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LIBIA turismo respons giustizia pace email da spedire
- Subject: LIBIA turismo respons giustizia pace email da spedire
- From: "amalia navoni" <amalia.navoni at fastwebnet.it>
- Date: Tue, 2 Mar 2004 00:18:33 -0000
- Importance: Normal
LIBIA : TURISMO RESPONSABILE GIUSTIZIA PACE Recentemente ho fatto un viaggio nel deserto della Libia. Ne ho ammirato le bellezze, ne ho gustato il silenzio ed ho appreso con sorpresa, dalla guida “ Libia” di Andrea Semplici ediz ClupGuide, alcuni episodi raccapriccianti del nostro colonialismo in Libia negli anni 1911-43. ( Vi riporto in calce i fatti che mi hanno maggiormente colpita). Abdullah, la guida che mi ha accompagnato nel deserto, mi ha confermato quanto è vivo in loro il ricordo dei centomila libici deportati nel deserto nel 1932 e dei cinquemila deportati nelle nostre piccole isole nel 1911 di cui non hanno saputo più nulla. I libici aspettano ancora la mappa delle mine disseminate nel deserto che ancora oggi causano morti e mutilazioni. I libici sono anche consapevoli che il popolo italiano, nella stragrande maggioranza, è all’oscuro delle atrocità che hanno accompagnato e sostenuto la nostra vicenda d’oltremare. Purtroppo continua ad essere diffusa negli italiani l’immagine di un colonialismo dal “volto umano” interessato alla valorizzazione delle terre e all’elevazione delle genti africane. Il film del 1979 Il leone del deserto del regista siro-americano Mustafà Akkad sulla resistenza libica continua ad essere proibito in Italia mentre il sindaco di Filettino, paese di origine del generale spietato Rodolfo Graziani, aiutato dalla Regione Lazio, sta pensando di dedicargli un museo. Accomiatandomi dai libici che mi avevano accompagnato nel deserto, ho esternato il rincrescimento per quanto accaduto. Penso che per stringere nuovi veri rapporti tra i due popoli, non solo il governo, ma anche i semplici cittadini, debbano riconoscere il male fatto quando se ne presenta l’opportunità; ho promesso loro che avrei diffuso la conoscenza di quanto realmente accaduto durante il periodo coloniale italiano in Libia e avrei agito, di conseguenza, come cittadina italiana che vuole pace e giustizia tra i popoli. Penso che anche noi come semplici cittadini possiamo far qualcosa: *** conoscere e diffondere la verità del nostro periodo coloniale ( vedi in calce bibliografia) *** premere perché il governo ed il Parlamento affrettino con leggi appropriate le azioni di pace e di giustizia promesse - scrivere e far scrivere e-mail alle autorità tipo quella in calce *** recuperare e far proiettare in qualche sala il film “Il leone del deserto” di Akkad del 1979 *** scrivere alla RAI perché metta in videocassetta il film “ Il leone del deserto” *** diffondere i volantini azioni di pace che trovate sul sito www.lilliputmilano.org <http://www.lilliputmilano.org/> alla voce ASSOCIAZIONI –Coordinamento Lombardo Nord Sud del mondo grazie per la collaborazione Amalia navoni Coordinamento Lombardo Nord Sud del Mondo – rete Lilliput nodo di Milano Tel e fax 02.38002691 XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX BOZZA DI LETTERA da inviare alle autorità via e-mail: berlusconi_s at camera.it ; urpdie at governo.it; M.Pera at senato.it; casini_p at camera.it ; programma at governo.it; cdr at esteri.it ; webmaster at esteri.it ; relazioni.pubblico at esteri.it; <mailto:staff at giustizia.it> staff at giustizia.it; tremonti_g at camera.it; moratti_l at camera.it ; gasparri_m at camera.it; uff.stampa at politichecomunitarie.it; info at politichecomunitarie.it; s.masini at palazzochigi.it; Al Presidente del Consiglio dei Ministri on. Silvio Berlusconi Al Presidente del Senato della Repubblica On. Marcello Pera al Presidente della Camera dei Deputati on. Pier Ferdinando Casini Al Ministro per l’Attuazione del programma di governo on. Claudio Scaiola Al