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Comunicato stampa: Chiarezza sul Consorzio di Tutela del Grana Padano
- Subject: Comunicato stampa: Chiarezza sul Consorzio di Tutela del Grana Padano
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Sat, 23 Apr 2005 10:35:16 +0200
Content-Type: text/plain X-MIME-Autoconverted: from 8bit to quoted-printable by mailer2.iperv.it id j3MF1S131688 Continua, terribile la crisi del settore primario in Italia, e primo fra tutti i comparti quello lattiero caseario. L'onda lunga delle vere e proprie battaglie sul problema del contingentamento del latte italiano in quote inferiori di gran lunga al fabbisogno interno del paese si fa ancora sentire (Le importazioni del solo latte alimentare in confezioni pronte al consumo, nel 2004 sono aumentate del 27%, raggiungendo la soglia dei 4,7 milioni di quintali, che rappresentano ormai il 20% del consumo nazionale complessivo...fonte Confagricoltura). Intanto centinaia di aziende muoiono asfissiate dalla esposizione bancaria abbinata al crollo del prezzo del latte alla stalla (oggi sono meno di 40 mila le stalle che producono latte bovino; dieci anni fa erano più del doppio, 110 mila... fonte Confagricoltura). Da più anni AltrAgricoltura Nord Est sostiene e solidarizza con i contadini e gli allevatori che lottano per vedere riconosciuto il loro diritto ad esistere come produttori ed impresa agricola sul territorio italiano; con loro abbiamo occupato, più volte, il Consorzio del Grana Padano, il CSQA (l'ente di controllo della DOP grana padano), la sede nazionale dell'anagrafe bovina di Teramo, il presidio di Vancimuglio, l'AVEPA, una lista lunga di momenti di aggregazione e lotta contro un sistema delle "quote latte" blindato in sede europea, lontano dai veri bisogni dei popoli e quindi dalla necessità di un "ciclo corto" per le produzioni alimentari e del riconoscimento del diritto alla "sovranità alimentare". Questi agricoltori, che nello specifico del Veneto/Lombardia sono i produttori della DOP Grana Padano, proprietà di tutto il popolo italiano, esclusi dalla gestione del consorzio, impossibilitati a valorizzare il prodotto latte, non si sono arresi e continuano a rivendicare per se e per tutti i cittadini il diritto alla "Sovranità Alimentare", continuano a produrre buon latte ed a trasformarlo in ottimi formaggi che sono identificati precisamente da metodi produttivi e territorio legati a storia e cultura del nostro paese, continuano a presidiare lavoro e territorio nell'interesse di tutti in contrasto con i consorzi di tutela ed i centri di potere che gestiscono il patrimonio pubblico in forma privatistica e ne ricavano le personali fortune distruggendo tessuto produttivo e territorio stesso. E' in questo quadro che vi proponiamo una serie di 5 lettere ed una denuncia, presentata ai carabinieri competenti per zona, che gli allevatori hanno pubblicato per informare i cittadini, per denunciare il malcostume ed il malaffare che attraversa la gestione del Consorzio del Grana Padano, per spiegare cosa stanno facendo per tutti anche se oggi non in piazza ma nel silenzio del loro lavoro. a cura di AltrAgricoltura Nord Est ------------------------------------- Comunicato stampa: Latte Italiano s.r.l. e la “guerra di lettere”. Continua l’impegno di Latte Italiano s.r.l. per la valorizzazione e tutela del settore lattiero-caseario. Soci e produttori dell’azienda veronese attribuiscono gravi mancanze, oltre che alla dirigenza, al Presidente del Consorzio di Tutela del Grana Padano D.O.P., Nicola Baldrighi, reo di aver sottovalutato la soffocante situazione che interessa il settore lattiero-caseario. La Latte Italiano s.r.l., nella persona del Presidente Vilmare Giacomazzi, ha così inviato 35.000 lettere di “riflessione” intitolate “L’oro del mondo, valutazioni a freddo”, indirizzate ai rappresentanti delle Istituzioni ed Organi di Governo, agli Allevatori del Nord Italia, a tutti i soci del Consorzio per la Tutela del Grana Padano, alle Regioni nei diversi Assessorati, ai consumatori e alla Grande Distribuzione. Una denuncia sociale, questa, delle gravi carenze che riguardano la gestione, il controllo e la valorizzazione del Grana Padano D.O.P. Gravata, secondo una ferrea asserzione dell’azienda