Non votare è rinunciare ad un dovere
fondamentalòe del cittadino. Chi non vota tradisce gli altri
cittadini.
Il qualunquismo non porta da nessuna parte. O,
meglio, ci porta in braccio a personaggi come Berlusconi e soci che sanno
fare solo i loro propri interessi.
Franco
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Sent: Monday, April 07, 2008 7:37
PM
Subject: Re: Votare o non votare?
Caro Franco, Danilo forse ha sbagliato non andando a votare,
lei se ha votato non forse, ha sbagliato sicuramente. Comunque cerchiamo di
individuare il problema e il nemico ed unoiamoci per eliminarlo, poi
litighiamo per il pelo nell'uovo.
Ciao VittoriO
Il 07/04/08, franco
borghi <franco.borghi at fbitc.it> ha
scritto:
Uno
che da 30 anni non vota, vuol dire che per 30 anni vive alle spalle degli
altri cittadini che si assumono l' onere di
votate.
Franco
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From: "Laboratorio Eudemonia" <eulab at hyperlinker.com> To: <consumocritico at peacelink.it> Sent: Monday, April 07,
2008 4:02 PM Subject: Votare o non votare?
Votare o non votare? ------------------------------- una
premessa ed una conclusione
Quando ci si pone la domanda:
che faccio, voto o non voto? a mio avviso non si coglie il fatto che
queste due sole opzioni sono poche, non bastando proprio a permetterci di
compiere una buona scelta.
Non a caso lo scrivente, 55 anni, da una
trentina non vota.
Non perché nessuno mi rappresentava e mi
rappresenta (che sarebbe la minor cosa e non degna di nota) ma perché
ritengo che:
- ogni politico o governo si fa portavoce delle
volontà di categorie sociali che, potenti o deboli, ricche o povere che
siano, hanno sempre e comunque TUTTE, le deboli quanto le potenti, le
ricche quanto le povere, delle grosse responsabilità nella generazione di
quei mali che patiamo, mai sognandosi di redarguirle per queste loro
pesanti colpe e di attribuir loro una responsabilità od un dovere certi
per ogni privilegio o diritto concessi;
- nessun politico o governo
si fa o si può fare portavoce delle innumerevoli quanto varie giuste
istanze della complessiva situazione che si vive.
Proprio perché
trovo il sistema della rappresentanza politica dei gruppi sociali
insufficiente, e la stessa rappresentanza mal condotta, qualche tempo fa
ho pensato ad un altro sistema da aggiungere a quello già esistente che
apra le porte della politica e del governo ai singoli cittadini in modo
che essi possano presentare la loro originale proposta venendone pure
premiati in caso di successo:
http://assemblea-popolare-permanente-premiata.hyperlinker.org/
sistema
che è poi stato inglobato nel progetto del
http://partito-telematico.hyperlinker.org
di
recente presentato. Si tratta di un progetto che personalmente ritengo del
tutto necessario non avendo a che fare in questo caso con un vero partito
bensì con un puro strumento di democrazia diretta, quindi senza alcun
leader, segretario o dirigente e nessun programma preconfezionato. Al
contrario giorno dopo giorno ognuno di noi avrebbe la possibilità di
contribuire a stilarlo, andando così a formare una ampia leadership
collettiva.
Votare o non votare: non sarebbe dunque tanto questo il
punto importante quanto invece cercare di costruire ulteriori possibilità.
Quel che conta davvero non sarebbe quel che facciamo in occasione di
queste elezioni quanto delle prossime. Perché si procede appunto solo
lavorando ed impegnandoci in anticipo, non chiedendo come si fa di solito
un impossibile miracolo all'ultimo momento.
Tuttavia ci troviamo ad
un tale stadio di avanzamento del male, così veloce, ampio e profondo, che
perdere anche quelle poche opportunità di bene può costarci molto
caro.
Ed allora questa è la mia conclusione.
Nel campo della
responsabilità personale: non far figli e se possibile non lavorare (le
due cose son collegate: chi non fa figli spesso non è costretto a divenire
servo/schiavo del sistema e rimane invece libero e disponibile ad
evolvere, fornendo anche un ottimo esempio a chi si trova indietro) bensì
darsi da fare per costruire un buon futuro collettivo.
Nello
specifico campo del voto, darlo a chi si prodiga soprattutto per obiettivi
d'indubbio interesse comune, come ad esempio la salute che non può non
interessare ognuno di noi viventi, tralasciando tranquillamente
l'idolatria dell'economia. Anche se si è in condizioni di precarietà
economica di sicuro non è con la competizione auspicata da pomposi
politici professionisti che si risolverà il problema bensì con onesti
sentimenti di cooperazione ne potremo uscir fuori. (Oltre che fermando le
nascite, naturalmente, in quanto i prezzi, ad esempio, aumentano
esponenzialmente perché esponenziale è la crescita della popolazione e
quindi della richiesta di risorse).
La mia scelta allora cade sulla
lista civica nazionale http://perilbenecomune.net che dà alla salute pubblica
il giusto peso.
Auguriamo a queste persone la più gran fortuna e
l'avremo augurata anche a noi stessi. Allo stesso tempo non dimentichiamo
che ciò che più importa è lavorare comunque per un progetto come quello
del Partito Telematico, che solo potrà spalancare le porte ad una
straordinaria evoluzione sociale che ci farà dimenticare i presenti
tempi.
Vive cordialità,
danilo
d'antonio
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