rassegna stampa: OGM, I PARERI (CONTRO) DI ALCUNI SCIENZIATI



a cura di AltrAgricoltura Nord est
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tratto da "Green Planet" - 1 luglio 05

OGM, I PARERI (CONTRO) DI ALCUNI SCIENZIATI

"È tutto troppo grande e sta avvenendo troppo velocemente. Andare avanti in
questa direzione può non solo essere poco saggio, ma pericoloso".

Nettari di Bacco raccoglie le posizioni di alcuni autorevoli scienziati
sull'ingegneria genetica e sui cibi geneticamente modificati. Eccoveli:

Dr. George Wald (1), Premio Nobel per la Medicina nel 1967, Professore di
Biologia all'Università di Harvard: "La tecnologia del DNA ricombinante
[ingegneria genetica] mette la nostra società di fronte a problemi senza
precedenti non solo nella storia della scienza, ma anche nella storia della
vita della Terra. Essa mette nelle mani umane la capacità di riprogettare
gli organismi viventi, i prodotti di circa tre miliardi di anni di
evoluzioni."

"Tale intervento non deve essere confuso con le precedenti intrusioni
nell'ordine naturale degli organismi viventi; la riproduzione degli animali
e delle piante, per esempio, o l'induzione artificiale delle mutazioni con i
raggi X. Tutte queste procedure lavoravano all'interno di una singola specie
e tra specie strettamente correlate. Il nocciolo della nuova tecnologia è di
muovere i geni avanti e indietro, non solo attraverso le linee della specie,
ma attraverso ogni confine che ora divide gli organismi viventi. I risultati
saranno essenzialmente nuovi organismi, auto-perpetuantesi e quindi
permamenti. Una volta creati, essi non possono essere fermati."

"Fino ad adesso, gli organismi viventi si sono evoluti lentamente, e nuove
forme di vita hanno avuto molto tempo per stabilirsi. Ora intere proteine
saranno trasposte in una notte in associazioni completamente nuove, con
conseguenze che nessuno può predire, né per l'organismo ospite, né per i
suoi vicini."

"È tutto troppo grande e sta avvenendo troppo velocemente. Così questo, il
problema centrale, rimane quasi non considerato. Esso presenta probabilmente
il più grande problema etico che la scienza abbia mai affrontato. La nostra
moralità fino ad oggi è stata di andare avanti senza restrizioni per
imparare tutto quello che potevamo sulla natura. Ricostruire la natura non
faceva parte dell'accordo. Andare avanti in questa direzione può non solo
essere poco saggio, ma pericoloso. Potenzialmente, esso può produrre nuove
malattie di animali e di piante, nuove forme di cancro, nuove epidemie."

Bernard Rollin (2) professore di fisiologia, biofisica e filosofia
dell'Università del Colorado si chiede: "Sappiamo con certezza che se
prendiamo animali le cui caratteristiche sono ben conosciute, ben comprese e
ragionevolmente prevedibili, e li introduciamo in ambienti che non sono
familiari, molto probabilmente rischiamo di provocare un disastro, a cui,
talvolta non possiamo rimediare. Ma se ciò è vero, quanto di peggio possiamo
fare con i nuovi organismi di cui non comprendiamo ancora le
caratteristiche?"

Professor Richard Lacey (3), microbiologo e professore di sicurezza
alimentare all'Università di Leeds, è diventato una delle figure più
conosciute della scienza alimentare dalla sua previsione della crisi della
BSE (malattia della mucca pazza) fatta più di sette anni fa.
Recentemente il Professor Lacey ha parlato chiaramente e fortemente contro
l'introduzione dei cibi geneticamente modificati, a causa dei
'fondamentalmente illimitati rischi per la salute'

"Il fatto è che è in pratica impossibile anche solo concepire una procedura
di testing per stimare gli effetti sulla salute dei cibi geneticamente
modificati quando essi vengono introdotti nella catena alimentare, né vi è
una qualche valida ragione di interesse nutrizionale o pubblico per la loro
introduzione."

