Comunicato stampa: Chiarezza sul Consorzio di Tutela del Grana Padano



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Continua, terribile la crisi del settore primario in Italia, e primo fra
tutti i comparti quello lattiero caseario. L'onda lunga delle vere e proprie
battaglie sul problema del contingentamento del latte italiano in quote
inferiori di gran lunga al fabbisogno interno del paese si fa ancora sentire
(Le importazioni del solo latte alimentare in confezioni pronte al consumo,
nel 2004 sono aumentate del 27%, raggiungendo la soglia dei 4,7 milioni di
quintali, che rappresentano ormai
il 20% del consumo nazionale complessivo...fonte Confagricoltura).
Intanto centinaia di aziende muoiono asfissiate dalla esposizione bancaria
abbinata al crollo del prezzo del latte alla stalla (oggi sono meno di 40
mila le stalle che producono latte bovino; dieci anni fa erano più del
doppio, 110 mila... fonte Confagricoltura).
Da più anni AltrAgricoltura Nord Est sostiene e solidarizza con i contadini
e gli allevatori che lottano per vedere riconosciuto il loro diritto ad
esistere come produttori ed impresa agricola sul territorio italiano; con
loro abbiamo occupato, più volte, il Consorzio del Grana Padano, il CSQA
(l'ente di controllo della DOP grana padano), la sede nazionale
dell'anagrafe bovina di Teramo, il presidio di Vancimuglio, l'AVEPA, una
lista lunga di momenti di aggregazione e lotta contro un sistema delle
"quote latte" blindato in sede europea, lontano dai veri bisogni dei popoli
e quindi dalla necessità di un "ciclo corto" per le produzioni alimentari e
del riconoscimento del diritto alla "sovranità alimentare".
Questi agricoltori, che nello specifico del Veneto/Lombardia sono i
produttori della DOP Grana Padano, proprietà di tutto il popolo italiano,
esclusi dalla gestione del consorzio, impossibilitati a valorizzare il
prodotto latte, non si sono arresi e continuano a rivendicare per se e per
tutti i cittadini il diritto alla "Sovranità Alimentare", continuano a
produrre buon latte ed a trasformarlo in ottimi formaggi che sono
identificati precisamente da metodi produttivi e territorio legati a storia
e cultura del nostro paese, continuano a presidiare lavoro e territorio
nell'interesse di tutti in contrasto con i consorzi di tutela ed i centri di
potere che gestiscono il patrimonio pubblico in forma privatistica e ne
ricavano le personali fortune distruggendo tessuto produttivo e territorio
stesso.
E' in questo quadro che vi proponiamo una serie di 5 lettere ed una
denuncia, presentata ai carabinieri competenti per zona, che gli allevatori
hanno pubblicato per informare i cittadini, per denunciare il malcostume ed
il malaffare che attraversa la gestione del Consorzio del Grana Padano, per
spiegare cosa stanno facendo per tutti anche se oggi non in piazza ma nel
silenzio del loro lavoro.

a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Comunicato stampa:
Latte Italiano s.r.l. e la “guerra di lettere”.

Continua l’impegno di Latte Italiano s.r.l. per la valorizzazione e tutela
del settore lattiero-caseario. Soci e produttori  dell’azienda veronese
attribuiscono gravi mancanze, oltre che alla dirigenza, al Presidente del
Consorzio di Tutela del Grana Padano D.O.P., Nicola Baldrighi, reo di aver
sottovalutato la soffocante situazione che interessa il settore
lattiero-caseario.
 La Latte Italiano s.r.l., nella persona del Presidente Vilmare Giacomazzi,
ha così inviato 35.000 lettere di “riflessione” intitolate “L’oro del mondo,
valutazioni a freddo”, indirizzate ai rappresentanti delle Istituzioni ed
Organi di Governo, agli Allevatori del Nord Italia, a tutti i soci del
Consorzio per la Tutela del Grana Padano, alle Regioni nei diversi
Assessorati, ai consumatori e alla Grande Distribuzione.
Una denuncia sociale, questa, delle gravi carenze che  riguardano la
gestione, il controllo e la valorizzazione del Grana Padano D.O.P. Gravata,
secondo una ferrea asserzione dell’azienda veronese, dall’uso illegittimo
del termine “grana” per designare formaggi che in tutto imitano il vero
Grana Padano D.O.P., ma che in realtà non sono tali. Magazzini dei soci del
Consorzio Grana Padano traboccanti di simil-grana e bancali dei supermercati
pieni di imitazioni della famosa D.O.P. che inducono in errore il
consumatore.
Latte italiano s.r.l., nella veste di soggetto che è parte integrante di
tutto il comparto di filiera, dalla produzione del latte alla vendita fronte
consumatore, punta il dito contro la dirigenza del Consorzio di Tutela del
Grana Padano, colpevole di una serie di gravi miopie, incongruenze e
approssimazioni che danneggiano i produttori di Grana Padano D.O.P. ed i
consumatori italiani.

A fronte di tutto ciò, sottolinea Latte Italiano s.r.l., la D.O.P. soffre un
mercato decisamente difficile e sleale, quando paradossalmente essa dovrebbe
rappresentare per gli allevatori una preziosa eredità, una nicchia nel
mercato globale che offre su un piatto d’argento i propri fasti di cui tutti
possono equamente godere: produttori e trasformatori, allevatori e
stagionatori.
Pertanto, quali produttori di Grana Padano D.O.P. sottolineano come la vera
tutela di quest’ultimo spetti a tal punto, per storia e tradizione, alla
determinazione di chi con i piedi nella terra lo ha creato ed ancora oggi
gli dona identità e sostanza.

Ufficio Stampa  LATTE ITALIANO S.R.L.
ECHO - Via Puccini, 107 - 41100 Modena
Tel. 059/271247 - Fax 059/271263

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L'ORO DEL MONDO -  Valutazioni a freddo

Egregi Allevatori, Produttori, Trasformatori e Stagionatori,
negli ultimi tempi il Consorzio di Tutela del Grana Padano ha promosso varie
iniziative: contribuzioni differenziate, costose valutazioni di strategie di
mercato, riposizionamento del Grana Padano a livelli altissimi con
pubblicità costosissima, analisi stratosferiche da un punto di vista tecnico
e chimico e quant’altro sia di Vostra conoscenza…..
Nell’ascoltare quanto dichiarato oralmente e per iscritto dai suoi adepti,
voi avete pensato che si proponessero come persone competenti per fare ciò:
in realtà in nome e per conto della salvaguardia della D.O.P. Grana Padano
queste persone, senza che ve ne accorgiate, ci portano a chiudere le nostre
aziende.
Quasi sempre in tutte le comunicazioni, anticipate prima da lauti pranzi e
notevoli abbeveraggi (affinché ovviamente dimenticaste la vostra
situazione!!!!), vi sono state comunicate le statistiche di produzioni in
continuo aumento.
1. Nessuno si è mai chiesto con quale latte si otteneva e si ottiene detto
aumento di produzione, dato che 2 litri su 3 in Italia sono di provenienza
estera?
2. Nessuno si è mai chiesto come mai il Consorzio per la Tutela del Grana
Padano, associazione volontaria di imprenditori, non ha mai promosso e
richiesto ai suoi soci la rintracciabilità del prodotto per far parte del
Consorzio stesso, ovviamente quella vera, fino ad arrivare al produttore di
latte e alla sua anagrafe bovina? Questa non avrebbe fatto altro che
tutelare la nostra dop da imitazioni.
3. E nessuno si è mai chiesto come mai nessuno, tranne pochi eletti, riesce
e si impone la tracciabilità del proprio prodotto?
4. Ed ancora, nessuno si è mai chiesto perché la matricola relativa al
caseificio si trova solo in una parte della forma e non inserita in ogni
rombo della fascera marchiante affinché resti impressa su tutta la forma?
5. Ma di più: nessuno si è mai chiesto perché il Consorzio continua a
comunicare che c’è tanto Grana Padano D.O.P., così da farne diminuire il
prezzo, e non comunica invece che in realtà i magazzini, anche dei propri
soci, sono pieni zeppi di simil-grana in forme?
6. E perché è stato accettato che possa rimanere socio del Consorzio di
Tutela del Grana Padano ed ancora peggio, consigliere del Consorzio di
Tutela del Grana Padano, chi produce, in Italia come all’estero,
simil-grana?

L'obiettivo è quello di distruggere il Grana Padano D.O. P.

Ovviamente, il tutto si combina con la distruzione del settore produttivo
che  viene promosso col benestare:
- del Ministro delle Politiche Agricole, che con l’applicazione della legge
119 e la rateizzazione ha cercato di mettere a tacere tutti gli scandali del
mondo del latte, ha salvato le quote di carta  vendendole ad ignari
allevatori, ha finanziato lo Stato Italiano pretendendo dagli allevatori
versamenti mensili di multe inesistenti, e quando la magistratura da ragione
agli allevatori grida allo scandalo insieme con gli assessori regionali
compiacenti e compagni di partito;
- dell’Assessore della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi, che a chi non
acquista le quote e si rivolge ai tribunali per denunciare ancora una volta
gli scandali del settore, ottenendo ragione, crede di poterli mettere
definitamene a tacere togliendoli il riconoscimento di primo acquirente,
come ha fatto con delle cooperative.

