Il silenzio dei vescovi sul referendum
- Subject: Il silenzio dei vescovi sul referendum
- From: "Arrigo Colombo" <arribo at libero.it>
- Date: Tue, 17 May 2005 01:27:24 +0200
Movimento per la società di giustizia e per la
speranza, Lecce
Cari amici, il Movimento ha preparato questo
documento sul silenzio dei vescovi sul tema del referendum; per il quale
chiediamo il vostro aiuto.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Movimento per la Società di Giustizia e per la Speranza Lecce Al Presidente della CEI Card. Camillo Ruini All’Episcopato italiano Il silenzio dei vescovi italiani sul
referendum dopo la direttiva di astensione Il Movimento ha già richiamato l’inopportunità della decisione dell’Episcopato italiano in questa materia; e cioè della direttiva di astensione che mantiene la gente nell’ignoranza e nell’indifferenza su di un problema così delicato e complesso. Ciò che ora meraviglia è il silenzio dei vescovi. Nessuna voce si è levata ad esprimere almeno perplessità sulla scelta dell’astensione. O, più oltre, perplessità sull’Istruzione dell’87, sul suo presentarsi come dottrina “immutata e immutabile”, sul suo carattere autoritativo e autoritario, anziché di proposta aperta alla discussione e all’apporto di tutti. Sull’opportunità che questa materia, tutt’altro che definita nonostante le pretese dell’Istruzione, fosse affidata alla coscienza dei fedeli, a quella libertà di coscienza, che è prerogativa fondamentale della dignità e diritto della persona umana, e che la Gerarchia ecclesiastica continua ad ignorare. Quando ci fu il referendum abrogativo della legge sul divorzio, nonostante che la direttiva ecclesiastica fosse per il sì, voci autorevoli di vescovi si alzarono ad invocare proprio la libertà di coscienza; e certo il matrimonio indissolubile non si poteva imporre per legge agli ebrei, ai protestanti, ai non cattolici in genere. Ora la stampa ha riferito una sola voce di dissenso, quella del vescovo emerito di Foggia, Giuseppe Casale; ma di nessun vescovo in carica. E questo, mentre i maggiori teologi non accolgono il “principio di natura” su cui si basa l’Istruzione, ma lo trascendono nel “principio di persona”; dell’uomo che, fatto ad immagine di Dio, ha ricevuto un potere sulla natura, e quindi anche sulle proprie funzioni biologiche; specie quando la natura vien meno. Come in questo caso. Valga per tutti il documento su La sessualità umana, curato dall’Associazione dei teologi cattolici americani. Inoltre i maggiori teologi non riconoscono all’embrione lo statuto di persona. Valgano per tutti i nomi di Karl Rahner e di Bernhard Häring, il maggiore teologo teoretico e il maggiore moralista del ‘900. Sembrerebbe giusto che le ricerche, gli studi, l’esperienza dei teologi, specie dei maggiori, fossero tenute in grande considerazione; che anzi i maggiori teologi fossero interpellati prima di sottoporre un documento all’attenzione della chiesa intera. Il Movimento si aspetta che le voci dei vescovi si alzino in qualche misura a confortare le attese dei fedeli, che non sono univoche, che dalla chiesa si aspettano un’adeguata vivacità e vitalità d’idee e di posizioni; specie in materia etica, in materia discussa. Oppure dovremmo condividere la persuasione del vescovo Casale che “i vescovi tacciono, confondendo spesso l’obbedienza con l’acquiescenza e forse temendo anche per la loro carriera”? Lecce, maggio 2005 Per il Movimento, il Responsabile Prof. Arrigo Colombo Arrigo
Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce,
tel/fax 0832-314160
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