rassegna stampa: UN'E-MAIL A SOSTEGNO DI IGNACIO CHAPELA



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 28/12/2004
UN'E-MAIL A SOSTEGNO DI IGNACIO CHAPELA
Un suo articolo su Nature riportava che varietà indigene di mais in Messico
erano contaminate da OGM, l'università di Berkeley lo vuole licenziare
Dai siti dell' Institute of Science in Society  e della campagna contro
l'ingegneria genetica negli alimenti arriva un appello urgente a inviare
e-mail in sostegno di Ignacio Chapela, lo scienziato che nel 2001 ha
pubblicato su Nature l'articolo sull'inquinamento da mais GM delle varietà
indigene di mais in Messico.
Fin dalla pubblicazione del suo lavoro, Chapela ha avuto la vita dura, ma
oggi viene definitivamente cacciato da Berkeley per l'opposizione del
"Budget Committee," nonostante le numerose prese di posizione in suo favore
di scienziati e colleghi.
Dal sito della campagna è possibile mandare email alle autorità della
California in cui si chiede che Chapela sia reintegrato nel suo ruolo
accademico.
Qui sotto invio un estratto tradotto della mail a Schwarzenegger, in cui si
riprendono i punti principali della questione.
MESSAGGIO A SCHWARZENEGGER, GOVERNATORE DELLA CALIFORNIA
Governatore Schwarzenegger,
le scrivo per metterla a conoscenza di una grande ingiustizia che sta
avvenendo all'Università di California, Berkeley.
Forse ha sentito parlare di un professore di Berkeley, il Dott. Ignacio
Chapela, al quale di recente è stata negata la docenza in circostanze
straordinarie
Il Dott. Ignacio Chapela, assistente presso la Division of Ecosystem
Sciences all'Università della California, a Berkeley, ha preso apertamente
posizione contro i legami tra università e industria biotecnologica.
Dopo la pubblicazione del suo articolo su Nature nel novembre 2001, in cui
riportava che varietà indigene di mais in Messico erano state contaminate da
mais geneticamente modificato, la docenza gli è stata negata.
(...)
Studi successivi hanno poi convalidato i risultati pubblicati nell'articolo
su Nature.
(...)
Chiedo che vi mettiate in contatto con il cancelliere Birgeneau, esprimendo
la vostra preoccupazione su questo argomento.
Per inviare le email cliccare sul sito della campagna:
http://www.thecampaign.org/alert_chapela.php
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Altre informazioni: nonostante il Department of Environmental Science,
Policy and Management si sia espresso per la conferna dell'incarico a
Chapela con uno schiacciante 32 voti a uno, e nonostante il rinnovo del
contratto sia stato votato all'unanimità dallo specifico Campus Ad-hoc
Committee, il comitato finanziario dell'università ha deciso di cessare il
rapporto.
In quest'ultimo comitato siede il professor Rine, che si è distinto (assieme
a un paio di personaggi fittizi inventati dalle agenzie di relazioni
pubbliche delle major biotech) nelle richieste a Nature di smentire
l'articolo di Chapela, sostenendo che
la metodologia era imprecisa (studi successivi -vedi anche sotto- hanno,
invece, confermato i dati pubblicati nell'articolo incriminato).
A orientare la scelta del consiglio per il budget, non sembra estraneo il
contratto stipulato con la ex Novartis (ora Syngenta), che prevede 25
milioni di dollari in 5 anni a favore del Department of Plant and Microbial
Biology, contratto che Chapela aveva ripetutamente ciriticato con
dichiarazioi pubbliche, sostenendo il rischio di conflitti di interessi e il
controllo delle imprese sulla ricerca.
(Unimondo.org, 27 dicembre 2004 )

Vedi anche:
- IL RAPPORTO SEGRETO SUGLI OGM CHE GLI USA VOLEVANO NASCONDERE
- MESSICO: MAIS CONTAMINATO DA OGM IN 9 STATI
- ALLARME CONTAMINAZIONE OGM IN MESSICO
- ESCE ''L'INGANNO A TAVOLA''

IL RAPPORTO SEGRETO SUGLI OGM CHE GLI USA VOLEVANO NASCONDERE
Greenpeace: "Il NAFTA raccomanda che tutto il mais statunitense che entra in
Messico venga ridotto in farina per evitare la contaminazione e la
dispersione nell'ambiente".
