare il ministro ha lo scopo di dare una
base - ben poco razionale a dir la verità - al vero intento delle sue
dichiarazioni: rilanciare la costruzione di altri centri di
permanenza temporanea, contro cui anche numerose autonomie
locali si stanno opponendo, e i provvedimenti di immediato
rientro degli extracomunitari cosiddetti “clandestini” nei paesi
di origine, provvedimenti contro cui si è dichiarata anche la Corte
europea dei diritti dell’uomo, la quale ha bocciato l’accordo che il
governo italiano ha fatto con il governo libico per l’immediata
espulsione degli immigrati clandestini.
Non meno ridicola è la reazione dell’opposizione. Ora dichiara che
questi centri di permanenza temporanea sono delle vere prigioni che
non rispettano la costituzione e i diritti umani più elementari, dato
che chi vi è rinchiuso non ha commesso reati e tanto meno ha subito
processi.
A questo punto la domanda nasce spontanea: ma dov’erano tutte
queste “belle anime” di sinistra quando il Partito Umanista,
insieme a pochi altri, denunciava sin dall’inizio che questi
centri erano dei veri e propri lager? Non era la maggioranza di
centro-sinistra quella ha approvato in Parlamento la legge del 6
marzo 1998, n. 40, detta anche “Turco-Napolitano”, che
sanciva per la prima volta l’apertura di questi lager e da cui
deriva la legge razzista Bossi-Fini?
Il problema principale è che la criminalità è stata sempre affrontata
solo e soltanto con misure di repressione. Il ministro Pisanu, come
tutti gli altri, non fa il minimo accenno alle motivazioni che ci sono
dietro le cifre che menziona, cifre usate solo per aumentare
ulteriormente l’allarme e quindi solo per giustificare ulteriori misure
repressive.
E se invece vedessimo le cose da un altro punto di vista? Invece di
contare soltanto quanti stranieri sono coinvolti nei reati, si potrebbe
considerare il fatto che le poche e coraggiose politiche di
integrazione multietnica e multiculturale sono responsabili della
costruzione di un ambito sociale che aiuta molti migranti a non
cadere nella trappola di cercare di risolvere il proprio disagio
attraverso la strada della criminalità. Se facessimo questo tipo di
considerazione potremmo anche concludere che la via di risoluzione
non s’imbocca con la repressione, ma con una vera e forte politica di
accoglienza e di integrazione.
Questa possibilità non è stata presa neanche in considerazione, né in
Italia né in Europa. La classe politica o sa che la repressione non
serve ma è troppo preoccupata di perdere consensi, oppure è ancora
affetta da xenofobia.
Il Partito Umanista ribadisce la propria ferma opposizione a
questa politica repressiva e discriminatoria; chiede che
vengano immediatamente chiusi i centri di permanenza
temporanea, chiede che venga approvata una sanatoria
generalizzata e propone l’abolizione della legge Bossi-Fini, in
quanto legge discriminatoria e in contrasto con i principi
fondamentali della Carta dei diritti dell’uomo e della
Costituzione italiana.
Roma, 15 maggio 2005
- Prev by Date: Il populismo tecnoscientifico
- Next by Date: "Invito Stampa. Moby prince,l'altra verità. Presentazio" "ne del libro di Enrico Fedrighini. Camera dei Deputati, " "26 maggio, ore 11.00"
- Previous by thread: Il populismo tecnoscientifico
- Next by thread: "Invito Stampa. Moby prince,l'altra verità. Presentazio" "ne del libro di Enrico Fedrighini. Camera dei Deputati, " "26 maggio, ore 11.00"
- Indice: