morte alle siepi, evviva i teloni di tessuto plastico !



Cari amici di peacelink.
Sono molto colpito da un fenomeno di grave insensibilità ambientale ed estetica che si è diffuso negli ultimi anni nel silenzio generale.  Parlo per la mia terra (Rimini e Romagna), ma credo che riguardi tutti.
Si tratta dei teloni verdi fatti di tessuto plastico, utilizzati come schermatura a ridosso delle recinzioni che delimitano abitazioni, campi, stabilimenti, villette, giardini, frutteti ...    
Conosco un agricoltore che ha rovinato il paesaggio di un tratto di ciclabile lungofluviale (da cui si godeva un panorama eccezionale sulla Valmarecchia), schermando un campo di cereali, "perchè tanto il telone gli costava molto poco". 
Un tempo, e bene o male fino a pochi anni fa, i limiti di proprietà erano segnati o con normali recinzioni (che bene o male consentivano di intravedere un pezzetto di mondo), o, se c'era necessità di chiudersi dagli sguardi dei passanti, con belle siepi, pergolati, rampicanti, intracciature legnose o arbustive ecc.
In giro per il mondo, nelle campagne e anche nelle città, ci si imbatte in una serie infinita di tipologie, ognuna radicata sulla cultura e sulla natura locale, e caratteristica di ciascuna terra e contrada.  Io ho in mente le romantiche siepi delle isole Britanniche, i muretti a secco dell'Irlanda e di molte zone d'Italia, manutenute integralmente anche per molti secoli consecutivi, e le siepi a bosso di molte regioni.
Il fatto è che siepi e muretti, oltre ad avere un importante valore estetico-paesaggistico, hanno un elevato valore ecologico in quanto contribuiscono, più di quanto non si creda, alla micro-biodiversità locale (dalla nidificazione di piccoli uccelli, al nutrimento di una serie di piccoli animali, al valore intrinseco botanico e pedologico).
I teloni di tessuto plastico non hanno alcun valore, se non quello di impedire lo sguardo, ma anche qui il valore è relativo in quanto la leggerezza del tessuto da una parte non ostruisce completamente la vista, dall'altra, come è sotto gli occhi di tutti, prelude a tagli, rotture, laceramenti e sbrecciature, che aggiungono bruttura a bruttura.   Probabilmente il proprietario se ne infischia perchè, nella nostra cultura, ciò che riguarda il paesaggio non merita le attenzioni del privato. Inoltre tenere una siepe è faticoso perchè, dopo l'impianto, occorre periodicamente ridurla a mano (poi magari si va a fare palestra per esercitare le braccia allo sforzo fisico - però volete mettere, piuttosto che fare la fatica di brandire i forbicioni?).  
Forse i teloni sono preferiti perchè anallergici, mentre le siepi hanno (persino) le spine, ma mi risulta che i bambini di oggi, a forza di plastica, siano molto più allergosensibili, rispetto a quando si andava a raccogliere le prugnole ferendosi le mani.  Anche i rovi spinosi hanno pregi: se non altro, fanno le more. Davvero preferiamo la plastica ?
La campagna italiana, la nostra stessa cultura e le nostre tradizioni agricole, meritano qualcosa di meglio che lo scempio legalizzato. 
La mia proposta è quella di vietare tout court  la posa di tali orribili teloni. Lo ritengo tecnicamente e politicamente possibile, però solo con legge ordinaria statale (art.117 c.2 lett.s della Costituzione). 
Toglierli di mezzo, significa riconoscere il valore del paesaggio italiano (le campagne, ma anche l'ambiente urbano) e dare ricchezza a tutti noi.   Pensiamoci.
Enrico Gorini
Rimini