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rassegna stampa: OGM, CAPANNA SCRIVE A TUTTI I PARTITI
- Subject: rassegna stampa: OGM, CAPANNA SCRIVE A TUTTI I PARTITI
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Tue, 29 Nov 2005 16:59:54 +0100
a cura di AltrAgricoltura Nord Est ------------------------------------ tratto da "Green Planet" - 16/11/05 OGM, CAPANNA SCRIVE A TUTTI I PARTITI "Prima delle elezioni dite in in modo chiaro e inequivocabile all’opinione pubblica come intendete comportarvi in materia di OGM". On. Silvio Berlusconi Presidente Casa delle Libertà On. Romano Prodi Presidente dell’Unione Ai Segretari nazionali di tutti i partiti politici Caro Presidente, Le scrivo per sottoporLe una questione della massima importanza. Il Consiglio dei Diritti Genetici (CDG, www.consigliodirittigenetici.org) – Authority culturale e scientifica indipendente, composta da scienziati e umanisti italiani e internazionali, laici e cattolici – ha organizzato in Italia il II Congresso Internazionale sulle biotecnologie, che si è concluso il 12 novembre scorso. Ai tre giorni di lavori hanno partecipato studiosi fra i più esperti e autorevoli nel campo delle bioscienze e delle loro applicazioni: il biologo Barry Commoner (Queens College, City University of New York, USA), l’ epidemiologo Paolo Vineis (Imperial College of London, UK), il microbiologo Ignacio Chapela (University of California, USA), l’agronomo Jean Pierre Berlan (Institut National de la Recerche Agronomique, Montpellier, FR), il genetista Marcello Buiatti (Università di Firenze), solo per citarne alcuni. A proposito degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) è emerso in modo unanime quanto segue: - le evidenze scientifiche mostrano che il gene non basta da solo a costruire un carattere ereditario, poiché l’informazione genetica non proviene dal solo DNA ma è determinata dalla sua insostituibile collaborazione con le proteine enzimatiche; - il fatto che un singolo gene possa produrre una molteplicità di proteine rimette in discussione le basi scientifiche dell’industria biotech; - l’ingegneria genetica, che modifica artificialmente i meccanismi biologici fini delle piante e degli animali, produce risultati non certi, in quanto dipendenti da una molteplicità di variabili spesso non controllabili; - la stessa salubrità degli alimenti geneticamente modificati è stata messa in dubbio da indagini sperimentali recenti: animali di laboratorio che hanno consumato un mais geneticamente modificato (Mon 863) hanno sviluppato reni più piccoli del normale, una diversa composizione del sangue e altre gravi anomalie morfologiche e funzionali, come documentato da uno studio condotto dalla stessa multinazionale produttrice della variante di mais; - inserire combinazioni di geni che riflettono criteri puramente ingegneristici in piante destinate al rilascio in campo aperto comporta rischi rilevanti, soprattutto nel lungo periodo. Sotto questo profilo l’ inquinamento genetico può divenire la forma più insidiosa e potenzialmente irreversibile di alterazione degli ecosistemi. Sulla base di queste acquisizioni scientifiche, il CDG chiede che i due Poli – e ciascuna delle forze politiche che li compongono – dicano in modo chiaro e inequivocabile all’opinione pubblica, in vista del rinnovo del Parlamento Nazionale, se, in materia di OGM, intendono o meno attenersi al principio di prudenza e precauzione. Ovvero: niente OGM se la scienza non ne dimostra ragionevolmente l’innocuità per gli esseri umani e per l’ambiente. Il che significa più scienza, non meno; più ricerca, non meno. La scienza è davvero tale solo se usa prudenza e precauzione, se “vede prima” le conseguenze che determina e “pre-viene” quelle negative. Altrimenti è avventura. È diritto dei cittadini conoscere – prima delle elezioni – il vostro orientamento nel merito di una questione pubblica così rilevante ed è, credo, vostro dovere comunicarglielo. Nel Paese esiste in proposito una vasta consapevolezza, come è testimoniato dal fatto che ben quattordici Regioni e tremila Comuni si sono dichiarati