Elettrosmog: incontriamo i candidati dell'Unione!



Il 14 febbraio 2001, il giorno di San Valentino, il Parlamento italiano votava praticamente all'unanimità la Legge quadro sull'elettrosmog, la n. 36 del 22 febbraio 2001.
Da allora sembrano passati secoli, anzi millenni. L'oscurantismo perpretato dal governo Berlusconi sugli effetti biologci e sanitari dei campi elettromagnetici è stato più che totale.
 
Lo stravolgimento del senso di quella legge ha seguito a ruota. Hanno abrogato la Valutazione di impatto ambientale, hanno attaccato duramente il "permesso di costruire" ex concessione edilizia, hanno tentato di abrogare il DM 381/98 senza riuscirci.
Comunque hanno alzato i livelli di esposizione della popolazione( i famosi OBIETTIVI di QUALITA') a 6 volt metro senza neppure sapere che la strumentazione elettronica esistente è tutelata e tarata a 3 volt metro, la metà, e che le leggi italiane che loro hanno sbeffeggiato ed irriso parlano di MINIMIZZAZIONE della esposizione, un obiettivo tecnicamente possibile e già realizzato in molti Comuni d'Italia.
Hanno confezionato ad hoc un Codice delle comunicazioni elettroniche fatto ad arte per agevolare al massimo i gestori che oggi in Italia sono diventati praticamente i padroni del territorio (meno male che alcuni Comuni li contrastano obbligandoli a rispettare i loro piani urbanistici per le antenne) ed i manipolatori del comportamento di milioni di persone che usano il cellulare ma che non sono state avvertite dei gravi pericoli per la salute che un uso frequente comporta (basta citare il tumore al nervo acustico, provato ed ormai subito da persone che hanno usato il cellulare o il cordless per oltre 10 anni).
Senza parlare degli accordi di questo governo con Tim per scaricare sui videofonini partite di calcio ed i campionati mondiali di Torino.
Tutto questo ha comportato e comporterà un ulteriore e massiccia installazione di centinaia, migliaia di antenne che comprenderanno anche quelle destinate a far trasmettere i dati dei computer con modalità wireless, ovvero "senza fili".
Non si tratta più di "pubblica utilità" (tipo chiedere aiuto quando ti perdi in un bosco, su una montagna...), qui si tratta del più grande business mai creato in Italia. E sono i cittadini con i loro comportamenti che lo foraggiano: becchi e bastonati.
 
Dobbiamo riprenderci in mano la tutela della nostra salute, dobbiamo rimboccarci le maniche, tutti insieme, e chiedere al governo dell'Unione di ABROGARE il Codice delle comunicazioni elettroniche. Facciamo sentire la nostra voce, organizziamo un incontro a Roma con i candidati dell'Unione.
Tentiamo di VOLTARE PAGINA...
 
dott.ssa Beatrice Bardelli
Coordinamento Comitati toscani contro l'elettrosmog