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il governo privatizza l'acqua
- Subject: il governo privatizza l'acqua
- From: "italo disabato" <italo.disabato at rifondazione.it>
- Date: Thu, 4 Dec 2008 09:44:08 +0100
NEL SILENZIO GENERALE IL GOVERNO PRIVATIZZA L'ACQUA "Ferma restando la proprietà pubblica delle reti (idriche ndr), la loro gestione può essere affidata a soggetti privati". È il 6 agosto 2008, il governo Berlusconi, approvando la legge di conversione n°133 "recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria", sancisce di fatto la privatizzazione dell'acqua pubblica. O meglio ancora, introduce la possibilità per gli enti privati, che ne assumeranno l'incarico, di gestire e controllare beni primari di servizio pubblico. L'acqua su tutte. Cambiano le parole, si nascondono i significati, ma la sostanza non cambia: l'acqua in Italia è stata privatizzata. Da diritto acquisito diventa merce, prodotto commerciale soggetto alle regole del mercato. Lo stesso sistema che solo nell'ultimo anno si è dimostrato pronto a implodere su sé stesso, con fallimenti a catena di banche e assicurazioni.Il decreto legge n°133, voluto fortemente dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, parla chiaro: si interviene "al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonché di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni". Eppure, dopo un rapido sguardo alle esperienze cosiddette "pilota" in Italia, sorgono non pochi dubbi proprio sulle garanzie di accesso al servizio.In città come Arezzo, comune che ha sposato il progetto di privatizzazione dell'acqua già da diversi anni, si è assistito a un processo rapido e febbrile di innalzamento vertiginoso dei costi delle tariffe (+ 300%). Personalmente ritengo che l'art. 23 bis del ddl 133 è andato ben oltre le competenze statali. L'idea di razionalizzazione del servizio che la norma propone non è materia che compete alla legislazione nazionale. Dobbiamo chiederci se sia opportuno, in un momento di crisi come questa, affidare a società per azioni i servizi pubblici locali. Che potrebbe succedere se il gestore dell'acqua fallisse?. Inoltre, l'art 23 bis è in evidente violazione delle norme dell'Unione Europea e dei principi costituzionali. Tra l'altro il trattato di Lisbona stabilisce che per i servizi di interesse generale debbano prevalere i principi di coesione sociale e non gli interessi economici e di profitto. Il consiglio regionale nella seduta del 20 settembre 2006 approvò in merito alla modifica della legge sull'istituzione dell'azienda speciale "Molise Acque" un emendamento proposto dal sottoscritto all'art.1 della legge regionale n. 28/06 che recita testualmente: " L'acqua è una risorsa primaria essenziale alla vita. La disponibilità e l'accesso universale all'acqua sono obiettivi da perseguire in quanto garanzia di un diritto inalienabile. La conservazione della risorsa acqua va perseguita anche a beneficio delle generazioni future, che hanno diritto ad un ecosistema equilibrato. In funzione del preminente interesse generale per un servizio pubblico essenziale, con situazioni di monopolio naturale (art. 43 della Costituzione), la Regione Molise si prefigge la gestione interamente pubblica del servizio idrico integrato e la promozione della partecipazione popolare alla stessa." E' importante, quindi, che la Giunta Regionale ed il Consiglio Regionale del Molise, se intendono rispettare ed attuare i principi sanciti dalle legge regionale 28/06, che presentino urgentemente ricorso di incostituzionalità e di violazione dei principi comunitari alla legge 133/08. Nella primavera del 2007 più di quattrocentocinquantamila mila (7.000 in Molise) firme furono raccolte a sostegno della legge d'iniziativa popolare che vede come primo punto il riconoscimento dell'acqua come "diritto inalienabile ed inviolabile della persona". Ma la sensazione forte è che la straordinaria raccolta firme sia già stata oscurata. Con un semplice colpo di spugna. Seguendo il manuale del "buon governo" che approva leggi impopolari e antidemocratiche proprio quando imperversa l'afa estiva e l'attenzione della stampa è rivolta altrove. Opporsi istituzionalmente e socialmente al dispositivo della legge 133 è un dovere morale e civile di tutti coloro che hanno a cuore le sorti di un bene comune come l'acqua. Italo Di Sabato - Forum Italiano per l'Acqua pubblica ed ex consigliere regionale del Molise <http://www.italodisabato.org/>www.italodisabato.org
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