OGM-free. Risulterebbe dunque incomprensibile il silenzio degli schieramenti e delle rispettive forze politiche. A vostra disposizione per ulteriori chiarimenti scientifici, resto in attesa di un cortese cenno di riscontro Mario Capanna presidente Consiglio Diritti Genetici Roma, 14 novembre 2005 --------------------------------- OGM, LO SHOW DELLE PANNOCCHIE Lastra a Signa: di fronte ad Alemanno efficace dimostrazione del presidente toscano sui rischi degli OGM. Martini mostra tre mais modificati: "Ministro, che disastro". Le pannocchie di Martini sono tre. Una dopo l´altra il presidente della Regione Toscana le sfila da una busta di boutique sotto il naso del ministro dell´agricoltura Gianni Alemanno, che gli è seduto accanto al tavolo del secondo Congresso internazionale «Scienza e società» organizzato dal Consiglio dei diritti genetici a Villa Caruso Bellosguardo a Lastra a Signa. La prima pannocchia, o come la chiama Claudio Martini la «pianta di mais marcatore», evoca anche nel colore la sgradevolezza dell´organismo geneticamente modificato: è completamente e insolitamente scura, violacea, così diversa dalle belle pannocchie dei campi toscani. La seconda pannocchia ha un aspetto più familiare ma è ancor meno rassicurante: gialla di fondo, appare contaminata da punti scuri. Nella terza la «contaminazione» appare ancora più netta. Le tre pannocchie di Martini sono l´esito di una sperimentazione fatta dall´Arsia, che ha interrato una pianta di mais marcatore, geneticamente modificata dunque, vicino alle culture tradizionali della Valdichiana. Ecco il risultato: nel raggio di cinquanta metri il marcatore ha contaminato e avviato a trasformazione le produzioni tipiche. Trasformazione che equivale a violacea omologazione. A Villa Caruso Bellosguardo - disertata da Giuliano Amato ma non da ventidue agricoltori friulani arrivati in pullman e magliette bianche da Pordenone per consegnare ad Alemanno una lettera che chiede disco verde alla sperimentazione degli Ogm - la spettacolare dimostrazione delle tre pannocchie è il modo efficace, scelto da Martini, per motivare la scelta Ogm-free di trenta regioni, presto quaranta e forse cinquanta, capitanate dalla Toscana, che bandiscono dai loro territori le colture transgeniche. «Come in tutti i settori produttivi, anche in agricoltura la nostra regione si caratterizza per un tessuto produttivo costituito da tante piccole aziende con sei ettari di terreno - spiega Martini - Consentire ad una soltanto di sperimentare organismi geneticamente modificati significa esporre quelle confinanti alla contaminazione. E in regioni come la nostra non è possibile pensare alla creazione di aree di rispetto. In un sistema di piccole imprese come il nostro salterebbe il sistema agricolo: ci sarebbero più aree di rispetto che aree coltivate. Per questo chiediamo che la coesistenza tra colture diverse sia oggetto di valutazione su aree vaste, regionali». Alemanno annuisce. E´ necessario battersi ancora - dice - «affinché nelle linee guida della Ue sia riconosciuta la scelta Ogm-free non solo in casi specifici e subregionali, ma anche a dimensioni di territorio più ampie». Tra il presidente e il ministro c´è sintonia. Tanto che su certe questioni Alemanno è durissimo. Ad esempio nell´attacco portato all´Agenzia europea per la sicurezza alimentare, insediata a Parma dall´Unione europea con solenni strombazzature. «Dà pareri sulla sperimentazione degli organismi modificati limitandosi ad esaminare la documentazione prodotta dalle stesse aziende che la chiedono - accusa Alemanno - E´ evidente che così i pareri sono favorevoli e l´Unione concede le autorizzazioni». Dopo Giuseppe De Rita, Martini e Alemanno, il presidente del Consiglio dei diritti genetici Mario Capanna tira le conclusioni del congresso: «Tre giorni di lavori hanno confermato i rischi, scriverò a Prodi e Berlusconi perché su questa materia si attengano ai principi di prudenza e precauzione. Che sia garantita l´indipendenza genetica». --- ALEMANNO, NON LASCEREMO SOLE LE REGIONI OFM-FREE "Lo Stato deve rispettare la competenza