rassegna stampa: informazioni parlamentari su agricoltura, alimentazione, pesca



Vi giriamo una comunicazione della senatrice De Petris in relazione alle
politiche comunitarie sulla etichettatura degli olii d'oliva.

a cura di AltrAgricoltura Nord Est

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L'etichettatura dell'olio dell'oliva penalizza i produttori italiani, non
consente ai consumatori di distinguere adeguatamente le produzioni di
qualità e facilita le ricorrenti attività di contraffazione. A partire da
questa constatazione le senatrici Loredana De Petris e Anna Donati hanno
presentato oggi un emendamento alla Legge Comunitaria 2004, in discussione
da domani alla Commissione Politiche Comunitarie del Senato. L'emendamento
prevede l'obbligo di dichiarare in etichetta l'origine territoriale delle
olive e di contrassegnare gli oli sottoposti a procedimenti di raffinazione
industriale con una dicitura specifica che consenta di differenziarli
chiaramente da quelli ottenuti con tecniche tradizionali.
In allegato il testo dell'emendamento e le motivazioni della proposta.


A.S. 2742 - Legge Comunitaria 2004

Emendamento Art.11


        Dopo l'art.11 inserire il seguente:


"Art.11-bis
(Disposizioni in materia di etichettatura dell'olio d'oliva)


        1. In attuazione di quanto previsto dall'art.3, paragrafo 1, punto
8), della direttiva 2000/13/CE concernente l'etichettatura e la
presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità,
recepita con decreto legislativo 23 giugno 2003, n.181, a partire dal 1
gennaio 2005 è obbligatorio riportare nell'etichettatura degli oli d'oliva
vergini ed extravergini l'indicazione del luogo di coltivazione e di
molitura delle olive. Con decreto del Ministro delle attività produttive e
del Ministro delle politiche agricole e forestali sono definite le modalità
per l'indicazione obbligatoria delle diciture di cui al presente comma.
        2. A partire dal 1 gennaio 2005, gli oli d'oliva sottoposti a
procedimento di raffinazione devono riportare in etichetta la seguente
dizione: "contenente olio d'oliva rettificato con procedimento di
raffinazione industriale".

        3. A partire dal 1 gennaio 2005 è vietata l'utilizzazione del
termine 'olio d'oliva' e di ogni altro riferimento o immagine che evochi
tale prodotto, l'olivo o qualunque parte di esso, nelle etichette o nelle
informazioni al consumatore relative ai prodotti derivati da qualunque
miscela di grassi vegetali, comprese le materie grasse spalmabili, nella
cui composizione siano presenti materie grasse diverse da quelle derivate
dal frutto dell'olivo.


 DE PETRIS, DONATI

L'attuale regolamentazione comunitaria prevede che l'indicazione
dell'origine delle olive nell'etichetta degli oli sia facoltativa. La
questione ha effetti di notevole rilevanza su un paese produttore come il
nostro che importa peraltro una quota non indifferente della materia prima
ed è frequentemente soggetto a fenomeni di contraffazione. Nel 2003 160
milioni di litri di olio d'oliva di dubbia qualità sono stati importati per
essere miscelati alla produzione nazionale, spesso utilizzando l'immagine
del nostro Paese e delle zone tradizionali di coltivazione per la
promozione commerciale. Ma, grazie a procedimenti di raffinazione
industriale, finiscono illecitamente negli oli 'extra-vergini' anche
materie grasse importate che con le olive non hanno nulla a che vedere (in
particolare oli 'lampanti' e olio di nocciola). La scarsa trasparenza delle
norme di etichettatura non consente ai consumatori si identificare il
prodotto di qualità e penalizza i produttori italiani che vedono equiparati
nella categoria 'extra-vergine' produzioni con caratteristiche ben diverse.
A nostro giudizio per l'olio d'oliva ricorrono pertanto le condizioni
previste dalla direttiva 2000/13/CE (art.3 e 4) che prevede che
l'indicazione obbligatoria dell'origine della materia prima possa essere
prevista laddove la sua omissione può indurre in errore il consumatore,
dando la possibilità agli Stati membri, con la procedura di comunicazione e
consultazione agli altri Stati prevista dalla medesima direttiva (art.19),
di introdurre misure ulteriori per determinati prodotti, motivandole
adeguatamente. A favore dell'indicazione obbligatoria in etichetta
dell'origine territoriale delle olive si è espresso recentemente anche il
Parlamento europeo con il parere sulla riforma dell'Organizzazione comune
di mercato dell'olio d'oliva.
E' analogamente ingannevole per i consumatori omettere l'indicazione in
etichetta dei procedimenti di raffinazione effettuati. Attualmente gli oli
rettificati negli impianti di raffinazione industriale sono del tutto
equiparati nell'etichettatura agli oli ottenuti solo da molitura delle
olive con metodi tradizionali. Solo così si comprende come è possibile che
nei 'discount' siano offerti oli 'extra vergine d'oliva' a 3 euro al litro
!!!! 
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