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articolo di Repubblica
- Subject: articolo di Repubblica
- From: "fra.castracane" <fra.castracane at libero.it>
- Date: Sun, 21 Mar 2004 13:45:30 +0100
Prende il via domani a Milano "Fa' la cosa giusta": un bilancio sulle strategie anticonsumismo, dal cibo alle vacanze. TERZO MONDO. Si moltiplicano le botteghe che offrono prodotti del Terzo Mondo fatti da cooperative di quei paesi e il cui ricavato giunge ai lavoratori. Dal caffè al conto in banca ecco i "consumatori critici". Commercio solidale: lo scelgono 4 italiani su 10. Articolo di GIANCARLO MOLA. ROMA - Comprano biologico ed equosolidale. Aprono conti correnti in banche che finanziano progetti di sviluppo nel terzo mondo. Approfittano delle vacanze all'estero per fare volontariato. Si spostano prevalentemente in bicicletta, viaggiano a bordo di auto condivise. E sono sempre più numerosi, i consumatori critici. Italiani che lavorano e spendono, come tutti. Ma in modo diverso, attento, socialmente responsabile. È un fenomeno in forte crescita, anche se ancora di nicchia. Che però si sta affermando - e non può essere un caso - proprio mentre i consumi tradizionali vivono la crisi più preoccupante degli ultimi anni. Qualcosa sta cambiando, insomma. E i dati lo dimostrano: una ricercadell'Iref-Acli dice che quattro italiani su dieci praticano almeno una forma di consumo critico. Una scelta che riguarda soprattutto le giovani famiglie (il 38,9 per cento dei militanti dell'economia solidale ha infatti fra i 35 e i 44 anni). I bilanci sono tutti ampiamente positivi. Il commercio equo e solidale ha fatturato, l'anno scorso, 60 milioni di euro (tre volte di più del 1999). Le botteghe del terzo mondo si moltiplicano: sono attualmente 437, cento delle quali nate negli ultimi tre anni. I prodotti provenienti da aziende dei paesi poveri che non sfruttano i lavoratori e rispettano l'ambiente, vista la grande richiesta, sono ormai acquistabili nelle principali catene di supermercati. Nel frattempo aumentano i gruppi di persone che si mettono insieme per fare la spesa da piccoli produttori impegnati a seguire le regole dell'agricoltura biologica e dell'imprenditoria sostenibile. Anche il mondo della finanza è attraversato da pulsioni solidali. La Banca popolare etica (che investe i risparmi in iniziative sociali), nata a Padova, ha oggi otto filiali. I suoi clienti sono 22.700 - di cui 16.000 arrivati negli ultimi dodici mesi - mentre i correntisti sono oltre diecimila. Gli sportelli hanno raccolto 250 milioni di euro, i finanziamenti erogati sono a quota 150 milioni. C'è poi il turismo. Lentamente sta prendendo piede l'abitudine a fare vacanze responsabili (nelle missioni come nelle favelas, negli agriturismo gestiti con l'aiuto di malati psichici o ex carcerati come nei campi di recupero ambientale). Le associazioni che organizzano i «viaggi responsabili», negli ultimi cinque anni, sono più che raddoppiate: oggi in tutta Italia sono 140. «Non è una moda ma l'esito di un percorso che si è costruito nel tempo e che adesso stadando frutti molto importanti», dice Massimo Acanfora, responsabile dell'associazione "Insieme Terre di Mezzo"(vicina all'omonima testata) e organizzatore della fiera del consumo critici e degli stili di vita sostenibili «Fa' cosa giusta», che proprio domenica prenderà il via a Milano. In Italia - prosegue - c'è una grande attenzione proprio perché il consumismo sta mostrando il suo volto peggiore: la gente vuole riscoprire l'aspetto sociale di gesti quotidiani come fare la spesa, andare in banca, organizzare le ferie. Fra l'altro l'offerta è spesso di alta qualità e meno costosa. Ma soprattutto si ha la certezza che nessuno sta speculando». Articolo tratto da "La Repubblica" del 12 Marzo 2004.
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