Il biotech avanza in Italia



(ANSA) - ROMA, 7 APR - Crescono le aziende italiane
specializzate in biotecnologie: negli ultimi quattro anni il
loro fatturato e' aumentato del 105% e nell'ultimo anno si e'
registrato un incremento del 10%, per un valore di circa 300
milioni di euro. E' quanto emerge dai dati del primo
Osservatorio sulle Biotecnologie in Italia, presentato oggi a
Roma dall'associazione italiana delle aziende biotecnologiche,
Assobiotec.
   ''Il biotech italiano appare ancora giovane e in fase di
sviluppo'', si rileva nell'indagine, condotta dalla Deloitte in
collaborazione con l'Assobiotec. Pur essendo il sesto mercato
farmaceutico mondiale, l'Italia si colloca solo al tredicesimo
posto nel mondo per numero di aziende biotecnologiche, con un
tasso di crescita pari al 10%: paragonabile a quello di altri
Paesi industrializzati, ma lontano dalle punte di Canada e
Australia, all'avanguardia nel mondo nel settore.
   Tuttavia tutti i dati italiani indicano una tendenza positiva
che, oltre al fatturato, riguarda anche le spese per la ricerca.
I dati dell'Osservatorio segnalano infatti una crescita anche
negli investimenti in ricerca fatti dalle aziende del settore:
la loro incidenza sul fatturato e' cresciuta in quattro anni di
oltre il 10%, passando dal 34% del 1999 al 46% del 2002. A
testimoniare il rilievo che questo settore attribuisce alla
ricerca c'e' poi il fatto che sono ricercatori piu' della meta'
dei 1.400 addetti del settore in Italia.
   Sono 86 le aziende attive nel settore delle biotecnologie
individuate nell'indagine e l'attenzione si e' concentrata sulle
38 dedicate in modo specifico allo sviluppo del settore e sugli
otto parchi scientifici presenti in Italia nel 2002.
   Ad eccezione di un distretto di rilievo internazionale
localizzato nella provincia di Milano (qui si concentra il 37%
delle aziende biotech italiane), le aziende biotecnologiche sono
distribuite in 21 province. Di queste ultime, solo un terzo ha
realizzato incubatori in grado di sostenere lo sviluppo di
queste giovani aziende.
   La medicina e' ancora il settore in cui si concentra la
maggioranza (58%) delle aziende biotech attive in Italia,
seguita a distanza nel settore agroalimentare (22%).
   Dall'indagine e' emerso inoltre che il 57% delle aziende
possiede un portafoglio progetti prevalentemente in fase di
ricerca, il 26% si trova in fase di sviluppo precoce e il 18% ha
progetti in fase di sviluppo avanzato.
   Ed ecco, sulla base dei dati, le indicazioni emerse dallo
studio per dare al biotech italiano una maggiore competitivita'
a livello internazionale: identificare potenzialita' di sviluppo
commerciale dei progetti di ricerca per garantire sostegno
economico alle iniziative che dimostrano una reale
sostenibilita' economica; varare un piano strategico indirizzato
alla comunita' internazionale al fine di valorizzare il modello
italiano e favorire un maggiore afflusso di capitali; supporto
alle impresa dal punto di vista normativo, legislativo e fiscale
promuovendo, ad esempio, regole piu' semplici per l'accesso alle
sperimentazioni cliniche, supporti fiscali a favore dei
ricercatori, delle aziende e delle aree che dimostrano
particolari eccellenze. (ANSA).

     BG