regionale prioritaria" Firenze, 12 nov. (Apcom) - "E' un problema diretto fra Regioni ed Ue, perché lo Stato italiano deve rispettare comunque le scelte regionali da questo punto di vista". Lo ha detto Gianni Alemanno, ministro per le Politiche agricole, a proposito della questione delle regioni italiane ed europee Ogm-free. "La competenza regionale - ha spiegato Alemanno - in Italia è prioritaria rispetto a quella statale per questo tipo di scelte". Il ministro, che ha parlato a margine del convegno organizzato dal Consiglio dei diritti genetici, ha ricordato che "l'Unione Europea ha fatto una forte critica, ed ha aperto una procedura d'infrazione rispetto a queste regioni Ogm-free: il primo caso è stato quello della Carinzia, in Austria, e si tratterà di vedere in Corte di giustizia questo dato". A proposito della corretta governance dell'innovazione biotecnologica, tema della giornata di oggi del convegno, Alemanno ha affermato che "il principio è quello di libertà, è fare in modo che le scelte di uno non influenzino le scelte dell'altro: ecco perché è necessaria una forte legge sulla coesistenza, che garantisca la libertà di scelta del produttore e del consumatore, senza rischi di contaminazione diffusa, mettendo insieme il principio di coesistenza con quello di precauzione. Credo che sia la strada che possiamo percorrere - ha concluso - ferme restando le mie personali perplessità sugli Ogm". ALEMANNO: IL GOVERNO PRESENTERA' NORME A SOSTEGNO DELLE REGIONI OGM-FREE In Conferenza Stato-Regioni linee guida su coesistenza Roma, 12 nov. (Apcom) - "Nelle prossime settimane il Governo porterà in Conferenza Stato-Regioni le linee guida sulla coesistenza in cui è previsto il sostegno alle regioni che si sono dichiarate Ogm-free". E' quanto ha dichiarato Il Ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno sulla vicenda Ogm-free. "Pur essendo, per questa materia, la competenza regionale, - ha spiegato Alemanno in una nota - il nostro Ministero non vuole affatto scaricare tutto l'onere di queste scelte sulle regioni, ma intende garantire con la legge nazionale e con la moratoria attualmente in vigore, il principio di precauzione contro ogni forma di contaminazione diffusa e incontrollabile." --- MARTINI: PIU' COMPETITIVI SE OGM FREE ASCA) - Lastra a Signa (Fi), 12 nov - ''La Toscana ha fatto della battaglia agli Ogm un caposaldo della propria politica agricola. L'abbiamo fatto non per ragioni ideologiche, ma perche' ci fa crescere economicamente e per il rispetto del principio di precauzione e prevenzione''. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, intervenendo oggi, insieme a Giuseppe De Rita e al ministro dell'agricoltura Gianni Alemanno, alla sessione conclusiva del secondo 'Congresso del Consiglio dei Diritti genetici' a Lastra a Signa (Firenze). Nella riflessione sul tema della 'governance dell'innovazione biotecnologica', Martini ha introdotto il tema dell'esperienza toscana, contrassegnata da un forte impegno per una caratterizzazione qualitativa delle proprie produzioni agricole. ''La Toscana si batte per la difesa della biodiversita' e contro l'omologazione delle coltivazioni - ha detto -. E' un modello di agricoltura che viene dalla nostra storia, dal nostro patrimonio genetico. Disperdere questa ricchezza, inquinare con gli ogm le sementi, i frutti, le tipologie zootecniche che sono parte della nostra eredita' genetica, vorrebbe dire recare un danno irrimediabile alla produzione toscana e a quella che e' l'immagine stessa delle nostra regione. Piu' qualificheremo come uniche e irripetibili le nostre produzioni, piu' avremo chance per competere nel mercato globale. L'omologazione ci condanna alla sconfitta''. Martini ha anche ricordato i risultati ottenuti con questa strategia: ''Nel 2004 - ha fatto notare - l'agricoltura toscana ha registrato un aumento del 4% dell'occupazione, una crescita delle esportazioni del 7% e quasi del 20% della produzione agricola vendibile''. Nel corso dell'incontro, Martini ha anche mostrato una pannocchia di mais geneticamente marcato, con chicchi di color viola, prodotto