...Comune perché la deriva innescata dalla Casa delle Libertà con le
sue leggi sul lavoro...
Faccio presente che la
liberalizzazione del mercato del lavoro è cominciata sotto il governo Prodi
(legge 196/97 detta "pacchetto Treu", rivista dall'art.64 della legge 488/99
sotto il governo D'Alema) che ha dato il via libera alla nascita del lavoro
interinale. Del resto, il ministro Berlinguer prolungò la condizione di
precari per migliaia di professori, lasciati con il contratto in scadenza. Per
approfondimenti, oltre alle migliaia di storie reperibili già su Internet (ad
es.:www.tipiatipici.it), segnalo: Il
bluff di Domenico Walter Rizzo - Editori Riuniti. Purtroppo, l'abolizione
delle leggi neoliberiste in materia di mercato del lavoro non fa parte del
programma economico nè della Margherita nè dei Democratici di Sinistra
(sinistra?), nè queste forse politiche ventilano l'idea di sussidi maggiori
allo stato sociale. In effetti, non è questa l'unica analogia che le
principali due forze del centrosinistra hanno col programma del centrodestra.
Si veda, ad esempio, la posizione sulla guerra in Afghanistan e Iraq, quando
Rutelli, che si è avvalso della legge sull'obiezione di coscienza, ha votato a
favore della guerra e ancora è della stessa idea. Nè vi sono accenni alla
diminuizione delle spese militari. Non si è sentita alcuna proposta sul
conflitto di interessi, che, colpevolmente hanno lasciato irrisolto al termine
della passata legislatura. Nè queste due forze parteciparono alle
manifestazioni del G8 di Genova. Il senso che esse hanno della democrazia si
legge tutto nell'invito fatto a Bertinotti di non candidarsi alle primarie del
centrosinistra. Purtroppo, non la sinistra, ma il centrosinistra comincia dai
Comunisti Italiani, passa dai Verdi e termina in Rifondazione Comunista. Il
resto è neoliberismo e tra i vari partiti è una semplice questione di
sfumature. Il popolo di sinistra era e rimane molto deluso, perchè -perdonate
la banalità- i rappresentanti politici di sinistra non hanno comunque il
coraggio di dire qualcosa di sinistra. Del resto, essendo gli stessi
esponenti che hanno perso le elezioni politiche del 2001, è naturale che
non abbiano cambiato idea. Non dò affatto per scontata la vittoria del
centrosinistra di Prodi, ma -cosa ben più grave- non penso che la
coalizione di centrosinistra, una volta al governo, cambi in materia
determinante l'orientamento nel campo economico, sociale, in materia di
diritto allo studio e di libertà di stampa.
Carmine
D'Alessio
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