12 centesimi un kg di grano duro







"Ecco cosa fare per non mortificare la produzione del grano duro"Da un
minimo di 12 a poco meno di 15 centesimi di euro. E' questo -si osserva in
una nota stampa della sezione regionale della Confederazione italiana
agricoltori - il prezzo pagato per un chilo di grano duro dagli industriali
molitori ed è un valore ben al di sotto del prezzo dell'anno scorso. "Così
viene mortificata la produzione del grano duro che in Sicilia copre buona
parte della superficie agricola e smentite le posizioni sostenute in questi
mesi da quanti hanno espresso contrarietà alle scelte compiute dal Ministro
dell'agricoltura relative alla erogazione dell'aiuto comunitario
disaccoppiato dalla produzione, paventando rischi di abbandono delle
produzioni", dichiara Carmelo Gurrieri, presidente regionale della Cia. E
continua: "Le argomentazioni che sono state utilizzate, e che per certi
versi ancora oggi vengono adottate, affinchè si salvaguardi il made in Italy
agroalimentare, appaiono fuorvianti rispetto a quanto si sta venendo a
determinare nel settore del grano duro". La maggior offerta di grano duro
derivante dall'andamento climatico che ha favorito una abbondante produzione
non può essere utilizzata dagli industriali molitori come occasione per
attuare una politica di riduzione del prezzo pagato ai cerealicoltori.
"Questa scelta - conclude Gurrieri - è miope e dannosa e sarà la causa
principale che costringerà i granicoltori a valutare altre opzioni
produttive". La valorizzazione, anche economica, delle produzioni locali su
cui si basa il made in Italy agroalimentare è la condizione indispensabile
affinchè gli agricoltori abbiano le giuste convenienze nella loro attività
produttiva. Quanti rivendicano qualità, quantità e garanzie di fornitura
senza riconoscere il fondamentale apporto che viene dato all'intera filiera
dai produttori cerealicoli mette, nei fatti, a repentaglio la esistenza
stessa del primo soggetto della filiera made in Italy". La Cia siciliana
invita pertanto gli industriali molitori "a non perseguire la strada della
mortificazione del comparto del grano duro e propone invece la stipula di un
accordo interprofessionale che salvaguardi gli interessi e la stessa
prospettiva di tutti i soggetti della filiera interessata".
da la Sicilia 2 9 04

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