veronese, dall’uso illegittimo del termine “grana” per designare formaggi che in tutto imitano il vero Grana Padano D.O.P., ma che in realtà non sono tali. Magazzini dei soci del Consorzio Grana Padano traboccanti di simil-grana e bancali dei supermercati pieni di imitazioni della famosa D.O.P. che inducono in errore il consumatore. Latte italiano s.r.l., nella veste di soggetto che è parte integrante di tutto il comparto di filiera, dalla produzione del latte alla vendita fronte consumatore, punta il dito contro la dirigenza del Consorzio di Tutela del Grana Padano, colpevole di una serie di gravi miopie, incongruenze e approssimazioni che danneggiano i produttori di Grana Padano D.O.P. ed i consumatori italiani. A fronte di tutto ciò, sottolinea Latte Italiano s.r.l., la D.O.P. soffre un mercato decisamente difficile e sleale, quando paradossalmente essa dovrebbe rappresentare per gli allevatori una preziosa eredità, una nicchia nel mercato globale che offre su un piatto d’argento i propri fasti di cui tutti possono equamente godere: produttori e trasformatori, allevatori e stagionatori. Pertanto, quali produttori di Grana Padano D.O.P. sottolineano come la vera tutela di quest’ultimo spetti a tal punto, per storia e tradizione, alla determinazione di chi con i piedi nella terra lo ha creato ed ancora oggi gli dona identità e sostanza. Ufficio Stampa LATTE ITALIANO S.R.L. ECHO - Via Puccini, 107 - 41100 Modena Tel. 059/271247 - Fax 059/271263 - -------------------------------------------------------------------------- ----------- L'ORO DEL MONDO - Valutazioni a freddo Egregi Allevatori, Produttori, Trasformatori e Stagionatori, negli ultimi tempi il Consorzio di Tutela del Grana Padano ha promosso varie iniziative: contribuzioni differenziate, costose valutazioni di strategie di mercato, riposizionamento del Grana Padano a livelli altissimi con pubblicità costosissima, analisi stratosferiche da un punto di vista tecnico e chimico e quant’altro sia di Vostra conoscenza….. Nell’ascoltare quanto dichiarato oralmente e per iscritto dai suoi adepti, voi avete pensato che si proponessero come persone competenti per fare ciò: in realtà in nome e per conto della salvaguardia della D.O.P. Grana Padano queste persone, senza che ve ne accorgiate, ci portano a chiudere le nostre aziende. Quasi sempre in tutte le comunicazioni, anticipate prima da lauti pranzi e notevoli abbeveraggi (affinché ovviamente dimenticaste la vostra situazione!!!!), vi sono state comunicate le statistiche di produzioni in continuo aumento. 1. Nessuno si è mai chiesto con quale latte si otteneva e si ottiene detto aumento di produzione, dato che 2 litri su 3 in Italia sono di provenienza estera? 2. Nessuno si è mai chiesto come mai il Consorzio per la Tutela del Grana Padano, associazione volontaria di imprenditori, non ha mai promosso e richiesto ai suoi soci la rintracciabilità del prodotto per far parte del Consorzio stesso, ovviamente quella vera, fino ad arrivare al produttore di latte e alla sua anagrafe bovina? Questa non avrebbe fatto altro che tutelare la nostra dop da imitazioni. 3. E nessuno si è mai chiesto come mai nessuno, tranne pochi eletti, riesce e si impone la tracciabilità del proprio prodotto? 4. Ed ancora, nessuno si è mai chiesto perché la matricola relativa al caseificio si trova solo in una parte della forma e non inserita in ogni rombo della fascera marchiante affinché resti impressa su tutta la forma? 5. Ma di più: nessuno si è mai chiesto perché il Consorzio continua a comunicare che c’è tanto Grana Padano D.O.P., così da farne diminuire il prezzo, e non comunica invece che in realtà i magazzini, anche dei propri soci, sono pieni zeppi di simil-grana in forme? 