Latte in polvere - Raccolta articoli ottobre 2004



Latte: Bedoni, da allevamento a consumo i conti non tornano


Roma, 26 ott. (Adnkronos) - ''Per il latte i conti non tornano nelle culle,
sulle tavole e soprattutto nelle stalle anche perché dall'allevamento al
consumo i prezzi aumentano di quattro volte per quello fresco della
colazione mattutina, di oltre cinque volte per quello di pecora quando
diventa formaggio pecorino e fino a sedici per quello in polvere destinato
all'infanzia''. E' quanto ha denunciato il presidente della Coldiretti,
Paolo Bedoni, in occasione della presentazione del rapporto sull'allevamento
in Italia dell'Associazione italiana allevatori (Aia). Dopo l'intervento del
ministro Sirchia e l'istruttoria nei confronti del latte per l'infanzia, si
legge nella nota dell'organizzazione agricola nazionale, l'Autorità garante
della concorrenza e del mercato dovrà intervenire anche sul ricorso
presentato dalla Coldiretti a proposito del pecorino sardo. Infatti, secondo
Coldiretti, ''in Sardegna pochi industriali fanno ''cartello'' su questo
prodotto tipico imponendo le proprie condizioni economiche a danno di
allevatori e consumatori''.

                                       (Resto del Carlino, 26-OTT-04 14:19)



AFFARI SPORCHI
Latte in polvere: no mamma, no logo

Riecco il latte in polvere. Con l'audizione all'Antitrust del Movimento dei
consumatori, è tornata la denuncia della truffa del biberon: in Italia il
latte in polvere per i neonati costa molto, molto di più che all'estero. E'
uno scandalo, noto da diversi anni. Ma in tempi di penuria gli occhi di
tutti vanno ai prezzi. E' un meccanismo normale, semmai colpisce - come
notava l'altroieri Franco Carlini su questo giornale - il fatto che qualcuno
ancora pensi che il prezzo lo fa il mercato (soprattutto in campo
sanitario). E colpisce anche il genere di beni su cui si concentra lo
scandalo dei prezzi: i vaccini anti-influenzali, il latte artificiale.
«Beni» sui quali converrebbe indagare, oltre che sul prezzo, anche
sull'effettivo bisogno di acquistarli. Prendiamo il vaccino contro
l'influenza: perché un sessantenne in salute o un bambino che non ha
particolari problemi dovrebbe aver paura di prendere l'influenza? In questo
caso, la campagna per l'abbassamento del prezzo ha due effetti per i
produttori: a quello negativo (devono ridurre il prezzo) fa da contraltare
l'effetto positivo della pubblicità (tutti ne parlano, il governo
interviene, dunque il vaccino serve). Insomma, sul «mercato sanitario» si
tocca con mano quella che gli economisti chiamano «asimmetria
dell'informazione». Nel caso del latte artificiale l'asimmetria è un
baratro. Sul «capitale» del 16 luglio 2004 abbiamo chiesto alle Coop: perché
non importate il latte dall'estero a prezzi minori? Ci hanno risposto:
facciamo di più, vendiamo il nostro che costa molto ma molto di meno dei
vari Nestlé, Milupa, ecc. Solo che non lo compra nessuno. Il perché, lo
aveva appurato qualche anno fa l'Antitrust, rivelando che la «scelta» del
latte è fatta alla nascita, nei reparti pediatrici degli ospedali, dove le
grandi case produttrici sono presenti con una spartizione ferrea. Insomma,
tra il «consumatore» (il bambino, ossia la sua mamma che compra il latte) e
il venditore c'è una folla di intermediari che intervengono nel momento più
urgente e delicato del bisogno, la prima poppata. Fanno di tutto per
disincentivare il latte artificiale? E se costretti a consigliarlo, in base
a cosa scelgono la marca? (r. c.)