Detto questo, proviamo ad affrontare un ragionamento sulla produzione:
1. la produzione di Grana Padana dichiarata dal Consorzio è di circa
4.000.000 di forme;
2. in Italia e nel mondo si consuma Grana Padano;
3. in base alle statistiche, il 2004 registra un aumento dell’export di
prodotti lattiero caseari del 15%; ...ebbene, se è così, allora 4.000.000 di
forme non basterebbero nemmeno per il fabbisogno nazionale: infatti,
4.000.000 di forme, moltiplicato per il peso medio delle forme (36 kg),
danno 144.000.000 kg che, diviso per 56.000.000 ossia il numero dei
cittadini italiani, fa risultare un consumo pro capite annuo pari a 2,57
kg!!!!!! Nulla!!!!
E’ quindi evidente che, se il prezzo del Grana Padano D.O.P. è crollato, è
perché viene venduto come tale formaggio che Grana Padano D.O.P. non è!!!!
Quanto pensate di resistere continuando a produrre sottocosto? Come mai
quando non c’erano i consorzi, i centri di statistica e ma c’era il semplice
mercato il Grana Padano D.O.P., questo ha raggiunto anche le 18.000 lire al
kg, al produttore?
Per concludere quindi il ragionamento, appare un dato di fatto: le
iniziative intraprese dal consorzio e dalle dirigenze, dove queste menti
finanziano costosissime ed elaborate strategie di marketing a vantaggio dei
produttori di grana padano in maniera così inequivocabile da giustificare le
forzate contribuzioni imposte ai soci, OTTENGONO INVECE IL RISULTATO
CONTRARIO: prezzo del grana ai minimi storici, esborsi stratosferici per
finanziare il baraccone, magazzini traboccanti di simil-grana.
Un ultima domanda: sarà pura casualità o premeditazione?
VOLETE Salvare il Grana Padano D.O.P.
che contribuite a produrre e trasformare?
Date immediata disdetta
al Consorzio di Tutela del Grana Padano:
questo ha fatto diventare l’oro del mondo,la latta del mondo!!!!
Verona, 7 marzo 2005
 Vilmare Giacomazzi
 Allevatore
 Presidente Cospa Nazionale
 Presidente di cooperativa
 Presidente della società Latte Italiano s.r.l.
 che produce Grana Padano D.O.P. con tracciabilità fino alla stalla
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lettera distribuita a Stresa in occasione dell'incontro, organizzato dal
Consorzio del Grana Padano per festeggiare il 50° anniversario della sua
costituzione del Consorzio.

