[Info Abiti Puliti] Abiti insaguinati: comunicato stampa



Vi giro il comunicato stampa che la Campagna Abiti Puliti ha diffuso nei
giorni scorsi in seguito a tre gravi incidenti, di cui due mortali, accaduti
in Bangladesh la settimana scorsa. Diffondete fra le vostre liste.
Ritorneremo a informarvi quando avremo nuovi aggiornamenti.
Un saluto,
Ersilia Monti


Comunicato stampa
Clean Clothes Campaign - http://www.abitipuliti.org

 Per maggiori informazioni: Deborah Lucchetti - 338 1498490 -  mail:
deb at lillinet.org
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 I NOSTRI ABITI SONO SEMPRE PIU INSANGUINATI


 Tre tragedie in una settimana nelle imprese tessili in Bangladesh: morti,
feriti e distruzione  per produrre indumenti a prezzi sempre più
 stracciati

 Genova, 28 Febbraio 2006 - In Bangladesh tre diversi incidenti, avvenuti
la scorsa settimana, hanno provocato centinaia di morti e di feriti,
 secondo quanto hanno denunciato le organizzazioni internazionali e i
sindacati. "Si tratta dell'ennesimo gravissimo atto di una tragedia
 annunciata; ancora una volta uomini e donne muoiono per cucire i vestiti
che indossiamo" dichiara Deborah Lucchetti della Campagna Abiti Puliti,
 membro della coalizione internazionale Clean Clothes Campaign che da anni
denuncia i rischi legati alla totale insicurezza dell'industria tessile
 in Bangladesh. "La ricerca della massima competitività nel mercato  globale
spinge le imprese a ridurre al minimo i costi, provocando
 l'erosione continua dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici
collocati alla fine della filiera produttiva; eventi come questi mettono in
luce il totale fallimento della capacità delle imprese, a livello nazionale
ed internazionale, di garantire luoghi di lavoro sicuri.  Riteniamo che
tutti coloro che hanno avuto rapporti di collaborazione con  le imprese in
questione, debbano farsi avanti e assumersi la  responsabilità di sostenere
un percorso che metta la parola fine a morti  insensate come queste."

 Una tragica, irresponsabile sequenza
La sequenza tragica è cominciata giovedì 23 febbraio, quando le  fiamme
probabilmente causate da un corto circuito, hanno distrutto la KTS Textile
Industries di 4 piani, situata a Chittagong. Le prime dichiarazioni
riportano 54 morti e 60 feriti ma altre fonti parlano già di centinaia di
morti in quella che gli attivisti locali, impegnati nella difesa dei diritti
dei lavoratori, definiscono la più grave tragedia dell'industria tessile in
Bangladesh.
Più di 1.000 lavoratori erano presenti in azienda alle 7 di sera, al
momento dello scoppio. Secondo i lavoratori, le uscite erano chiuse a
chiave. L'azienda produceva per imprese statunitensi come Uni Hosiery,
Mermaid International, ATT Enterprise e VIDA Enterprise Corp. Nel frattempo
le autorità locali hanno apparentemente sequestrato altre tre aziende
collegate (Vintex Fashion, Cardinal Fashion e Arena Fashion), a causa di
costruzioni non autorizzate e misure di     sicurezza inadeguate che
minacciavano la vita di più di 6.000 lavoratori.

Sabato 25 febbraio, 19 persone sono morte e 50 sono rimaste ferite nel
crollo di un edificio di 5 piani a Dhaka. Il Phoenix Building nella zona
industriale di Tejgaon è crollato in seguito alla ristrutturazione non
autorizzata a convertire i piani superiori, che ospitavano uffici e varie
imprese inclusa una tessile, in un ospedale privato con 500 posti letto. 150
lavoratori edili ed un numero imprecisato di lavoratori tessili erano
nell'edificio al momento del crollo. Le operazioni di soccorso, ritardate
per mancanza di mezzi, sono ancora in corso. Centinaia di attivisti hanno
marciato a Dhaka, chiedendo il risarcimento per le famiglie delle vittime e
una misure punitive per i proprietari delle imprese. La polizia sta
ricercando il proprietario dell'edificio Deen
Mohammad, chairman del Phoenix Group e della City Bank del Bangladesh, ma
non è stata ancora in grado di localizzarlo. La Phoenix Garments esporta
abbigliamento principalmente in Europa.  Lo stesso giorno a Chittagong, 57
lavoratori del Gruppo Industriale Imam (che ospita la Moon Fashion Limited,
la Imam Fashion,la Moon Textile, la Leading Fashion e la Bimon Inda Garment
Factories) sono rimasti  feriti a causa dell'esplosione di un trasformatore;
4 sono in
condizioni critiche.

Le nostre richieste
La Campagna Abiti Puliti ritiene necessario l'immediato intervento di tutti
gli attori, a livello locale ed internazionale che includa:  (1)  sostegno
per un adeguato soccorso e risarcimento; (2) indagine completa, indipendente
e trasparente che faccia luce sui tre  incidenti;  (3) immediate misure
strutturali che prevengano in futuro  simili incidenti.
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 La Clean Clothes Campaign (http://www.abitipuliti.org) è un network
internazionale di ong e sindacati che lavora per il miglioramento delle
condizioni di lavoro ed il rafforzamento dei lavoratori nell'industria
tessile globale. In Italia la campagna è promossa da Coordinamento
Lombardo Nord/Sud del Mondo, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, FAIR,
Manitese, Associazione Roba dell'Altro Mondo.

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