Re: per far rispettare i diritti umani?




Il fatto e' che gli stati occidentali hanno firmato l'annessione al WTO, questo vuol dire che non sono piu' liberi di fare quel che gli pare, ma devono subire le imposizioni del WTo che dicono loro semplicemente: se volete importare dovete esportare alle condizioni che diciamo noi, e anche senza WTO l'incrocio tra importe ed esport e' un meccanismo delicato dove, se tu neghi l'ingresso delle merci di un certo paese o di un certo bene, hai qualcuno altro che ti nega l'acquisto di un altro beneo dice di no alle merci che tu vuoi vendere da lui, ora l'Italia non puo' sussistere in condizioni autarchiche, non produce tutto cio' di cui ha bisogno, non consuma tutto cio' che produce, e deve dunque piegarsi a patteggiamenti. Oltre cio' c'e' il fatto che coloro che sono al governo nei paesi occidentali o non occidentali, spesso sono dove sono grazie alle pesanti elargizioni di grossi gruppi di potere e dunque devono obbedire alle loro richieste. La liberta' di decidere e commerciare non esiste. L'Europa stessa e' asservita al neoliberismo e uno stato dell'UE non puo' decidere da solo cosa fare. E' vero che gli sono paesi cosi' forti come gli USA che possono permettersi di predicare il neoliberismo negandolo quando fa loro comodo, come fanno col protezionismo alle ziende agricole americale, per esmepio, e imponendo dazi all'ingresso di prodotti agricoli africani, ma loro si possono permettere queste palesi contraddizioni al libero mercato solo perche' sono forti e aggressivi, altri paesi, come l'Italia non potrebbero
mamma

ciao, a volte lasciano la mente vagare, vengono in mente le idee piu'
semplici.

come si fa a raddrizzare il mercato?

basterebbe che il singolo stato, riappropriandosi della propria autonomia,
vietasse le importazioni dei prodotti fatti in posti dove non vigono gli
stessi diritti sul lavoro.

immaginiamoci: tutti i consumatori italiani non compreranno piu' per legge
i prodotti di tutti i posti dove vengono garantiti meno diritti che ai
lavoratori italiani.

come a dire: non vogliamo comprare cose fatte in un modo che noi non
vogliamo piu' per noi stessi e i nostri figli.

a questo punto, tutti i consumatori italiani sarebbero costretti
automaticamente a:

spendere di piu' per acquistare prodotti fatti meglio
consumare di meno
le imprese italiane riprenderebbero fiato

magari altri stati potrebbero fare lo stesso.

e l'onere della prova? a carico dello stato da dove vengono importati i
prodotti.

in fondo, lo stesso avviene gia' su cio' che attiene alla salute, sui
prodotti considerati cancerogeni o fatali.

a parte i tremila "ma"  che mi vengono in mente, mi chiedo come e' stata
affrontata dagli economisti tale possibilita', e quali sono i perche' del
fatto che non si fa.

un saluto affettuoso
ciao nicoletta

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