Acqua pubblica.. ci metto la firma



Carissimi,

domani parte la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa
popolare "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle
acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico"
elaborata dal http://www.acquabenecomune.org

Vi invito poi di seguito alla lettura dell'interessante pezzo di Emilio
Molinari (Presidente del Comitato Italiano per un Contratto Mondiale
sull'Acqua) che consente di avere un quadro più approfondito
sull'iniziativa di grande rilievo sociale, politico e culturale.

Domani, 13 gennaio,  il movimento italiano dell'acqua inizierà la raccolta
di firme per una legge d'iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dei
servizi idrici.Sarà una grande campagna e occorrerà l'impegno di tutti
visto che vorremmo raccoglierne qualche centinaio di migliaia.Per questo
credo sia necessario riflettere su due ordini di problemi...
Il primo E' cosa ha cambiato la cultura dell'acqua nel mondo.
Voglio partire da un elemento culturale.
I Beni Comuni, la Res Pubblica... erano termini che echeggiavano solo  nei
seminari degli addetti ai lavori, ora sono entrati con forza nel lessico
normale.
Qualche anno fa non era così.
Ora se ne parla, se ne scrive, sono nel linguaggio della politica, nelle
mozioni delle assemblee elettive, nelle dichiarazioni d'intenti, nei
congressi.
Sono termini che hanno la forza di delineare l'orizzonte di un"possibile
altro mondo".
Anzi, il rischio che si corre E' un'altro, E' che diventino appunto solo un
linguaggio virtuale come un reality, rischiano di fermarsi a questo stadio
e come tanti altri linguaggi di non tradursi mai in comportamenti
conseguenti, personali e collettivi, mai in obbiettivi specifici, mai in
vertenze e negoziati altrettanto concreti e specifici, con le istituzioni a
tutti i livelli.

Ma l'acqua ha dato concretezza a questo linguaggio, non solo ha imposto il
linguaggio dei beni comuni, ma ha tracciato un percorso diverso per
l'intera questione.
Perché?... Perché ne ha fatto un terreno di battaglia e di trasformazione
della politica e delle istituzioni. Ha costruito un movimento di persone in
carne ed ossa internazionale, articolato per nazioni e per città. PerchE'
ha concepito dichiarazioni mondiali con precisi obbiettivi, nelle quali si
sono riconosciuti ben 80 movimenti di tutti i paesi.

PerchE' ha aperto una vertenza mondiale, al centro della quale ci sta il
rifiuto della mercificazione di un bene comune indispensabile alla vita, ci
sta il diritto all'accesso per tutti gli abitanti di questo pianeta, ci sta
la ripubblicizzazione dei servizi idrici.. Tutte premesse indispensabili al
governo complessivo del bene.
Da qui la fuoriuscita dell'acqua dai negoziati del WTO e dalla direttiva
europea Bolkestein.

Da qui l'esigenza di una nuova legislazione italiana che renda pubblica la
gestione dei servizi idrici, Da qui la generalizzazione per tutti gli ATO,
dell'accantonamento di 1 cent. di Euro per ogni m/c di acqua erogata per la
cooperazione decentrata e partecipata.  
Ecco, se ci pensate, questi sono i contenuti di una vertenza per il diritto
all'acqua che E'  già in atto, E' già negoziato con le istituzioni ed E' la
prima e la sola vertenza prodotta dal movimento di Porto Alegre.

Questo E' il punto a cui siamo giunti nel mondo.
Il secondo ordine di problemi E':  a che punto siamo in Italia?

 Ebbene:
- nel programma dell'Unione viene dichiarato che i servizi idrici devono
essere pubblici nella proprietà e nella gestione.
- nel disegno di legge Lanzillotta, si afferma che il servizio idrico E'
escluso dalle privatizzazioni
- la scadenza del 31 dicembre 2006 per l'affidamento tramite gara E' stata
prorogata di un anno su richiesta del Contratto Mondiale.
- Il Consiglio dei Ministri ha impugnato per incostituzionalità la legge
della Regione Lombardia che rende obbligatoria la privatizzazione totale
della gestione dei servizi idrici.

Fin qui sono tutti passi inequivocabili e vanno tutti nell'unica direzione
di arrivare ad affermare per legge che nel nostro paese l'acqua non E'
privatizzabile nella proprietà e nella gestione e se ciò avvenisse, il
nostro paese dovrebbe coerentemente, in sede internazionale ed europea,
sostenere l'uscita dell'acqua dai negoziati WTO e dalla Bolkestein.

Ma non E' così semplice, qui in questi giorni, in Italia, si gioca la
possibilità di una concreta vittoria, si gioca una partita che va ben oltre
l'oggetto stesso, che apre la strada per tutti i beni comuni

Le resistenze interne al governo  dell'Unione sono fortissime e fortissime
sono le offensive dell'opposizione che si sviluppano ai livelli regionali,
in particolare in Sicilia, dove l'acqua di Palermo, con tutto ciò che evoca
l'acqua in Sicilia, E' "vinta"dalla cordata  di centro sinistra SMAT di
Torino e AGMA di Genova  e in Lombardia dove per legge si rende
obbligatoria la privatizzazione e si prospettano fusioni societarie tra AEM
(azienda energetica milanese) - MM (acquedotto milanese) - AMSA (azienda
milanese per lo smaltimento rifiuti ) e ASM  (la multiutility bresciana di
centro sinistra), che per unanime opinione, più che essere controllata
dalla politica del comune, controlla lei stessa la politica del comune. Una
movimentazione di capitali finanziari enorme, che prospetta all'orizzonte
una grande multiutility regionale pubblico - privata e
poi…nazionale…multinazionale….