6. E perché è stato accettato che possa rimanere socio del Consorzio di Tutela del Grana Padano ed ancora peggio, consigliere del Consorzio di Tutela del Grana Padano, chi produce, in Italia come all’estero, simil-grana? L'obiettivo è quello di distruggere il Grana Padano D.O. P. Ovviamente, il tutto si combina con la distruzione del settore produttivo che viene promosso col benestare: - del Ministro delle Politiche Agricole, che con l’applicazione della legge 119 e la rateizzazione ha cercato di mettere a tacere tutti gli scandali del mondo del latte, ha salvato le quote di carta vendendole ad ignari allevatori, ha finanziato lo Stato Italiano pretendendo dagli allevatori versamenti mensili di multe inesistenti, e quando la magistratura da ragione agli allevatori grida allo scandalo insieme con gli assessori regionali compiacenti e compagni di partito; - dell’Assessore della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi, che a chi non acquista le quote e si rivolge ai tribunali per denunciare ancora una volta gli scandali del settore, ottenendo ragione, crede di poterli mettere definitamene a tacere togliendoli il riconoscimento di primo acquirente, come ha fatto con delle cooperative. Detto questo, proviamo ad affrontare un ragionamento sulla produzione: 1. la produzione di Grana Padana dichiarata dal Consorzio è di circa 4.000.000 di forme; 2. in Italia e nel mondo si consuma Grana Padano; 3. in base alle statistiche, il 2004 registra un aumento dell’export di prodotti lattiero caseari del 15%; ...ebbene, se è così, allora 4.000.000 di forme non basterebbero nemmeno per il fabbisogno nazionale: infatti, 4.000.000 di forme, moltiplicato per il peso medio delle forme (36 kg), danno 144.000.000 kg che, diviso per 56.000.000 ossia il numero dei cittadini italiani, fa risultare un consumo pro capite annuo pari a 2,57 kg!!!!!! Nulla!!!! E’ quindi evidente che, se il prezzo del Grana Padano D.O.P. è crollato, è perché viene venduto come tale formaggio che Grana Padano D.O.P. non è!!!! Quanto pensate di resistere continuando a produrre sottocosto? Come mai quando non c’erano i consorzi, i centri di statistica e ma c’era il semplice mercato il Grana Padano D.O.P., questo ha raggiunto anche le 18.000 lire al kg, al produttore? Per concludere quindi il ragionamento, appare un dato di fatto: le iniziative intraprese dal consorzio e dalle dirigenze, dove queste menti finanziano costosissime ed elaborate strategie di marketing a vantaggio dei produttori di grana padano in maniera così inequivocabile da giustificare le forzate contribuzioni imposte ai soci, OTTENGONO INVECE IL RISULTATO CONTRARIO: prezzo del grana ai minimi storici, esborsi stratosferici per finanziare il baraccone, magazzini traboccanti di simil-grana. Un ultima domanda: sarà pura casualità o premeditazione? VOLETE Salvare il Grana Padano D.O.P. che contribuite a produrre e trasformare? Date immediata disdetta al Consorzio di Tutela del Grana Padano: questo ha fatto diventare l’oro del mondo,la latta del mondo!!!! Verona, 7 marzo 2005 Vilmare Giacomazzi Allevatore Presidente Cospa Nazionale Presidente di cooperativa Presidente della società Latte Italiano s.r.l. che produce Grana Padano D.O.P. con tracciabilità fino alla stalla ---------------------------------------------------------------------------- ---------- lettera distribuita a Stresa in occasione dell'incontro, organizzato dal Consorzio del Grana Padano per festeggiare il 50° anniversario della sua costituzione del Consorzio. Stresa, 11 dicembre 2004 50 ANNI DI FALSA TUTELA Egregi Signori, la storia di tutela delle D.O.P. in Italia e in particolare della D.O.P Grana Padano, nella quale dopo la premessa mi addentrerò, si basa su alcune considerazioni: 1. la tutela è stata esercitata sempre in maniera approssimativa e falsamente decantata solo per ottenere finanziamenti pubblici che poi nella realtà sono stati dedicati raramente alla tutela ed alle promozioni, ma soprattutto a mantenere il fagocitante apparato burocratico-sindacale che ruota attorno ai consorzi di tutela. Di regola, tutelare le D.O.P. dovrebbe significare tutelare quanto prodotto nelle aree D.O.P. italiane, in tema di quote latte, tali affermazioni avrebbero portato ad estrapolare il latte che serviva per produrre le D.O.P. nazionali dal regime quote latte. Mai accaduto!!!!! Nella realtà è palese che, non avendolo fatto, si è permesso volutamente la distruzione del patrimonio produttivo pianificando la trasformazione in IGP per mancanza del prodotto latte. 