nel Centro di sperimentazione Arsia di Cesa in Valdichiana (Ar) e due pannocchie autoctone che rivelavano una forte contaminazione (con meta' chicchi di colore giallo e meta' viola) coltivate nei campi vicini, a 50 metri di distanza da quelle marcate. Una dimostrazione, ha rilevato Martini, di come ''gli Ogm possano distruggere il nostro patrimionio genetico. Un rischio tanto piu' forte quanto piu' piccole sono le aziende agricole''. Martini ha poi posto al ministro Alemanno quattro richieste: ''continuare sulla strada del confronto e del dialogo con le Regioni in materia di Ogm, facendo pressione sulla Commissione perche' venga tenuta in considerazione la volonta' dei cittadini europei che al 70% sono contrari agli Ogm; appoggiare la richiesta della Regione Toscana di essere ascoltata, a nome della rete delle Regioni europee Ogm-free, dal gruppo europeo in materia di coesistenza; rafforzare a livello nazionale gli strumenti normativi per la tutela e la valorizzazione della biodiversita'; mantenere a livello regionale i prossimi programmi di sviluppo rurale''. --- LASTRA A SIGNA (Firenze) — «In agricoltura occorre scegliere fra due estremi: o la ricerca dei prezzi più bassi o la massima qualità. E l’Italia non può vincere sul fronte del risparmio, deve puntare su prodotti unici». Il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno ha sintetizzato così i motivi del suo scetticismo sull’uso di Ogm in agricoltura, intervenendo ieri a Lastra a Signa, in provincia di Firenze, al congresso internazionale su "Scienza e società, la frontiera dell'invisibile". Un evento organizzato dal Consiglio dei diritti genetici, presieduto da Mario Capanna. «Spesso, anche in sede europea, si dà priorità all’aspetto sanitario del fenomeno Ogm — ha proseguito il ministro —. Ma sapere che un Ogm non sia tossico o immediatamente dannoso per la salute non basta. Occorre valutarne l’impatto ambientale, l’effetto sulla biodiversità, le conseguenze nel lungo periodo». E partendo dalla necessità di un approccio diverso alla questione Ogm, il ministro ha sottolineato la centralità delle regioni. «Nella questione Ogm devono essere tutelati i diritti dei popoli, prima che degli individui — ha affermato — . Per questo è essenziale che l’Europa riconosca alle regioni, e non solo ad aree subregionali e speciali, la possibilità di bandire l’uso di Ogm dal proprio territorio. La legge italiana è ispirata al principio di precauzione e a quello di coesistenza fra tipi diversi di colture: sta all’Unione europea dare alle regioni la possibilità di scegliere fra la coesistenza e il divieto di usare Ogm». Principi, quelli affermati dal ministro Alemanno, che hanno trovato pienamente d’accordo il presidente della Regione Toscana Claudio Martini. Proprio la Toscana, d’altronde, è una delle trenta regioni europee che si sono dichiarate Ogm free, ovvero libere da Ogm, (altre 10 lo faranno a breve) e che aspettano dall’Europa una convalida ufficiale a questa posizione. «Non entro nella questione sanitaria, che pure spinge molti, in assenza di certezze, a opporsi agli Ogm - ha detto Martini - . Ma esiste un rischio per la biodiversità, l’unico elemento che, al di là degli aspetti culturali, è in grado di farci vincere nel mercato globale». A dimostrazione di questa tesi, il governatore della Toscana ha mostrato i risultati di un esperimento effettuato dall'agenzia regionale per l’ agricoltura. E’ stato seminato del mais "marcatore", con pannocchie di colore violaceo, ed è stata valutata la sua capacità di infestare le coltivazioni vicine. «Nel raggio di cinquanta metri - ha detto Martini - sono comparse pannocchie con molti chicchi violacei. Per coltivare Ogm dovremmo quindi creare ampie zone di rispetto fra un’azienda e l’altra. E visto che le aziende toscane hanno dimensioni ridotte, questo provocherebbe un enorme spreco di spazio». --------------------------------------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com -- No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Free Edition. 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