Stresa, 11 dicembre 2004
50 ANNI DI FALSA TUTELA

Egregi Signori,
            la storia di tutela delle D.O.P. in Italia e in particolare
della D.O.P Grana Padano, nella quale dopo la premessa mi addentrerò, si
basa su alcune considerazioni:
1. la tutela è stata esercitata sempre in maniera approssimativa e
falsamente decantata solo per ottenere finanziamenti pubblici che poi nella
realtà sono stati dedicati raramente alla tutela ed alle promozioni, ma
soprattutto a mantenere il fagocitante apparato burocratico-sindacale che
ruota attorno ai consorzi di tutela. Di regola, tutelare le D.O.P. dovrebbe
significare tutelare quanto prodotto nelle aree D.O.P. italiane, in tema di
quote latte, tali affermazioni avrebbero portato ad estrapolare il latte che
serviva per produrre le D.O.P. nazionali dal regime quote latte. Mai
accaduto!!!!! Nella realtà è palese che, non avendolo fatto, si è permesso
volutamente la distruzione del patrimonio produttivo pianificando la
trasformazione in IGP per mancanza del prodotto latte.
2. Il Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano è pura espressione
di un gruppo di imprenditori che nulla hanno a che spartire con la vera
tutela.
I regolamenti comunitari istitutivi delle dop infatti non prevedono la
tutela di alcun consorzio, ma solo la certificazione da parte di enti terzi.
In  una situazione di lealtà produttiva è infatti la sola certificazione che
veramente conta, tutto il resto e solo centro di potere. Ed infatti in
Italia a fronte di un costo per la certificazione pari ad 1, il consorzio
per la tutela del grana padano pretende dai produttori addirittura 500!!! il
tutto per finanziare solo le campagne pubblicitarie di alcune grandi aziende
di commercializzazione, i cui rappresentanti siedono nel consiglio del
Consorzio e per di più producono simil-grana…….all’estero….( perché in
Italia non si può)!!!Si specifica inoltre che il Consorzio volontario di
Tutela del Grana Padano ha assunto anche la vigilanza sulla D.O.P. evitando
così che spetti al Ministero delle Politiche Agricole avvalendosi l’onere e
l’onore di controllore e controllato!!!
Che la vera tutela della DOP Grana Padano  non sia interessante per la
dirigenza del consorzio è dimostrato dalla loro stessa condotta: lo stesso
nome GRANA è stato infatti, con molta leggerezza lasciato utilizzare in
forma verbale come granmix grattugiato, grancubettato e quant’altro, sebbene
consapevoli che il termine grattugiato è sinonimo nella mente popolare
italiana ed estera che è grana padano, parmigiano reggiano, pecorino romano.
Chi l’ha permesso? Gli stessi che siedono nel Consiglio del Consorzio per la
Tutela del Formaggio Grana Padano.
3. Ultima chicca!!!! Gli organi di vigilanza, controllo e tutela hanno
permesso l’esistenza del Gran Moravia: stesso tipo di forma e struttura del
grana padano, taglio a roccia, confezionato sotto vuoto nella stessa forma
del grana padano D.O.P. ed inoltre, cosa aberrante, comparendo con la stessa
impostazione del segno distintivo della D.O.P. e sulla crosta appare “Gran”.
Di queste porcherie che danneggiano l’immagine della D.O.P italiana non si
esclude che ormai si arrivi alla commercializzazione mondiale estero su
estero, alla faccia della vigilanza del Consorzio per la Tutela del
Formaggio Grana Padano che conosce il tutto, ha foto di tutto, non agisce
perché comandata dai controllori e dai controllati.

Alla luce dei fatti i falsi che sono imperniati nei Consorzi di tutela delle
D.O.P. sono imponenti, ma tutelati da poteri forti di convivenze. La società
Latte Italiano s.r.l., che oggi rappresento, le ha continuamente denunciate,
subendone le peggior vessazioni compresa quella della non marchiatura delle
forme di Grana Padano D.O.P. “vero”. Il 19 agosto 2004 è stata presentata
una denuncia penale presso i Carabinieri di Thiene che si allega al
documento pocanzi letto affinché si prenda atto di come è stato tutelato il
Made in Italy D.O.P., altrochè 50 anni di tutela .
 Per Latte Italiano s.r.l.  Il Presidente Sig. Vilmare Giacomazzi
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SEGUE LA LETTERA INDIRIZZATA DAL PRESIDENTE LATTE ITALIANO (GIACOMAZZI) AL
PRESIDENTE (BALDRIGHI)DEL CONSORZIO PER LA TUTELA DELLA D.O.P. "GRANA
PADANO"

Egregio presidente,
Ho ricevuto la Sua lettera del 24 Marzo 2005 e ne sono rimasto colpito in
modo illuminante. Mi sorprende, infatti, doverle ricordare che alle domande
da noi legittimamente poste quali produttori di grana, spettino delle
doverose risposte da parte Sua a cui, la carica che ricopre, impone una
condotta più dignitosa di quella tenuta in occasione della Sua missiva.
Lei liquida, infatti, fatti di gravità assoluta come delle “deliranti
affermazioni”, che è vero si commentano da sole e la sua stessa  sfuggevole
risposta ne dimostra, a nostro parere, l’attendibilità. Se è vero infatti
che questa situazione è, come lei dice, paradossale, lo è ancora di più
quando il presidente del Consorzio di Tutela del Grana Padano nega l’
evidenza di accadimenti che non solo sono sotto gli occhi di tutti ed
ampiamente dimostrabili, ma sono altresì, almeno in parte, oggetto anche di
specifiche denunce e di inchieste giudiziarie.
Anche l’intensa attività di vigilanza dei cui dettagli trabocca il sito del
consorzio, non risulta essere altrettanto efficace come appare essere sulla
carta visto che, solo per citarne una, i magazzini di stagionatura del Grana
Padano D.O.P. risultano traboccanti di simil-grana.
Ora, ci domandiamo, se i sottoscritti si imbattono giornalmente in simili
nefandezze, e forse il Consorzio privo di organi di senso quali la vista?
Gli organi di vigilanza, il cui compito dovrebbe essere indagare
continuamente su truffe simili, non visitano questi magazzini? O sono solo
sfortunati? Sono ciechi o non ci vogliono vedere?
A scanso di equivoci, nel caso le venisse in mente di accusarci di pazzia o
allucinazioni, le ricordiamo che a dimostrazione della nostra serietà i
fatti che citiamo sono tutti assolutamente dimostrabili.
Ma visto che negare l’evidenza è divenuto lo sport in cui si distingue il
consorzio le ricordiamo anche che questo formaggio, che viene spacciato per
grana, arriva sugli scaffali dei supermercati ed in ultimo sulle tavole
degli italiani, sotto gli occhi di tutti.

