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rassegna stampa: VANDANA SHIVA SULLA SICUREZZA ALIMENTARE
- Subject: rassegna stampa: VANDANA SHIVA SULLA SICUREZZA ALIMENTARE
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Tue, 12 Jul 2005 15:00:42 +0200
a cura di AltrAgricoltura Nord Est ---------------------------- tratto da Green Planet - 24/06/2005 VANDANA SHIVA SULLA SICUREZZA ALIMENTARE "Le nuove norme indiane sulla sicurezza alimentare 2005 smantellano la prevenzione della manipolazione, anzi, la legalizzano con sostanze chimiche tossiche e processi industriali". Leggi sul cibo e sicurezza alimentare per l'economia del cibo locale e autoctono dell'India. Il Governo ha abbozzato una Proposta di legge per la sicurezza e le norme alimentari 2005 (Food Safety and Standards Bill 2005) come una "Legge alimentare integrata", concepita con l'intento che sia attuale ed esaustiva, e che possa assicurare una maggiore sicurezza ai consumatori grazie a sistemi di gestione della sicurezza alimentare e alla creazione di norme che siano fondate su presupposti scientifici e sulla trasparenza e che rispondano ai requisiti dinamici del commercio internazionale e dell' Industria e Commercio alimentari indiani. Risulta evidente che questa legge E' stata progettata per agevolare il commercio internazionale e l'espansione dell'agroalimentare globale: infatti, la salute dei consumatori, l' alimentazione e la cultura del cibo non vengono neppure menzionati come suoi obiettivi. La legge sulla "Prevenzione della manipolazione alimentare" (Prevention of Food Adulteration) dovrebbe essere rafforzata, non smantellata. La causa presso la Corte Suprema indiana intentata dal Centro per il dibattito sull'interesse pubblico dimostra come la Coca Cola e la Pepsi stiano violando gli Atti sulla Prevenzione della adulterazione alimentare. E' assolutamente necessario rafforzare tale legge sulla Prevenzione, anziché svuotarla o smantellarla attraverso una nuova Legge alimentare che inonda l' India di sostanze tossiche nei cibi e sostituisce la nostra rigorosa legge sulla Prevenzione della adulterazione alimentare e i nostri sistemi alimentari naturali con cibo artificiale tossico. E' questo il motivo che ci deve spingere a rifiutare la legge alimentare integrata, che attraverso l' Articolo 102 (che impone gli effetti di questo Atto su tutte le altre leggi che riguardano il cibo) afferma: Le decisioni del presente Atto avranno validità futura nonostante vi siano contenute affermazioni incompatibili con quanto presente in altre leggi attualmente in vigore o in altri strumenti legislativi aventi validità in virtù di qualsiasi legge diversa dal presente Atto. Fra gli obiettivi non si fa riferimento alcuno agli aspetti più caratteristici del sistema alimentare indiano - scienza indigena, diversità culturale e mezzi di sussistenza economici nella produzione di cibo locale. Il novantanove per cento del cibo indiano E' preparato naturalmente e localmente per la vendita e il consumo locali. La nostra scienza alimentare E' basata sull'Ayurveda, non sulla scienza riduzionista che ha considerato salutare il cibo nocivo. Questa "libera economia" che E' al servizio delle comunità locali E' governata da un controllo comunitario, e la cultura locale verrà invece ora regolamentata da norme centralizzate e da standard appropriati soltanto per l'1% delle industrie manifatturiere su larga scala. La "legge alimentare integrata" E' una legge mirata a smantellare la nostra economia alimentare autoctona e decentralizzata. Ci servono leggi più rigide sulla sicurezza alimentare, soprattutto riguardo alle sostanze tossiche nel cibo e all'introduzione di OGM nelle coltivazioni. La Prevenzione della manipolazione alimentare deve essere rafforzata, non sostituita da questa proposta di legge. I sistemi alimentari industriali generano malattie e rischi dovuti all' alimentazione Il caso della Coca Cola e della Pepsi, che vendono bibite analcoliche contenenti acido fosforico, glicoletilene e grandi quantità di zucchero o sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio dimostra che i produttori alimentari industriali dovrebbero essere regolati attraverso rigide leggi sulla sicurezza, elaborate attraverso una partecipazione democratica. Il rapporto del Comitato parlamentare congiunto - preparato in seguito alla scoperta di pesticidi nelle bibite analcoliche da parte del Centro per la scienza e l'ambiente - così come una gran quantità di studi recenti pubblicati su molte riviste mediche, ha indicato chiaramente che nella produzione delle loro bevande, i produttori di bibite utilizzano abitualmente notevoli quantità di prodotti chimici molto pericolosi e tossici per renderle più appetibili e creare assuefazione. E' chiaro che il loro intento E' quello di incrementare vendite e profitti a scapito della salute pubblica. D'altronde, E' ricorrente il tentativo da parte della Coca e della Pepsi di opporsi alla rivelazione dei contenuti e degli ingredienti delle loro bevande, ed E' risaputo che sia l'una che l'altra si rifiutano di sottostare alle direttive dell'Alta Corte del Rajastan, che impone loro di dichiarare sulle etichette i contenuti delle bevande (inclusi i pesticidi). Entrambe hanno preferito invece adottare una strategia che prevede infinite richieste di revisioni e ricorsi. Infatti, il requisito di rivelare sulle etichette gli ingredienti di tutti i cibi confezionati E' presente da molto tempo tra le regole della Prevenzione della manipolazione alimentare, e il fatto che ancora una volta esso non sia stato applicato mostra quanto la Coca e la Pepsi sovvertano e minino le fondamenta delle nostre leggi nazionali. Sappiamo oggi che la maggior parte delle bevande analcoliche contiene una miscela estremamente tossica di agenti chimici, di cui conosciamo ormai la pericolosità per la salute umana. Oltre ai pesticidi, le sostanze chimiche aggiunte di proposito comprendono ingenti quantità di acido fosforico (utile per conferire "mordente"), caffeina (aggiunta per generare dipendenza), grandi dosi di zucchero (per renderle molto dolci), glicoletilene (un composto anticongelante estremamente tossico, aggiunto per permettere che le bibite vengano bevute "ghiacciate" a temperature sottozero) e diossido di carbonio. Con l'espandersi dell'industrializzazione e della globalizzazione del cibo, la sicurezza alimentare diventa sempre più una priorità: le malattie connesse con il cibo si stanno diffondendo. Come riferisce Tim Lang, Professore di Politiche alimentari presso la City University di Londra, "l'incidenza di malattie legate al cibo E' di fatto cresciuta nel corso dell'epoca dominata dal paradigma della produzione. Nella Germania Ovest, i casi di infezioni di enterite aumentarono da 11 casi su 100.000 abitanti nel 1963 a 193 casi su 100.000 abitanti nel 1999, in Inghilterra e in Galles, invece, le registrazioni ufficiali della stessa malattia aumentarono da 14.253 casi nel 1987 a 86.528 nel 2000". I rischi connessi con l'alimentazione sono cresciuti con l'industrializzazione della produzione e della preparazione del cibo. Come osserva Colin Tudge, "la moderna catena di approvvigionamento alimentare E' talmente lunga e tortuosa da favorire infinite opportunità per ogni genere di comportamento scorretto - molti dei quali sono assolutamente inimmaginabili per chi non ha inclinazioni criminali". La catena di approvvigionamento E' impossibile da controllare a causa della sua complessità e per il fatto che il controllo risulterebbe di per sé molto costoso (e nessuno vuole accollarsi i costi - sicuramente non i governi, che guadagnano voti con la strategia di tenere basso il prezzo del cibo). Talvolta, inoltre, E' davvero molto difficile tracciare una linea di demarcazione netta tra l'illegalità vera e propria (come l'aggiunta di sostanze contaminanti) e le pratiche regolari e legittime della moderna industria alimentare. Su scala globale, stanno emergendo nuove malattie e aumentano forme più aggressive di vecchie patologie mentre dilagano ovunque, in seguito alla globalizzazione, sia gli allevamenti che l'agricoltura e le preparazioni a livello industriale. Epidemie e pericoli alimentari sono