2. Il Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano è pura espressione di un gruppo di imprenditori che nulla hanno a che spartire con la vera tutela. I regolamenti comunitari istitutivi delle dop infatti non prevedono la tutela di alcun consorzio, ma solo la certificazione da parte di enti terzi. In una situazione di lealtà produttiva è infatti la sola certificazione che veramente conta, tutto il resto e solo centro di potere. Ed infatti in Italia a fronte di un costo per la certificazione pari ad 1, il consorzio per la tutela del grana padano pretende dai produttori addirittura 500!!! il tutto per finanziare solo le campagne pubblicitarie di alcune grandi aziende di commercializzazione, i cui rappresentanti siedono nel consiglio del Consorzio e per di più producono simil-grana…….all’estero….( perché in Italia non si può)!!!Si specifica inoltre che il Consorzio volontario di Tutela del Grana Padano ha assunto anche la vigilanza sulla D.O.P. evitando così che spetti al Ministero delle Politiche Agricole avvalendosi l’onere e l’onore di controllore e controllato!!! Che la vera tutela della DOP Grana Padano non sia interessante per la dirigenza del consorzio è dimostrato dalla loro stessa condotta: lo stesso nome GRANA è stato infatti, con molta leggerezza lasciato utilizzare in forma verbale come granmix grattugiato, grancubettato e quant’altro, sebbene consapevoli che il termine grattugiato è sinonimo nella mente popolare italiana ed estera che è grana padano, parmigiano reggiano, pecorino romano. Chi l’ha permesso? Gli stessi che siedono nel Consiglio del Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano. 3. Ultima chicca!!!! Gli organi di vigilanza, controllo e tutela hanno permesso l’esistenza del Gran Moravia: stesso tipo di forma e struttura del grana padano, taglio a roccia, confezionato sotto vuoto nella stessa forma del grana padano D.O.P. ed inoltre, cosa aberrante, comparendo con la stessa impostazione del segno distintivo della D.O.P. e sulla crosta appare “Gran”. Di queste porcherie che danneggiano l’immagine della D.O.P italiana non si esclude che ormai si arrivi alla commercializzazione mondiale estero su estero, alla faccia della vigilanza del Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano che conosce il tutto, ha foto di tutto, non agisce perché comandata dai controllori e dai controllati. Alla luce dei fatti i falsi che sono imperniati nei Consorzi di tutela delle D.O.P. sono imponenti, ma tutelati da poteri forti di convivenze. La società Latte Italiano s.r.l., che oggi rappresento, le ha continuamente denunciate, subendone le peggior vessazioni compresa quella della non marchiatura delle forme di Grana Padano D.O.P. “vero”. Il 19 agosto 2004 è stata presentata una denuncia penale presso i Carabinieri di Thiene che si allega al documento pocanzi letto affinché si prenda atto di come è stato tutelato il Made in Italy D.O.P., altrochè 50 anni di tutela . Per Latte Italiano s.r.l. Il Presidente Sig. Vilmare Giacomazzi ---------------------------------------------------------------------------- ------------------ SEGUE LA LETTERA INDIRIZZATA DAL PRESIDENTE LATTE ITALIANO (GIACOMAZZI) AL PRESIDENTE (BALDRIGHI)DEL CONSORZIO PER LA TUTELA DELLA D.O.P. "GRANA PADANO" Egregio presidente, Ho ricevuto la Sua lettera del 24 Marzo 2005 e ne sono rimasto colpito in modo illuminante. Mi sorprende, infatti, doverle ricordare che alle domande da noi legittimamente poste quali produttori di grana, spettino delle doverose risposte da parte Sua a cui, la carica che ricopre, impone una condotta più dignitosa di quella tenuta in occasione della Sua missiva. Lei liquida, infatti, fatti di gravità assoluta come delle “deliranti affermazioni”, che è vero si commentano da sole e la sua stessa sfuggevole risposta ne dimostra, a nostro parere, l’attendibilità. Se è vero infatti che questa situazione è, come lei dice, paradossale, lo è ancora di più quando il presidente del Consorzio di Tutela del Grana Padano nega l’ evidenza di accadimenti che non solo sono sotto gli occhi di tutti ed ampiamente dimostrabili, ma sono altresì, almeno in parte, oggetto anche di specifiche denunce e di inchieste giudiziarie. Anche l’intensa attività di vigilanza dei cui dettagli trabocca il sito del consorzio, non risulta essere altrettanto efficace come appare essere sulla carta visto che, solo per citarne una, i magazzini di stagionatura del Grana Padano D.O.P. risultano traboccanti di simil-grana. Ora, ci domandiamo, se i sottoscritti si imbattono giornalmente in simili