Roma, 19/10/04 Greenpeace ha reso noto oggi un rapporto del NAFTA che
raccomanda che venga ridotto in farina tutto il mais statunitense che entra
in Messico per evitare la contaminazione delle sementi e la conseguente
dispersione in ambiente.
Secondo il rapporto, il Messico dovrebbe anche mantenere la moratoria sul
mais transgenico per tutelare la propria biodiversità.
Nel 2003 gli Usa hanno esportato in Messico oltre 5,5 milioni di tonnellate
di mais, almeno il 30% del quale transgenico.
Mancando negli Stati Uniti ogni forma di segregazione, tutto il mais Ogm
importato in Messico andrebbe etichettato come Ogm, come sostiene anche il
rapporto stilato dalla Commissione per la cooperazione ambientale del NAFTA
(North American Free Trade Agreement ).
Non è un caso, insomma, che il governo Usa abbia bloccato la pubblicazione
di questo rapporto che è stato completato a giugno.
“Visto che il rapporto riconosce i rischi ambientali del mais Ogm, diventa
difficilmente sostenibile il ricorso statunitense al Wto contro la moratoria
europea sugli Ogm, in vigore dal 1998” afferma Federica Ferrario,
responsabile campagna Ogm di Greenpeace.
In agosto, il Wto aveva accettato la richiesta europea che una commissione
di scienziati venisse consultata prima di una decisione su questa vertenza.
Il rapporto NAFTA dovrebbe essere ora un valido sostegno alla posizione
europea orientata al principio di precauzione: la seconda udienza del caso
al Wto è prevista per il 23-24 novembre.
“E’ soprendente che la Commissione Europea non sostenga gli Stati membri che
vengono attaccati al Wto e chieda loro di eliminare i bandi nazionali agli
Ogm, quando è l’Organizzazione del libero commercio a sostenere la moratoria
sulla coltivazione del mais Ogm e a segnalare i rischi dell’importazione di
Ogm” sostiene Ferrario.
La Commissione ha usato la vertenza al WTO come scusa per imporre l’
approvazione di nuovi Ogm in Europa nonostante la preoccupazione di diversi
stati membri sulla loro sicurezza. Ha anche minacciato azioni legali contro
gli Stati che mantengano la moratoria sugli Ogm, sotto accusa da parte degli
Stati Uniti.
Di “clausole nazionali di salvaguardia” si discuterà il prossimo 29 novembre
al comitato di regolamentazione della Direttiva 2001/18/EC.
Greenpeace, 19 ottobre 2004

MESSICO: MAIS CONTAMINATO DA OGM IN 9 STATI
La notizia diffusa dalla coordinatrice della campagna OGM  di Greenpeace in
un meeting sui problemi dell'industria maidicola locale
Secondo Liza Cervantes Tores, coordinatrice della campagna OGM di Greenpeace
Messico, in ben nove stati del paese il mais convenzionale é stato trovato
contaminato da mais OGM.
La Torres ha comunicato la notizia a un meeting fra le organizzazioni di
agricoltori, ambientalisti, gente del luogo e scienziati riguardo ai
problemi che dovrà affrontare il settore maidicolo messicano.
Il meeting ha ha fatto appello alle autorità nazionali di limitare la
diffusione di mais OGM e di incoraggiare la coltivazione di mais biologico,
ha riferito il Latin American News Digest.
