I: rassegna stampa: Ogm, Commissione impossibile



a cura di AltrAgricoltura Nord Est

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Ogm, commissione impossibile
L'esecutivo Ue presieduto da Prodi vota per i semi contaminati
Ultimo tentativo per ammettere una soglia di tolleranza nelle sementi.
Alemanno e il fronte anti-ogm si appellano a Prodi: «Fermatevi!»
LUCA FAZIO
MILANO
La contaminazione genetica dell'agricoltura italiana per colpa di chi?
Romano Prodi, presidente della Commissione europea e leader della
coalizione ulivista, non deve essere troppo contento di veder legato il suo
nome al provvedimento che porterà inevitabilmente alla contaminazione delle
sementi convenzionali e biologiche. Non fosse altro per il fatto che, dopo
aver guidato una Commissione sempre ben disposta verso i giganti del
biotech, il leader del centrosinistra prima o poi sarà costretto a fare i
conti con la maggioranza dei cittadini italiani, che non vuole nemmeno
sentir parlare di organismi geneticamente modificati. Invece, l'ultimo
prezioso regalo alle multinazionali potrebbe essere confezionato proprio
domani dalla sua Commissione con le valigie in mano (la nuova si insedierà
tra due mesi): a Bruxelles verrà messa all'ordine del giorno l'adozione di
soglie di tolleranza per le sementi di mais e colza stabilite allo 0,3%,
senza nemmeno l'obbligo di doverlo segnalare in etichetta. E' la vera
battaglia per l'entrata di fatto degli ogm nel continente europeo. Il primo
a preoccuparsene è il ministro nero/verde dell'Agricoltura, Gianni
Alemanno. "Non ci sono motivi che debbano indurre la Commissione europea -
dichiara - ad accettare una soglia di contaminazione nelle sementi, per
questo mi appello al presidente Prodi e ai commissari competenti affinché
non venga violato il diritto di scelta dei produttori e dei consumatori".
Eppure Prodi sa bene che difficilmente la sua Commissione domani si lascerà
scappare l'ultima occasione utile, anche perché nelle fila della
Commissione entrante siederà un commissario dell'agricoltuta danese,
Mariann Fischer Boel, piuttosto rigido in materia di ogm. Dunque, gira voce
a Bruxelles, Prodi cercherà almeno di salvare il salvabile proponendo di
abbassare la soglia allo 0,1%. Una soglia che però scientificamente
equivale alla cosiddetta "tolleranza zero" e che dunque ha poche
possibilità di essere presa in considerazione dai suoi colleghi europei. A
questo punto gli resterebbe in mano un'unica carta per salvare almeno la
faccia, aprire un contenzioso vero spaccando per la prima volta una
Commissione da sempre favorevole agli ogm.

L'introduzione della soglia allo 0,3% sarebbe una sciagura per
l'agricoltura italiana, che a quel punto potrebbe essere contenuta solo con
l'approvazione di un quadro normativo nazionale sulla coesistenza tra
colture ogm e ogm free (Alemanno ci lavora da mesi e a ottobre potrebbe
finalmente dimostrare che le sue non sono soltanto buone intenzioni). Le
dichiarazioni del mondo ambientalista sono a dir poco allarmate.
"Un'ipotesi raggelante - spiega Francesco Ferrante di Legambiente - se
consideriamo la superficie italiana a mais e la densità colturale a fronte
di quello 0,3% si avrebbero 300 milioni di piante transgeniche in una sola
annata agraria". Ivan Verga, vicepresidente di Verdi Ambiente e Società,
preannuncia un "autunno caldo degli ogm" e si appella a Prodi: "Sappiamo
che ha ben compreso i livelli di rivolta che, a partire dal mondo agricolo,
ambientalista e dei consumatori, accompagnerebbero l'annunciato
provvedimento: quello che ancora non sappiamo è se avrà la lungimiranza di
imporre il proprio veto". Federica Ferrario, di Greenpeace, chiede al
presidente della Commissione uscente di fare "un doveroso passo indietro".
Sulla stessa linea anche la senatrice dei Verdi, Loredana de Petris. "Una
Commissione al termine del suo mandato - spiega - non può adottare
decisioni di tale importanza in contrasto con l'orientamento espresso dal
Parlamento europeo e con le aspettative della stragrande maggioranza dei
produttori e consumatori europei".
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