nefandezze, e forse il Consorzio privo di organi di senso quali la vista? Gli organi di vigilanza, il cui compito dovrebbe essere indagare continuamente su truffe simili, non visitano questi magazzini? O sono solo sfortunati? Sono ciechi o non ci vogliono vedere? A scanso di equivoci, nel caso le venisse in mente di accusarci di pazzia o allucinazioni, le ricordiamo che a dimostrazione della nostra serietà i fatti che citiamo sono tutti assolutamente dimostrabili. Ma visto che negare l’evidenza è divenuto lo sport in cui si distingue il consorzio le ricordiamo anche che questo formaggio, che viene spacciato per grana, arriva sugli scaffali dei supermercati ed in ultimo sulle tavole degli italiani, sotto gli occhi di tutti. Insomma, stupito presidente, veramente dobbiamo credere che Lei ed il Consorzio non siate a conoscenze dei fatti da noi citati? Veramente il Consiglio di Amministrazione del Consorzio, al cui interno siedono personaggi che possiedono stabilimenti all’estero e altri che danno persino fantasiosi nomi a formaggi che in tutto imitano il grana padano, è così puro e immacolato da non poter neanche credere che ciò che vi abbiamo descritto esiste? Da spacciarlo per insensati vaneggiamenti ? Presidente, nella migliore delle ipotesi il Consorzio non sta compiendo il suo dovere, non vigila, non difende da imitazioni, non valorizza il grana padano D.O.P.; nella peggiore ne è una parte attiva. Ci ristori, ci dica come collima la Sua cecità con la Sua stessa ragione di vita, come lei dice. Poiché noi non troviamo risposte, e sono quelli che siedono all’interno del Consorzio di Tutela che devono badare a non abusare del tempo che hanno a disposizione, oltre che dei soldi dei produttori e dei cittadini. Questa situazione merita importanza, anche se a Lei, evidentemente, piacerebbe liquidarla come un miraggio nella desolazione del mercato del grana che il Consorzio ha attivamente contribuito a creare. Che Le piaccia o no, Lei ha il dovere di rispondere, quale Presidente del Consorzio di Tutela, alle centinaia di produttori, trasformatori, giornalisti, consumatori e cittadini italiani che La stanno osservando in questo momento, che attendono delle risposte a delle domande ben precise. Pertanto torniamo a chiederLe: · Perché la matricola relativa al caseificio si trova solo in una parte della forma e non inserita in ogni rombo della fascera marchiante, affinché resti impressa su tutta la forma permettendo la riconoscibilità del caseificio di produzione anche nella forma tagliata in pezzi? · Perchè è stato accettato che possa rimanere socio del Consorzio di Tutela del Grana Padano e ancor peggio, consigliere del Consorzio di Tutela del Grana Padano, chi produce simil-grana? · Perché il Consorzio di Tutela del Grana Padano non verifica con quale latte si ottengono gli aumenti di produzione di cui continua a dare notizia, alla luce delle innumerevoli truffe ed imitazioni di questa D.O.P. che si moltiplicano nel mercato attuale e anche se ha ben presente che in Italia 2 litri di latte su 3 è latte prodotto all’estero? · Perché non è stata promossa e richiesta ai soci la rintracciabilità del prodotto, imponendo di tracciare la provenienza del latte fino al produttore di latte ed alla sua anagrafe bovina? - questo è un metodo sicura per tutelare la nostra D.O.P. da imitazioni - · Perché il Consorzio concentra tutte le sue energie nella comunicazione dell’aumento di produzioni di grana padano D.O.P. e ben si guarda dal comunicare, verificare, denunciare, evitare, che i magazzini, anche dei propri soci, siano pieni zeppi di forme di simil-grana? · Perché il Consorzio, associazione volontaria di imprenditori, ha assunto la vigilanza sulla dop evitando che spetti al ministero, fungendo così da controllore e controllato? · Perchè il Consorzio di tutela del formaggio Grana Padano permette che la parola “Grana” venga adoperata quale nome commerciale di prodotti che con il vero Grana Padano hanno poco, o meglio nulla da spartire, come i grattugiati vari (GranMix, Grancubbettato ecc.) o i formaggi in forma denominati “Grana” o “Gran” e che sono venduti senza crosta??? · Perché il Consorzio di Tutela del Grana Padano permette l’esistenza del formaggio “Gran Moravia” e quant’altro: stesso tipo di forma e