ilpopolo dell'acqua non ha bisogno di santi



IL POPOLO DELL´ACQUA NON HA BISOGNO DI SANTI NE´ DI EROI. VIVE DI
PARTECIPAZIONE.

Le dimissioni di Riccardo Petrella da Presidente dell´Acquedotto Pugliese e
lo scambio di accuse tra lui e il Presidente della Regione Nichi Vendola
costituiscono il doloroso epilogo di una vicenda cominciata diciotto mesi
fa con tutt´altre premesse e altrettante aspettative. Sono gli stessi
diciotto mesi in cui il popolo dell´acqua ha invece costruito uno
straordinario percorso, fatto di aggregazione di vertenze, di confronto
sulle prospettive, di approfondimento dei contenuti e delle mobilitazioni
che ha portato a costruire il primo Forum Italiano dei Movimenti per
l´Acqua (10-12 marzo 2006) e a scrivere collettivamente una legge di
iniziativa popolare per l´acqua. Una Campagna Nazionale che vede coinvolte
56 reti nazionali e più  di duecento realtà territoriali e che, da gennaio,
inonderà il Paese con migliaia di banchetti di raccolta firme, iniziative,
mobilitazioni per dire che l´acqua è un bene comune e un diritto umano
universale e che il servizio idrico è un servizio pubblico da sottrarre
alle leggi della concorrenza e del mercato. Se riflettiamo con attenzione è
proprio nella differenza tra quanto è avvenuto ai vertici istituzionali
pugliesi e quanto nel medesimo periodo è stato prodotto nel percorso
intrapreso dai movimenti che si può capire dove sta l´errore. Sta nel fatto
che tanto Nichi Vendola quanto Riccardo Petrella per  diciotto mesi non
hanno pensato di avviare un percorso di  partecipazione e di coinvolgimento
dei movimenti in un compito aspro, complesso e difficile come quello della
ripubblicizzazione dell´acquedotto pugliese, con interessi in gioco
fortissimi e con una battaglia politica e culturale da affrontare. Entrambi
hanno autoreferenzialmente pensato che l´immaginario suscitato dalle loro
nomine fosse garanzia necessaria e  sufficiente, una delega in bianco in
attesa del miracolo prodotto da "due uomini soli al comando". Non poteva
che finire così e anche le reciproche accuse e dichiarazioni che,
dolorosamente per tutti, Nichi Vendola e Riccardo Petrella si scambiano via
stampa in questi giorni, fanno parte del medesimo scenario.  Nessuna parola
ai movimenti, bensì l´implicita richiesta di schierarsi.

"Chi sta con Petrella alzi la mano, e alimenti tutti i luoghi comuni sulla
politica impossibile da cambiare a dispetto della genuina società civile".

"Chi sta con Vendola alzi la mano, e alimenti tutti i luoghi comuni  sui
movimenti come radicalità astratta e testimoniale a dispetto  del
necessario realismo imposto dal compito di governare".

 No grazie. I movimenti oggi non stanno né con Riccardo Petrella né con
Nichi Vendola. Stanno altrove. Stanno nei luoghi del conflitto e delle
vertenze territoriali, stanno nella faticosa costruzione di una vertenza
nazionale -dentro la quale si sono fatti parte attiva, addirittura
legislativa- stanno costruendo democrazia partecipativa dal basso. Senza
santi, né eroi. Ma con migliaia di donne e uomini che questo  Paese lo
vogliono cambiare davvero, a partire dal riconoscimento dei beni comuni
come spazio pubblico fondativo della democrazia.

E con una proposta.

 Si chiuda subito il ping pong delle dichiarazioni, si costruisca da subito
una assemblea nazionale dei movimenti per l´acqua, da  tenersi a gennaio a
Bari, per parlare di acquedotto pugliese, di lotta per la sua
ripubblicizzazione e il suo funzionamento, di  percorsi partecipativi da
intraprendere, di mobilitazioni da  costruire. E che Riccardo e Nichi
vengano a portare la propria esperienza. Non per decidere chi ha ragione e
chi ha tradito. Per riaprire una lotta di movimento per l´acqua.


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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA


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