Re: LO SVILUPPO RURALE STRUMENTO DI LOTTA ALLA POVERTA'








On 06/05/2008 at 11:54 Ufficio stampa Fairtrade Italia wrote:

>LO SVILUPPO RURALE STRUMENTO DI LOTTA ALLA POVERTA’

...

>esperienze da Bosnia Erzegovina
>(Elvedin âolakoviç), Marocco (Giulio Cialdi), West Bengal (Sonja Brodt),
>Africa occidentale (Pascal Liu, FAO), Brasile (Giorgio Prampolini),
>Palestina (Marcello Viani); Egitto (Ali Abdalla). Con Patrick Mulvany, UK
>Food Group / Bond - Membro di EFSG e Mwatima Juma, Country Officer IFAD -
>Zanzibar (Tanzania)






voi che state tanto pensando agli altri Paesi, dovreste pensare un po' pure a casa vostra

poiché non avendo prima risolto i problemi del proprio Paese non si può essere in grado di risolvere quelli altrui

non si tratta di disinteresse od insensibilità, tutt'altro

semplicemente chi non ha prima almeno avviato la risistemazione della propria casa di sicuro non potrà che portare confusione anche a casa d'altri


vi siete mai occupati della sovrappopolazione italiana?

della scarsità di terra che affligge noi italiani da quasi un secolo?

se sì ditelo e vi ringrazierò, altrimenti davvero non potrò farlo

nel caso non ve ne foste interessati, che modello pretendereste di esportare all'estero?


vi prego: non dite che non è affar vostro, che non è vostra competenza

questa sarebbe una scusa da burocrati

perché in realtà NESSUNO si sta occupando di questa cosa

e se vivete in questa terra chiamata Italia avete il dovere, anche solo come persone comuni, come ad esempio son io, di occuparvi di quanto segue prima di pensare ad altro:


Silenziosamente il male procede ...
e tanto l'uomo quanto la donna non se ne avvedono.

In questi ultimi tempi la popolazione italiana ha ricominciato a crescere pur essendo da tempo già di molto superiore a quella che il nostro territorio è in grado di sostenere. Una condizione di sovrappopolazione ci affligge pesantemente infatti da molti decenni causa i nostri passati istinti di conquista imperialista.

La situazione si evidenzia, e sta venendo pure certificata, anche dal fatto che gli stessi nostri amministratori pubblici hanno cominciato con leggi comunali, provinciali e regionali ad impedire la possibilità di nuovi insediamenti umani nelle zone extra urbane. Questo con la incredibile giustificazione della necessità di preservare il territorio.

E scellerata infatti, pericolosissima, è l'incoerente azione di chi:

- da una parte continua ad attuare politiche natalistiche, di crescita demografica,

- dall'altra ben si accorge che il territorio è ormai terminato

- non trovando di meglio da fare che ammucchiarci tutti nelle città!


Codesti burocrati, insediatasi a vita nei ruoli della pubblica amministrazione e diventati così Stato/Padrone, ci comprimono, infatti, e ci segregano, tutti ormai essendo pure sull'orlo di un collasso nervoso, in città che soprattutto per questa ragione di tremenda scarsità di spazio tanto al loro interno quanto al loro esterno, e non come si dice per motivo di razzismo od altro sentimento negativo, stanno diventando sempre più impazzite e violente.

Quante volte sentiamo elencati i mali delle nostre città, dalla criminalità al razzismo, dalla "mancanza di lavoro" a tutte le varie forme di degrado, inquinamento, rifiuti, che ormai ci hanno sommerso, alla scarsità di risorse: ebbene tutto questo non è una inevitabile condanna.

Siamo invece noi che per il totale disinteresse collettivo di una questione tanto importante, tanto pregna, quanto volutamente, testardamente ignorata da chiunque, ci condanniamo ad una tremenda condizione di malvivere che non potrà che peggiorare presto oltre ogni misura immaginabile.


Mezzo secolo fa molte persone qui in Italia trovarono un magnifico posto di lavoro e di vita grazie alla riforma agraria, grazie alla ripartizione di vaste terre tra gente che non ne disponeva affatto. Questa gente trasse grande giovamento dalla riforma agraria, pure potendo produrre beni essenziali per il resto della popolazione.

Oggi che riforma agraria si può immaginare di fare nel nostro Paese?

Se disponessimo di terra sufficiente, tanta gente oggi ammucchiata in città potrebbe trovare una degna sistemazione nelle aree agricole. Invece questo non è più possibile perché la terra è finita. Ed è questa una verità affermata tra i denti dagli stessi amministratori pubblici con le loro leggi.


Ecco perché oggi occorre una NUOVA RIFORMA AGRARIA, una riforma di nuovo tipo:

fermare le nascite con tutti i mezzi culturali
avendo come riferimento il raggiungimento di una

http://densita-demografica-ottimale.hyperlinker.org/


Allora dico a voi tutti: qualsiasi cosa stiate facendo, qualsiasi cosa abbiate fatto finora, quale che sia la vostra specializzazione e competenza, quali che siano le vostre passioni, sappiate che nessuno sta facendo la cosa giusta ed il vostro futuro è messo a forte rischio. Precisamente occorre invocare il fermo delle nascite locale e globale tramite ogni mezzo mediatico a nostra disposizione.

Adopriamoci perché si realizzi questa NUOVA RIFORMA AGRARIA ed avremo avviato il processo di risanamento della nostra terra e quindi di noi stessi.


Ed a chi ha lo sguardo così lungo da non posarlo sulla propria terra sofferente notando quanto essa sia sovrappopolata dico: se dapprima non sperimentate un buon modello di vita nel vostro Paese evitate di andare ad intervenire negli altri Paesi. Perché lo sviluppo che state costruendo all'estero, anche se non sembra, anche se all'apparenza è diverso, di fatto è lo stesso identico sviluppo che affligge l'Italia: sovrappopolazione ad oltranza con tutto il degrado che ne consegue!


Sappiate che è tempo di convergere tutti su due questioni fondamentali di cui una è:

http://La-Questione-Demografica.hyperlinker.org/



Vive cordialità,


danilo d'antonio