struttura del grana padano, taglio a roccia, confezionamento sotto vuoto nella identica maniera adoperata per il Grana Padano D.o.p. ed inoltre, cosa aberrante, comparendo con la stessa impostazione del segno distintivo della D.O.P. e sulla crosta appare “Gran”? · Perché il Consorzio non ha mai richiesto a livello comunitario che dal monte quote assegnato all’Italia nell’ambito del regime delle quote latte, venisse estrapolato il quantitativo di latte utilizzato per la produzione del formaggio Grana Padano D.O.P.? · Perché il Consorzio di Tutela, che è una semplice associazione volontaria, millanta di essere il detentore della D.O.P. Grana Padano, che invece appartiene al popolo? · Perché il Consorzio di Tutela non ha mai chiarito ai propri associati che in base al diritto comunitario la D.O.P. deve essere certificata da un ente terzo e non dai Consorzio di Tutela e che questi ultimi non hanno alcuna funzione nella certificazione? · Perché il Consorzio di tutela non ha mai evidenziato ai propri associati che in base al regolamento comunitario i produttori della D.O.P. debbono sostenere solo i costi per la certificazione del prodotto, certificazione che in Italia è affidata per quanto riguarda il Grana Padano alla società CSQA s.r.l.? · E perché in Italia a fronte di un costo di certificazione della D.O.P. Grana Padano dovuto alla società CSQA s.r.l. di circa soli 0,25 / 0,30 Euro per forma, i produttori associati al Consorzio di Tutela vengono indotti a credere di dover pagare fino a 17 Euro la forma??? · E ancora perché il Consorzio fa credere ai propri associati che rientra tra i suoi compiti quello di espertizzare ed apporre sulle forme il segno distintivo della D.O.P., mentre in realtà dette operazioni sono per legge affidate alla società certificatrice CSQA s.r.l. ed il Consorzio è totalmente estraneo alle stesse? Ebbene Egregio Presidente Baldrighi, rimaniamo in attesa che lei risponda alle domande da noi legittimamente poste nella speranza che, rispettoso del ruolo che ricopre, non scada in inutile demagogia che a tutti noi poco interessa. La preghiamo inoltre di non nascondersi sotto le gonne dei poteri forti, strumentalizzando le considerazioni da noi avanzate a proposito del Ministero delle Politiche Agricole e dell’Assessore della Regione Lombardia Viviana Beccalossi. Infatti, ci siamo astenuti e ci asteniamo dall’ esprimere considerazioni in merito al loro ruolo nelle incongruenti vicende della gestione del consorzio; altresì siamo persuasi, e questo chiaramente esprimevamo nella nostra prima lettera, che il loro operato politico, nel settore lattiero-caseario in particolare, abbia condotto alla distruzione del settore produttivo. Quindi, per concludere, siamo a farle presente, in merito alle opportune sedi giudiziarie, che non ci intimoriscono affatto. Sapete che più volte siamo ricorsi ad esse nel tentativo di sciogliere le inestricabili incongruenze e inefficienze cui il Consorzio ha spesso dato vita. Nonostante ciò, in noi sopravvive la consapevolezza che una speranza per la nostra D.O.P. possa esistere solo attraverso una soluzione:ovvero, nell’interesse del settore lattiero-caseario, della nostra D.O.P. Grana Padano e dei 7000 allevatori che producono per essa,che questi non debbano fare ancora i conti con tale presidenza, consiglio e direzione posti nel ruolo di “tutela”. Chiediamo, quindi, formalmente le vostre dimissioni, nell’obiettivo di poter ricostruire un “vero” Consorzio di Tutela del Grana Padano che abbia i crismi della vera tutela. Vilmare Giacomazzi Allevatore Il presidente del Cospa Nazionale Presidente di cooperativa Presidente della società Latte Italiano s.r.l. che produce Grana Padano D.O.P. con tracciabilità fino alla stalla ---------------------------------------------------------------- SEGUE LA LETTERA INDIRIZZATA DAL PRESIDENTE LATTE ITALIANO (GIACOMAZZI) AL DIRETTORE (BERNI)DEL CONSORZIO PER LA TUTELA DELLA D.O.P. "GRANA PADANO" Gentile Direttore Stefano Berni La lettera che le ho inviato, altro non era che una serie di considerazioni ed interrogazioni che legittimamente quale produttore di Grana Padano D.O.P. , ponevo. Queste erano indirizzate, oltre che ai produttori, trasformatori, consumatori, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni ed organi di governo, anche alla presidenza e dirigenza del consorzio, e quindi anche a lei, ma scevra da considerazioni personali sul suo conto, perché come lei stesso conferma, una persona intelligente e navigata come me ben si guarderebbe dall’esplicitare in una contingenza così professionale ciò che pensa sul suo conto. In questo senso, la sua risposta che la vede trincerarsi dietro affermazioni del tipo: “ mi conosci”, sullo stile “ non suonerei mai il de profundis dell ’azienda consorzio e quindi mia personale”; non mi sembra ne professionale ne tantomeno convincente; anche perché se proprio dovessi avanzare delle ipotesi in tal senso non mi sentirei proprio di garantire in suo nome e volendone proprio avanzare una, la più ottimista che mi sovviene è pensare che questa orchestra lei la fa suonare con lo spartito sbagliato. In più, la risposta da lei inviatami non mi appare affatto “ in tono”, come lei afferma, ma piuttosto questa si scritta in “politichese rampicante”, anche se, mi sembra, il terreno inizia per voi ad essere molto scivoloso. Vi ricordo, infatti, che la mia lettera riportava delle domande ben precise a cui lei ha ritenuto opportuno non rispondere. Io ritengo, invece, che la presidenza e il direttore generale di un Consorzio quale quello per la Tutela del Grana Padano D.O.P., che appartiene molto più di quanto voi non immaginiate agli allevatori ed ai cittadini italiani, abbiano il dovere di rispondere anche se trovano tali domande scomode. Nonostante ciò, devo dire che in genere apprezzo lo sforzo di un uomo a condurre ragionamenti seri. Nel suo caso però non mi sembra che tali sforzi abbiano condotto alla risoluzione dei problemi che soffocano il settore lattiero- caseario. Le tesi che espone nella sua lettera, infatti, mi sembrano le stesse da ormai quasi 15 anni e nonostante queste i problemi del mercato del grana padano rimangono insoluti. La contingentazione della nostra preziosa D.O.P., tesi che lei ha sposato e sposa tuttora “appoggiando” il sistema quote latte sul Grana Padano D.O.P. , altro non ha prodotto che la situazione in cui ci troviamo. Schizofrenica ed irrazionale appunto. Lei, ancora più semplicisticamente ritiene che” minore quantità di prodotto uguale aumento del prezzo”. Questa è una tesi da prima pagina del manuale di economia che tanti anni fa ha letto: “ la scarsità di un bene lo rende prezioso”. Ma in un economia globalizzata, questo prodotto di nicchia di cui fortunatamente disponiamo incontra fenomeni moderni e ben più complessi di andamento dei mercati, fenomeni che sono in parte descritti dai manuali più moderni di economia e di marketing (e in genere nella parte centrale dei testi).E pensi, vi si potrebbe sposare anche la sua semplice tesi, perché la nostra fortunata D.O.P. rappresenta per il mondo globalizzato ed amante del nostro paese, un bene raro e prezioso. Insomma gentile Direttore, ci spieghi il mistero delle enormi difficoltà che un bene così favorito dalla sorte e prezioso riesce ad incontrare nelle vostre mani. Risponda alle nostre domande, non le evada. Noi gliele riproponiamo nuovamente sicuri che questa volta non dimenticherà di rispondere: · Perché la matricola relativa al caseificio si trova solo in una parte della forma e non inserita in ogni rombo della fascera marchiante, affinché resti impressa su tutta la forma permettendo la riconoscibilità del caseificio di produzione anche nella forma tagliata in pezzi? · Perchè è stato accettato che possa rimanere socio del Consorzio di Tutela del Grana Padano e ancor peggio, consigliere del Consorzio di Tutela del Grana Padano, chi produce simil-grana? · Perché il Consorzio di Tutela del Grana Padano non verifica con quale latte si ottengono gli aumenti di produzione di cui continua a dare notizia, alla luce delle innumerevoli truffe ed imitazioni di questa D.O.P. che si moltiplicano nel mercato attuale e anche se ha ben presente che in Italia 2 litri di latte su 3 è latte prodotto all’estero? · Perché non è stata promossa e richiesta ai soci la rintracciabilità del prodotto, imponendo di tracciare la provenienza del latte fino al produttore di latte ed alla sua anagrafe bovina? - questo è un metodo sicura per tutelare la nostra D.O.P. da imitazioni - · Perché il Consorzio