[A Sud] Le 400.000 firme per l\'acqua arrivano in Parlamento



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SUD

ASUD INFORMA

Campagna "Acqua bene comune":  le oltre 400.000 firme raccolte per l'acqua
pubblica arrivano in parlamento.


Consegnate oggi in Parlamento le oltre 400 mila firme raccolte nei sei mesi
della Campagna "Acqua Bene Comune".



La campagna di raccolta firme per proporre la legge di iniziativa popolare
a favore dell'acqua pubblica è partita il 1° gennaio 2007, dopo che cinque
incontri nazionali delle reti, associazioni e comitati "Verso il Forum
Italiano dei Movimenti per l'Acqua" hanno ricucito le fila dei movimento
italiano per l'acqua.



In questi sei mesi  oltre 1000 realtà territoriali si sono impegnate nella
raccolta di firme e migliaia di cittadini e cittadine italiane hanno
partecipato agli eventi pubblici, alle assemblee e ai concerti promossi
dalla campagna.


Nell'ultima settimana di giugno quattro carovane hanno percorso l'Italia
toccando tutti i territori in cui sono attive vertenze sul tema dell\'acqua
per confluire a Roma, il 1° luglio scorso, con tutte le firme raccolte.


Oggi, 10 luglio 2007, una delegazione composta da una decina di
associazioni nazionali, tra le quali l'associazione A Sud rappresentata da
Sara Vegni, ha consegnato 426.626 firme al Presidente della Camera Fausto
Bertinotti. Il Presidente della Camera ha dichiarato che si impegnerà a far
discutere la proposta di legge in Parlamento entro il mese di ottobre.


La legge di iniziativa popolare ribadisce il principio dell'acqua come bene
comune irrinunciabile dell'umanità e si pone come strumento per porre un
freno al processo di privatizzazione dell'acqua.


Il testo di legge propone, in 10 punti, quanto segue:



0.	l'acqua è un bene comune e un diritto umano universale, la
disponibilità e l'accesso all'acqua potabile sono diritti inalienabili  e
inviolabili della persona;

1.	l'acqua è un bene finito, da tutelare e da conservare perché
indispensabile a tutti gli esseri viventi della presente e delle future
generazioni;

2.	ogni territorio deve definire un bilancio idrico che preservi la
risorsa e la sua qualità;

3.	il servizio idrico integrato è un servizio pubblico privo di
rilevanza economica, sottratto alle leggi del mercato e della concorrenza e
finalizzato ad obiettivi di carattere sociale e ambientale;

4.	il servizio idrico integrato deve essere gestito esclusivamente
attraverso enti di diritto pubblico;

5.	entro tempi certi devono terminare tutte le gestioni affidate a
privati, a società miste pubblico-privato e a società a totale capitale
pubblico;

6.	50 litri per persona è il quantitativo minimo vitale giornaliero
garantito e gratuito;

7.	i lavoratori del servizio idrico e gli abitanti del territorio
partecipano attivamente alla decisione sugli atti fondamentali di gestione
del servizio idrico integrato;

8.	il servizio idrico è finanziato con la riduzione delle spese
militari, la lotta all'evasione fiscale e tasse ambientali di scopo;

9.	un fondo nazionale finanzia progetti per l'accesso all'acqua
potabile nel Sud del mondo.


L'ampia adesione alla campagna e le numerose firme raccolte dimostrano
ancora una volta la necessità, espressa dai cittadini e dalle cittadine
italiane, di riappropriarsi della gestione dei beni comuni. La gestione
privata dell'acqua nel nostro paese allo stesso tempo non fa che rivelare
l'incapacità e il disinteresse delle imprese private o pubblico-private
nella gestione di un bene comune.  

La gravissima emergenza idrica che sta colpendo in queste ore le cittadine
ed i cittadini di Taranto e di altre città pugliesi private del diritto
all'acqua e costrette a estenuanti code alle cinque del mattino per
garantirsi l'approvvigionamento, dimostrano l'immediata necessità di
riappropriarci della gestione integrata del più importante dei beni comuni
del nostro pianeta.


La chiusura della campagna di raccolta firme non chiude affatto il percorso
dei movimenti per l'acqua. La battaglia per la ripubblicizzazione
dell'acqua deve seguire di pari passo con l'analoga battaglia sui beni
comuni e i servizi pubblici, per restituire ai cittadini e le cittadine ciò
che progressivamente è stato loro sottratto, per consegnarlo ai mercati e
al capitale speculativo.


