Re: Zucchero bianco



@ gianluca carmosino - carta: l'articolo è il inglese, avresti anche
un link in italiano? Non vorrei perdermi qualcosa...

@ lucianoluca.pasetti at libero.it: mi documenterò sulla Monsanto allora, grazie!

@Samuele: non mi sorprende questo comportamento... con gli stessi
mezzi hanno fatto in modo da spingere la gente a sostituire la
nostrana dieta mediterranea col Mc Donald's. La globalizzazione porta
all'uniformità, nell'uniformità la pubblicità impera, la pubblicità
vende merda e la stessa merda a tutti così ci si globalizza. E' un
serpente che si morde la coda.
Grazie per i titoli, li acquisterò appena possibile. Saluti dall'Italia.

@Monica: sei stata preziosa, ho già voglia di leggere il resto!

Il 07/02/12, Monica<indomata at gmail.com> ha scritto:
> ciao ti consiglio inoltre di leggere un libro (che ho apprezzato tantissimo
> e consiglio a tutti) scritto da Giuseppe Aiello IL MISTERO SOLUBILE DELLO
> ZUCCHERO ASSASSINO - Edizioni Candilita
> http://www.candilita.it/index.htm
>
> Vai a vedere il link, ti copio -qui sotto- già una sua breve introduzione
> perche tu possa farti già un'idea.
> Ciao, Monica
>
> Una storia di cibo, dominio, denaro e scienza
> O di alcune più o meno ragionevoli motivazioni per estromettere il
> saccarosio e diverse altre schifezze dalla vostra alimentazione.
> Fino a pochi secoli fa lo zucchero veniva usato dai nobili europei come una
> rara spezia da usare quale ostentazione di ricchezza. Come ha fatto a
> diventare un componente fondamentale della dieta di un’intera società?
> Perché è così difficile capire qualcosa degli effetti che ha sul nostro
> organismo? Perché le opinioni degli “esperti” sono diverse – qualcuno
> sostiene che sia un alimento sano e indispensabile, e altri che va
> considerato come un veleno? È vero che i consumatori di dolci sono soggetti
> a rischio per molte malattie o si tratta soltanto di ingiustificato
> allarmismo? Cosa dice in proposito la ricerca scientifica? Perché è
> opinione diffusa che donne e bambini abbiano una spiccata preferenza per il
> gusto dolce? È naturale mangiare zucchero? E cosa vuol dire naturale?
> Sono molti i misteri che circondano il saccarosio e il tentativo di
> svelarli richiede una lettura della storia della nostra civiltà, del
> potere, dell’economia e della cultura, dell’evoluzione degli ominidi, dei
> cibi che l’hanno accompagnata e molto altro. Questo libro cerca di essere
> uno strumento utile per districarsi nel labirinto di un apparato
> informativo addomesticato che ha interesse a far sì che i lati oscuri
> dell’alimentazione restino tali il più a lungo possibile.
> I primi che ho sentito parlar male dello zucchero erano dei macrobiotici,
> gente conosciuta tantissimi anni fa, persone in genere un po' fissate che
> mangiavano roba strana, insapore e costosa e che evidentemente soffrivano
> non poco a nutrirsi di quei curiosi alimenti dai nomi orientali (azuki,
> bancha, tamari, shoyu, kombu, mah...) e, soprattutto, a non mangiarne
> altre. Innanzitutto pativano a non mangiare i dolci. Molti di loro lo
> chiamavano “il bianco veleno” ma dopo avervi rinunciato per qualche tempo
> invariabilmente cedevano, e cedeva al tempo stesso la credibilità della
> demonizzazione del saccarosio. Alcuni vegetariani, che trent'anni fa erano
> peraltro rarissimi, riuscivano a rinunciare alla carne, ma quelli che
> provavano a rinunciare allo zucchero fallivano miseramente dopo qualche
> mese. Sara era improvvisamente diventata una paladina della macrobiotica,
> lasciando esterrefatto il fidanzato che vedeva (con ragione piena) in
> questa scelta un passo verso il distacco dal suo mondo di brava ragazza di
> paese, mondo che includeva anche lui. La reazione del giovane in odor di
> bruciatura fu quella di tormentarla portandole graffe e cornetti a prima
> mattina, all'inebriante profumo dei quali per un periodo Sara oppose
> resistenza e infine cedette (successivamente scelse di lasciare prima il
> fidanzato e poi la macrobiotica). Come potevano convincere qualcuno di
> quello che sostenevano se erano i primi a non esserne persuasi?
> Evidentemente questa storia dello zucchero velenoso doveva essere una
> scemenza, o quantomeno un'esagerazione.
> Negli anni successivi, molto lentamente, cominciai a farmi l'idea che se si
