Nessuno ferma il consumo di territorio?



Vi inoltro un articolo che ho trovato su comune-info.net 
Chiedendo a voi tutti se non sia il caso di fare una massiccia raccolta di
firme da inviare a chi ci governa ma anche a chi ci amministra nei comuni e
nelle province, affinché la finiamo (noi italiani anche per omissione)di
devastare l'Italia dei paesaggi e dei luoghi di arte e di storia.
Lancio un S.O.S. a voi che forse avete i contatti giusti e sapete come
muovervi per questa che è l'ennesima ma pur ottima causa.
Grazie. Irene Boninsegna

 "Le città italiane consumano meno acqua ma continuano ad avere problemi di
consumo del
suolo e troppi sono i siti sensibili dal punto di vista dell’inquinamento.
Queste sono alcune delle informazioni (basate su dati relativi al 2010-2011)
che emergono dall’VIII edizione del Rapporto sulla qualità dell’ambiente
urbano presentato oggi a Roma dall’Ispra, che censisce 51 comuni capoluogo e
che è stato realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione
dell’Ambiente (…).

In Italia il valore medio dell’acqua consumata per uso domestico  è
diminuito negli ultimi 10
anni di circa il 20%, con un consumo medio pro-capite di 66,7 metri cubi in
116 capoluoghi di
provincia. Tuttavia, la diminuzione non è imputabile unicamente a misure
virtuose di risparmio, ma anche a limitatezza della risorsa, come
evidenziano i casi, che nel 2010 hanno riguardato 7 città, di
razionalizzazione  nell’erogazione dell’acqua. (…)

In Italia, infatti, si consumano giornalmente più di cento ettari al
giorno. Il rapporto valuta il consumo di suolo in 43 aree urbane, dovuto
all’impermeabilizzazione e ad altri usi artificiali quali cave, discariche e
cantieri, negli anni compresi fra il 1949 e il 2011. Il consumo è risultato
elevato in quasi tutti i comuni studiati, con un continuo incremento delle
superfici impermeabilizzate. In 4 città su 43 il consumo del suolo è
esteso ormai a più della metà del territorio comunale, in 10 città è
compreso tra il 30 e il 50%. (…)

Gli sprofondamenti nei centri urbani (sia della sede stradale che al di
sotto di edifici), altro
indicatore della fragilità delle nostre città, sono un fenomeno in
aumento: ad esempio, a Roma
nel 2012 sono finora stati registrati 59 sprofondamenti, a fronte dei 36
segnalati durante tutto il
2011. Tali fenomeni in generale sono determinati dalle caratteristiche
naturali del sottosuolo (es.
cavità carsiche), ma anche da fattori antropici come le insufficienze della
rete fognaria e di
drenaggio, cui sono riconducibili molti dei casi, spesso innescati da eventi
meteorici intensi. Il
maggior numero di casi di sprofondamento complessivamente censiti (periodo
1884-2012) si
sono avuti a Roma (1892 fino a settembre 2012), seguita da Napoli (234) e
Cagliari (67).

Nel Rapporto è presente una sezione dedicata alla mobilità urbana
sostenibile. Il tasso di
motorizzazione dei veicoli privati nel paese è passato da circa 501
autovetture ogni 1000 abitanti
nel 1991 a circa 606 nel 2010: l’Italia rimane uno dei paesi con più alto
numero di autovetture
procapite. (…) Per le piste ciclabili si osservano nel lungo periodo
(2000-2010) incrementi (…) Il valore più elevato si registra a Reggio
Emilia con 1026 metri di piste ciclabili per 1.000 abitanti mentre, tra le
grandi città, Roma e Milano registrano bassi valori dell’indicatore (circa
45 e 57 metri di piste ciclabili per 1000 abitanti nel 2010).

La mobilità è un importante fattore di pressione per la qualità
dell’aria, che vede note dolenti
specie nel Nord Italia e per il PM10, con le città del bacino padano che
hanno registrato frequenti
superamenti del  valore limite giornaliero."

Tags:acqua, altra mobilità, ambiente, consumo di suolo