Insomma, stupito presidente, veramente dobbiamo credere che Lei ed il
Consorzio non siate a conoscenze dei fatti da noi citati? Veramente il
Consiglio di Amministrazione del Consorzio, al cui interno siedono
personaggi che possiedono stabilimenti all’estero e altri che danno persino
fantasiosi nomi a formaggi che in tutto imitano il grana padano, è così puro
e immacolato da non poter neanche credere che ciò che vi abbiamo descritto
esiste? Da spacciarlo per insensati vaneggiamenti ?
Presidente, nella migliore delle ipotesi il Consorzio non sta compiendo il
suo dovere, non vigila, non difende da imitazioni, non valorizza il grana
padano D.O.P.; nella peggiore ne è una parte attiva.
Ci ristori, ci dica come collima la Sua cecità con la Sua stessa ragione di
vita, come lei dice.
Poiché noi non troviamo risposte, e sono quelli che siedono all’interno del
Consorzio di Tutela che devono badare a non abusare del tempo che hanno a
disposizione, oltre che dei soldi dei produttori e dei cittadini.
Questa situazione merita importanza, anche se a Lei, evidentemente,
piacerebbe liquidarla come un miraggio nella desolazione del mercato del
grana che il Consorzio ha attivamente contribuito a creare.

Che Le piaccia o no, Lei ha il dovere di rispondere, quale Presidente del
Consorzio di Tutela, alle centinaia di produttori, trasformatori,
giornalisti, consumatori e cittadini italiani che La stanno osservando in
questo momento, che attendono delle risposte a delle domande ben precise.

Pertanto torniamo a chiederLe:
· Perché la matricola relativa al caseificio si trova solo in una parte
della forma e non inserita in ogni rombo della fascera marchiante, affinché
resti impressa su tutta la forma permettendo la riconoscibilità del
caseificio di produzione anche nella forma tagliata in pezzi?
· Perchè  è stato accettato che possa rimanere socio del  Consorzio di
Tutela del Grana Padano e ancor peggio, consigliere del Consorzio di Tutela
del Grana Padano, chi produce simil-grana?
· Perché il Consorzio di Tutela del Grana Padano non verifica con quale
latte si ottengono gli aumenti di produzione di cui continua a dare notizia,
alla luce delle innumerevoli truffe ed imitazioni di questa  D.O.P. che si
moltiplicano nel mercato attuale e anche se ha ben presente che in Italia 2
litri di latte su 3 è latte prodotto all’estero?
· Perché non è stata promossa e richiesta ai soci la rintracciabilità del
prodotto, imponendo di tracciare la provenienza del latte fino al produttore
di latte ed alla sua anagrafe bovina? - questo è un metodo sicura per
tutelare la nostra D.O.P. da imitazioni -
· Perché il Consorzio concentra tutte le sue energie nella comunicazione
dell’aumento di produzioni di grana padano D.O.P. e ben si guarda dal
comunicare, verificare, denunciare, evitare, che i magazzini, anche dei
propri soci, siano pieni zeppi di forme di simil-grana?
· Perché il Consorzio, associazione volontaria di imprenditori, ha assunto
la vigilanza sulla dop evitando che spetti al ministero, fungendo così da
controllore e controllato?
· Perchè il Consorzio di tutela del formaggio Grana Padano permette che la
parola “Grana” venga adoperata quale nome commerciale di prodotti che con il
vero Grana Padano hanno poco, o meglio nulla da spartire, come i grattugiati
vari (GranMix, Grancubbettato ecc.) o i formaggi in forma denominati “Grana”
o “Gran” e che sono venduti senza crosta???
· Perché il Consorzio di Tutela del Grana Padano permette l’esistenza del
formaggio “Gran Moravia” e quant’altro: stesso tipo di forma  e struttura
del grana padano, taglio a roccia, confezionamento sotto vuoto nella
identica maniera adoperata per il Grana Padano D.o.p. ed inoltre, cosa
aberrante, comparendo con la stessa impostazione del segno distintivo della
D.O.P. e sulla crosta appare “Gran”?
· Perché il Consorzio non ha mai richiesto a livello comunitario che dal
monte quote assegnato all’Italia nell’ambito del regime delle quote latte,
venisse estrapolato il quantitativo di latte utilizzato per la produzione
del formaggio Grana Padano D.O.P.?
· Perché il Consorzio di Tutela, che è una semplice associazione volontaria,
millanta di essere il detentore della D.O.P. Grana Padano, che invece
appartiene al popolo?
· Perché il Consorzio di Tutela non ha mai chiarito ai propri associati che
in base al diritto comunitario la D.O.P. deve essere certificata da un ente
terzo e non dai Consorzio di Tutela e che questi ultimi non hanno alcuna
funzione nella certificazione?
· Perché il Consorzio di tutela non ha mai evidenziato ai propri associati
che in base al regolamento comunitario i produttori della D.O.P. debbono
sostenere solo i costi per la certificazione del prodotto, certificazione
che in Italia è affidata per quanto riguarda il Grana Padano alla società
CSQA s.r.l.?
· E perché in Italia a fronte di un costo di certificazione della D.O.P.
Grana Padano dovuto alla società CSQA s.r.l. di circa soli 0,25 / 0,30 Euro
per forma, i produttori associati al Consorzio di Tutela vengono indotti a
credere di dover pagare fino a 17 Euro la forma???
· E ancora perché il Consorzio fa credere ai propri associati che rientra
tra i suoi compiti quello di espertizzare ed apporre sulle forme il segno
distintivo della D.O.P., mentre in realtà dette operazioni sono per legge
affidate alla società certificatrice CSQA s.r.l. ed il Consorzio è
totalmente estraneo alle stesse?