Ministro per gli Affari esteri on. Franco Frattini Al Ministro per la Giustizia On. Roberto Castelli Ministro per l’Economia e le Finanze on. Giulio Tremonti Al Ministro per l’Istruzione, l’università e la ricerca scientifica on. Letizia Moratti Al Ministro per le Comunicazioni on. Maurizio Gasparri Al Ministro per le Politiche comunitarie On. Rocco Buttiglione Al Ministro per i Rapporti con il Parlamento On. Carlo Giovanardi Oggetto: mantenimento impegni Italia- Libia del 4 luglio 1998 Signor Presidente del Consiglio, sig. Presidente della Camera, sig. Presidente del Senato, signori Ministri, -------essendo a conoscenza delle atrocità commesse durante il periodo coloniale in Libia dal 1911 al 1943: deportazione nel 1911 di 5000 libici confinati nelle isole di Ustica, Ponza, Favignana e Tremiti di cui non si saprà più nulla, bombardamenti su civili, uso di gas e armi chimiche mortali, deportazioni nel 1932 in campi di concentramento di 100.000 libici dell’altopiano della Cirenaica nel deserto della Sirte dove moriranno in 40.000 per denutrizione e malattia e uccisioni, confisca delle zavie , centri spirituali ed assistenziali, campi minati lungo il confine egizio libico causa ancora oggi di morti e mutilazioni, fucilazioni, impiccagioni di migliaia di partigiani e molti atti di violenza e di disprezzo. -------essendo a conoscenza degli impegni ribaditi dal governo italiano nel comunicato congiunto Italia Libia del 4 luglio 1998 nel cui accordo, a Roma, l’Italia “ esprime rammarico per le sofferenze arrecate al popolo libico a seguito della colonizzazione” , dà aiuto ai tecnici libici a individuare i vecchi campi minati, risarcisce le vittime saltate su quegli ordigni dimenticati; si impegna, infine, a indagare sulla sorte dei deportati libici. -------essendo a conoscenza che è stato presentato alla Camera dei deputati l’11 novembre 2002 il progetto di legge n 3378 d’iniziativa del deputato Folena “ Memoria, responsabilità e futuro” per la corresponsione di indennizzi ai cittadini libici e la promozione di scambi culturali con la Libia Chiedo --- che il Parlamento ed il Governo italiano promuovano campagne di sensibilizzazione sulla natura e le caratteristiche del regime coloniale italiano --- che il Parlamento italiano discuta presto la legge n 3378 dell’11 novembre 2002 che risarcisce in parte i cittadini libici danneggiati, --- che il Governo aiuti la Libia con le mappe e mezzi idonei a sminare il confine egizio-libico, --- che il Parlamento istituisca una commissione per indagare sulla sorte dei deportati libici nelle isole Favignana, Tremiti, Ponza, Ustica --- che la RAI trasmetta il film “ Il leone del deserto” del 1979 del regista siro-americano Mustafà Akkad sulla resistenza libica. nome cognome indirizzo XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX INTERVENTO 11 febbraio 2004 a casa per la pace via Marco d’Agrate, 11 Milano I fatti che mi hanno maggiormente colpita del periodo coloniale in Libia 1° DEPORTAZIONE NELLE ISOLE quando nel 1911 con un motivo pretestuoso Giolitti, scatena una guerra coloniale contro la Turchia che dominava la Libia dopo pochi giorni un contrattacco arabo-turco sorprende i bersaglieri italiani asserragliati nelle oasi intorno a Tripoli e uccidono 500 soldati italiani.. La repressione militare è immediata e spietata: oltre 4000 arabi sono fucilati o impiccati, cinque mila vengono deportati in Italia e confinati nelle isole di Ustica, Ponza, Favignana e Tremiti. Si apre una ferita nei rapporti Italia Libia che non si è ancora rimarginata: Gheddafi pretende ancor oggi di sapere la verità sulla sorte dei libici scomparsi in Italia. Io sono stata in queste isole, ma non ho visto alcuna traccia del passaggio di queste persone. 