                                   (Il Manifesto, 22/10/2004)


LATTE PER I NEONATI: Costi discutibili

VALPIANA (PRC): SANITÀ, LATTE GRATIS PER TUTTI. MEGLIO SE MATERNO. "Il latte
in polvere non è, come con superficialità afferma il ministro della salute,
un bene di consumo, ma un elemento essenziale per la sopravvivenza dei
neonati che non possono essere allattati al seno: una necessità primaria,
non un semplice alimento, ma un vero e proprio "salvavita". E' quanto
dichiara Tiziana Valpiana, capogruppo di Rifondazione Comunista in
Commissione Affari sociali e nella Commissione bicamerale per l'infanzia, a
commento delle affermazioni del ministro della Salute Girolamo Sirchia - Le
associazioni dei genitori e dei consumatori, giustamente, chiedono un
allineamento dei prezzi, in Italia artificiosamente e scandalosamente alti
per un?intesa tra i produttori, a quelli europei, ma dovrebbero anche
rivendicare il costo del latte artificiale, quando necessario, a carico del
servizio sanitario nazionale. In questo modo il ssn potrebbe, certamente,
strappare prezzi più adeguati, le famiglie non dovrebbero spendere cifre
esorbitanti, e si potrebbe ridurre il numero di bambini allattati
artificialmente proprio a causa dell?imposizione del mercato. Compito del
ministro della salute, come chiedono numerosi atti votati dal parlamento,
tutta la comunità scientifica mondiale e la stessa OMS, è impegnarsi con
sostegni concreti, informazione corretta ed una politica rigorosa contro la
penetrazione pubblicitaria dei surrogati del latte materno, per la
promozione dell'allattamento naturale. La salute collettiva e, quindi, la
spesa sanitaria ne trarrebbero un vantaggio che conclude Valpiana - potrebbe
essere impiegato per aumentare i periodi di aspettativa concessi alle madri,
per effettuare campagne di informazione e per riconvertire i punti nascita a
presidi per il sostegno dell?allattamento naturale, vera garanzia di salute
fisica, psichica e relazionale per i nuovi nati.".

                           (Roma, 21 ottobre 2004)



Firenze: campagna di sensibilizzazione per l'allattamento al seno e
battaglia per ridurre il prezzo del latte artificiale


25/10/2004 - Si è appena conclusa un'impegnativa battaglia per ridurre il
prezzo del vaccino antinfluenzale ed è scoppiata la "bagarre" sul prezzo del
latte artificiale. Queste le parole di Susanna Agostani, consigliere
comunale della città di Firenze che precisa: "Il tema della salute infantile
e delle cure degli adulti ai bambini è un cardine dell'offerta per
migliorare la qualità della vita che coinvolge le istituzioni e la
collettività. Nell'educare a nuovi comportamenti e stili di vita anche nella
nostra comunità cittadina è doveroso diffondere qualche dato significativo,
anche su questo argomento. In Italia il latte in polvere è venduto a 40 euro
al chilo, in Francia a 18, la media europea si attesta a 10 euro.

Da noi, nel 2000, l'Antitrust multò sei aziende farmaceutiche, condannandole
per "aver fatto cartello". Dato che i prezzi sono restati alti, l'Antitrust,
tre mesi fa, ha riaperto una nuova istruttoria. Nel frattempo, la procura di
Torino ha aperto un'inchiesta per "aggiotaggio" nei confronti di cinque
aziende. La Federfarma, che rappresenta sedicimila farmacie, ha valutato la
possibilità di importare il latte dall'estero, rinunciando dopo aver
verificati gli alti costi di riconfezionamento ed etichettatura.

Adesso minaccia di ritirare il latte artificiale dagli scaffali, se il suo
prezzo non si avvicinerà a quello degli altri paesi. Eppure, le mamme
italiane che allattano almeno fino al sesto mese di vita sono soltanto il
4%. Quelle che usano il latte artificiale già dopo pochi giorni dal parto
sono arrivate al 25%. Nell'ambito di un percorso, avviato da anni al Meyer,
sarà necessario affiancarci come istituzioni, per informare e formare i
giovani genitori sull'importanza di garantire, quando possibile, il
nutrimento materno, anche parziale. Oggi, invece, queste persone vengono
contattate soprattutto dai fornitori di latte artificiale. Alla luce di
questo "braccio di ferro" per far abbassare i prezzi imposti dalle aziende
farmaceutiche per il latte in polvere, acquista maggior forza la campagna
che la Regione Toscana sta portando avanti per l'allattamento al seno, una
campagna di sensibilizzazione importantissima.

