rassegna stampa: GDO - NUOVI MANAGER PER CARREFOUR



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 14/02/2005
NUOVI MANAGER PER CARREFOUR
Licenziato Daniel Bernard, il gruppo francese ha chiamato Luc Vandevelde (ex
Marks & Spencer) e José Duran
I l ribaltone avvenuto una decina di giorni or sono al vertice operativo di
Carrefour, numero due mondiale della grande distribuzione, è la diretta
conseguenza del fatto che il titolo del gruppo francese ha perso nel giro di
5 anni oltre il 50% della sua valorizzazione: passando da un massimo di 96
euro, agli attuali 40.
A farne le spese è stato il " pdg" Daniel Bernard ( 59 anni) alla testa del
gruppo dal 1992 e artefice nel 1999 della fusione con il concorrente
Promodes che, per la verità, non ha mai funzionato a meraviglia e che non ha
mai dato i risultati sperati.

A sostituirlo, e questo non era mai accaduto in Francia in questo settore
ancora molto concentrato nelle mani di gruppi familiari privati, saranno due
stranieri: il belga Luc Vandevelde ( 54 anni), già numero uno di Promodes,
ma negli anni più recenti a capo della britannica Marks & Spencer e lo
spagnolo José Luis Duran ( 40 anni), un interno del gruppo e attuale
direttore finanziario.
A riprendere in mano Carrefour è comunque la famiglia Halley, fondatrice di
Promodes, che a seguito della fusione detiene il 13% del capitale del
gruppo, sindacato con la famiglia spagnola March, per un totale che supera
di poco il 16%; mentre il 40% è in mano a fondi anglosassoni.

Gli Halley hanno dato carta bianca ai due nuovi manager, ponendo come
obiettivo in tempi brevi, la valorizzazione di Carrefour che adesso è
sensibilmente inferiore a quella dei suoi più diretti concorrenti.
Una mossa che ha avuto una immediata ripercussione sul titolo ( che si è
apprezzato in Borsa), ma anche sulla valutazione di alcuni analisti
(come Oddo e Sg) che hanno indicato a 44 45 euro il potenziale obiettivo del
titolo nei prossimi mesi.

« Cambiare il vertice operativo di Carrefour — dice un analista — non vuol
dire avere risolto i problemi dell'azienda. Per questo stiamo monitorando da
vicino il gruppo per capire quale sarà la strategia che il nuovo management
adotterà » .
Tra i punti di debolezza individuati c'è la costante perdita di quote di
mercato degli ipermercati in Francia, oltre a una espansione internazionale
che non ha dato il rendimento sperato ed è anzi in molti casi deficitaria.

I numeri, del resto, parlano chiaro. Il gruppo, che fattura circa 90
miliardi di euro, è presente in 30 Paesi, occupa oltre 420mila addetti e
conta su oltre 10mila magazzini multiformato ( ipermercati, supermercati,
hard discount), ha visto la sua performance degradarsi, soprattutto per
quanto riguarda la quota di mercato in Francia scesa dal 17,8% di 5 anni fa
all'odierno 14,6%. A tutto vantaggio di concorrenti come Leclerc o Système U
che sono oltrettutto di taglia più modesta.

Vandevelde e Duran avranno quindi il difficile compito di ricostruire il
modello vincente di Carrefour che un tempo si vantava di avere almeno " un
quarto d'ora di vantaggio" rispetto a tutti i suoi principali competitor.

Questo significa che i due manager dovranno investire nella struttura
(tra il 2004 2005 è previsto un impegno di 650 milioni di euro) e ridurre i
prezzi di vendita al dettaglio dei prodotti, tenuti elevati rispetto alla
concorrenza per finanziare l'espansione del gruppo.
E' per questo che nei progetti a breve c'è la necessità di ridisegnare la
presenza estera di Carrefour, in particolare per quanto riguarda certi Paesi
latinoamericani, come il Messico (29 magazzini), ma anche la Corea del Sud e
il Giappone (8 magazzini).
La parola d'ordine è dunque di " serrare i bulloni" in modo da rilanciare la
Francia ( 50% della cifra d'affari complessiva del gruppo), da ridurre i
costi di gestione, da limitare gli stock al minimo e da far valere la taglia
del gruppo negli acquisti.

Contemporaneamente verranno ceduti asset per circa un miliardo di euro e ai
direttori dei principali magazzini verrà data una più ampia autonomia di
gestione in modo da favorire la concorrenza interna.
Ma del resto la strada è obbligata e Luc Vandevelde ci ha abituati a questo
tipo di interventi: per rilanciare Marks & Spencer, il manager belga aveva
utilizzato infatti il pugno di ferro, ricentrando il business in Gran
Bretagna e chiudendo nel contempo importanti mercati come la Francia, fonti
di pesanti perdite.

Carrefour, secondo alcuni analisti, è un gigante addormentato che ha bisogno
di cure per uscire dal torpore in cui si trova. Il gruppo è comunque
patrimonialmente solido e il suo business ha bisogno solo di una messa a
punto generale per riprendere vigore.
Probabilmente Daniel Bernard aveva perso di vista gli obiettivi più vicini,
privilegiando dapprima la fusione con Promodes e poi
l'internazionalizzazione, sperando che queste due decisioni strategiche
avrebbero creato valore.
Ma così non è stato e dopo un " profit warning" sui risultati lanciato
nell'ottobre 2004, la situazione è definitivamente precipitata ed è maturato
il cambio al vertice.

Sperando che questo " terremoto" sia sufficiente a risvegliare il gigante
addormentato. In agguato, secondo gli analisti, ci sarebbero infatti la
statunitense Wal Mart e la britannica Tesco. Soprattutto quest'ultima, dato
che « la sua complementarietà geografica e strategica con Carrefour—
riferisce un banchiere — è ideale » .
Oltre al fatto che a questi valori di Borsa, Carrefour costerebbe
relativamente poco e la mancanza di una maggioranza qualificata potrebbe
rendere la preda più semplice da catturare.
Il sole 24 ore, 13 febbraio
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