Le nuove sfide del Fairtrade nell'Europa dell'Est



COMUNICATO STAMPA



Le nuove sfide del Fairtrade nell'Europa dell'Est



Nuovi progetti e esperienze percorribili al convegno di Fairtrade TransFair
Italia che si è svolto il primo maggio nell'ambito di Civitas, mostra
convegno del Terzo Settore alla Fiera di Padova





Commercio equo e Paesi dell'Est: una possibilità in più per i piccoli
produttori del Sud del mondo ma anche per le economie di transizione. E'
stato questo il tema affrontato durante il worshop organizzato da Fairtrade
TransFair Italia nell'ambito delle iniziative sull'allargamento dell'Unione
Europea ideate da Osservatorio Balcani e Civitas. Un convegno che ha voluto
fare il punto sulle esperienze in atto in questo ambito e ha ospitato
diverse organizzazioni che stanno lavorando nell'Europa dell'Est e
nell'area balcanica. Claudio Bertoni, direttore di Commercio Alternativo e
Paola Lucchesi hanno raccontato le contraddizioni e le ricchezze del
progetto con Pip, azienda croata che da tre anni lavora nell'ambito del
commercio equosolidale proprio grazie ad un'iniziativa sperimentale partita
da Commercio Alternativo. Pip è infatti un'azienda vera e propria e non è
organizzata in forma cooperativa. Commercio Alternativo ha quindi scommesso
sulla relazione con questa realtà, cominciando ad importare miele da 150
famiglie croate. Oggi Ivan Bracic, direttore di Pip, con il margine
garantito dalle vendite eque sta aprendo una nuova azienda per aiutare
altre famiglie nelle zone più povere della Bosnia Erzegovina. Mentre Adam
Gosiewski di "The Third World world and us:" ha parlato delle prime
esperienze di Commercio Equo in Polonia, tra la diffidenza dell'opinione
pubblica del suo Paese e il desiderio di diffondere questa idea innovativa.
La situazione polacca è molto diversa da quella dei Balcani, cui i paesi
dell'Est sono spesso assimilati, come ha sottolineato nel suo intervento
Simona Spagna dell'Osservatorio Balcani: dilaniati da un'economia ancora
fondata sulla dipendenza dagli aiuti internazionali e dalla malavita,
proprio questa regione può essere un nuovo banco di prova per il commercio
equo che vuole valorizzare le produzioni e le particolarità locali. E lo
sviluppo dei paesi dell'Est si baserà proprio sulla capacità di conciliare
economie sostenibili e rispetto dell'ambiente, come ha sottolineato
Maurizio Gubbiotti, responsabile Dipartimento Internazionale di
Legambiente. Ma sia che si parli di nuovi potenziali mercati, sia trattando
il problema delle produzioni, sicuramente l'allargamento rappresenta una
grande opportunità per il commercio equo, ha sottolineato Paolo Pastore,
direttore di Fairtrade TransFair in chiusura del convegno: un'opportunità
di avvicinare e sensibilizzare nuovi consumatori responsabili e di
abbattere le barriere doganali che, molto più dei confini, segnano il
limite tra sviluppo e sottosviluppo.



Con invito alla pubblicazione



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