rassegna stampa: A NEW YORK LA MELA NON E' PIU' LUCIDA.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
----------------------------
tratto da "Green Planet" - 19/12/05
A NEW YORK LA MELA NON E' PIU' LUCIDA.
"Compra fresco, compra locale" il fenomeno dei Farmers' markets, dalla
California a tutto il Paese.
La notizia che ha dato l’idea a tutti su come New Orleans, dopo le
devastazione del ciclone Katrina, stia lentamente tornando alla normalità è
datata 22 novembre: ha riaperto il Crescent City Farmers Market.
«Tutti erano commossi, contenti di quello che era successo, un segno della
ricostruzione», racconta nella sua
mail Poppy Tooker, responsabile del Convivio Slow Food della città.
L’associazione con la chiocciolina, che conta 13 mila soci negli Stati
Uniti, ha deciso di sostenere quel mercato di contadini come simbolo della
solidarietà legata al cibo.
Negli ultimi cinque anni i farmers markets (i mercati dei contadini) nati
negli Anni Novanta in California - con la spinta della bio-chef Alice
Waters, titolare del ristorante Chez Panisse di Berkeley - come reazione
alle merci «globalizzate» dei grandi magazzini, sono passati da 3 mila agli
attuali 3700 (con una crescita superiore al 30 per cento) e interessano le
grandi metropoli.

Nella città della Grande Mela esiste una organizzazione - la Greenmarket
Farmers Market - che gestisce 54 mercati tra Manhattan, Brooklyn, Queens e
Staten Island: sono frequentati ormai da 250 mila consumatori ogni
settimana.

Il concetto dal quale sono nati - oltre a voler dare spazio all’agricoltura
biologica e ai piccoli produttori di qualità - è legato alle food miles.
Gli economisti americani hanno recentemente studiato che il cibo viaggia
troppo, inquina, produce costi occulti che vengono pagati dalla comunità.
Raccontano Tim Lang e Michael Heasman nel loro recente libro Food wars che
le percorrenze delle derrate alimentari giunte al terminal di Chicago hanno
avuto un ulteriore incremento del 22% nella già siderale distanza (per noi)
che compiono sui Tir Usa: nel 1981 erano in media 1245 miglia, nel ‘99 sono
salite a 1518.

Le regole dei farmers market fissano in 40-50 miglia di viaggio il limite
per accettare i prodotti.
E non si possono neppure portare al mercatino le cipolle del vicino, per
evitare che passino commercializzazioni non controllate.
Due economisti inglesi, Jules Pretty e Tim Lang, hanno calcolato con uno
studio della Essex University che se tutti gli inglesi mangiassero frutta e
verdura proveniente da un raggio di 20 chilometri il risparmio annuale, in
termini di costi ambientali, sarebbe di oltre due miliardi di sterline.

Oggi la collettività si fa carico - con il viaggio dei pomodori siciliani
che vanno a Napoli per il centro di raccolta del supermercato e poi tornano
a Palermo per arrivare sui banconi di vendita, un autentico caso segnalato
recentemente da alcune inchieste dei consumatori - di un costo del 12 per
cento della merce, che dovrebbe essere ulteriormente caricato sul cliente.

Una possibile soluzione viene proprio dai mercatini americani che ora si
stanno moltiplicando anche in Italia e in Europa. Racconta al telefono Erika
Lesser, direttore di Slow Food Usa, dalla sede di Brooklyn: «Nel mio
quartiere, nei farmer markets che noi sosteniamo attraverso tutte le nostre
Condotte americane, si trovano in questi giorni le mele del New Jersey,
dello Stato di New York, del New England: costano un dollaro a pound, pari a
450 grammi. Sono un po’ più care, forse, ma senza quella cera sopra che le
rende lucide e false. Il fenomeno in tutti gli Stati Uniti è in grande
crescita, ovunque si vedono i cartelli buy fresh buy local, compra fresco e
locale». (La Stampa, 19 dicembre 2005)
--------------------
N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at italytrading.com
--
No virus found in this outgoing message.
Checked by AVG Free Edition.
Version: 7.1.371 / Virus Database: 267.14.7/214 - Release Date: 23/12/2005