16/04 Bologna: A Sud e a Nord del potere dei marchi - la certificazione come business e le alternative possibili



Altreconomie nella corrente

Pratiche di lotta e resistenza delle reti di produzione e consumo
sociale nel mercato globale


Una giornata d'incontri e di scambio tra i piccoli produttori del Sud
del Mondo del Commercio Equo e Solidale, le Reti locali di produzione
biologica e consumo sociale, Botteghe del Mondo, Gruppi d'Acquisto
Solidale e tutte le realtà dell'Autogestione Sociale e Produttiva.

Bologna, 16 Aprile 2005
Via Mascarella, n. 86 - Aule di Lettere e Filosofia (Dams)

Ore 10:30 - 13:00 Convegno

A Sud e a Nord del potere dei marchi: la certificazione come business e
le alternative possibili

Nicola Fumagalli - IFAT (International Fair Trade Association)
Pino Tripodi - T/terra e libertà/critical wine
Antonio Compagnoni - ICEA/Tavolo Regionale bio-equo
Javier Aquiles Castillo Lopez - piccolo produttore nicaraguese di caffè
- SOPPEXCCA
Un rappresentante dei piccoli produttori biologici aderenti al
Coordinamento per la Sovranità Alimentare

Comunicazioni e testimonianze delle realtà presenti

Ore 13:00 - 14:30 Pausa lavori
Sarà possibile consumare un aperitivo a base di prodotti bio-equi

Ore 14:30 - 17:00 Workshop

Pratiche a confronto: le reti di economia solidale e i protagonisti del
cambiamento

Scopo del workshop è quello di mettere in relazione le esperienze
maturate dalle reti di produzione e consumo sociale nel Sud e nel Nord
del Mondo.

Introduce i lavori Alex Jensen ISEC (International Society for Ecology
and Culture)

Ore 17:00 - 19:00 Teatro Forum per agire

Animazione collettiva attraverso la pratica del Teatro dell'Oppresso - A
cura dell'Associazione Giolli


L'iniziativa s'inserisce nell'ambito della Settimana d'azione globale,
dal 10 al 16 aprile 2005, "Liberiamo i diritti, reinventiamo il
commercio", promossa dal Social Forum Mondiale in India


Promuovono: Luna del Pozzo Onlus, Cooperativa sociale Ex Aequo Bottega
del Mondo, Coordinamento per la Sovranità alimentare Terrà e Libertà.

Aderiscono: Altreterre S. Giovanni in Persiceto, Amici dei Popoli, Amici
della Terra, Apertamente, Coordinamento Regionale Botteghe del Mondo CTM
Altromercato, Cooperativa Dulcamara, Cooperativa sociale Equinozio -
Cafè de la Paix, Cooperativa Sociale La Città Verde, Cooperativa Sociale
Pictor, GVC Bologna, Estravagario bio-equo Caffè, Mandacarù Castel S.
Pietro, Nodo Rete Lilliput di Bologna, Pagine Arcobaleno, Percorsi di
Pace Casalecchio