2° IL GENOCIDIO IN CIRENAICA Il genocidio che è avvenuto negli anni 30 in Cirenaica. Nel 1930 Mussolini invia in Libia il generale Rodolfo Graziani che sconfiggerà la resistenza mettendo a ferro e a fuoco la Cirenaica. Confisca le zavie , centri spirituali ed assistenziali, sbarra con campi minati e con un reticolato lungo 270 Km la frontiera con l’Egitto, nel dopoguerra dal 45 al 97 cinquemila libici sono stati uccisi da queste mine, i feriti sono stati tremila. annienta le mandrie degli allevatori e brucia i raccolti dei contadini, usa gas e armi chimiche contro la popolazione civile. Tribunali militari condanneranno alla fucilazione e all’impiccagione migliaia di partigiani. Sarà una guerra totale senza prigionieri. Tutta la popolazione dell’altopiano della Cirenaica che aveva rapporti con i partigiani , 100mila libici, viene deportata in campi di concentramento nel deserto della Sirte dove moriranno in 40mila per fame, epidemie, violenze, uccisioni. Le carovane di deportati, perlopiù donne bambini anziani, venivano deportate a piedi e coloro che rimanevano indietro venivano fucilati . Per tre anni saranno rinchiusi in questi campi delimitati da doppio filo spinato. Ogni atto di ribellione , tentativi di fuga erano puniti con la morte che avveniva a mezzogiorno al centro del campo dove la gente era costretta a radunarsi e a guardare. Ogni giorno 50 cadaveri uscivano dal recinto. Nel 1932 la Cirenaica è un deserto di sangue: 60-80 mila libici sono stati uccisi, un terzo della popolazione è stato annientato. Nulla traspare di questa deportazione sui libri scolastici , naturalmente questi campi in Italia erano propagandati come paradisi dove fiorivano ordine e disciplina, regnavano igiene e pulizia. Ancora oggi Gheddafi chiede la mappa delle mine e i mezzi per sminare i campi. 3° IL FILM PROIBITO Nel 1979 Gheddafi affida al regista siro-americano Mustafà Akkad l’incarico di girare in Cirenaica, un Kolossal sulla resistenza di Omar al-Mukthar contro gli italiani. Il leone del deserto presentato a Cannes, un buon successo di botteghino in Francia, non è mai stato ufficialmente proiettato in Italia. Il sottosegretario agli esteri Costa fu categorico nel 1981: “Il film è sgradito”. Nel 1987 una proiezione a Trento venne proibita dalla Digos. L’Italia degli anni 80 ha sempre drasticamente rifiutato anche la semplice possibilità di veder raccontata una storia coloniale intrisa di orrori e tragedie. Il film di AKKAD rispettava verità storiche che, solo vent’anni fa, non potevano nemmeno essere mostrate o discusse. Gheddafi investì 35 milioni di dollari nell’opera , Akkad chiamò attori come Anthony Quinn che interpretò Omar, Oliver Reed =il generale Graziani, Rod Steiger= Mussolini , e Raf Vallone. Ho fatto qualche ricerca sul film, ma è fuori catalogo e in videocassetta non si trova. Se qualcuno mi aiuta in questa ricerca è bene accetto XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX Leggendo e conoscendo questi episodi mi sono sentita defraudata della conoscenza dei fatti di un periodo storico. La verità sul nostro periodo coloniale stenta ad apparire, mentre continua ad essere diffusa l’immagine di un colonialismo dal “volto umano” interessato alla valorizzazione delle terre e all’elevazione delle genti africane. Invece quando nel 1943 finisce il periodo coloniale italiano in Libia, “l’eredità italiana è disastrosa: il 94% della popolazione è analfabeta, la mortalità infantile è al 40%, il reddito procapite non supera le 16 sterline all’anno, la struttura sociale è arretrata di trecento anni; solo 13 libici sono laureati, tra di loro non c’è nessun medico” (da “Libia” di Andrea Semplici). Inoltre la Libia fu per l’Arma aeronautica italiana un campo sperimentale per l’impiego a scopo bellico di aeroplani e dirigibili e per l’impiego di gas mortali. Gli aerei avevano l’ordine di alzarsi in volo per bombardare tutto ciò che si muoveva nelle oasi non controllate dalle truppe italiane: uomini , bestiame , coltivazioni e spesso le bombe erano cariche di iprite, gas mortale già allora