> voleva cambiare il mondo in meglio non lo si poteva fare né andando a
> votare qualcuno nell'illusione che comandasse meglio di un altro, né
> modificando un pezzo del mondo lasciando il resto immutato. Dentro la
> copertina di Warehouse gli Hüsker Dü avevano scritto che la rivoluzione
> cominciava a casa propria, preferibilmente davanti allo specchio del cesso,
> e io, anche se le forzature de “ il personale è politico” non mi hanno mai
> convinto, la pensavo esattamente come loro. E siccome passo molto più tempo
> in cucina che davanti al suddetto specchio, gli sviluppi erano inevitabili.
> Non ho seguito santoni né guru, non sono diventato macrobiotico,
> vegetariano o vegano, non ho smesso di mangiare dolci né di bere alcolici,
> ma mi sono posto problemi. Più mangiavo riso integrale, meno zuccheravo tè
> e caffé, meno riuscivo a sopportare cocacola e nutella, che a un certo
> punto mi diventarono insopportabili al palato. La pastiera no, se ne avevo
> una davanti me ne mangiavo la metà senza scrupoli: essendo così buona non
> poteva fare male - o no?
> Vabbe', rispetto alla gran parte dei miei coetanei mi drogavo talmente poco
> che un tale rigore alimentare mi pareva esagerato, la salute da quando mi
> ero cominciato a curare omeopaticamente era piuttosto buona e mi sembrava
> più importante sapere che friggere con l'olio da due soldi (esattamente
> quello che passa come “olio per frittura”!) è un atto delinquenziale nei
> confronti del proprio e altrui corpo che non concentrarmi sui presunti
> effetti nocivi dello zucchero.
> La svolta vera è stata la nascita, a distanza relativamente breve, delle
> mie figlie e vista l'enorme quantità di dolci con la quale gli adulti
> ingozzano i bambini ritenni che era arrivato il momento di capire sul serio
> se questa storia del bianco veleno aveva qualche fondamento.
> Ho cominciato a leggere e ho scoperto che non si capiva niente. Spietate
> sentenze, affermazioni dogmatiche da una parte e da quella opposta, lo
> zucchero ti avvelena e lo zucchero è necessario, ma pochissime spiegazioni.
> Era veramente un mistero, che sembrava impossibile da risolvere, per questo
> il libro si chiama così, “Il mistero solubile dello zucchero assassino”:
> “solubile” perché credo di averlo risolto, non sta a me dire se
> brillantemente oppure no. Ci sono voluti un po' di anni di studio (nei
> ritagli di tempo), di domande, discussioni, con la graduale consapevolezza
> che non ci poteva essere un approccio monodimensionale, ma era necessario
> considerare gli aspetti antropologici, economici, storici, evolutivi,
> fisiologici, perché ognuno di questi versanti ha la sua rilevanza e
> interagiscono nel formarsi della nostra cultura e delle nostre abitudini
> alimentari.
> Alla fine ho concentrato tutto in 180 pagine in modo che quando nasce
> l'ennesima discussione sull'argomento: “ma è vero che lo zucchero fa male e
> perché” posso finalmente dire che esistono delle pagine dove c'è scritto
> tutto, o quasi.
>
>
>
>
> Il giorno 06 febbraio 2012 18:35, Roberta Russo <rss.rbrt at gmail.com> ha
> scritto:
>
>> Salve, mi chiamo Roberta e mi interesso da un po' di tempo di consumo
>> critico. Fra le ricerche che m'è capitato di operare ho recentemente
>> incluso anche articoli inerenti al tema della presunta tossicità dello
>> zucchero bianco e mi sono imbattuta in questo che tra altri mi sembra
>> scritto "eticamente":
>>
>> http://www.ilsentiero.net/2008/12/zucchero-lavvelenamento-dolce.html
>> ...e simili correlati,
>> nonchè:
>> http://www.ilsentiero.net/2010/03/alternative-allo-zucchero-raffinato-i.html
>>
>> L'argomento è per me interessante oltre che per un'antipatia congenita
>> verso la GDO anche perchè sono geneticamente predisposta a diabete e
>> nell'ultimo periodo risento dell'utilizzo di determinati prodotti sui
>> quali ero prima ben più distratta.
>>
>> Mi piacerebbe sapere se qualcuno si era già documentato in merito e
>> che ne pensate. Grazie.
>>
>> --
>> Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink.
>> Per CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
>> Se non riesci, scrivi a a.marescotti at peacelink.it
>> inserendo "cancella" nel Soggetto.
>> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
>> http://web.peacelink.it/policy.html
>>
>>
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