COCA



India, 350 arresti a manifestazione contro Coca-Cola
Manifestazioni anche negli Usa, mentre in Italia anche il Comune di Empoli
aderisce al boicottaggio
350 arresti e centinaia di feriti è il bilancio delle cariche della polizia
indiana contro i partecipanti alla marcia di 250 km, dal sito d'
imbottigliamento di Coca-Cola a Ballia fino a quello di Mehdiganj, svoltasi
dal 14 al 24 novembre, a cui hanno partecipato migliaia di persone, che
hanno denunciato gli impatti dell'attività della multinazionale sull'
ambiente e la vita delle comunità interessate dai siti produttivi.

I problemi denunciati sono l'impoverimento delle risorse idriche, il loro
inquinamento, insieme a quello del suolo, con gravi conseguenze per gli
agricoltori locali.

Al termine della marcia, i manifestanti hanno deciso di avvicinarsi ai
cancelli dello stabilimento e sono stati caricati violentemente dalla
polizia.

Negli scorsi mesi, Coca-Cola è stata al centro di polemiche, in India, per
la presenza di pesticidi nelle proprie bibite e per l'impoverimento delle
falde acquifere di Plachimada.

Il giorno prima delle cariche della polizia indiana, manifestazioni di
appoggio alle richieste delle popolazioni indiane erano state organizzate in
diverse città degli Stati Uniti da Corporate Accountability International.

In Italia, intanto, dopo la decisione dell'XI circoscrizione di Roma di non
distribuire i prodotti della multinazionale nei propri uffici e nelle scuole
della circoscrizione, anche il Comune di Empoli ha adottato una decisione
simile.

Il 15 novembre, il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno,
presentato da Rifondazione Comunista, contraria la Casa delle Libertà, che
impegna il sindaco e la Giunta "ad intervenire nei confronti della
multinazionale Coca Cola & Company, escludendo tutte le bevande, che da e
per essa vengono prodotte, dalla distribuzione che rifornisce tutti i
distributori presenti nei locali del Comune di Empoli".


 Coca Cola sotto accusa in India
      Dal World Social Forum al villaggio di Plachimada per difendere le
risorse idriche

      Mentre dalla capitale indiana è partita una campagna internazionale di
boicottaggio nei confronti della Coca Cola, la multinazionale verrà
"processata" sul campo da migliaia di attivisti provenienti da World Social
Forum.

      L'occasione è un convegno organizzato dal 21 al 23 gennaio da
ambientalisti e difensori delle popolazioni indigene nel villaggio di
Plachimada, nell'India del Sud, dove ha sede un impianto di imbottigliamento
della Coca Cola, alla quale un tribunale dello Stato indiano del Kerala ha
intimato lo scorso mese di cessare le estrazioni d'acqua dalla falda.

      Secondo gli ambientalisti, verrebbero prelevati circa 1,5 milioni di
litri al giorno, mentre Coca Cola replica che i prelievi si limitano a 300
mila litri e che l'autorizzazione concessa dal governo ne consentirebbe 500
mila.

      Coca Cola ha annunciato il ricorso in appello contro la sentenza, che
ha fatto riferimento all'art.21 della Costituzione indiana, che sancisce
alcuni diritti fondamentali, tra cui quello alla vita. La Corte Suprema ha
già riconosciuto in altri casi il diritto all'acqua come parte integrante
del diritto alla vita. L'impianto della Coca Cola ha comportato un
impoverimento delle risorse acquifere per la popolazione che si
approvvigiona alla falda di Plachimada, ed essendo, secondo il tribunale, l'
acqua una risorsa comune, non si può concedere ad un singolo uno
sfruttamento eccessivo delle risorse di falda.

      Al convegno partecipa anche la leader ambientalista indiana, Vandana
Shiva, che poco prima dell'apertura del World Social Forum è stata una
protagonista del People's World Water Forum (PWWF), tenutosi a New Delhi,
cui hanno partecipato rappresentanti di organizzazioni non governative,
provenienti da più di 60 paesi.

      Il PWWF ha deciso di lanciare il boicottaggio internazionale di Coca
Cola e Suez Degremont. Secondo quanto riferisce OneWorld, Vandana Shiva ha
accusato queste due compagnie di essere "le principali sfruttatrici delle
risorse idriche. Suez è leader della privatizzazione dell'acqua in molti
Paesi e Coca Cola si distingue per i conflitti con molte popolazioni locali
per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse idriche".

      Dopo aver sottolineato che queste due multinazionali non operano da
sole, Shiva ha annunciato che si terranno audizioni pubbliche, verranno
prodotte testimonianze e organizzati workshops.

      Oltre a Plachimada, l'attenzione si concentrerà su casi come quelli di
Varanasa, nell'India del Sud, e di Potisi, in Cile, dove gli ambientalisti
accusano le estrazioni di acqua dalle falde di aver distrutto gli equilibri
ecologici locali, le comunità e le economie indigene.



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