Rassegna Stampa : "L'allarme dei commercianti "Rischio di deriva argentina"



In allegato vi proponiamo un articolo che si basa sull'analisi della
Confcommercio proposta da Billè al convegno annuale di Cernobbio che
abbinata ai dati percentuali della indagine Censis-Confcommercio presenta
una situazione molto critica del "sistema Italia".

a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Da  "la Repubblica" - sabato 27-03-2004
(Luca  Pagani)



L'ALLARME DEI COMMERCIANTI  " RISCHIO DI DERIVA ARGENTINA"

 CERNOBBIO - L'anno scorso aveva parlato di pericolo recessione. Dodici
mesi dopo, Sergio Billè è ancora più pessimista : " Per l'economia italiana
è ormai allarme rosso : se il governo non interviene in tempi rapidissimi
rischiamo di essere una specie di deriva argentina dell'europa".

      Un avvertimento senza mezze misure quello del numero uno di
Confcommercio, tra le più potenti lobby economiche del paese che ogni anno
ad inizio primavera presenta, sulle rive del lago di Como, le sue
previsioni sulla situazione economica.

      Il rapporto 2004, diffuso ieri nella prima delle tre giornate di
lavoro, potrebbe essere archiviato come catastrofista: "Siamo di fronte a
una situazione di alta pericolosità per tutto il sistema, simile a quella
in cui si è venuta a trovare la Torre di Pisa : ha raggiunto un pericoloso
angolo di pendenza. O il governo si sveglia oppure rischiamo di finire
nella serie B dei paesi europei".

      A comprovare la sua tesi, Billè ha snocciolato i dati di una indagine
sui consumi commissionata al Censis e ha raddoppiato con l'analisi del
Centro Studi Confcommercio. Per quest'ultimo, nel 2004 la crescita del Pil
non supererà lo 0,8% ( + 1,3% nel 2005).

      I consumi difficilmente supereranno una crescita dello 0,6%  (+ 1,3%
nel 2005). L'occupazione aumenterà solo di 100 mila unità, con un ulteriore
ridimensionamento dei tassi degli ultimi due anni.

      Stando così le cose ha gioco facile il Censis a raccontarci che gli
italiani sono sempre meno ottimisti sul loro futuro economico. Il 75,4%
degli intervistati pensa che nel breve periodo il reddito del nucleo
familiare resterà stabile, mentre nel 2001 questa fascia rappresentava il
78,9%.

      Crescono le persone che temono che il loro reddito diminuisca :
passano dal  10,7% al 16,1%. Al contrario, coloro che ritengono che i loro
guadagni siano destinati a salire scendono dal 10% del 2001 all'8,5% del
2004. Risultato : i pessimisti sono il doppio degli ottimisti.

      Tutto ciò non può che influire sui consumi, destinati a diminuire
mentre aumenta il ricorso alle offerte speciali (lo ha fatto l'83,5% del
campione), ha ridotto le spese per il tempo libero (80,2%), utilizza i
risparmi per le spese quotidiane (60%).

       Fotografata la situazione, Billè ha chiamato in causa il governo :
"Faccia autocritica nonché una seria ed attenta riflessione sugli errori di
strategia e di approccio ai problemi che possono essere stati commessi.

      Si sarebbe dovuto mettere subito mano ad una diversa
calendarizzazione di priorità anche sul versante delle riforme e non è
stato purtroppo fatto". E l'aumento dei prezzi ? "Non è colpa nostra, ma
dei rincari dei servizi, dalle autostrade alle banche, alle assicurazioni".

      Che fare allora? La ricetta di Billè sta in un'espressione inglese :
"Occorre un crash program, misure che possano avere un impatto immediato e
siano in grado di dare un messaggio forte che rigeneri la fiducia di
famiglie ed imprese": Nel concreto? Contributi alle famiglie e non alle
imprese, cominciando con la riduzione dell'Irpef.

      Oggi la risposta di Tremonti, domani tocca al presidente del Consiglio.

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(Indagine sugli acquisti. L'80% taglia le spese per il tempo libero)

(Stretta ai consuli, Pil allo 0,8%  PER Confcommercio la crescita del Pil
nel 2004 non arriverà all'1%)



PIU' PESSIMISTI SUL PROPRIO REDDITO

Percentuale di persone che prevede un aumento o una diminuzione del proprio
reddito nel corso del 2004



NORD

OVEST

aumenterà

 diminuirà

         8,7%

       15,5%

NORD

EST

aumenterà

 diminuirà

       10,0%

       17,4%

CENTRO



aumenterà

 diminuirà

         5,2%

       17,1%

SUD

ISOLE

aumenterà

 diminuirà

         9,1%

       15,2%

TOTALE

CAMPIONE

aumenterà

 diminuirà

         8,4%

       16,1%





DOVE SI FA LA SPESA

Ripartizione percentuale della spesa alimentare tra differenti canali di
vendita



SUPERMERCATO IPERMERCATO

      65,6%

NEGOZIO VICINO CASA

      19,2%

MERCATO RIONALE

        9,5%

DISCOUNT

        5,8%





I CONSUMI DA SACRIFICARE

Percentuale di persone che prevede di diminuire la spesa nel 2004 nelle
seguenti voci



SPESE  MEDICHE

                   7,0%

LIBRI SCOLASTICI, CORSI DI AGGIORNAMENTO

                 15,9%

PRODOTTI ALIMENTARI

                 16,9%

PRODOTTI TECNOLOGICI

                 36,1%

BENI DUREVOLI

                 37,0%

ABBIGLIAMENTO

                 46,3%





L'INDAGINE

L'inchiesta sui redditi e i consumi degli italiani realizzata da
Censis-Confcommercio è stata effettuata attraverso una indagine telefonica
che ha raggiunto un campione di 1.500 persone dai 18 anni in su. Le
interviste sono state realizzate attraverso il sistema C.a.t.i. nel mese di
febbraio 2004.

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