Amnesty International: diritti umani a rischio dopo il maremoto nell'Oceano indiano



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COMUNICATO STAMPA        CS03-2005
AMNESTY INTERNATIONAL: DIRITTI UMANI A RISCHIO DOPO IL MAREMOTO
NELL'OCEANO INDIANO

Nelle settimane successive al terremoto e al maremoto che hanno colpito
numerosi paesi nell'Oceano indiano, Amnesty International ha intrapreso
un'attenta analisi sulle modalita' con cui vengono effettuate le
operazioni di soccorso, al fine di assicurare il rispetto dei fondamentali
diritti umani: tra questi, il principio di non discriminazione nella
distribuzione degli aiuti, i principi relativi alla protezione dei diritti
umani in situazioni di sfollamento interno e il diritto alla protezione
dagli abusi fisici e mentali, compresa la violenza contro le donne.

Amnesty International sta chiedendo a tutte le parti impegnate nelle
attivita' di soccorso di rispettare le norme internazionali sui diritti
umani e del diritto umanitario. Esse stabiliscono che occorre fornire
assistenza sulla base delle necessita', senza distinzione dovuta a razza,
colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o di altra natura,
origine sociale o nazionale, proprieta', nascita o altro status dei
destinatari.

Amnesty International sta analizzando le notizie riguardanti episodi di
discriminazione, con particolare attenzione nei riguardi di gruppi che
hanno specifiche necessita' di protezione, come i gruppi indigeni, le
comunita' svantaggiate, i bambini, gli immigrati e le donne. Le operazioni
di soccorso non dovrebbero essere utilizzate per mascherare trasferimenti
forzati di popolazione, con l'obiettivo di stroncare il presunto sostegno
a gruppi di opposizione. Ogni trasferimento delle popolazioni sfollate
dovrebbe essere di natura volontaria e non dovrebbe essere ottenuto con la
pressione o con la minaccia di sospendere gli aiuti.

I diritti umani sono notoriamente a rischio in situazioni di crisi e di
emergenza. Pertanto, e' indispensabile che i governi e le altre parti
coinvolte riconoscano e sostengano il ruolo fondamentale dei difensori dei
diritti umani, compresi coloro che sono attualmente impegnati in attivita'
di assistenza umanitaria e nella verifica di violazioni, tanto nella fase
dei soccorsi quanto in quella della ricostruzione.

Specifiche aree di preoccupazione per Amnesty International

Aceh
Anche prima di questo disastro, la provincia aveva conosciuto i gravi
effetti del conflitto tra il gruppo armato Gerakan Aceh Merdeka (Movimento
per Aceh libera) e le forze armate indonesiane: un conflitto in cui, dalla
dichiarazione dello stato d'emergenza nel maggio 2003, sono state uccise
almeno 3000 persone. L'accesso delle organizzazioni umanitarie e per i
diritti umani era rigorosamente limitato. E' fondamentale assicurare che
la situazione non sia sfruttata da alcuna delle due parti per perpetrare
ulteriori abusi dei diritti umani.
Amnesty International sta esaminando l'atteggiamento delle autorita'
indonesiane e, in particolare, il ruolo preminente assunto dai militari
nei soccorsi. L'organizzazione seguira' da vicino ogni eventuale abuso dei
diritti umani legato al conflitto in corso nella provincia.

Sri Lanka
Amnesty International e' particolarmente preoccupata per le crescenti
denunce di violenza sessuale nei confronti delle donne che si trovano nei
campi per le popolazioni sfollate. Nel corso della sua campagna 'Mai piu'
violenza contro le donne', Amnesty International ha gia' messo in luce gli
elevati rischi che corrono le donne nei campi per sfollati e la necessita'
di misure concrete per prevenire la violenza sessuale e indagare sulle
denunce in modo tempestivo, esauriente e imparziale.
Amnesty International e' anche preoccupata per le notizie secondo cui
bambini rimasti orfani nel nordest di Sri Lanka potrebbero essere
arruolati dalle Tigri per la liberazione del Tamil Eelam (Ltte) e sta
seguendo da vicino la vicenda. Il reclutamento dei bambini da parte delle
Ltte costituisce un problema da molto tempo. Amnesty continua a chiedere
l'immediata fine di questa pratica e a premere affinche' i bambini tuttora
arruolati siano restituiti alle proprie famiglie o comunita'.
Inizialmente vi sono stati alcuni segnali positivi sulla cooperazione tra
le Ltte e il governo. Ora, si nota un crescente disaccordo tra le due
parti sulla distribuzione degli aiuti. Amnesty International auspica che
cio' non ritardi ne' ostacoli il supporto essenziale per la popolazione e
continua a seguire l'evolversi della situazione.

Thailandia
Amnesty International sta indagando su denunce di accanimento da parte
della polizia della Thailandia nei confronti di immigrati di Myanmar che
hanno perso le loro carte d'identita'.


FINE DEL COMUNICATO Roma, 13 gennaio 2005


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