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Re: Zucchero bianco
- Subject: Re: Zucchero bianco
- From: Roberta Russo <rss.rbrt at gmail.com>
- Date: Tue, 7 Feb 2012 14:17:37 +0100
@ gianluca carmosino - carta: l'articolo è il inglese, avresti anche un link in italiano? Non vorrei perdermi qualcosa... @ lucianoluca.pasetti at libero.it: mi documenterò sulla Monsanto allora, grazie! @Samuele: non mi sorprende questo comportamento... con gli stessi mezzi hanno fatto in modo da spingere la gente a sostituire la nostrana dieta mediterranea col Mc Donald's. La globalizzazione porta all'uniformità, nell'uniformità la pubblicità impera, la pubblicità vende merda e la stessa merda a tutti così ci si globalizza. E' un serpente che si morde la coda. Grazie per i titoli, li acquisterò appena possibile. Saluti dall'Italia. @Monica: sei stata preziosa, ho già voglia di leggere il resto! Il 07/02/12, Monica<indomata at gmail.com> ha scritto: > ciao ti consiglio inoltre di leggere un libro (che ho apprezzato tantissimo > e consiglio a tutti) scritto da Giuseppe Aiello IL MISTERO SOLUBILE DELLO > ZUCCHERO ASSASSINO - Edizioni Candilita > http://www.candilita.it/index.htm > > Vai a vedere il link, ti copio -qui sotto- già una sua breve introduzione > perche tu possa farti già un'idea. > Ciao, Monica > > Una storia di cibo, dominio, denaro e scienza > O di alcune più o meno ragionevoli motivazioni per estromettere il > saccarosio e diverse altre schifezze dalla vostra alimentazione. > Fino a pochi secoli fa lo zucchero veniva usato dai nobili europei come una > rara spezia da usare quale ostentazione di ricchezza. Come ha fatto a > diventare un componente fondamentale della dieta di un’intera società? > Perché è così difficile capire qualcosa degli effetti che ha sul nostro > organismo? Perché le opinioni degli “esperti” sono diverse – qualcuno > sostiene che sia un alimento sano e indispensabile, e altri che va > considerato come un veleno? È vero che i consumatori di dolci sono soggetti > a rischio per molte malattie o si tratta soltanto di ingiustificato > allarmismo? Cosa dice in proposito la ricerca scientifica? Perché è > opinione diffusa che donne e bambini abbiano una spiccata preferenza per il > gusto dolce? È naturale mangiare zucchero? E cosa vuol dire naturale? > Sono molti i misteri che circondano il saccarosio e il tentativo di > svelarli richiede una lettura della storia della nostra civiltà, del > potere, dell’economia e della cultura, dell’evoluzione degli ominidi, dei > cibi che l’hanno accompagnata e molto altro. Questo libro cerca di essere > uno strumento utile per districarsi nel labirinto di un apparato > informativo addomesticato che ha interesse a far sì che i lati oscuri > dell’alimentazione restino tali il più a lungo possibile. > I primi che ho sentito parlar male dello zucchero erano dei macrobiotici, > gente conosciuta tantissimi anni fa, persone in genere un po' fissate che > mangiavano roba strana, insapore e costosa e che evidentemente soffrivano > non poco a nutrirsi di quei curiosi alimenti dai nomi orientali (azuki, > bancha, tamari, shoyu, kombu, mah...) e, soprattutto, a non mangiarne > altre. Innanzitutto pativano a non mangiare i dolci. Molti di loro lo > chiamavano “il bianco veleno” ma dopo avervi rinunciato per qualche tempo > invariabilmente cedevano, e cedeva al tempo stesso la credibilità della > demonizzazione del saccarosio. Alcuni vegetariani, che trent'anni fa erano > peraltro rarissimi, riuscivano a rinunciare alla carne, ma quelli che > provavano a rinunciare allo zucchero fallivano miseramente dopo qualche > mese. Sara era improvvisamente diventata una paladina della macrobiotica, > lasciando esterrefatto il fidanzato che vedeva (con ragione piena) in > questa scelta un passo verso il distacco dal suo mondo di brava ragazza di > paese, mondo che includeva anche lui. La reazione del giovane in odor di > bruciatura fu quella di tormentarla portandole graffe e cornetti a prima > mattina, all'inebriante profumo dei quali per un periodo Sara oppose > resistenza e infine cedette (successivamente scelse di lasciare prima il > fidanzato e poi la macrobiotica). Come potevano convincere qualcuno di > quello che sostenevano se erano i primi a non esserne persuasi? > Evidentemente questa storia dello zucchero velenoso doveva essere una > scemenza, o quantomeno un'esagerazione. > Negli anni