al bando. “ Ciò che rende atipica la vicenda coloniale italiana rispetto a quella delle altre potenze europee sono i miti che ha prodotto e soprattutto i silenzi e le rimozioni che l’hanno seguita fino ad anni recenti. Molti ritardi sono stati colmati, ma la vicenda coloniale attende ancora di essere integrata nella storia nazionale” Da “Genocidio in Libia le atrocità nascoste dell’avventura coloniale di Eric salerno SugarCo Edizioni, Milano 1979 Solo nel luglio del 98 l’Italia e la Libia siglano una pace importante a Roma , chiudono con un’intesa a tutto campo, un contenzioso rimasto aperto per oltre trent’anni. La Libia poneva all’Italia tre richieste: il risarcimento economico dei danni subiti dall’occupazione e la condanna del colonialismo, l’aiuto per lo sminamento degli ordigni sepolti nei deserti libici; le stime calcolano che dal 40 al 43 furono disseminate 14 milioni di mine, conoscere la sorte dei 5 mila libici deportati nei confini di Ustica, Ponza, Favignana e Tremiti durante il periodo coloniale. L’Italia finalmente nel 98 accetta le trentennali richieste libiche. “ Esprime rammarico per le sofferenze arrecate al popolo libico a seguito della colonizzazione” , cercherà di aiutare i tecnici libici a individuare i vecchi campi minati e risarcirà le vittime saltate su quegli ordigni dimenticati; si impegna, infine, a indagare sulla sorte dei deportati libici. In cambio la Libia consentirà l’ingresso nel paese agli italiani espulsi nel 1970. L’accordo firmato a Roma non è, secondo lo storico Angelo del Boca, una “ semplice intesa economica, ma il primo passo per una vera e propria riconciliazione. Ma ancora nulla di tutto ciò è stato fatto. Anche le recenti visite di Berlusconi in Libia non hanno concluso nulla. Anzi in questi tempi si sta cercando di cancellare gli orrori compiuti in tempo fascista. A Filettino, piccolo paese di montagna in provincia di Frosinone, paese di origine di Rodolfo Graziani, il sindaco, aiutato dalla Regione Lazio, sta pensando di dedicare un museo al sanguinario viceré che ha compiuto eccidi anche in Etiopia. XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX La vicenda è attuale: °°°°°°il deputato Folena ha presentato l’11 novembre 2002 alla Camera dei deputati il progetto di legge n 3378 intitolato “ Memoria, responsabilità e futuro” per la corresponsione di indennizzi ai cittadini libici , la promozione di scambi culturali tra le nuove generazioni italiane e libiche, la promozione di campagne di sensibilizzazione sulla natura e le caratteristiche del regime coloniale italiano, promozione di ricerche e di pubblicazioni storiche relative all’occupazione italiana della Libia negli anni tra il 1911 e il 1943. °°°°°°In questi giorni sono comparsi articoli che parlavano di Gheddafi e sempre nelle sue interviste vi è un accenno alle rivendicazioni per il risarcimento dell’era coloniale. XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXx BIBLIOGRAFIA GLI ITALIANI IN LIBIA di Angelo Del Boca – ed Mondatori, Milano, 1988 GLI ITALIANI IN AFRICA ORIENTALE vol II e III di Angelo Del Boca Ed Mondadori, Milano , 1988 L’ITALIA DELL’ASSE di Indro Montanelli e Mario Cervi – Rizzoli, Milano 1980 GENOCIDIO IN LIBIA le atrocità nascoste dell’avventura coloniale di Eric salerno SugarCo Edizioni, Milano 1979 HO DIFESO LA PATRIA di Rodolfo Graziani – Ed. Mursia, Milano 1997 ALBERTO CONSIGLIO, V.E.III il Re silenzioso Oggi 1950 COMANDINI, L’Italia nei cento anni –Milano MACK SMITH, Storia del Mondo Moderno – Storia Cambridge X vol. MONDADORI, Le grandi famiglie d’Europa- I Savoia 1972 STORIA MONDIALE CAMBRIDGE ( i 33 vol.) Garzanti CRONOLOGIA UNIVERSALE – Utet STORIA UNIVERSALE ( i 20 vol.) Vallardi STORIA D’ITALIA 8 i 14 vol.) Einaudi STORIA D’ITALIA Cronologica 1815-1990 – De Agostini XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
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