informazioni parlamentari su agricoltura, ...



Vi giriamo una comunicazione giuntaci dal Gruppo parlamentare dei Verdi in
Senato.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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 Si è tenuta questa mattina a Roma la Conferenza stampa "Olio d'oliva: una
scelta di qualità, anche al ristorante" con la partecipazione della
senatrice dei Verdi Loredana De Petris, del Presidente dell'UNAPROL -
Unione nazionale delle Associazioni dei produttori di olive, del Presidente
dell'Accademia dell'olivo e dell'olio prof. Gianfranco Montedoro, del
Presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti, di Maria Dosolina Tonti
in rappresentanza di Slow Food. Vi inviamo in allegato la sintesi della
conferenza, promossa per illustrare il disegno di legge presentato in
Senato che prevede nuove modalità di somministrazione dell'olio d'oliva
negli esercizi di ristorazione per prevenire la circolazione di prodotto
scadente e facilitare la crescita di una nuova cultura dell'olio.

OLIO D'OLIVA: UNA SCELTA DI QUALITA', ANCHE AL RISTORANTE
Dal mondo dei produttori e dei consumatori una proposta per qualificare
l'offerta nei pubblici esercizi del condimento più tipico
dell'alimentazione mediterranea
Un disegno di legge per consentire la somministrazione dell'olio d'oliva
nei servizi di ristorazione solo in contenitori idonei ed etichettati.


Partecipano 

Loredana De Petris    senatrice, capogruppo dei Verdi in Commissione
Agricoltura
Nicola Ruggiero   presidente di UNAPROL, Unione nazionale tra le
associazioni dei produttori di olive
Gianfranco Montedoro   docente di Tecnologie Alimentari all'Università di
Perugia e presidente dell' "Accademia nazionale dell'olivo e dell'olio"
Rosario Trefiletti    presidente di FEDERCONSUMATORI
Maria Dosolina Tonti    in rappresentanza  di SLOW FOOD - condotta del Lazio


Una scelta di qualità e di trasparenza, anche questa è la strada per
promuovere la valorizzazione ed il successo di uno dei prodotti di punta
del 'made in Italy' alimentare nel mondo. Basta con le ampolle anonime:
l'olio d'oliva, il condimento più tipico dell'alimentazione mediterranea,
può essere proposto nei servizi di ristorazione in contenitori idonei ed
etichettati, una richiesta avanzata unitariamente dal mondo dei produttori
e dei consumatori che prende corpo in un disegno di legge presentato al
Senato e in un dialogo avviato da oggi con le organizzazioni degli
esercenti. 

La coltura dell'olivo segna profondamente le abitudini alimentari e il
paesaggio del nostro Paese. Oggi, con oltre 210 milioni di piante e 350
varietà riconosciute, l'olivicoltura nazionale rappresenta un patrimonio
irrinunciabile per il nostro agroalimentare, con una forte incidenza di
export che ha raggiunto nel 2004 il valore di 961 milioni di euro ed un
incremento del 15% rispetto al 2003. Un mercato in cui si assiste ad una
notevole crescita dell'attenzione per il prodotto di qualità, in analogia
ai processi osservati nel comparto del vino nel decennio precedente. I 36
oli di oliva DOP, i biologici e quelli a denominazione d'origine nazionale
rappresentano attualmente circa il 20% dei consumi di extravergine, con un
forte tasso di crescita negli ultimi tre anni. 

 Ma il miglioramento qualitativo deve essere assecondato da una
regolamentazione chiara e da trasparenza nei comportamenti. Sarebbe
opportuna l'introduzione di una categoria extravergine di qualità
superiore, con parametri nutrizionali ed organolettici ben definiti, e la
definizione di regole di etichettatura e commercializzazione più
trasparenti, in grado di prevenire il grave fenomeno della contraffazione.
L'importazione e la miscelazione di oli di dubbia qualità e provenienza e i
procedimenti di raffinazione con aggiunta di additivi chimici, alimentano
ancora la circolazione illegale di prodotto sofisticato che danneggia i
produttori nazionali e mette a rischio la salute dei consumatori. Un
controllo a tappeto effettuato nello scorso mese di ottobre
dall'Ispettorato centrale per la repressione delle frodi ha rivelato
irregolarità nel 64% dei campioni di olio di oliva di origine non italiana. 

La somministrazione al pubblico di olio d'oliva 'anonimo' negli esercizi di
ristorazione può essere uno dei canali per la commercializzazione di
prodotti di qualità scadente. Ma il problema non è solo questo: l'uso di
contenitori in vetro non idonei e privi di chiusure efficaci favorisce, per
effetto dei processi di degradazione avviati dalla luce e dal calore, la
rapida alterazione delle caratteristiche organolettiche dell'olio d'oliva
con il rischio di proporre al cliente un condimento inadeguato per aromi ed
insalubre. Il consumatore non è tutelato in tal modo né sotto il profilo
delle informazioni sulle caratteristiche e sulla provenienza del prodotto
né per quanto concerne il mantenimento delle sue dimostrate qualità
salutistiche. Proporre il condimento in tavola in contenitori idonei ed
etichettati (con indicazione, secondo la legge vigente, della categoria
dell'olio, delle informazioni sul produttore e del lotto di
confezionamento) può inoltre favorire la crescita negli esercenti e nei
clienti della ristorazione di una  nuova cultura dell'olio, con diverse
modalità di presentazione (es. carta degli oli), limitando gli aggravi di
costi. 

Il disegno di legge presentato dalla senatrice Loredana De Petris,
capogruppo dei Verdi in Commissione Agricoltura e Alimentazione, si compone
di un unico articolo e prevede il divieto per gli esercizi di ristorazione
di proporre olio di oliva al consumo in contenitori non etichettati ai
sensi di legge. Le organizzazioni co-promotrici (UNAPROL - Unione nazionale
delle Associazioni dei produttori olivicoli, Federconsumatori, Accademia
nazionale dell'olivo e dell'olio e Slow Food) sono impegnate comunque a
promuovere contatti diretti con la Federazione dei pubblici esercizi (FIPE)
per valutare iniziative condivise ed avviare da subito modalità innovative
di  presentazione ai clienti dell'olio di oliva.
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