Traduzione di Marina Littek
Articolo originale disponibile su:
http://just-food.com/news_detail.asp?art=57899&dm=yes
just-food.com, 21 giugno 2004


ALLARME CONTAMINAZIONE OGM IN MESSICO
Il ‘frankencorn’  sfugge al controllo dei laboratori di ricerca. L'allarme
di scienziati e agricoltori
Ad una conferenza tenuta ad Oaxaca (Messico) Amanda Galvez, capo del
dipartimento messicano sulla biosicurezza e gli OGM, ha detto che uno studio
finanziato dal governo federale ha confermato numerosi casi di trasferimento
di geni modificati alle piante convenzionali. Lo studio non e’ ancora stato
completato e verra’ pubblicato ufficialmente a giugno.
Il Messico ha dichiarato una moratoria sul mais geneticamente modificato nel
1998, rendendo illegale la coltivazione al di fuori dei laboratori
autorizzati. Nonostante questo, in uno studio su 188 comunita’ nello stato
di Oxaca in cui si coltiva mais, Galvez ha detto che il 7.6 % delle piante
campionate nel 2001 era geneticamente modificato. Galvez ha detto che le
autorita’ hanno messo in guardia gli agricoltori che esisteva la possibilita
’ che stessero piantando semi OGM, e hanno fatto in modo di ridurre la
percentuale di semi OGM allo 0,11 con misure successivi. Ma ha anche
aggiunto che la percentuale di piante inquinate non sara’ mai zero.
 “Possiamo cercare di ridurre la diffusione di queste piante, ma non
possiamo tornare indietro e fermare il tutto adesso” ha detto Galvez. Aldo
Gonzalez, rappresentante di un gruppo di agricoltori, ha protestato che I
dati erano incompleti. “ Vorrei chiedere se la percentuale di OGM e’ davvero
scesa o se i livelli ridotti registrati indicano semplicemente che gli
scienziati non sono in grado di identificare gli organismi OGM di seconda
generazione”.
(CBS news, 11 marzo 2004)

Gli agricoltori messicani sono ansiosi di proteggere dall’inquinamento
genetico il mais che i loro antenati hanno sviluppato negli scorsi 7000
anni.  Agricoltori e scienziati hanno detto che sono necessari finanziamenti
per studiare metodi specifici per proteggere il piu’ grande ‘pool genetico’
di mais al mondo.
(Reuters, 3 marzo 2004)


ESCE ''L'INGANNO A TAVOLA''
Vandana Shiva: "I giganti del biotech stanno usando l'ingegneria genetica
per arrivare a controllare le nostre vite e i nostri sistemi alimentari,
attraverso la menzogna e la paura".
I giganti del biotech come Monsanto stanno usando l'ingegneria genetica per
arrivare a controllare le nostre vite e i nostri sistemi alimentari,
attraverso la menzogna e la paura.
Non manipolano solo la vita, ma anche i fatti.
Ed ecco finalmente in "L'inganno a tavola" abbiamo le prove di come, negli
ultimi anni, le colture e i cibi transgenici siano stati imposti al mondo
con la forza. Abbiamo le prove di come la propaganda abbia preso il posto
della scienza, di come si siano fatti sparire i rischi mettendo a tacere gli
scienziati che lavoravano sui rischi.
L'emergere di nuovi pericoli da nuove tecnologie richiede
un'intensificazione della ricerca pubblica, per valutare i rischi e fornire
conoscenze ai sistemi deputati al controllo della biosicurezza e della
salute pubblica.
Ma proprio quando la ricerca pubblica e' piu' che mai necessaria per
proteggere la salute delle popolazioni, gli scienziati indipendenti che
svolgono studi indipendenti diventano novelli Galileo.
Vengono allontanati dalle loro ricerche e dagli istituti in cui lavorano,
sotto la pressione degli interessi di gruppi ristretti disposti a introdurre
a qualunque costo sul mercato alimenti pericolosi, e impegnati a creare
un'atmosfera generale in cui l'ignoranza dei rischi viene presa per garanzia
di sicurezza.
Tyrene Hayes, uno scienziato dell'Universita' della California a Berkeley,
nel suo laboratorio ha esposto giovani rane a dosi molto basse di atrazina,
il diserbante piu' diffuso; i maschi si sono trasformati in ermafroditi, un
risultato che fa pensare che l'atrazina possa essere un distruttore
endocrino.