Per maggiori informazioni: www.exaequo.bo.it


UNA GIORNATA PARTICOLARE

La motivazione di fondo che ha spinto gruppi e organizzazioni così
diverse a organizzare l'iniziativa "Altreconomie nella corrente", nasce
dalle confluenza di varie esperienze che negli ultimi anni a Bologna e
nel territorio circostante sono riuscite a realizzare, a vario titolo,
pratiche concrete di economia di relazioni. Comunità di piccoli
produttori biologici, gruppi di acquisto solidale, botteghe del mondo
per un Commercio Equo e Solidale, consumatori consapevoli e
"autorganizzati", hanno creato nuovi spazi e nuove modalità di
cooperazione con lo scopo di promuovere il cambiamento economico e
sociale nel Nord e nel Sud del Mondo, attraverso la partecipazione
attiva nei movimenti di lotta contadina per la sovranità alimentare.
"Altreconomie nella corrente" vuole essere un momento di
approfondimento, scambio e confronto tra gruppi e organizzazioni che
intendono promuovere l'economia solidale quale elemento fondante di una
società basata sulla giustizia e che rifiuta il dogma della crescita
illimitata su cui si basa il nostro attuale modello di sviluppo.
Si tratta veramente di una giornata piuttosto particolare, con approcci
e modalità diverse per affrontare i problemi. Il "taglio" dei lavori è
piuttosto articolato: si parte con un convegno, dove sarà possibile
trovare anche materiali e documenti sui temi proposti, si passa a un
workshop con caratteristiche più decisamente partecipative e si conclude
con un'animazione del Teatro dell'Oppresso a cui nessuno potrà sottrarsi
Š Il tutto all'interno di una cornice dove sarà possibile entrare a
diretto contatto con le realtà sociali e produttive che sceglieranno di
essere presenti.
A Sud e a Nord del potere dei marchi: la certificazione come business e
le alternative possibili.
Il marchio di certificazione nasce come un elemento di garanzia per il
consumatore del Nord del mondo, che sempre più vuole essere tutelato dal
rischio di acquistare un prodotto non realmente biologico o non equo e
solidale. Sulla base di questo bisogno si è innescato il processo di
certificazione, che attraverso le procedure di controllo e monitoraggio
dei produttori dovrebbe garantire il rispetto delle regole e la tutela
dei consumatori. Ma il processo di certificazione è piuttosto oneroso
(tante sono le imprese che ne hanno fatto un elemento di business), i
cui costi si abbattono soprattutto sui piccoli produttori del Sud e del
Nord del mondo, che subiscono le politiche di marchio pur di riuscire a
commercializzare i loro prodotti. Organizzazioni del Commercio Equo e
Solidale, piccoli produttori biologici e consumatori critici, hanno
messo in pratica delle concrete alternative. Scopo del convegno è quello
di stimolare un confronto tra alcuni di questi protagonisti e indicare
quali possono essere i percorsi comuni da intraprendere.
Pratiche a confronto: le reti di economia solidale e i protagonisti del
cambiamento
Cinquemila euro valeva la vita di Irmà Dorothy per i latifondisti
brasiliani dello stato del Parà. Sei proiettili l'hanno costretta a
lasciare il suo corpo, rendendolo muto e arrossato di altro sangue, il
rosso ocra della terra amazzonica. Dicono che per un istante anche la
foresta abbia taciuto, come a rendere omaggio a un'amica, per poi
riprendere subito dopo il suo canto millenario, quasi incredula di tanta
brutalità. A suor Dorothy, perché questo era il suo mestiere per quegli
strani accadimenti dell'esistenza umana, le parole della Bibbia sono
rimaste strozzate in gola come la sua sete di giustizia che la spingeva
a fianco dei più poveri, di chi non ha mai avuto voce, soffocata dal
frastuono delle armi. Eppure suor Dorothy parla a tutti noi, anche in
questa giornata, non certo da un'icona di martire che non avrebbe
apprezzato, ma per la sua capacità di mettere la relazione umana al
centro del proprio agire. La possibilità di costruire attorno a un filo
di parole e di pratiche di produzione un lavoro di rete che trasformi la
qualità delle relazioni sociali esistenti, valorizzando le nostre
singolarità e rifiutando questa democrazia del consumo che tutto
appiattisce e uniforma nell'afonia della solitudine urbana. Una filiera
corta che valorizzi la cooperazione tra produttori, o consumatori che
dir si voglia, una distribuzione equa e solidale. E' questo, ad esempio,
il valore aggiunto del mercato bolognese del giovedì all'exM24. Un
percorso che si va arricchendo di alcuni temi chiave quali il prezzo
sorgente, l'autocertificazione, le denominazioni comunali. Una traccia
che ci spinga al di fuori dell'autoreferenzialità a incidere realmente
nei nostri territori.
Una trasformazione, non una testimonianza. Un tentativo.
Forse a Irmà Dorothy sarebbe piaciuto perché "noi che non eravamo
niente, noi saremo tutto