NUCLEARE A PISA



Non mi meraviglia che un gruppo di prof universitari pisani "di sinistra" sia filo-nuclearista. A Pisa li conosciamo bene e non si sono peritati ad attaccarmi duramente quando, portavoce firmataria del referendum contro l'elettrodotto coattivo, fui invitata a parlare del referendum dagli amici della Rete Lilliput. Vorrei comunque far notare che l'argomento NUCLEARE è stato inserito nel programma dei dibattiti organizzati a Pisa nell'ambito dell'iniziativa "Pisa, città per la pace e per i diritti umani".
Una bella contraddizione "di sinistra", non c'è che dire.
Comunque i cittadini consapevoli sono per l'utilizzo delle fonti rinnovabili e lo faranno presente agli amministratori regionali al momento della nomina della Giunta toscana del secondo governo Martini. Tanto più che questi (tanti) cittadini consapevoli conoscono bene quali sono i loro DIRITTI, garantiti dalle leggi comunitarie, nazionali e regionali, di "partecipazione attiva" alle scelte di governo del territorio ed in materia ambientale.
Per questo sono più che mai decisi a far rispettare la LEGGE.

dott.ssa Beatrice Bardelli
Coordinamento comitati toscani contro l'elettrosmog

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Sent: Sunday, April 24, 2005 10:46 AM
Subject: [Verditoscana] NUCLEARE A PISA



Cari Amici, care Amiche,

vi relaziono brevemente sul dibattito di ieri pomeriggio a Pisa
sull'argomento dell'energia nucleare.

Premetto che a volte mi viene in mente che il cervello dei professori
universitari sia un' "escrescenza ipertrofica e inutile", come è stato detto
esplicitamente al convegno da qualcuno, Grandi chiacchere, ma alla fine dei
conti irrilevanza quasi totale. Non saranno i professori universitari a
decidere se e quante centrali nucleari si faranno nei prossimi anni.

A parte questo, vi può interessare sapere che il concetto di "picco del
petrolio" è entrato nella repertorio conoscenza standard dei fautori del
nucleare. Ne ha parlato a lungo l'altro giorno a Bologna Paolo Fornaciari
del CIRN e ieri a Pisa Ugo Spezia della Sogin. Questo rappresenta un
completo giro di boa rispetto alla posizione che avevano fino a poco tempo
fa, ovvero disprezzo totale verso ogni affermazione che implicasse scarsità
delle risorse.

Adesso il ragionamento è che, dato che il petrolio si sta facendo scarso,
ne consegue che è necessario passare all'uranio. Non sbagliato in se, ma
implica un piccolo problemuccio che i fautori del nucleare non sembrano
aver metabolizzato ancora: quando sarà il "picco dell'uranio"? Le mie stime
su questo punto, tratte da dati non sospetti, ovvero quelli della IAEA,
sembrano dire che l'uranio sia una risorsa ancora più scarsa del petrolio e
che potremmo trovarci al al picco entro una decina di anni - almeno finché
rimaniamo nel paradigma della fissione dell'U235, ovvero la tecnologia
standard. Non solo, ma che questo picco si situerà su livelli di produzione
enormemente più bassi di quelli attuali dei fossili. Aggiungo che le nuove
tecnologie di fissione, quelle cosiddette HTGR "Reattori a Gas ad Alta
Temperatura", si basano pesantemente sull'elio come fluido di
raffreddamento: ebbene siamo di fronte anche al "picco dell'elio",
materiale non rinnovabile se mai ce n'è stato uno. Questi dati mettono
chiaramente in difficoltà i fautori della fissione i cui scenari sono
basati su un paradigma di abbondanza di risorse.

CIò detto, non voglio apparire come un oscurantista e trascurare la
possibilità di nuove tecnologie. Passare ai neutroni veloci allevierebbe
molto il problema delle scorte di uranio, ma non è chiaro in che tempi e con
quali costi. Altre tecnologie nucleari sono all'orizzonte e, se tutti
fossimo dei gentiluomini la fissione potrebbe essere un utile ausilio per
scavallare un po' meglio il dopo-picco. Il problema è che quando una
risorsa si fa scarsa, la gente tende a comportarsi non esattamente da
gentiluomini, anzi piuttosto da iene (senza offesa per le iene, che mi
risultano essere animali intelligenti e che non si ammazzano fra di loro
per una carcassa di antilope)

Aggiungo come nota finale che certi atteggiamenti dogmatici di alcuni
nuclearisti mi fanno bollire il sangue come se avessi un'embolia da
emersione rapida. Non capisco cosa ci guadagnano a dir male in quel modo in
continuazione delle energie rinnovabili. E' una continua litania "Le rinnovabili
non potranno MAI sostituire il petrolio". Sulla base di quali dati? Dati
obsoleti e sbagliati, quando glie l'ho fatto notare a Pisa mi hanno
guardato come se fossi un marziano. Il dogma non si mette in dubbio.  Mi
risulta che il nostro nuovo papa, Benedetto XVI, aveva una cattedra di
dogma in qualche università. Ma in religione i dogmi sono una cosa, quando
si parla di cose tecniche, non ci si dovrebbe basare su dogmi obsoleti e
mummificati. E poi, ripeto, cosa ci guadagnano con questa polemica di basso
livello?

Vabbè, comunque sia, come dicevo, le polemiche fra professori universitari
sono basate sugli effetti di escrescenze carnose ipertrofiche (intendo il
cervello principalmente - ma forse anche altri organi situati più in
basso). Alla fine dei conti, come ha detto qualcuno al convegno, non si
tratta più di chiaccherare, ma di fare qualcosa. Per il nucleare, non
possiamo né fare né disfare nulla, non dipende da noi, comunque la si
pensi. Ma per le rinnovabili possiamo prendere delle decisioni noi stessi e
influenzare quelli che le prendono a livello locale. Quindi, diamoci da fare!

Saluti a tutti/e

Ugo Bardi








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