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Rassegna stampa: QUELLA SPORCA CINQUINA.
- Subject: Rassegna stampa: QUELLA SPORCA CINQUINA.
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Mon, 8 Oct 2007 10:43:48 +0200
A cura di AltrAgricoltura Nord Est ------------------------------------ tratto da "Green Planet" - 30 Settembre 2007 QUELLA SPORCA CINQUINA. Tre mais, una patata e una barbabietola da zucchero Ogm si apprestano ad essere approvati dall'Unione Europea anche se la maggioranza degli stati membri è contraria. La settimana scorsa sono saliti a cinque gli Ogm che sono burocraticamente avviati verso il sì europeo, dato che il Consiglio dell'Unione Europea li ha respinti, ma non con la richiesta maggioranza qualificata. I ministri dell'Agricoltura degli Stati che compongono l'Unione hanno bocciato, ma "solo" a maggioranza semplice, i mais MON810xNK603, della Monsanto; 1507xNK603, di Pioneer e Dow AgroSciences; ed "Herculex" 59122, anch'esso di Pioneer e Dow. Dunque l'ultima parola toccherà alla Commissione europea, che finora in casi come questo ha ripetitivamente votato sì. Per la cronaca, a proposito dei tre mais l'Italia per due volte ha detto no ed una si è astenuta. Si profila dunque l'Ok - questione di qualche mese - all'importazione in Europa di questi tre mais, destinati non soltanto all'alimentazione del bestiame ma anche alle nostre tavole. E' nella stessa situazione una barbabietola da zucchero, anch'essa bocciata dai ministri a settembre ma non con la necessaria maggioranza qualificata. E poi c'è la questione della patata Ogm, che è nel limbo della bocciatura "non qualificata" da luglio. Qui non è n gioco semplice importazione, ma la vera e propria coltivazione. Questa patata, particolarmente ricca di amido, non è destinata all'alimentazione umana o animale, ma ad usi industriali. La maggioranza qualificata chiesta ai ministri dell'Unione Europea per bocciare un organismo geneticamente modificato è più o meno quella che viene richiesta in determinate assemblee condominiali: il voto di ciascuno vale in base di millesimi di proprietà che egli detiene. In questo caso, ciascun ministro ha un "peso" proporzionale al numero degli abitanti dello Stato che egli rappresenta. "I ministri dell'Unione Europea hanno sempre detto no agli Ogm a maggioranza semplice, ma sono riusciti a raggiungere la maggioranza qualificata solo in pochissimi casi - nota Federica Ferrario, responsabile per Greenpeace Italia della campagna contro gli organismi geneticamente modificati - L'ultima è stato per mantenere la possibilità di dire un no nazionale a un Ogm". La procedura per l'approvazione degli organismi geneticamente modificati non solo non tiene conto della volontà espressa dalla maggioranza degli stati. Essa non prevede neppure un pronunciamento del Parlamento europeo. Parte dal parere dell'Efsa, l'autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma. "L'Efsa prende il dossier della multinazionale proprietaria del brevetto, lo legge e dice che quelle affermazioni a proposito della mancanza di rischi per la salute e per l'ambiente sono plausibili - attacca Federica Ferrario - Non conduce studi indipendenti, e tanto meno di lungo periodo. La Commissione Europea avrebbe l'autorità di imporli, ma non lo fa. Studi indipendenti sugli effetti degli Ogm semplicemente non esistono". Patata a parte, gli Ogm nel limbo non verranno coltivati nell'Unione Europea. Ma neanche questo tranquillizza Federica Ferrario: "Il problema è l'importazione del seme intero. Lo si è visto in Giappone, in uno studio che riguardava dieci porti nei quali attraccavano le navi con a bordo colza Ogm proveniente dal Canada. Ebbene, attorno ad otto dei dieci porti cresce quella colza Ogm, e lo stesso lungo le principali vie di comunicazione, fino ad una distanza di 30 chilometri". Come dire: anche quando gli Ogm vengono soltanto importati in Europa, la contaminazione è comunque in agguato. (di Maria Ferdinanda Piva) ------------------------------------------------------------------- SVIZZERA: NIENTE OGM NEI PANIFICI. domenica 30 settembre 2007 "Gli artigiani panificatori sono i più ecologici fornitori di pane e di prodotti da forno. Gli sforzi della grande distribuzione, tesi a tirare l'acqua al proprio mulino investendo milioni in marchi ed etichette e a legittimarsi presso i consumatori come protettori della natura, non potranno cambiare le cose". "Panissimo", settimanale svizzero di categoria, apre in questo modo un articolo in cui l'Associazione panificatori ribadisce il proprio impegno per tenere gli ogm lontani dai propri prodotti: "Il genio genetico non ha posto nel forno", è il titolo dello scritto, che aggiunge: "Già da molto tempo l'ASPBP ha annunciato la propria intenzione di adottare tutte le misure necessarie per garantire una produzione di pane esente da organismi geneticamente modificati". Agli inizi degli anni '90, scrive il settimanale, l'Associazione ha sollecitato i propri associati a preferire le farine derivanti da cereali coltivati senza l'impiego di fungicidi, insetticidi e regolatori di crescita. I panificatori artigiani hanno scelto così la coltivazione estensiva dei cereali, preferibile a una natura chimicamente modificata. La stretta collaborazione di coltivatori, mugnai e panificatori ha così consentito di lanciare un progetto di protezione dei suoli e dell'ambiente, grazie al quale i consumatori hanno potuto avere a disposizione pane ecologico e contribuire alla promozione della coltivazione naturale dei cereali senza dover mettere mano al portafogli. Già nel 1997 - continua "Panissimo" - l'associazione di categoria aveva preso posizione in materia di organismi geneticamente modificati, allora al centro di una polemica, dichiarando "alto e forte" che i panificatori artigiani non aspiravano affatto a utilizzare simili ingredienti nel loro pane. E avevano richiesto a tutti i fornitori una dichiarazione ogm chiara e conforme alla legge, che consentisse di informare la clientela, con appositi volantini, che il fornaio non utilizzava grano transgenico per produrre il pane e che, nel contempo, contribuiva a proteggere terreni e ambiente. L'associazione, d'altra parte- continua il giornale - non si è mai opposta alla ricerca genetica. Nel 1998 la linea dell'associazione venne sintetizzata in questa frase: "Abbiamo bisogno di sviluppare scenari di sopravvivenza necessari all'umanità, al fine di fronteggiare il futuro. Ma siamo per la produzione di pane fatto solo con materie prime naturali e riconosciute". Siamo nel 2007, conclude il giornale, e questi concetti restano attuali e immutati. (fonte: Fornaioamico.it) ------------------------------------ N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at altragricolturanordest.it No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Free Edition. Version: 7.5.488 / Virus Database: 269.13.39/1044 - Release Date: 02/10/2007 11.10
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