Ebbene Egregio Presidente Baldrighi, rimaniamo in attesa che lei risponda
alle domande da noi legittimamente poste nella speranza che, rispettoso del
ruolo che ricopre, non scada in inutile demagogia che a tutti noi poco
interessa.
La preghiamo inoltre di non nascondersi sotto le gonne dei poteri forti,
strumentalizzando le considerazioni da noi avanzate a proposito del
Ministero delle Politiche Agricole e dell’Assessore della Regione Lombardia
Viviana Beccalossi. Infatti, ci  siamo astenuti e ci asteniamo dall’
esprimere considerazioni in merito al loro ruolo nelle incongruenti vicende
della gestione del consorzio; altresì siamo persuasi, e questo chiaramente
esprimevamo nella nostra prima lettera, che il loro operato politico, nel
settore lattiero-caseario in particolare, abbia condotto alla distruzione
del settore produttivo.

Quindi, per concludere, siamo a farle presente, in merito alle opportune
sedi giudiziarie, che non ci intimoriscono affatto. Sapete che più volte
siamo ricorsi ad esse nel tentativo di sciogliere le inestricabili
incongruenze e inefficienze cui il Consorzio ha spesso dato vita. Nonostante
ciò, in noi sopravvive la consapevolezza che una speranza per la nostra
D.O.P. possa esistere solo attraverso una soluzione:ovvero, nell’interesse
del settore lattiero-caseario, della nostra D.O.P. Grana Padano e dei 7000
allevatori che producono per essa,che questi non debbano fare ancora i conti
con tale presidenza, consiglio e direzione posti nel ruolo di “tutela”.
Chiediamo, quindi, formalmente le vostre dimissioni, nell’obiettivo di poter
ricostruire un “vero” Consorzio di Tutela del Grana Padano che abbia i
crismi della vera tutela.