Professor Dennis Parke (3) dell'Istituto di scienze biologiche
dell'Università del Surrey, exconsulente capo sulla sicurezza alimentare per
la Unilever Corporation e consulente britannico per la US FDA sugli aspetti
di sicurezza delle biotecnologie, scrive: "Nel 1983, centinaia di persone in
Spagna morirono dopo aver consumato olio di semi di colza adulterato. Questo
olio di semi di colza adulterato non era tossico per i topi".
Dr Parke avverte che le attuali procedure di testing per i cibi
geneticamente modificati, incluso i tests sui roditori, non stanno
dimostrando la sicurezza per gli uomini.
Egli suggerisce una moratoria sul rilascio di organismi, cibi e farmaci
geneticamente modificati.

Dr Peter Wills (3), biologo teorico all'Università di Auckland scrive: "I
geni codificano proteine coinvolte nel controllo, in pratica, di tutti i
processi biologici. Trasferendo geni oltre le barriere delle specie che sono
esistite per milioni di anni tra specie come gli uomini e le pecore, noi
rischiamo di aprire un varco nelle soglie naturali a processi biologici
inattesi. Per esempio, una forma non correttamente chiusa di una comune
proteina cellulare può sotto certe circostanze essere replicativa e dare
origine ad malattie neurologiche infettive".

Dr John Fagan (3), biologo molecolare e ricercatore sul cancro vincitore di
awards, Professore di Microbiologia alla Maharishi University of Management,
ha rinunciato a tre milioni di dollari in assegnazioni di ricerche da parte
del governo degli Stati Uniti per pubblicizzare i pericoli di un uso
scorretto delle biotecnologie.
Egli sostiene un approccio scientifico precauzionale che richiede
l'etichettatura di tutti i nuovi cibi.
Egli dice: "senza etichettare, sarà molto difficile per gli scienziati
tracciare la fonte di nuove malattie causate dai cibi geneticamente
modificati".

Dr Norman Ellstrand (3), Professore di genetica alla University of
California, è una delle principali autorità nel mondo nel campo
dell'ingegneria genetica.
Egli commenta le implicazioni economiche per gli agricoltori dello scambio
di geni tra i raccolti e le erbacce imparentate. "Noi lo vediamo come un
problema da molti milioni di dollari. In Europa, c'è già un grande problema
con il flusso di geni tra la barbabietola selvatica e la barbabietola
coltivata. Anche la colza per semi da olio è in stretta relazione e causerà
problemi nel futuro. Ci si aspetta che il tipo di geni che si stanno
ingegnerizzando siano quelli che hanno una maggiore potenzialità per causare
problemi".

Dr Michael Antoniou (3), Senior Lecturer in patologia molecolare al London
teaching hospital dichiara, "La produzione di piante e animali geneticamente
modificati coinvolge l'integrazione casuale di combinazioni artificiali di
materiale genetico da specie non correlate nel DNA dell'organismo ospite.
Questa procedura si risolve nel disgregamento del 'progetto' genetico
dell'organismo con conseguenze totalmente imprevedibili. La produzione
inattesa di sostanze tossiche è stata ora osservata nei batteri, lieviti,
piante e animali modificati geneticamente con il problema che rimane non
identificato fino a che non si presenti un maggior pericolo per la salute.
Inoltre, il cibo geneticamente modificato può produrre un effetto immediato
o può impiegare anni perché venga alla luce una completa tossicità."

Dr Erwin Chargaff (3b), eminente biochimico a cui ci si è spesso riferito
come il padre della biologi molecolare, avverte che non tutte le innovazioni
finiscono in "progresso".
Egli una volta si è riferito all'ingegneria genetica come "un Auschwitz
molecolare" e avverte che la tecnologia dell'ingegneria genetica pone una
minaccia più grande per il mondo che l'avvento della tecnologia nucleare.
"lo ho la sensazione che la scienza ha violato una barriera che avrebbe
dovuto rimanere inviolata,'" egli scrisse nella sua autobiografia,
"Heraclitean Fire". "Notando la 'terrificante irreversibilità' degli
esperimenti di ingegneria genetica che si stanno progettando, Chargaff
avverte che, "...non si può revocare una nuova forma di vita ... Essa
sopravviverà a te e ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli. Un attacco
irreversibile sulla biosfera è qualcosa di cosi inaudito, cosi impensabile
per ie precedenti generazioni, che io potrei solo desiderare che Ia mia non
sia stata colpevole di questo."