il risultato di metodi di produzione del cibo basati su innovazioni e processi rischiosi. Nel Regno Unito, si E' scoperto che oltre 2 milioni di capi di bestiame erano infetti dall' encefalopatia spongiforme bovina (BSE) - la malattia della "mucca pazza". E nell'agosto del 2002, erano già morte 133 persone a causa della variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob (vCJD), l'equivalente della BSE per gli esseri umani. Nuove varietà di Ecoli 0157 hanno portato a 75 milioni di casi di avvelenamento all'anno negli Stati Uniti, causando 325.000 ricoveri e 5000 morti. In Asia, a causa della "febbre suina" si sono dovuti sopprimere milioni di maiali. Inoltre una nuova varietà di virus Nipah ha ucciso 100 lavoratori presso gli allevamenti suini, ne ha infettati 150 con encefaliti non mortali e ha condotto all'abbattimento di un milione di maiali per contenere il contagio. L'influenza aviaria ha già mietuto vittime tra gli esseri umani oltre ad avere causato la morte di milioni di anatre e polli. I primi avvistamenti del virus H5N1, che sta dietro l'influenza aviaria, avvennero a novembre. L' epidemia si E' diffusa in 10 paesi, la malattia E' passata dai polli agli esseri umani e ha ucciso 8 persone in Vietnam e in Tailandia. Nel 1997, la varietà H5N1 aveva causato la morte di sei persone a Hong Kong. Le tecnologie di produzione alimentare hanno subito due generazioni di cambiamenti nel corso degli ultimi pochi decenni. La prima svolta nelle tecnologie di produzione alimentare avvenne con l'introduzione di agenti chimici in agricoltura, nel nome della "Rivoluzione verde". Gli agenti chimici tossici utilizzati in guerra furono impiegati nell'agricoltura in tempo di pace come fertilizzanti sintetici e pesticidi. L'agricoltura e la produzione alimentare divennero dipendenti dalle "armi di distruzione di massa". Il disastro di Bhopal, nel quale una perdita da una fabbrica di pesticidi uccise nel 1984 migliaia di persone, e da allora ha causato la morte di quasi altre 30.000 persone, E' l'evidenza più tragica di come l' agricoltura sia diventata prigioniera di tecnologie militari progettate per uccidere. L'ingegneria genetica introdurrà nuovi rischi alimentari I nuovi tratti di promotori virali, marcatori di resistenza agli antibiotici introdotti nei cibi geneticamente modificati, richiedono l'approvazione pubblica e uno stretto monitoraggio per la salute. Il Dottor Mae-Wan Ho, in Genetic Engineering: Dream or Nightmare? (Ingegneria genetica: sogno o incubo?) (1999), ha identificato i seguenti rischi per la salute umana introdotti dal cibo "progettato" geneticamente: Effetti tossici o allergici dovuti a prodotti transgenici o a interazioni dei transgeni con i geni ospitanti. Diffusione mediata da vettore di geni marcatori di resistenza agli antibiotici ai batteri dell'intestino e ai patogeni. Diffusione mediata da vettore di virulenza tra i patogeni fra varie specie tramite trasferimento genetico orizzontale e ricombinazione. Potenzialità di ricombinazione e trasferimento genetico orizzontale mediata da vettore per creare nuovi virus e batteri patogeni. Potenzialità che cellule infette mediate da vettore dopo l'ingestione di cibi transgenici rigenerino virus patogeni, o che il vettore si inserisca nel genoma della cellula causando effetti pericolosi o letali, compreso il cancro. Se da un lato i cibi geneticamente modificati e quelli tossici richiedono leggi più rigide, dall' altro le preparazioni locali e naturali in piccoli dhabas, piccoli venditori, non possono venire sottoposte a una regolamentazione industriale, sia perché non sono una sorgente di rischi tossici sia perché non provengono da produttori centralizzati che necessitano di una regolamentazione centralizzata. Traduzione di Luisa Balacco - (fonte - Slow Food, 24 giugno 2005) -------------------------------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com -- No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Anti-Virus. Version: 7.0.323 / Virus Database: 267.8.12/46 - Release Date: 11/07/05
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