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"rassegna stampa: BRASILE, DAVIDE CONTRO UN GOLIA DI NOME" NESTLÈ
- Subject: "rassegna stampa: BRASILE, DAVIDE CONTRO UN GOLIA DI NOME" NESTLÈ
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Thu, 16 Nov 2006 08:40:38 +0100
a cura di AltrAgricoltura Nord Est -------------------------------------- tratto da "Green Planet" - 25/10/2006 BRASILE, DAVIDE CONTRO UN GOLIA DI NOME NESTLÈ. Dopo anni di lotte e di scontri legali, la città di Sao Lourenço ha la meglio sulla multinazionale svizzera, che da anni sfrutta illegalmente le sorgenti d'acqua del luogo e che ora dovrà risarcire il grave danno ecologico provocato. Sono stati necessari sette anni di scontri e di battaglie legali, ma alla fine il coordinamento cittadino "Movimento per l'Acqua" è finalmente riuscito ad ottenere una significativa vittoria nei confronti della Nestlé. Siamo in Brasile, un Paese che detiene il 17 per cento delle riserve sotterranee di acqua potabile di tutto il mondo. Circa la metà di questo 17 per cento è concentrato nelle vicinanze di Sao Lourenço, cittadina nel meridionale Stato del Minas Gerais. Qui, nei pressi di una sorgente sita a 150 metri di profondità, in un territorio dichiarato parco naturale, l'onnipotente multinazionale svizzera aveva collocato lo stabilimento produttivo del proprio marchio di acque minerali "Pure Life", conosciuto e venduto soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. L'entrata in funzione dello stabilimento e l'aumento fino all'eccesso del pompaggio dell'acqua dalla fonte hanno finito per provocare la destabilizzazione dell'equilibrio ecologico dell'intera area, creando gravi problemi di approvvigionamento idrico e danneggiando l'ecosistema dell'intera regione: danneggiata la nappa freatica, peggiorata la qualità dell'acqua, esaurita una delle nove preziosissime fonti di acque minerali del Paese. Conseguenze disastrose per una regione che vive quasi esclusivamente di turismo. Ma non basta, perché per riuscire a dare al proprio prodotto un gusto uniforme, la società era arrivata a demineralizzare l'acqua, violando così le leggi brasiliane. Nel marzo di quest'anno, dopo una lunga trafila di processi, ricorsi e appelli, la multinazionale ha siglato un accordo per mezzo del quale si impegna, conformemente alle richieste dei cittadini di Sao Lourenço e del Movimento per l'Acqua, a cessare il pompaggio dell'acqua e la produzione di "Pure Life", nonché a risarcire il grave danno ecologico attraverso un lavoro di riforestazione dell'area. "Malgrado ciò - ironizzava Franklin Frederick, coordinatore del movimento - Nestlé continua a ripetere ai media di non aver mai avuto alcun problema in Brasile". Per quale ragione, allora, si è arrivati alla firma di questo accordo? Tutto iniziò nel 1996, quando Nestlé acquisì la nota società francese produttrice di acqua Perrier, ottenendo così automaticamente il diritto allo sfruttamento del Parco delle Acque situato ai margini della città di Sao Lourenço, nel Minas Gerais, che è la zona con la maggiore diversità di acque minerali di tutto il pianeta. Come in molti altri Paesi, tuttavia, anche in Brasile l'acqua è considerata un bene comune, amministrato dallo Stato e tutelato dal Departamento Nacional de Produção Mineral (DNPM), che si occupa di rilasciare le licenze per il suo sfruttamento. Già nel settembre dello stesso anno, Nestlé iniziò a perforare il suo primo pozzo, senza che il Dnpm avesse accordato il permesso, che arrivò solo tre anni dopo. Nel 1998, ancora sprovvista di licenza, la multinazionale costruì un nuovo stabilimento per pompare acqua, e l'anno seguente diede il via alla produzione di "Pure Life". Tuttavia, l'incessante estrazione di acqua provocò un rapida diminuzione della falda acquifera e peggiorò sensibilmente la qualità delle sue acque minerali, ragione per cui nella cittadina limitrofa vennero raccolte oltre tremila firme per accusare Nestlé di "sfruttamento irresponsabile delle sue sorgenti". Il resto è storia di cronaca giudiziaria, di studi truccati - come quello con cui la compagnia ottenne l'autorizzazione allo sfruttamento delle acque, smentito poi da un altro finanziato, invece, dai cittadini di Sao Lourenço -, di mobilitazioni promosse da numerose Ong. Davide contro Golia. Un "Golia" dalle proporzioni immense, che nel 2004 risultava essere proprietario di 500 stabilimenti in 83 diversi Paesi, con 247.000 addetti, un fatturato di 86.769 milioni di franchi svizzeri e un utile di 6.717 milioni di franchi (8% in più rispetto all'anno precedente, 60% rispetto al ‘97). Non c'è dubbio: un protagonista del "grande mercato globale". Ma nel senso deteriore del termine. (fonte: AprileOnline, 25 ottobre 2006) ------------------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a: altragricoltura at italytrading.com Altre notizie sul sito: www.altragricolturanordest.it -- No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Free Edition. Version: 7.1.409 / Virus Database: 268.14.5/534 - Release Date: 14/11/2006
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