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rassegna stampa: Il lungo ciclo del cibo
- Subject: rassegna stampa: Il lungo ciclo del cibo
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Wed, 16 Feb 2005 18:25:55 +0100
Vi proponiamo un breve scritto che fotografa una delle contraddizione che il mercato del cibo oggi porta in se e che sta distruggendo qualità e freschezza dei prodotti tipici e dei saperi di un territorio. Dai cittadini consumatori può partire una riflessione utile anche ai produttori e distributori dei nostri alimenti. a cura di AltrAgricoltura Nord Est -------------------------------- tratto da "Comprare informati" - 07/02/05 In questa stagione invernale la nostra terra produce i pregiati radicchi, i cappucci e le verze ricchi di sali minerali, il porro salutare. Conservate nei nostri frigoriferi abbiamo ancora le mele e le pere e soprattutto il kiwi. Ma nelle campagne il lavoro continua fervente. Si sta ultimando la potatura e il riassetto dei frutteti e gli orticoltori stanno preparando i terreni ormai sufficientemente disinfettati dal gelo, sono già state trapiantate le lattughe in serra e nei vivai stanno crescendo le piantine per i trapianti in piena aria. Ad aprile le fragranti lattughe di Lusia ed i nostri turgidi turrioni d’ asparago prenderanno la strada per Milano e Roma, le succose fragole polesane verso la Germania e le tenere insalatine partiranno per la Svizzera. Mentre nei banchi dei supermercati e negozi di Rovigo e provincia appassiranno le lattughe provenienti da Fondi, rinsecchiranno i contorti asparagi napoletani, rosseggeranno le fragole spagnole, sempre ugualmente belle e coriacee anche dopo dieci giorni e spiccherà il giallognolo inodore del semprepresente aglio cinese. Da quando il cibo da fonte di vita è stato trasformato in merce cui applicare il principio del massimo profitto, da quando l’esperto orticoltore è stato trasformato in un produttore conto terzi e il consumatore ha perduto l’abitudine a pretendere i prodotti genuini e ad essere soddisfatto perché può scegliere tra gli scarti che gli vengono propinati, da quel momento - nessuno sa perché - questa perversa logica commerciale fa ubriacare i nostri delicati, freschi prodotti orticoli in giro per l’Europa e si è rotto il legame con le tipicità delle specifiche territoriali. È stato perso il gusto ed il valore della “nostranità”. Si è scisso il vincolo tra coltura e cultura. Ci si è dimenticati che i sapori devono essere veicolati dai saperi. Ma è ancora possibile tornare indietro per chi ha il coraggio, la forza e la pazienza di andare controcorrente. Se i distributori locali, soggetti alla incomprensibile logica commerciale, non vogliono o non sanno proporre i freschi prodotti locali, i consumatori avveduti possono trovare forme di organizzazione e rapportarsi direttamente con i produttori, a loro volta organizzati. Approvvigionarsi in loco vuol dire poter conoscere le metodologie produttive e controllare l’azienda produttrice a tutto vantaggio della sicurezza alimentare, godere della massima freschezza, essere sempre nella stagionalità, contribuire alla sopravvivenza delle piccole aziende e delle varietà vegetali nostrane. Ma vuol dire anche contribuire alla diminuzione del traffico pesante con conseguente minor intasamento viario, minor inquinamento e maggior risparmio energetico. Altra conseguenza, e non di poco conto, è che con più si accorcia la filiera meno costa il prodotto.( R.M.) ---------------------------
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