Far sapere a tante mamme come l'allattamento al seno contribuirà
positivamente alla futura vita sociale del figlio. L'allattamento al seno
produce una naturale formazione di anticorpi alle principali malattie,
diminuisce lo sviluppo di allergie e intolleranze alimentari».
HC 2886 - 2004 NZ


     Sanità/Latte in polvere: Volontè: "Dopo i vaccini, il latte!
auspicabile intervento di Sirchia"

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     21/10/2004

     "E' urgente ed indifferibile un intervento del Ministro della Salute
per calmierare e ridurre il prezzo del latte in polvere. Già lo scorso anno
si evidenziò il grave fenomeno di distorsione dei prezzi. E' opportuno
intervenire subito per risolvere il problema dell'aggravio dei costi per
molte famiglie italiane. Del resto il Ministro ha dimostrato, proprio in
questi giorni, con la riduzione del costo dei vaccini e il conseguente
accordo tra imprese e farmacie, che è possibile ed auspicabile affrontare i
problemi dalla parte dei cittadini". E' quanto dichiara, in una nota, il
presidente del gruppo Udc alla Camera on. Luca Volontè. "Quello del latte in
polvere, che molti genitori soprattutto nelle zone di confine acquistano
all'estero, è uno dei tanti esempi con i quali si evidenzia l'emergenza
famiglia nel nostro Paese. La riduzione fiscale deve partire proprio da qui:
le tasse si pagano in base al reddito, al numero e all'età dei figli"



     LE TAPPE


     Dalla prima inchiesta alla riduzione: quattro anni e mezzo di
battaglia

     Fu il Garante per la concorrenza a denunciare nel 2000 l'esistenza di
un «cartello»

     Da Trento (D.And.)

     Una vicenda che si trascina da oltre quattro anni. Almeno da quando
esplose lo «scandalo» dei costi del latte in polvere per neonati. Ecco le
tappe principali.
     Marzo 2000 Emerge il fenomeno «biberon d'oro»: l'Autorità Garante per
la Concorrenza ed il Mercato multa le principali aziende produttrici di 6
miliardi di vecchie lire complessive per aver stretto un vero e proprio
«cartello» di mercato, volto a far lievitare il latte artificiale italiano
     24 ottobre 2000 Il ministro della Sanità Umberto Veronesi scrive una
circolare a tutte le Regioni italiane perché vigilino sugli ospedali e i
criteri con cui sono consigliati i sostituti del latte materno.
     Giugno 2001 Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio respinge
il ricorso delle compagnie multate dall'Autorità.
     14 febbraio 2004 Cresce nelle regioni di confine il numero di
consumatori che «vanno a fare la spesa all'estero» (lo documenta Avvenire),
dove il latte costa tre volte meno.
     26 marzo 2004 Il ministro Sirchia incontra le aziende produttrici che
offrono «piena disponibilità» per la riduzione dei prezzi.
     5 maggio 2004 Entro ottobre 2004 «ridurremo del 10% i prezzi di
cessione dei latti in polvere»: lo annunciano 8 case produttrici dopo
l'incontro con il ministro Sirchia.
     19 luglio 2004 La procura di Torino apre un'inchiesta su cinque
aziende produttrici di latte per scoprire se c'è una manovra speculativa
dietro il prezzo elevato.
     5 ottobre 2004 La Regione Toscana, per favorire l'allattamento al
seno, annuncia la sigla di un protocollo con l'Unicef e impedisce agli
ospedali di fornire gratuitamente latte artificiale. Le Asl acquisteranno
soltanto i quantitativi strettamente necessari, da destinare alle neomamme
che non possono allattare a causa di determinate patologie.
     6 ottobre 2004 I neonatologi riuniti a Chianciano Terme chiedono la
«vigilanza ministeriale» sul latte in polvere.
     20 ottobre 2004 S'insedia al ministero della Salute il Tavolo di
lavoro sull'allattamento; si prende atto che la riduzione dei prezzi è
avvenuta soltanto in alcuni casi.
     21 ottobre 2004 Federfarma annuncia: importeremo il latte dall'estero.