Vilmare Giacomazzi
Allevatore
Il presidente del Cospa Nazionale
Presidente di cooperativa
Presidente della società Latte Italiano s.r.l. che
produce Grana Padano D.O.P. con tracciabilità fino alla stalla
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SEGUE LA LETTERA INDIRIZZATA DAL PRESIDENTE LATTE ITALIANO (GIACOMAZZI) AL
DIRETTORE (BERNI)DEL CONSORZIO PER LA TUTELA DELLA D.O.P. "GRANA PADANO"

Gentile Direttore Stefano Berni
La lettera che le ho inviato, altro non era che una serie di considerazioni
ed interrogazioni che legittimamente quale produttore di Grana Padano D.O.P.
,  ponevo. Queste erano indirizzate, oltre che ai produttori, trasformatori,
consumatori, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni ed organi di
governo, anche alla presidenza e dirigenza del consorzio, e quindi anche a
lei, ma scevra da considerazioni personali sul suo conto, perché come lei
stesso conferma, una persona intelligente e navigata come me ben si
guarderebbe dall’esplicitare in una contingenza così professionale ciò che
pensa sul suo conto.
In questo senso, la sua risposta che la vede trincerarsi dietro affermazioni
del tipo: “ mi conosci”, sullo stile “ non suonerei mai il de profundis dell
’azienda consorzio e quindi mia personale”; non mi sembra ne professionale
ne tantomeno convincente; anche perché se proprio dovessi avanzare delle
ipotesi in tal senso non mi sentirei proprio di garantire in suo nome e
volendone proprio avanzare una, la più ottimista che mi sovviene è pensare
che questa orchestra lei la fa suonare con lo spartito sbagliato.
In più, la risposta da lei inviatami non mi appare affatto “ in tono”, come
lei afferma, ma piuttosto questa si scritta in “politichese rampicante”,
anche se, mi sembra, il terreno inizia per voi ad essere molto scivoloso.
Vi ricordo, infatti, che la mia lettera riportava delle domande ben precise
a cui lei ha ritenuto opportuno non rispondere.
Io ritengo, invece, che la presidenza e il direttore generale di un
Consorzio quale quello per la Tutela del Grana Padano  D.O.P., che
appartiene molto più di quanto voi non immaginiate agli allevatori ed ai
cittadini italiani, abbiano il dovere di rispondere anche se trovano tali
domande scomode.
Nonostante ciò, devo dire che in genere apprezzo lo sforzo di un uomo a
condurre ragionamenti seri. Nel suo caso però non mi sembra che tali sforzi
abbiano condotto alla risoluzione dei problemi che soffocano il settore
lattiero- caseario.
Le tesi che espone nella sua lettera, infatti, mi sembrano le stesse da
ormai quasi 15 anni e nonostante queste i problemi del mercato del grana
padano rimangono insoluti. La contingentazione della nostra preziosa D.O.P.,
tesi che lei ha sposato e sposa tuttora “appoggiando” il sistema quote latte
sul Grana Padano D.O.P. , altro non ha prodotto che la situazione in cui ci
troviamo. Schizofrenica ed irrazionale appunto.
Lei, ancora più semplicisticamente ritiene che” minore quantità di prodotto
uguale aumento del prezzo”. Questa è una tesi da prima pagina del manuale di
economia che tanti anni fa ha letto: “ la scarsità di un bene lo rende
prezioso”.
Ma in un economia globalizzata, questo prodotto di nicchia di cui
fortunatamente disponiamo incontra fenomeni moderni e ben più complessi di
andamento dei mercati, fenomeni che sono in parte descritti dai manuali più
moderni di economia e di marketing (e in genere nella parte centrale dei
testi).E pensi, vi si potrebbe sposare anche la sua semplice tesi, perché la
nostra fortunata D.O.P.   rappresenta per il mondo globalizzato ed amante
del nostro paese, un bene raro e prezioso.
Insomma gentile Direttore, ci spieghi il mistero delle enormi difficoltà che
un bene così favorito dalla sorte e prezioso riesce ad incontrare nelle
vostre mani. Risponda alle nostre domande, non le evada.
Noi gliele riproponiamo nuovamente sicuri che questa volta non dimenticherà
di rispondere:
· Perché la matricola relativa al caseificio si trova solo in una parte
della forma e non inserita in ogni rombo della fascera marchiante, affinché
resti impressa su tutta la forma permettendo la riconoscibilità del
caseificio di produzione anche nella forma tagliata in pezzi?
· Perchè  è stato accettato che possa rimanere socio del  Consorzio di
Tutela del Grana Padano e ancor peggio, consigliere del Consorzio di Tutela
del Grana Padano, chi produce simil-grana?
· Perché il Consorzio di Tutela del Grana Padano non verifica con quale
latte si ottengono gli aumenti di produzione di cui continua a dare notizia,
