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tanto clamore per il biodiesel
- Subject: tanto clamore per il biodiesel
- From: "Lazzari" <larcara at aliceposta.it>
- Date: Thu, 19 May 2005 17:56:40 +0200
.....ma se facessimo un po' di conti?? Non varrebbe la pena evidenziare che è il mezzo pubblico e non il tentativo di sostituire il carborante la SOLUZIONE del problema trasporti? ---------------------- BIODIESEL: un po' di conti L'interesse suscitato dal biodiesel è senz'altro encomiabile, sia perché si tratta di un combustibile da biomassa (quindi relativamente rinnovabile), sia perché consente un relativo "riciclo" della CO2. Ma il consumo di combustibili è oggigiorno talmente elevato che un breve calcolo dimostra la impossibilità di risolverne il problema con un uso statisticamente significativo del biodiesel. Un calcolo molto approssimato, ma sufficiente a chiarire gli ordini di grandezza in gioco, consente facilmente di verificare quanto sopra. Attualmente un ettaro di colza, girasole (o altri semi oleaginosi) produce circa 1000 litri di biodiesel, che sono in grado di far marciare un automezzo per circa 10 000 km. Se ipotizziamo che un auto consumi solo 10 000 km in un anno, possiamo dire che un'auto "consuma" l'equivalente di un ettaro coltivato a biomassa all' anno. Se pensiamo che il numero di auto in circolazione nel comune di Ravenna è sull'ordine delle 100 mila unità, ciò significa che "consumerebbero" 100 000 ettari: ma l'intero territorio comunale di Ravenna è di 65 400 ha, cioè anche destinando tutto il territorio comunale, ma proprio tutto (campi coltivati ed incolti, case strade fabbriche ospedali cimiteri valli e pinete!) ci mancherebbero ancora più di trentamila ettari. Una valutazione ancora più pessimistica,ma realistica, ci viene dal consumo effettivo di carburanti per trazione, che il Primo rapporto sull'ambiente, edito dalla Provincia di Ravenna, quantifica per il 1996 in poco meno di 400 000 tonn, in questo caso avendo a disposizione 186 000 ettari totali di superficie. In teoria per far andare a biodiesel le sole auto dei ravennati si dovrebbe rinunciare a tutto il grano, alla carne alla frutta alla verdura, al vino, ecc. piantando colza o girasole anche nelle aiuole, sui tetti delle case e delle fabbriche fino alle pinete, alle valli e, per assurdo, in decine di migliaia di ettari di coltivazioni "marine", visto che la terraferma non basterebbe. Come anticipato, queste stime sono approssimate, ma l'ordine di grandezza resta però un dato di fatto. A favore del biodiesel si possono prevedere alcuni scenari futuribili: una resa per ettaro migliore (quanto? del 30, 50% o più?), un consumo per auto minore (quanto ? qui in realtà sembra possibile fare ancora molto), un minore numero di auto in circolazione (auspicabile ma al momento improbabile), per cui la superficie necessaria diminuirebbe abbastanza, ma questa è appunto una ipotesi futuribile. Per andare in quella direzione occorre che le rese agricole per ettaro siano effettivamente molto maggiori delle attuali, le case automobilistiche ed i petrolieri lancino sul mercato motori a bassissimo consumo, la cultura individuale privilegi i mezzi pubblici, ecc. ecc. Il problema dunque consiste nelle dimensioni industriali del consumo energetico; e non è neppure pensabile di risolvere "industrialmente" il problema di una eco-agricoltura energetica con la messa a coltura di qualche migliaio di ettari di terreni incolti. Non dimentichiamoci, tra l'altro, che la Comunità Europea ha promosso e sta finanziando il set-aside (messa a riposo dei terreni agricoli) proprio per motivi ecologici, e quindi di interesse pubblico generale Conclusione: il biodiesel potrà risolvere il problema dell'energia per trazione solo in una percentuale molto bassa e per usi "dedicati" (come la motonautica, la stessa agricoltura, ecc.) , ma non deve assolutamente costituire un comodo alibi per chi sostiene la sostenibilità dello sviluppo, perlomeno come è stato inteso finora (cioè come aumento quantitativo di beni consumati). In ultima analisi, se si vuole fare passare il biodiesel per la soluzione meravigliosa del futuro energetico, i conti proprio non tornano, ettari alla mano. Giorgio Lazzari Ravenna, 21.12.2002 ----- Original Message ----- From: "C@C@O Quotidiano" <quotidiano at alcatraz.it> To: <consumocritico at peacelink.it> Sent: Thursday, May 19, 2005 9:22 AM Subject: [giornalisti] Comunicato stampa di Jacopo Fo > In edicola con L'Unita' il libro "Olio di Colza e altri 30 modi per > risparmiare" di Jacopo Fo. > Questo libro e' una grossa opportunita' per far finalmente arrivare a > amministratori e associazioni un messaggio chiaro sulle possibilita' di > risparmio economico ottenibili grazie al taglio dello spreco energetico. > Inoltre se questo libro avra' successo sara' possibile sperare che > L'Unita' sia interessata a distribuire altri nostri lavori. Il che > vorrebbe dire poter finalmente entrare nel circuito di distribuzione > delle edicole. > Chiediamo quindi a tutti di voi, amati lettori, di darci una mano per > far circolare l'informazione. Ecco una presentazione e un capitolo di > assaggio del libro. > E un grazie anticipato a chi vorra' appoggiare questa campagna > pubblicitaria autogestita! > > Presentazione > > Risparmiare fa bene alle tue tasche e all'ambiente. > > L'unico pianeta che abbiamo e' questo. L'olio di colza non e' l'unico > modo col quale puoi spendere meno. Questo libro ti racconta come > risparmiare piu'' di di uno > stipendio all'anno. Lo sapevi che a Bolzano ci sono appartamenti di 80 > metri quadrati che costano in energia elettrica e riscaldamento 100 euro > per 12 mesi? > Tu quanto spendi? > Puoi risparmiare fino al 10% del carburante semplicemente modificando il > modo di passare da una marcia all'altra mentre guidi. E in nove casi su > dieci puoi diminuire > drasticamente la quantita'' di detersivi. Puoi smettere di comprare > acqua minerale > in bottiglia e dimezzare l'acqua che usi facendoti la doccia e azionando > lo sciacquone > del wc. E puoi avere aria pura in casa circondandoti di alcune piante > selezionate appositamente dalla Nasa. > Tutto questo e molto altro sul libro "Olio di colza e altri 30 modi per > risparmiare, > proteggere l'ambiente e salvare l'economia italiana" di Jacopo Fo, con > contributi di Dario Fo, Franca Rame, Simone Canova, Maurizio Fauri, > Maurizio Pallante, > Maria Cristina Dalbosco. > In vendita in edicola con l'Unita' a euro 5,90. > > Un manuale pratico pieno di dati, informazioni e consigli pratici su > come una famiglia, un condominio, un'azienda o un'amministrazione > pubblica possono tagliare da subito i costi energetici. Ad esempio, > secondo una ricerca del Politecnico di Milano, una famiglia che abita in > Lombardia negli ultimi 30 anni ha buttato via > in calore e energia l'equivalente del valore della propria casa. Questo > perche' > le nostre abitazioni sono isolate poco o niente, utilizziamo > prevalentemente impianti di riscaldamento e refrigerazione individuali e > inefficienti, non razionalizziamo il consumo di acqua e di elettricita'. > In Italia si arriva a consumare 3 volte il massimo stabilito dalla legge > in paesi freddi come la Germania. Siamo seduti su un'enorme ricchezza: i > soldi che buttiamo via. Forse e' arrivato il momento di spenderli per > qualche cosa di utile. > Smettere di inquinare risparmiando e' piacevole. > > Ecco un capitolo del libro > > Tutta la verita' sull'olio di colza > > Una bella mattina milioni di italiani, guardando la televisione, hanno > scoperto l'impensabile: il loro diesel poteva essere alimentato anche > con olio di colza. > E, aspetto ancor piu' stupefacente della questione, quest'olio vegetale > veniva venduto in alcuni supermercati a 0,65 euro al litro. Poco piu' > della meta' del diesel normale. > Il giorno dopo l'olio di colza spariva da tutti i supermercati del Nord > Italia e passeggiando per le strade si sentiva uno strano odore di > pop-corn. Ma per capire cosa sia successo e perche', dobbiamo fare un > passo indietro, a quando inizio' tutta questa storia, piu' di cinque > anni fa. > Un giorno mia madre, Franca, parlando con un gruppo di socie della > Puliscoop di Forli', scopri' che queste donne avevano avuto un'idea > geniale. Il loro lavoro consisteva nella manutenzione dei giardini > pubblici e con i loro mezzi agricoli si trovavano a lavorare in mezzo ai > bambini che giocavano e si erano accorte che li asfis-siavano > con i gas di scarico. E questo sembrava loro insensato (cuori di mamme). > "Possibile che non ci sia qualche cosa di meno puzzolente e velenoso per > far andare un trattore o un camion?" > Si erano informate e avevano trovato la soluzione sostituendo il diesel > con biodiesel, una miscela formata dal 90% di olio di semi (generalmente > colza, ma tutti gli olii vegetali vanno bene, e' solo una questione di > prezzo) e 10% di alcool. Cosi' non gasavano piu' i bambini. A mia madre > sembro' una cosa incredibile. > "I diesel vanno a olio? Tutti?" esclamo' sbalordita e inizio' a