                              (Avvenire, 22/10/2004)


Latte Artificiale
caro biberon e non solo


(Publiweb) - Roma, 22 Ottobre 2004. Prezzi eccessivi per il latte
artificiale? E' bene porre in evidenza quello che e' una vera e propria
incongruenza. Le giustificazioni addotte dalle case produttrici appaiono del
tutto ridicole: il prezzo maggiore sarebbe dovuto alla diffusione in Italia
dell'allattamento al seno, che indurrebbe un consumo minore di latte
artificiale, con alti costi di commercializzazione e diffusione. Il che e'
smentito dai dati, visto che proprio laddove il consumo e' minore, come in
Spagna, dove il 44% dei bambini sono allattati esclusivamente al seno, anche
i costi sono piu' bassi. Infatti, in Spagna il latte in polvere costa di
norma 19,6 euro al kg, mentre da noi, con il 37% degli allattamenti al seno,
il prezzo medio raggiunge la cifra di 37,7 euro al kg, circa il 92% in piu',
cioe' il doppio. In realta' "...succede che i produttori di latte in polvere
continuino a offrire aiuti economici alle societa' e organizzazioni di
categoria dei pediatri e degli ostetrico-ginecologi, fondi per incontri e
per riviste (spesso di discutibile valore scientifico) e per strumentazione
scientifica ambulatoriale e ospedaliera (1)". Nel marzo 2000, l'Antitrust ha
imposto una penalita' di 3 milioni di euro a sei delle maggiori ditte
produttrici di latte artificiale (presenti non solo in Italia), per aver
costituito un damping e concordato il prezzo dei propri prodotti, cosi' da
ridurre la competizione e assicurarsi la distribuzione del mercato.
C'e' qualcosa nel mercato dei farmaci e parafarmaceutici che non va. Il
ministro alla Salute dovrebbe intervenire non perche' sollecitato ma di sua
iniziativa. Oltrettutto e' anche un medico e l'ambiente dovrebbe conoscerlo.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc


Latte in polvere: dalla stalla al biberon aumenta di 12 volte
della Confederazione italiana agricoltori Reggio Emilia

REGGIO EMILIA (21 OTT. 2004) - Latte: dalla stalla al biberon l'aumento ha
dell'incredibile. Il prezzo del latte in polvere subisce un rincaro
fortissimo, lievitando di almeno 12 volte. E' quanto sottolinea la
Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito all'inchiesta che
l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha aperto nei confronti
delle ditte produttrici di alimenti per l'infanzia.

La Cia sostiene che siamo di fronte ad una situazione che ha elementi
sconcertanti. Oggi -fa notare- il prezzo medio del latte pagato agli
allevatori italiani è di circa 0,35 euro e per fare un chilo di latte in
polvere ci vogliono dieci litri di latte. Insomma, 3,5 euro che invece
diventano oltre 40 euro al dettaglio. Ed è proprio questo il prezzo che le
industrie produttrici di latte per l'infanzia fanno pagare per una
confezione di appena 900 grammi. Un'anomalia che evidenzia l'assurdità di un
prezzo, quello del latte in polvere, che in Europa viene venduto a costi
decisamente inferiori, anche 10 euro il chilo. Per questo motivo è
necessaria la massima trasparenza e controlli più efficaci per evitare che
si registrino squilibri così marcati.

La Cia ricorda, inoltre, che molto del latte in polvere proviene da
allevamenti stranieri, dove i prezzi alla stalla sono anche più bassi dei
nostri. Questo perché il latte destinato a questa trasformazione non è
paragonabile per qualità e tipicità a quello italiano. Non si comprende,
quindi, come le famiglie italiane possono acquistare un prodotto di
fondamentale importanza a costi così esorbitanti.

La Cia, infine, rileva l'esigenza che si possa valorizzare ulteriormente il
prodotto italiano che in fatto di qualità non ha certo nulla da invidiare a
quelli stranieri. Quindi, più latte made in Italy per dare maggiori garanzie
alla nostra infanzia e sicuramente prezzi più convenienti per le famiglie.