Vandana Shiva (4), scienziata e filosofa indiana, direttrice della Research
Foundation for Science Technology and Natural Resource Policy di Dehra Dun,
scrive: "È necessario mettere a confronto il paradigma ecologico con quello
dell'ingegneria, collocando la biotecnologia nel secondo. Il paradigma
dell'ingegneria genetica prospetta una soluzione tecnologica dei problemi
complessi, ma ignorandone la complessità genera nuovi problemi ecologici,
successivamente giustificati come 'effetti collaterali indesiderati' ed
'esternalità negative'. Con la logica dell'ingegneria genetica, è
impossibile prevedere le rotture ecologiche prodotte da un intervento
d'ingegneria. Le soluzioni ingegneristiche sono cieche circa il loro stesso
impatto. La biotecnologia, come l'ingegneria biologica, non è in grado di
fornire il quadro di valutazione dei suoi impatti ecologici
sull'agricoltura."
E ancora: "La biotecnologia può ridurre la diversità genetica e accrescere
la vulnerabilità genetica."

Jeremy Rifkin (5), presidente della Foundation on Economic Trends a
Washington, da anni si occupa di studiare come l'innovazione scientifica e
tecnologica potrà influire sull'economia, sul lavoro, sulla società e
sull'ambiente.
Dal punto di vista ambientale, egli sostiene: "Ogni organismo manipolato
geneticamente rappresenta una potenziale minaccia per l'ecosistema". E
ancora: "Ogni volta che un organismo trattato geneticamente viene liberato,
esiste almeno una piccola probabilità che esso diventi pericoloso perché ..
è stato introdotto artificialmente in un ambiente complesso, che ha
sviluppato una complessa rete di relazioni integrate attraverso un lungo
periodo nella storia evolutiva. Introdurre nell'ambiente esseri nuovi
significa innescare una specie di 'roulette ecologica'.... Si prevede che le
società che si occupano delle scienze della vita introdurranno
nell'ambiente, nel prossimo secolo, migliaia di nuovi organismi manipolati
geneticamente...Mentre molti di questi organismi modificati geneticamente
saranno benigni, calcoli statistici sulle probabilità suggeriscono che
almeno una piccola percentuale di essi si dimostrerà pericolosa e altamente
distruttiva per l'ambiente."

References:

(1) Da: 'The case against genetic Engineering' by George Walt, in "The
Recombinant DNA Debate": Jackson e Stich, eds. P. 127-128. (Ristampato da
"The Sciences", Sept./Oct. 1976), disponibile al sito web:
http://www.natural-law.ca/genetic/ScientistsonDangers.html

(2) Bernard E. Rollin, 'The Frankestein Syndrome: Ethical and Social Issues
in The Genetic Engineoring of Animals' (New York, Cambridge University
Press, 1995), pp 118-119, citato in (5) pag. 131.

(3) Compilato dal 'New Zealand Natural Food Commission'- Disponibile ai siti
Web: http://www.psrast.org/scicomm.htm;
http://www.natural-law.ca/genetic/ScientistsonDangers.html

(3b) Compilato dal 'New Zealand Natural Food Commission' - Disponibile ai
siti Web: http://www.natural-law.ca/genetic/ScientistsonDangers.html

(4) Vandana Shiva, "Monocolture della mente - Biodiversità, biotecnologia e
agricoltura "scientifica" Bollati Boringhieri, 1995, Torino.

(5) Jeremy Rifkin, Il secolo biotech- Il commercio genetico e l'inizio di
una nuova era, Baldini&Castoldi, 1998 Milano.
(fonte: Nettari di Bacco news, 1 luglio 2005)
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