successivi, molto lentamente, cominciai a farmi l'idea che se si > voleva cambiare il mondo in meglio non lo si poteva fare né andando a > votare qualcuno nell'illusione che comandasse meglio di un altro, né > modificando un pezzo del mondo lasciando il resto immutato. Dentro la > copertina di Warehouse gli Hüsker Dü avevano scritto che la rivoluzione > cominciava a casa propria, preferibilmente davanti allo specchio del cesso, > e io, anche se le forzature de “ il personale è politico” non mi hanno mai > convinto, la pensavo esattamente come loro. E siccome passo molto più tempo > in cucina che davanti al suddetto specchio, gli sviluppi erano inevitabili. > Non ho seguito santoni né guru, non sono diventato macrobiotico, > vegetariano o vegano, non ho smesso di mangiare dolci né di bere alcolici, > ma mi sono posto problemi. Più mangiavo riso integrale, meno zuccheravo tè > e caffé, meno riuscivo a sopportare cocacola e nutella, che a un certo > punto mi diventarono insopportabili al palato. La pastiera no, se ne avevo > una davanti me ne mangiavo la metà senza scrupoli: essendo così buona non > poteva fare male - o no? > Vabbe', rispetto alla gran parte dei miei coetanei mi drogavo talmente poco > che un tale rigore alimentare mi pareva esagerato, la salute da quando mi > ero cominciato a curare omeopaticamente era piuttosto buona e mi sembrava > più importante sapere che friggere con l'olio da due soldi (esattamente > quello che passa come “olio per frittura”!) è un atto delinquenziale nei > confronti del proprio e altrui corpo che non concentrarmi sui presunti > effetti nocivi dello zucchero. > La svolta vera è stata la nascita, a distanza relativamente breve, delle > mie figlie e vista l'enorme quantità di dolci con la quale gli adulti > ingozzano i bambini ritenni che era arrivato il momento di capire sul serio > se questa storia del bianco veleno aveva qualche fondamento. > Ho cominciato a leggere e ho scoperto che non si capiva niente. Spietate > sentenze, affermazioni dogmatiche da una parte e da quella opposta, lo > zucchero ti avvelena e lo zucchero è necessario, ma pochissime spiegazioni. > Era veramente un mistero, che sembrava impossibile da risolvere, per questo > il libro si chiama così, “Il mistero solubile dello zucchero assassino”: > “solubile” perché credo di averlo risolto, non sta a me dire se > brillantemente oppure no. Ci sono voluti un po' di anni di studio (nei > ritagli di tempo), di domande, discussioni, con la graduale consapevolezza > che non ci poteva essere un approccio monodimensionale, ma era necessario > considerare gli aspetti antropologici, economici, storici, evolutivi, > fisiologici, perché ognuno di questi versanti ha la sua rilevanza e > interagiscono nel formarsi della nostra cultura e delle nostre abitudini > alimentari. > Alla fine ho concentrato tutto in 180 pagine in modo che quando nasce > l'ennesima discussione sull'argomento: “ma è vero che lo zucchero fa male e > perché” posso finalmente dire che esistono delle pagine dove c'è scritto > tutto, o quasi. > > > > > Il giorno 06 febbraio 2012 18:35, Roberta Russo <rss.rbrt at gmail.com> ha > scritto: > >> Salve, mi chiamo Roberta e mi interesso da un po' di tempo di consumo >> critico. Fra le ricerche che m'è capitato di operare ho recentemente >> incluso anche articoli inerenti al tema della presunta tossicità dello >> zucchero bianco e mi sono imbattuta in questo che tra altri mi sembra >> scritto "eticamente": >> >> http://www.ilsentiero.net/2008/12/zucchero-lavvelenamento-dolce.html >> ...e simili correlati, >> nonchè: >> http://www.ilsentiero.net/2010/03/alternative-allo-zucchero-raffinato-i.html >> >> L'argomento è per me interessante oltre che per un'antipatia congenita >> verso la GDO anche perchè sono geneticamente predisposta a diabete e >> nell'ultimo periodo risento dell'utilizzo di determinati prodotti sui >> quali ero prima ben più distratta. >> >> Mi piacerebbe sapere se qualcuno si era già documentato in merito e >> che ne pensate. Grazie. >> >> -- >> Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink. >> Per CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html >> Se non riesci, scrivi a a.marescotti at peacelink.it >> inserendo "cancella" nel Soggetto. >> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: >> http://web.peacelink.it/policy.html >> >> >
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