informarsi. > Il Comitato "Un Nobel per i Disabili" aveva ricevuto una generosa > sponsorizzazione da Autogerma (Volkswagen). Quindi Franca telefono' > chiedendo di poter parlare con i loro tecnici. Fu stupefatta nello > scoprire che tutte le auto del gruppo Volkswagen erano omologate per > essere alimentate a biodiesel. Non solo, si trattava di un carburante > talmente migliore del gasolio che la squadra di rally della Volkswagen > aveva scelto di alimentare le auto durante le gare, vincendo i > campionati mondiali di quell'anno (1999). E cosi' scoprimmo che molti > motori diesel (tedeschi, francesi, svedesi) erano gia' omologati per > funzionare con il biodiesel visto che lo si utilizzava da tempo nel > resto d'Europa. Scoprimmo anche che le altre auto, nell'usare il > biodiesel, avevano solo problemi provocati da tubi e guarnizioni che si > scioglievano a contatto con l'olio di semi. > Ma alcuni meccanici avevano iniziato da tempo a eseguire modifiche per > ovviare a questo inconveniente con una spesa intorno ai centodieci euro. > Nessuno di noi aveva mai sentito parlare di questo biodiesel e ben > presto ci rendemmo conto che era una possibilita' per ridurre > l'inquinamento quasi sconosciuta in Italia, almeno dal grande > pubblico. Quando se ne parlava la gente ti guardava spesso come se fossi > un marziano ubriaco: "Olio nel motore?!?" > Allora per dimostrare che il biodiesel funzionava mia madre si fece dare > da Volkswagen un'auto omologata per questo carburante, installo' un > serbatoio di biodiesel in giardino e inizio' a spargere odore di > pop-corn in tutta la riviera romagnola. > Inizio' cosi' una campagna d'informazione portata avanti tramite Cacao, > il quotidiano delle buone notizie, assemblee e manifestazioni. Mio padre > incontro' personalmente una decina di sindaci della Romagna cercando di > convincerli ad adottare questo carburante meno inquinante. Molte persone > si interessarono al problema e sostennero questa campagna. Il biodiesel > inquina di meno, e' ottimo per il motore, non aggiunge anidride > carbonica nell'atmosfera, ha un rendimento superiore del 3% rispetto al > gasolio, e' piu' pulito > e percio' non intasa i filtri e non lascia residui e incrostazioni. > Inoltre si incendia difficilmente, non e' tossico e se per un incidente > si disperde nell'ambiente non crea disastri perche' e' completamente > biodegradabile. > Una nave cisterna di questo olio vegetale, se si rovescia in mare, non > inquina centinaia di chilometri di spiaggia. Ingrassa solo i pesci. > > Inoltre la colza e' una pianta molto fruttifera e facile da coltivare. > Si possono ottenere due raccolti all'anno e sarebbe ottima per mettere a > frutto i terreni che per accordi con l'Unione Europea siamo obbligati a > non coltivare con piante alimentari (in Europa si produce troppo cibo). > Invece di finanziare i contadini per non coltivare la terra potremmo > produrre colza come si faceva un secolo fa, quando le lampade a olio, in > tutta Europa, erano alimentate con l'olio ottenuto da questa pianta. > Ma ci sarebbero altri vantaggi: l'Italia spende ogni anno grandi cifre > di denaro per finanziare un inefficiente servizio di smaltimento degli > olii usati da privati e ristoranti per friggere. Una quantita' di decine > di migliaia di tonnellate di olio saturo che potrebbe essere filtrato e > utilizzato per produrre biodiesel invece di finire nelle fogne e nei > mangimi del bestiame. > Oltre all'uso del biodiesel come propellente non inquinante, nel resto > d'Europa si iniziavano a vedere raccoglitori di olio fritto nei quali le > massaie versavano la loro frittura ottenendo in cambio un buono per > acquistare biodiesel alla pompa di carburante. Era il 2000. Si sarebbe > potuto realizzare la stessa innovazione anche in > Italia. Invece ancora si sprecano soldi per "smaltire" questa ricchezza: > buttarla via e' un costo per le casse dello stato. > Chiaramente il biodiesel da solo non e' in grado di risolvere tutti i > problemi dell'inquinamento, ma mentre aspettiamo l'auto elettrica, a > idrogeno o ad aria > compressa, nonche' trasporti pubblici efficienti, puo' aiutarci a > diminuire il disastroso impatto dei combustibili fossili. > > -- > Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink. > Per CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Se non riesci, scrivi a nicoletta at peacelink.org > inserendo "cancella" nel Soggetto. > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > >
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