Fw: Sangue sui rigassificatori: un appello da sottoscrivere



Se siete d'accordo : appello da firmare e far girare,

Beatrice Bardelli

----- Original Message ----- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
To: <news at peacelink.it>
Sent: Tuesday, August 29, 2006 9:51 PM
Subject: Sangue sui rigassificatori: un appello da sottoscrivere


PROPOSTA DI PUBBLICO APPELLO

E' venuto il momento di svelare il retroscena
tutto italiano della scelta dei rigassificatori.

Essi sono collegati ad una fornitura di metano
dalla Nigeria che l'Italia ha sottoscritto
tramite l'ENI subito dopo l'impiccagione di un gruppo di attivisti ecologisti.

Fu firmato un contratto per la fornitura di gas
liquefatto senza che fossero stati approntati i
rigassificatori in Italia. E questo contratto di
fatto "rende necessaria" la loro realizzazione in
quanto la rigassificazione attualmente sta
avvenendo in Francia in attesa che vengano
costruiti i rigassificatori italiani.

Mentre i sostenitori di questi impianti dicono
che essi offrono maggiori garanzie di
approvvigionamento, va detto che è a rischio
proprio il gas della Nigeria destinato ai rigassificatori italiani.

Infatti in quella nazione è in corso una
sollevanzione popolare contro le multinazionali
del gas. Un tecnico italiano è stato recentemente
rapito ed è ancora prigioniero.

Le multinazionali del gas (le stesse del
petrolio) devastano l'ambiente con roghi
ininterrotti, 24 ore su 24. La popolazione è
costretta ad inalare esalazioni continue. E' in
atto un profondo e incessante inquinamento del
delta del Niger non solo per estrarre petrolio ma
anche per il metano, che viene sondato con
metodologie assolutamente dannose per l'ambiente.

Le multinazionali dell'energia, per difendersi
dalle popolazioni che protestano, godono della
protezione dell'esercito nigeriano che reprime
gli insorti e brucia le baraccopoli per punire i ribelli  (1).

Questo solleva una vera e propria "questione
morale" che rivela di che lacrime e sangue grondi
l'affare che si cela dietro la scelta politica dei rigassificatori.

E' attraverso questo saccheggio che il gas della
Nigeria destinato ai rigassificatori è
"concorrenziale" con il gas della Russia e
dell'Algeria che in Italia arriva tramite i gasdotti.

Chiediamo a tutti i sostenitori del "gas pulito"
dei rigassificatori se questo è accettabile e se
per ricattare l'Algeria (e pagare un po' di meno
il gas metano) sia lecito inquinare l'Africa e saccheggiarla ancora di più.

Chiediamo se per garantire questo saccheggio sia
anche morale tollerare la repressione, assistere
a pestaggi e violenze di ogni genere.

Chiediamo a quelle associazioni che sostengono i
rigassificatori, come Legambiente e Wwf, di
riflettere sull'enorme inquinamento prodotto in
Africa da chi ci procura il "metano pulito" -
sottraendolo tra l'altro all'uso locale e allo
sviluppo africano - per rendere ancora più bassi
i costi energetici di un Nord del mondo opulento
che spreca l'energia e che non vuole pagare alle
popolazioni locali i diritti di indennizzo sulle loro risorse naturali.

E' in atto una campagna informativa
pro-rigassificatori che li presenta come
indispensabili per non passare "l'inverno al
freddo". E' falso. In realtà il metano può
giungere tramite i metanodotti in quantità più
che sufficiente. Recentemente l'Italia ha infatti
concluso accordi per l'incremento dei metanodotti
con l'Algeria e il contenzioso Russia Ucraina si
è risolto con un nuovo accordo commerciale. Il
vero obiettivo dei rigassificatori non è quindi
quello di "portare il metano" ,a di abbasserne il
prezzo, ossia di mettere in competizione i paesi
produttori con dinamiche che incrementeranno non
solo la concorrenza ma la repressione politica e
l'inquinamento in una logica di globalizzazione e
di corsa verso il basso nell'abbattimento di
tutti gli standard di sicurezza e di compatibilità ambientale.

Lì dove è arrivata in Africa l'industria dei
rigassificatori c'è ora il deserto, lo sviluppo
si è bloccato, l'agricoltura è stata devastata,
l'acqua è imbevibile, l'aria è irrespirabile.

E' accettabile tutto questo?

Riteniamo che su questo retroscena non si possa più tacere.

Se in Italia la logica dei rigassificatori
scavalca i cittadini, in Nigeria li schiaccia ed
è nostro dovere denunciare quanto sta accadendo.

Ci ritorna alla memoria lo scrittore nigeriano
Ken Saro-Wiwa e altri otto attivisti ogoni condannati
a morte da un tribunale militare. Furono uccisi
il 10 novembre 1995 perché si opponevano con la
nonviolenza all'inquinamento e alla repressione
delle multinazionali del petrolio e del gas. Ken
Saro-Wiwa disse prima di morire: "Io sono un uomo
di pace, di idee. Provo sgomento per la
vergognosa povertà del mio popolo che vive su una
terra molto generosa di risorse; provo rabbia per
la devastazione di questa terra". Quella lotta
oggi continua ancora e noi non possiamo far finta
di nulla. L'affare RIGASSIFICATORI ci genera più
di qualche dubbio etico. Oggi altri Ken
Saro-Wiwa, sconosciuti e indifesi, vengono
schiacciati, picchiati, uccisi: perché
quest'inverno dobbiamo risparmiare sulla bolletta.

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CHI VUOLE FIRMARE QUESTO APPELLO SCRIVA A:

Alessandro Marescotti
a.marescotti at peacelink.it

Verrà pubblicato il suo nome e cognome,
l'eventuale professione o gruppo organizzato di
appartenenza, nonché la città da cui scrive. Può
aggiungere anche una breve frase di commento.


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(1) La baraccopoli che circonda il complesso
della Saipem a Port Harcourt e' stata data alle
fiamme da soldati dell'esercito nigeriano, poche
ore dopo il sequestro di tre subcontrattisti
della societa', tra cui un italiano. "Sono
arrivati, hanno gettato benzina sulle case e
hanno dato fuoco: volevano ucciderci" ha
raccontato un testimone, "sono stupito che siano
i nostri stessi soldati a farci una cosa simile:
che cosa abbiamo fatto di male?" Alcune famiglie
tornate sui resti carbonizzati della baraccopoli
per raccogliere quello che si era salvato sono
state allontanate a sassate dai soldati rimasti di guardia.
www.repubblica.it 25/8/06