alla luce delle innumerevoli truffe ed imitazioni di questa D.O.P.   che si
moltiplicano nel mercato attuale e anche se ha ben presente che in Italia 2
litri di latte su 3 è latte prodotto all’estero?
· Perché non è stata promossa e richiesta ai soci la rintracciabilità del
prodotto, imponendo di tracciare la provenienza del latte fino al produttore
di latte ed alla sua anagrafe bovina? - questo è un metodo sicura per
tutelare la nostra D.O.P.  da imitazioni -
· Perché il Consorzio concentra tutte le sue energie nella comunicazione
dell’aumento di produzioni di grana padano D.O.P.   e ben si guarda dal
comunicare, verificare, denunciare, evitare, che i magazzini, anche dei
propri soci, siano pieni zeppi di forme di simil-grana?
· Perché il Consorzio, associazione volontaria di imprenditori, ha assunto
la vigilanza sulla D.O.P evitando che spetti al ministero, fungendo così da
controllore e controllato?
· Perchè il Consorzio di tutela del formaggio Grana Padano permette che la
parola “Grana” venga adoperata quale nome commerciale di prodotti che con il
vero Grana Padano hanno poco, o meglio nulla da spartire, come i grattugiati
vari (GranMix, Grancubbettato ecc.) o i formaggi in forma denominati “Grana”
o “Gran” e che sono venduti senza crosta???
· Perché il Consorzio di Tutela del Grana Padano permette l’esistenza del
formaggio “Gran Moravia” e quant’altro: stesso tipo di forma  e struttura
del grana padano, taglio a roccia, confezionamento sotto vuoto nella
identica maniera adoperata per il Grana Padano D.O.P ed inoltre, cosa
aberrante, comparendo con la stessa impostazione del segno distintivo della
D.O.P e sulla crosta appare “Gran”?
· Perché il Consorzio non ha mai richiesto a livello comunitario che dal
monte quote assegnato all’Italia nell’ambito del regime delle quote latte,
venisse estrapolato il quantitativo di latte utilizzato per la produzione
del formaggio Grana Padano D.o.p.?
· Perché il Consorzio di Tutela, che è una semplice associazione volontaria,
millanta di essere il detentore della D.O.P Grana Padano, che invece
appartiene al popolo?
· Perché il Consorzio di Tutela non ha mai chiarito ai propri associati che
in base al diritto comunitario la D.O.P. deve essere certificata da un ente
terzo e non dai Consorzio di Tutela e che questi ultimi non hanno alcuna
funzione nella certificazione?
· Perché il Consorzio di tutela non ha mai evidenziato ai propri associati
che in base al regolamento comunitario i produttori della D.O.P. debbono
sostenere solo i costi per la certificazione del prodotto, certificazione
che in Italia è affidata per quanto riguarda il Grana Padano alla società
CSQA s.r.l.?
· E perché in Italia a fronte di un costo di certificazione della D.O.P.
Grana Padano dovuto alla società CSQA s.r.l. di circa soli 0,25 / 0,30 Euro
per forma di formaggio, i produttori associati al Consorzio di Tutela
vengono indotti a credere di dover pagare fino a 17 Euro la forma???
· E ancora perché il Consorzio fa credere ai propri associati che rientra
tra i suoi compiti quello di espertizzare ed apporre sulle forme il segno
distintivo della D.O.P., mentre in realtà dette operazioni sono per legge
affidate alla società certificatrice CSQA s.r.l. ed il Consorzio è
totalmente estraneo alle stesse?
Insomma, gentile Direttore Berni, noi le abbiamo per cortesia e per
principio risposto e riproposto le nostre domande. Ma come lei ben vede e
sa, queste contengono già la risposta. Le difficoltà non risiedono in un
mercato critico ed irriconoscente, angusto e indomabile  ma in una dirigenza
e presidenza quanto meno assenti e spaesate, impreparate a cogliere i fasti
che una preziosa eredità quale il nostro Grana Padano offre su un piatto d’
argento equamente a tutti: produttori e trasformatori, allevatori e
stagionatori.
Pertanto quali produttori di Grana Padano D.O.P., nonché produttori della
preziosa materia prima latte che ad esso ha dato vita, storia, nome ed oggi
come ieri mercato, siamo costretti dai fatti a chiedere le sue dimissioni
perché la vera tutela del Grana Padano D.O.P per storia e tradizione spetta,
viste le circostanze, direttamente alla determinazione di chi con i piedi
nella terra lo ha creato ed ancora oggi gli  dona identità e sostanza.

Vilmare Giacomazzi
Allevatore
Il presidente del Cospa Nazionale
Presidente di cooperativa
Presidente della società Latte Italiano s.r.l. che
produce Grana Padano D.O.P. con tracciabilità fino alla stalla



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