Lo scontro E' durissimo ed E' qui che la campagna per la raccolta di firme
su di una legge di iniziativa popolare acquista un peso determinante.Perché
mette in moto la partecipazione, apre la discussione che altrimenti
rimarrebbe chiusa nei centri di potere e nelle sedi istituzionali.
Banchetti nelle piazze, nei mercati, nelle parrocchie, all'ingresso delle
fabbriche.

Adesioni le più larghe possibili: delle ONG, delle Associazioni di tutto il
movimento, dei sindacati, degli intellettuali e soprattutto delle
istituzioni locali e nazionali….un impegno diretto di tutti a moltiplicare
gli appelli ad aderire e a firmare.

Se ci pensate può essere una grande occasione per conseguire quella prima
benedetta vittoria e rivitalizzare un Movimento oggi palesemente in
difficoltà.
A questa campagna va affiancato un impegno specifico per abrogare la legge
della Regione Lombardia perché, anche se impugnata per incostituzionalità
dal consiglio dei ministri, resta in vigore e pesa sugli ambiti
territoriali lombardi, come quelli di Lodi e di Mantova che hanno deciso di
non privatizzare.
Ma pesa su tutta la situazione italiana non solo per ciò che rappresenta la
Lombardia, ma perchE' si incunea nella anarchica situazione legislativa
italiana che si E' determinata con la modifica del titolo V della
Costituzione, creando un precedente e un conflitto tra legislazione
nazionale e leggi regionali in una materia, che oggettivamente E'
costituzionale ed unificante dello Stato, quale E' la natura pubblica o
privata del bene comune acqua, del servizio idrico e della possibilità per
i cittadini di partecipare alla gestione comunitaria.

Vi E' infine una campagna che anche questa vorrei diventasse un impegno di
tutti, che si colloca su di un piano internazionale, fatta di due momenti
distinti ma fortemente intrecciati tra loro: si tratta del V Forum Mondiale
dell'Acqua che si terrà a Istanbul nel 2009 e dell'estensione su scala
nazionale e internazionale dell'accantonamento di un centesimo di euro per
mc erogato, una campagna per rendere reale e attuale il DIRITTO all'acqua.


Vediamo un attimo le ragioni a monte.
Il IV Forum Mondiale che si E' svolto a Marzo di questo anno a Città del
Messico, si E' chiuso ancora una volta con il rifiuto da parte di ben 143
governi di dichiarare il diritto all'acqua un diritto umano.Lo stesso Forum
ha inoltre sanzionato il totale fallimento degli impegni, pur limitati, di
tutte le istituzioni internazionali presi in occasione del Millennio di
portare l'acqua potabile a quel 1,4 miliardi di persone che ne sono prive,
ha ribadito che l'acqua l'avrà solo chi paga e che i prestiti della Banca
Mondiale ai paesi poveri sono sottoposti al principio della condizionalità
a privatizzare tutto, in particolare l'acqua.

Solo 5 governi si sono opposti: Bolivia, Venezuela, Uruguay, Argentina e
Cuba, e tutto ciò ci dà la dimensione del grande fallimento della politica
mondiale, mentre incalzano i terribili scenari dello stato del pianeta, in
particolare sull'acqua, sull'emigrazione e la fame, disegnati dal Rapporto
del WWF e dalla FAO.
Tutto ciò consegna alla società civile una grande responsabilità, quella di
condurre una battaglia politica per cambiare la natura e le decisioni del
prossimo Forum Mondiale e quella di dare risposte dirette e dal basso al
crimine che si consuma sotto i nostri occhi.

Da qui una prima campagna affinché il prossimo Forum Mondiale dell'acqua il
V, che si terrà a Istanbul nel marzo del 2009, non venga più indetto e
diretto dal consiglio Mondiale dell'acqua un organismo privato, gestito
dalle principali multinazionali dell'acqua, Suez e Vivendi, ma da una
conferenza governativa o da una agenzia delle Nazioni Unite e perché in
quella sede l'accesso all'acqua venga dichiarato diritto umano e il minimo
vitale dei 50 litri come sostenuto dall'OMS venga garantito a tutti
attraverso l'istituzione di un fondo di solidarietà internazionale.

Oggi E' cosa possibile.
Sì E' cosa possibile dopo Città del Messico, la grande mobilitazione dei
messicani, i movimenti internazionali che si sono pronunciati, la presa di
posizione dei sindacati internazionali, del movimento internazionale dei
municipi, dopo il rifiuto di 5 paesi a sottoscrivere il documento finale e
dopo la risoluzione dell'intero Parlamento Europeo che chiedeva al Forum
proprio questi due obbiettivi.

Ma soprattutto E' possibile se avremo vinto la battaglia nel nostro paese.
Se i servizi idrici non verranno privatizzati, se anche l'Italia si sarà
collocata tra quei paesi impegnati nel chiedere che il diritto all'acqua
venga dichiarato un diritto umano.

Se in questi tre anni avremo costruito un movimento, e fatto votare
centinaia di mozioni nei consigli comunali regionali e provinciali e il
parlamento, che impegnano in tal senso.

E sarà possibile anche rimettere in moto una politica della fiscalità
generale se faremo del Fondo di solidarietà e del centesimo accantonato una
campagna e una vera e propria strategia che coinvolga comuni e ONG in
progetti sull'acqua, secondo i principi etici del Manifesto dell'Acqua.
Ma c'E' una condizione indispensabile affinché ciò avvenga:unire le forze e
cessare di correre in ordine sparso alla ricerca di una propria
autoreferenzialità.Se un altro mondo E' possibile, deve ben essere
possibile cominciare a non privatizzare l'acqua in Italia e dichiararla
diritto umano nel mondo.

di Emilio Molinari
(Presidente del Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull'Acqua)



Un abbraccio. Italo


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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA


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