rassegna stampa: IL NO DI PADOVA ALLA DICHIARAZIONE OGMFREE NON E' FRUTTO DI SCARSA INFORMAZIONE



Vi giriamo un intervento del Presidente regionale dei Verdi Veneto sulla
bocciatura della mozione «Tutela dei territori dalle contaminazioni Ogm»
avvenuta in giunta e consiglio comunale a Padova.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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In quanto primo firmatario della proposta di legge di iniziativa popolare
OGMFree che con più di 5000 firme E' stata presentata in consiglio regionale
nella precedente legislatura vorrei dire la mia sulla vicenda padovana della
bocciatura delle deliberazioni OGMFree da parte della Giunta e del consiglio
comunale. Non credo che si sia trattato di scarsa informazione in materia ma
di una scelta politica che purtroppo ha visto protagonisti partiti del
centro sinistra.
Vi invio un comunicato su questo tema chiedendo un cortese spazio nel vostro
giornale, grazie
Paolo De Marchi - Presidente regionale verdi veneto


IL NO DI PADOVA ALLA DICHIARAZIONE OGMFREE NON E' FRUTTO DI SCARSA
INFORMAZIONE

Il Comune di Padova non ha approvato le deliberazioni OGMFree proposte da
Verdi, Coldiretti e associazioni ambientaliste non per scarsa conoscenza in
materia, bensì per scelta politica. Non si tratta, quindi, di fornire a
Zanonato, alla Giunta, ai DS e Margherita pubblicazioni o altro per una
maggiore informazione in materia sperando in una revisione della posizione
assunta.
Una posizione che cozza non solo con quanto sostengono da tempo associazioni
ambientaliste  e Verdi ma anche con le strategie di organizzazioni di
categoria come la Coldiretti o specifiche come AIAB, che sostengono come
solo la prospettiva di una conversione del settore ad una agricoltura di
qualità che promuove e qualifica prodotti tipici, locali e da produzione
certificata, in particolare biologica, possa competere nel mercato europeo e
internazionale. Prospettiva che consentirebbe anche di promuovere sicurezza
alimentare, difesa e riqualificazione del territorio, sviluppare sinergie di
tutela ambientale ed economiche con settori come il turismo. La scelta OGM
non risponde a queste prospettive ma E' alternativa ad essa; punta a ridurre
le biodiversità a favore della brevettazione delle specie e una progressiva
omologazione dei gusti, alla concentrazione in poche mani, multinazionali,
del settore - dalla distribuzione dei semi alla commercializzazione dei
prodotti - senza dimenticare i rischi di inquinamento genetico delle colture
e dei suoli e quelli per la salute umana di cui E' portatrice. Discorso
analogo vale per il patrimonio zootecnico nazionale così come per prodotti
derivati come ad esempio il latte. Anche qui la scelta OGM si pone contro la
qualità e la sicurezza alimentare, contro la conversione ad allevamenti non
intensivi e allo sviluppo di razze autoctone. La biodiversità agricola che
dovrebbe essere sviluppata con finanziamenti alla ricerca, rimane a rischio
grazie al conversione dei finanziamenti per la ricerca in agricoltura a
favore degli OGM che risponde solo agli interessi delle multinazionali (Cà
Tron ne E' un esempio e l'adesione al progetto dei Sindaci di centro sinistra
E' nella stessa prospettiva della giunta Zanonato).
Alcune esempi su tutti:
-  negli anni 70 oltre l'80% del mais statunitense era soggetto a lesioni
gravi dovute all'azione di un fungo con riduzioni della produzione anche del
50%. La cura parassitaria arrivò dall'esperienza dei piccoli coltivatori di
mais del Messico meridionale che da sempre combattevano questo fungo
coltivando centinaia di varietà a impollinazione libera;
- in India il Navdanya Movement sta fronteggiando la perdita di biodiversità
proteggendo le varietà locali di grano, riso ecc. catalogandole,
dichiarandole proprietà comune e costruendo depositi e banche dei semi di
proprietà degli abitanti per creare "zones of freedom" cioE' villaggi che
rifiutano l'uso di fertilizzanti e pesticidi chimici, semi OGM brevettati.
Di questo insieme di saperi, culture e tecniche dovrebbe interessarsi la
ricerca, applicare le conoscenze scientifiche e tecnologiche, specie nelle
strutture universitarie e non di progetti sponsorizzati e al servizio
esclusivo delle multinazionali chimiche e agroalimentari.
In Italia l'estesa richiesta nei consumi al dettaglio di prodotti tipici,
doc e biologici, la conversione alla vendita di questi prodotti anche di
grandi catene di distribuzione, la sempre più diffusa presa dei gruppi d'
acquisto per carne, frutta e verdura biologica (anche a Padova) sono il
segnale più chiaro del rifiuto prevalente nell'opinione pubblica verso i
prodotti OGM.
Zanonato e i suoi, che hanno rifiutato un pronunciamento chiaro a favore di
territorio OGMFree evidentemente non ritengono questa prospettiva
condivisibile e quanti nella Giunta e in maggioranza (siano assessori o
consiglieri comunali o forze politiche) non condividono questa scelta
dovrebbero, almeno su questa questione, far sentire il loro dissenso in modo
concreto invece di subordinare il silenzio alla garanzia della propria
"poltrona".

Paolo De Marchi
Presidente regionale verdi e primo firmatario Legge di iniziativa popolare
"OGMFree"
18 maggio 2005
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