concentra tutte le sue energie nella comunicazione dell’aumento di produzioni di grana padano D.O.P. e ben si guarda dal comunicare, verificare, denunciare, evitare, che i magazzini, anche dei propri soci, siano pieni zeppi di forme di simil-grana? · Perché il Consorzio, associazione volontaria di imprenditori, ha assunto la vigilanza sulla D.O.P evitando che spetti al ministero, fungendo così da controllore e controllato? · Perchè il Consorzio di tutela del formaggio Grana Padano permette che la parola “Grana” venga adoperata quale nome commerciale di prodotti che con il vero Grana Padano hanno poco, o meglio nulla da spartire, come i grattugiati vari (GranMix, Grancubbettato ecc.) o i formaggi in forma denominati “Grana” o “Gran” e che sono venduti senza crosta??? · Perché il Consorzio di Tutela del Grana Padano permette l’esistenza del formaggio “Gran Moravia” e quant’altro: stesso tipo di forma e struttura del grana padano, taglio a roccia, confezionamento sotto vuoto nella identica maniera adoperata per il Grana Padano D.O.P ed inoltre, cosa aberrante, comparendo con la stessa impostazione del segno distintivo della D.O.P e sulla crosta appare “Gran”? · Perché il Consorzio non ha mai richiesto a livello comunitario che dal monte quote assegnato all’Italia nell’ambito del regime delle quote latte, venisse estrapolato il quantitativo di latte utilizzato per la produzione del formaggio Grana Padano D.o.p.? · Perché il Consorzio di Tutela, che è una semplice associazione volontaria, millanta di essere il detentore della D.O.P Grana Padano, che invece appartiene al popolo? · Perché il Consorzio di Tutela non ha mai chiarito ai propri associati che in base al diritto comunitario la D.O.P. deve essere certificata da un ente terzo e non dai Consorzio di Tutela e che questi ultimi non hanno alcuna funzione nella certificazione? · Perché il Consorzio di tutela non ha mai evidenziato ai propri associati che in base al regolamento comunitario i produttori della D.O.P. debbono sostenere solo i costi per la certificazione del prodotto, certificazione che in Italia è affidata per quanto riguarda il Grana Padano alla società CSQA s.r.l.? · E perché in Italia a fronte di un costo di certificazione della D.O.P. Grana Padano dovuto alla società CSQA s.r.l. di circa soli 0,25 / 0,30 Euro per forma di formaggio, i produttori associati al Consorzio di Tutela vengono indotti a credere di dover pagare fino a 17 Euro la forma??? · E ancora perché il Consorzio fa credere ai propri associati che rientra tra i suoi compiti quello di espertizzare ed apporre sulle forme il segno distintivo della D.O.P., mentre in realtà dette operazioni sono per legge affidate alla società certificatrice CSQA s.r.l. ed il Consorzio è totalmente estraneo alle stesse? Insomma, gentile Direttore Berni, noi le abbiamo per cortesia e per principio risposto e riproposto le nostre domande. Ma come lei ben vede e sa, queste contengono già la risposta. Le difficoltà non risiedono in un mercato critico ed irriconoscente, angusto e indomabile ma in una dirigenza e presidenza quanto meno assenti e spaesate, impreparate a cogliere i fasti che una preziosa eredità quale il nostro Grana Padano offre su un piatto d’ argento equamente a tutti: produttori e trasformatori, allevatori e stagionatori. Pertanto quali produttori di Grana Padano D.O.P., nonché produttori della preziosa materia prima latte che ad esso ha dato vita, storia, nome ed oggi come ieri mercato, siamo costretti dai fatti a chiedere le sue dimissioni perché la vera tutela del Grana Padano D.O.P per storia e tradizione spetta, viste le circostanze, direttamente alla determinazione di chi con i piedi nella terra lo ha creato ed ancora oggi gli dona identità e sostanza. Vilmare Giacomazzi Allevatore Il presidente del Cospa Nazionale Presidente di cooperativa Presidente della società Latte Italiano s.r.l. che produce Grana Padano D.O.P. con tracciabilità fino alla stalla Content-Type: text/plain; x-avg=cert; charset=us-ascii Content-Disposition: inline Content-Description: "AVG certification" No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Anti-Virus. Version: 0.0.308 / Virus Database: 266.10.1 - Release Date: 20/04/05
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