Sigue: version en español


Campaña "Agua Bien Comùn": las 400.000 firmas recojidas para la ley de
iniciativa popular sobre el agua llegan en Parlamento.



Hoy se entregaron en el Congreso Italiano las 400.000 firmas recogidas en
seis meses de Campaña por el "Agua bien comùn", para llegar a proponer la
ley de iniciativa popular que garantizca la ripublicizaciòn del agua.



La campaña de suscripciòn de la ley empezò el primero de enero de 2007,
despues de 5 encuentros entre asociaciones y comites "Hacia el Forum
nacional de los Movimientos por el Agua" que recosieron el tejido del
movimiento italiano por el agua.


Remarcando la importancia del agua como fuente de vida y como bien comùn
inalienable para la humanidad, el texto de la ley tiene como finalidad
ultima la completa ripublicizaciòn del servicio idrico.


En esos ultimos seis meses, mas que 1000 realidad territoriales se
compromitieron en la colleciòn de firmas, registrando una partecipaciòn muy
extensa por parte de la ciudadanìa.


Se organizaron reuniones y manifestaciones, como asembleas, conciertos y
actividades de sensibilizacion sobre el tema del agua. Ademàs, en la ultima
semana antes de la entrega de las firmas, se organizaron 4 carovanas que
cruzaron el Paìs tocando los teritorios donde hay pendencias legales
reguardantes el agua. Las carovanas confluieron en Roma el pasado 1° de
julio, llevando simbolicamente todas las firmas recojidas.



Finalmente, el dìa de hoy, 10 julio de 2007, una delegaciòn conformada por
la secretaria nacional que manejò la campaña y por representantes de varias
Associaciones nacionales - entre los cuales Sara Vegni de la Asociaciòn A
Sud - entregò las 426.628 firmas al Presidente de la Camara de los
Diputados Fausto Bertinotti, quien declarò que se compromiterà
personalmente para llegar a la discusiòn sobre la propuesta de ley en el
Parlamento dentro de octubre.


La propuesta elaborada por los comites territoriales italianos, està
conformada por 10 puntos fundamentales:



0.	el agua es un bien comùn y un derecho humano universal. La
disponibilidad  y el acceso a el agua potable son derechos inalienabile de
la persona;

1.	el agua representa un bien limitado, que tiene que ser protegido y
guardado porque es necesario a la existencia de todos los seres viventes;

2.	cada territorialidad tiene que determinar un balance hidrico para
proteger los recursos hidrico territoriales y su calidad;

3.	el servicio hidrico integrado tiene que ser publico y sin
rilevancia economica, por tanto no debe ser conectado con las leyes del
mercado y de la concorrencia;

4.	el servicio hidrico integrado tiene que ser manejado exclusivamente
por entidad de derecho publico;

5.	tiene que ser decidido un limite temporal para acabar con todas las
concesiones que no satisfen los principio de publicidad y de democraticidad
del servicio;

6.	50 litros por persona es la cantidad minima vital  garantizada
diariamente para cada persona;

7.	los trabajadores del servicio hidrico y los abitantes de cada
territorio pueden y deben participar activamente a las decisiones sobre la
gestion del servicio hidrico integrado;

8.	el servicio hidrico està financiado por la riducciòn de los gastos
militares, por la lucha a la evasiòn fiscal y por tasas ambientales;

9.	se constituirà un fundo nacional para financiar proyectos que
garantizen el acceso al agua potable en los paises del Sur del Mundo.


La increible partecipaciòn que se logrò inducir con esa campaña y los
graves problemas de provision hidrica que estan viviendo en esas semanas
los habitantes de Taranto y de otras ciudades del Sur de Italia, demonstran
una vez màs que llegò la hora para la ciudadanìa de retomarse el manejo de
los bienes comunes, participando activamente en los procesos de decision.


A pesar del exito de la iniciativa, la lucha para la ripublicizaciòn del
agua no va a parar, y tendrà que salir adelante junto a las luchas para los
demas bienes comunes, para lograr de devolver a la democracia participada
los espacios que se les quitaron para entregarlos a los mercados y a los
capitales financieros.





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