rassegna stampa: I POVERI PADRONI DEI POLLI KENYOTI



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 07/08/2005
I POVERI PADRONI DEI POLLI KENYOTI
Carlo Petrini: l'incontro (quasi impossibile) tra domanda e offerta nelle
comunità del cibo africano
La città keniota di Machakos, un'ora a Sud-Est di Nairobi, si trova al
limite tra le terre più propizie all'agricoltura e quelle semi-aride dove
l'uomo riesce con difficoltà a ricavare dalla terra il necessario
sostentamento. Nell'area non mancano comunque associazioni contadine e ong
impegnate nella promozione di coltivazioni e allevamenti sostenibili, utili
sia alla sicurezza alimentare delle singole comunità che allo sviluppo
economico del paese.
L'entusiasmo di questi contadini e la loro intraprendenza hanno recentemente
portato il Kenya ad ospitare il primo incontro internazionale tra i delegati
di molte comunità del cibo dell'Africa dell'Est già convenute a Terra Madre
lo scorso ottobre e determinate ora a incrementare collaborazioni e scambi
tra realtà anche molto diverse.
Una fruttuosa collaborazione tra la vivace società civile locale e il
ministero della Cultura del Kenya, insieme al sostegno della Fondazione Slow
Food per la Biodiversità, hanno reso possibile lo svolgimento di un
seminario di tre giorni, coordinato da Samuel Muhunyu, carismatico leader
del Necofa, una ong panafricana dedita alla promozione dell'agricoltura
ecologica. Tante sono le difficoltà che il clima pone di fronte ai
produttori agricoli della zona.
Il problema più spinoso è, però, quello dell'accesso al mercato.
Anche nei casi in cui i programmi di sviluppo rurale cercano di venire
incontro alle comunità con corsi e lezioni per ridurre la schiavitù dalle
multinazionali dei fertilizzanti, troppo spesso la promozione e la vendita
dei prodotti frutto di queste pratiche agricole sostenibili vengono lasciate
da parte, come se l'incontro tra domanda e offerta dovesse essere lasciato
esclusivamente all'arbitrio del sistema industriale.
Accade così, per esempio, che l'associazione femminile «Ngenda Women Group»,
dedita all'allevamento di razze avicole locali, si rivolga per la
distribuzione ai soliti intermediari che impongono prezzi da fame.
Ovvero, questo gruppo di volenterose allevatrici di polli sanissimi, nutriti
e curati esclusivamente con cereali ed erbe medicinali, per un motivo o per
l'altro non è riuscito finora a collaborare con nessuno degli albergatori e
degli chef della zona, che potrebbero pagare i loro prodotti di qualità
cifre ben più interessanti, facendo allo stesso tempo la felicità dei
consumatori.
Proprio questi temi hanno appassionato il dibattito tra le comunità presenti
a Terra Madre Kenya, spingendole a immaginare strategie comuni e nuove vie
di distribuzione e promozione dei loro prodotti.
Molti dei partecipanti stanno tentando scambi diretti, al di fuori del
mercato tradizionale, per prodotti provenienti da comunità lontane e
complementari.
Altri sperimentano sul campo l'importanza di scambi di conoscenze ed
esperienze, e proprio in questi giorni stanno visitando fattorie e piccole
aziende agricole che hanno scelto la produzione biologica e biodinamica.
Altri ancora si stanno organizzando per pubblicare ricettari della
tradizione regionale, compilati un tempo dai tecnici del ministero
dell'Agricoltura, ma rimasti fino ad oggi a prendere polvere in qualche
cassetto.
Già, perché molto spesso è proprio la mancanza di informazione a rendere
difficili i contatti tra le realtà più attive del paese.
L'incontro di Machakos tra le comunità del cibo del Kenya è stato un
successo che fa ben sperare.
Riunire, in varie parti del mondo, contadini e operatori che accompagnano
innovazioni alla salvaguardia di colture tradizionali è un buon modo per
aiutare la circolazione di idee e progetti troppo spesso sottovalutati.
Carlo Petrini - La stampa, 7 agosto 2005
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