(1) Istituto Mario Negri


LATTE IN POLVERE TROPPO CARO ANTITRUST APRE NUOVA INDAGINE

NUOVA ISTRUTTORIA ANTITRUST CONTRO I PRODUTTORI

SENTITO IL MOVIMENTO DEI CONSUMATORI



Ottobre 2004 -    Quattro anni fa l'Antitrust le aveva accusate di fare
cartello, nel 2004 l'Autorità torna ad occuparsi del caro-biberon ed apre
una nuova istruttoria. Quella volta avevano pagato Nestlé, Heinz Italia,
Milupa, Nutricia, Humana e Abbot, in tutto sei miliardi di lire. Ora sotto
accusa sono finite anche Nutricia Italia, Plasmon Dietetici Alimentari, Star
spa, Mellin, Milte Italia, Chiesi Farmaceutici, Dicofarm, Bristol-Myers
Squibb e Syrio Pharma. Nel 2000 l'Autorità aveva accertato che esisteva
un'intesa tra le maggiori ditte produttrici tendente ad escludere dalla
vendita di latte artificiale la grande distribuzione e limitare la vendita
alle sole farmacie.

A fronte di questa inchiesta e denuncia nulla è però successo in quattro
anni e i prezzi del latte artificiale rimane in Italia uno dei più alti
d'Europa.

A nulla sono valse le denuncie delle associazioni dei consumatori, mentre la
Coldiretti stima che il costo del latte in polvere aumenta di almeno 16
volte nel passaggio dalla stalla al biberon. Un litro di latte che alla
stalla viene pagato 0,33 euro al litro viene a costare 5,5 euro al biberon.
Certo, poi vengono aggiunti elementi nutritivi specifici per i bambini, ma
niente giustifica tali aumenti. Paradossalmente i prezzi hanno continuato ad
aumentare: dai 33,35 euro (in media) al chilo del 2001 ai 37,26 del 2003

Le aziende non commentano e si barricano nel più profondo silenzio.



Intanto i consumatori si organizzano e centinaia di lettere ed e-mail
arrivano in via Maggi, a Milano, da tutta la Lombardia, Piemonte, Emilia
Romagna e Valle d'Aosta alla sede del Movimento dei Consumatori ove si è
costituito già lunedì scorso il primo g.a.s., gruppo di acquisto solidale,
che vende latte artificiale a meno della metà di quanto costi in farmacia e
nei supermercati: 14 e 18 euro, a seconda del tipo, contro 35-40 euro di
media nei normali canali distributivi. L'organizzazione lo importa dalla
Germania, dove costa meno di 10 euro, ma anche dalla Francia, Svizzera,
Austria e Slovenia, dove costa leggermente di più.

La Lega dei Consumatori afferma che l'Italia ha la maglia nera per i
prodotti per l'infanzia ed una famiglia può arrivare a spendere sino a 1260
euro per allattare un bambino.

Da qualche anno nelle regioni del Nord si è diffusa una nuova forma di
shopping oltrefrontiera: mamme e papà attraversano la frontiera per andare a
fare scorta dove il latte costa tanto meno da giustificare il viaggio.

"Lattemiele", questo il nome del primo gruppo d'acquisto, ha fatto il primo
ordine in Germania - Siamo partiti da Humana, una delle marche più diffuse,
ma accettiamo ordini anche per altre - Rispetto al prezzo di vendita sul
sito tedesco da cui acquista, il g.a.s., fa un ricarico di qualche euro per
le spese di spedizione e per lo staff che segue il progetto. Per comprare
basta associarsi, pagando la tessera di 50 euro, che non scade mai. Prossima
tappa, pannolini, omogeneizzati e latte liquido, ma non solo a Milano. "A
settembre contiamo di aprire in altre città, come Venezia, Roma, Torino.
Presto ci sarà una pagina del sito Internet dell'associazione
(www.movimentoconsumatori.it) dedicata all'acquisto del latte. Per ora c'è
un numero di telefono, lo 02.36535386 per chi vuole prendere contatto con il
gruppo.



Ritornando all'inchiesta dell'Antitrust, i dati finora disponibili hanno
messo in luce l'assenza di importazioni parallele, pur in presenza di una
rilevantissima differenza tra i prezzi praticati in Italia e quelli
osservati, per gli stessi prodotti, in altri Stati membri. Pertanto
l'Antitrust si avvarrà in questa istruttoria della collaborazione delle
autorità garanti della concorrenza di altri Paesi della Comunità.