Syngenta, la multinazionale che e' il principale produttore di atrazina, per
prima cosa ha tentato di bloccare questo studio. Quando Hayes ha continuato
con fondi propri, ha provato a offrirgli 2 milioni di dollari perché
proseguisse le sue ricerche "in ambiente privato".
Hayes ha declinato l'offerta e ha pubblicato il proprio lavoro negli Atti
della National Academy of Sciences.
Syngenta ha continuato ad attaccare quello studio e a fare di tutto perché
non divenisse lo strumento di politiche utili alla protezione della salute
pubblica e dell'ambiente.
Arpard Pusztai era riconosciuto come la piu' grande autorita' mondiale nel
campo delle lectine quando lavorava al Rowett Institute di Aberdeen, in
Scozia.
Pusztai fu incaricato dal governo britannico di condurre una ricerca per
valutare gli effetti sulla salute prodotti dalle patate geneticamente
modificate.
Cio' che fece fu dare da mangiare le patate transgeniche ai ratti.
Cio' che trovo' fu che i ratti manifestavano danni a molti tessuti e al
sistema immunitario.
Dopo che, con il consenso del suo istituto, ebbe reso pubblici i risultati
della sua ricerca, Pusztai venne licenziato e una vasta campagna fu
orchestrata per screditare il suo lavoro, campagna che vide tra i suoi
protagonisti le piu' alte autorita' dello stato.
La sua casa fu svaligiata, i suoi dati e gli appunti rubati. In seguito, i
risultati delle sue ricerche furono pubblicati sulla rivista Lancet.
In un altro istituto di fama mondiale, la Cornell University, John Losey ha
studiato gli effetti che il mais Bt, ottenuto con l'ingegneria genetica,
puo' avere su specie non-target.
Ha alimentato larve della farfalla monarca con foglie di una comune erba di
campo cosparse di polline del mais Bt.
Moltissime delle larve che avevano mangiato le foglie col polline Bt sono
morte, mentre le larve del gruppo di controllo nutrite con foglie spolverate
di polline non geneticamente modificato sono sopravvissute tutte.
Questo studio innocente ha scatenato la furia della Monsanto e della
Novartis, che continuano a ripetere che le loro colture Bt, appositamente
ingegnerizzate per uccidere parassiti come il "bollworm" del cotone e la
piralide del mais, non hanno alcun effetto sulle specie non-target.
Uno scienziato dell'Universita' della California a Berkeley, Ignacio
Chapela, ha scoperto che il polline del mais geneticamente modificato ha
inquinato le varieta' naturali che crescono in Messico, il centro mondiale
della biodiversita' del mais; lo studio di Chapela e' apparso sulla rivista
Nature nel novembre del 2001.
Quel lavoro avrebbe dovuto suonare come un grosso campanello d'allarme sul
fatto che l'inquinamento portato dalle piante transgeniche puo' contaminare
la biodiversita' per sempre.
E invece il Bivings Group, l'agenzia che cura le pubbliche relazioni per
Monsanto, ha lanciato una poderosa campagna [utilizzando soprattutto
Internet] attraverso esperti che si sono spacciati per scienziati usando
nomi fittizi.
Gli editori di Nature, non abituati a forme di pressione cosi' aggressive,
hanno fatto qualcosa che non ha precedenti nei 133 anni di esistenza di
questa rivista scientifica: hanno pubblicato una prudente lettera di
parziale sconfessione del lavoro di Chapela.
Le ripetute pressioni dei sostenitori del biotech hanno stroncato la
carriera accademica di Chapela a Berkeley.
La strategia di manipolazione dei risultati scientifici e dei sistemi di
regolamentazione messa in atto dalle multinazionali pone serie minacce
all'indipendenza della scienza e alla salute pubblica.
Nel 2002 Monsanto e' riuscita a manipolare le autorita' indiane in modo da
ottenere l'autorizzazione a seminare il proprio cotone GM.
Questo cotone si e' rivelato un fallimento. Piu' di 12 ricerche
indipendenti, compresi gli studi governativi, hanno dimostrato che, al posto
delle 3 tonnellate per ettaro promesse, il cotone GM ha reso soltanto 400 kg
per ettaro.
I coltivatori, anziché veder aumentare il proprio reddito di 20000 rupie per
ettaro, hanno perso 12800 rupie per ettaro. Questi studi sono stati
ignorati.
Ed invece Martin Qaim dell'universita' di Bonn e David Ziberman
dell'Universita' della California a Berkeley, senza aver mai neppure visto i
campi degli agricoltori indiani nella stagione di questi raccolti, hanno
pubblicato su Science un articolo in cui dicono che l'esperienza del cotone
Bt fatta dall'India e' stata positiva e che il rendimento e' aumentato
dell'80%.
Qaim e Ziberman hanno utilizzato dati forniti loro da Monsanto-Mahyco, non
hanno mai condotto una propria valutazione indipendente.
In Kenia la Monsanto si e' servita di Florence Wanbugo per proclamare i
supposti miracoli dell'ingegneria genetica della patata dolce.
Oggi la falsita' di questi pretesi successi e' un fatto provato.
La scienza si sta riducendo a un cumulo di informazioni "delle
multinazionali, dalle multinazionali, per le multinazionali".
Senza liberta' e indipendenza non c'e' scienza, ci sono soltanto abili
strategie di comunicazione e propaganda.
Desidero esprimere la piu' profonda stima ai molti amici coraggiosi che
hanno pagato di persona l'essersi battuti in difesa della sicurezza e della
liberta' di noi tutti.
Desidero ringraziare Jeffrey Smith per questo libro coraggioso.
Sono molto lieta di presentare al pubblico italiano questo libro che, sono
convinta, avra' un ruolo fondamentale nel favorire la transizione dai "semi
dell'inganno" ai "semi della liberta'", liberta' per gli agricoltori,
liberta' per i consumatori, liberta' per gli scienziati e liberta' per tutte
le specie viventi.
(Vandana Shiva)
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"Questo libro unisce un'acuta analisi della vera natura dell'ingegneria
genetica, una critica devastante sui rischi per la salute e per l'ambiente
delle colture GM, ed esempi gravissimi sulla manipolazione della scienza e
dei mezzi d'informazione da parte dell'industria biotecnolgica".
Michael Meacher, ex ministro inglese dell'ambiente
"Un economista americano ha raccolto le ricerche sulla sicurezza degli
alimenti biotech e le testimonianze di scienziati messi a tacere per
favorire l'industria. L'effetto? Allarmante".
D. La Repubblica delle Donne
"Ogm: studio choc dagli Usa. Uno studioso americano denuncia i pericoli
degli Ogm, un centinaio di persone sono morte e tra 5.000 e 10.000 si sono
ammalate".
Vita non profit magazine
In netto contrasto con le rassicurazioni della propaganda ufficiale, il
libro mette a nudo le macchinazioni delle industrie biotech e dei governi
per nascondere all'opinione pubblica i pericoli degli alimenti GM gia' sulla
nostra tavola.
Con uno stile avvincente e un grande talento nel trattare temi scientifici
con precisione e chiarezza, l'autore riesce a fondere il miglior giornalismo
d'inchiesta con l'arte del racconto.
Jeffrey M. Smith e' direttore e fondatore dell'Institute for Responsible
Technology. Da oltre dieci anni e' impegnato per diffondere informazioni
sulla sicurezza degli alimenti geneticamente modificati.
L'edizione italiana e' arricchita dal capitolo "Italia: liberi da OGM",
redatto da Roberto Conti (Vicepresidente ANCC-Coop), Stefano Masini
(Responsabile Ambiente-Territorio Coldiretti) e Ivan Verga (Vicepresidente
Verdi Ambiente e Societa', VAS).
Dal 16 aprile in libreria
L'INGANNO A TAVOLA -  Le bugie delle industrie e dei governi sulla
sicurezza dei cibi geneticamente modificati
di Jeffrey M. Smith, pagg. 224, euro 18,00, Nuovi Mondi Media
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N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at italytrading.com