Le bugie hanno le gambe corte



Dal Notiziario dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma
(No.451/ottobre 2003) di C. Turella

Il 27 ottobre 2003 è stato pubblicato il rapporto intermedio della
commissione di investigazione sul black-out del 28 settembre 2003, nominata
dall'UCTE - Union for the Coordination of Transmission of Electricity,
l'organismo europeo di coordinamento delle reti elettriche. Altre sei
inchieste sono ancora in corso.

La sequenza degli eventi (sintesi)

Alle 3,01 in Svizzera scatta la linea elettrica 380 kV denominata del
Lucomagno a causa del contatto accidentale con un albero. I tentativi di
ripristinarla vanno a vuoto. L'aumento di potenza sulle altre linee, tra cui
la linea italo-svizzera di S.Bernardino, causa un loro sovraccarico. Alle
3,11 il gestore della rete svizzera chiama i colleghi italiani e comunica
loro la necessità di ridurre l'importazione di 300 MW. Il gestore italiano
riduce l'importazione di circa 300 MW. Alle 3,25 salta anche la linea del
S.Bernardino: il surriscaldamento dei cavi li aveva "abbassati" portandoli a
contatto accidentale con gli alberi. Nel giro di pochi secondi l'Italia
rimane isolata dal resto dell'Europa. Molte centrali elettriche nazionali si
staccano automaticamente a causa dell'improvviso abbassamento della
tensione. Vengono attuate le contromisure automatiche previste quali i
distacchi di grosse utenze dalla rete. Le contromisure non sono sufficienti,
la frequenza di rete raggiunge il valore critico di 47,5 Hz ed anche gli
altri impianti si staccano dalla rete per salvaguardare i generatori da
problemi meccanici. Alle 3,28 la penisola è al buio.

I numeri del Black-out

tempo di ripristino in Friuli: 3 ore
tempo di ripristino in Sicilia: 20 ore
potenza installata in Italia: 77 Gigawatt (GW)
potenza disponibile alla produzione: 49 GW
potenza impegnata sulla rete al momento del guasto: 27 GW
potenza importata dall'estero al momento del guasto: 6,6 GW

Le cause principali del black-out

1) mancato ripristino della linea del Lucomagno per errata taratura della
protezione dedicata;
2) inadeguata comunicazione delle contromisure da adottare da parte del
gestore svizzero;
3) instabilità e collasso della tensione in Italia (le cui cause sono ancora
da approfondire);
4) inefficaci procedure di manutenzione degli elettrodotti (tempi e modalità
di potature).

Considerazioni Finali (sintesi)

E' dimostrato che il black-out del 28 settembre non è dovuto ad un problema
di insufficienza di produzione elettrica nazionale (erano fermi impianti per
una potenza disponibile di 28 GW).

In quella notte erano sproporzionati i rapporti fra le quantità di potenza
autoprodotta, importata e "di riserva": la riserva "rotante", disponibile in
15-20 secondi, era pari a solo 1,3 GW mentre quella "pronta", diponibile in
10-30 minuti, era di 12,6 GW.

Il sistema globale di controllo e regolazione ha mostrato dei limiti.
Infatti incidenti analoghi si ripeteranno e occorre capire che cosa oggi non
è in grado di fronteggiarli adeguatamente.

Sembra ragionevole ipotizzare che i rimedi debbano andare nelle seguenti
direzioni:
1) prevedere una riserva "rotante" del 3-5% del valore della potenza
richiesta dalla rete;
2) prevedere una riduzione dell'importazione che rende vulnerabile la nostra
rete elettrica;
3) individuare un unico soggetto in grado di coordinare l'intero sistema,
dall'approvvigionamento al consumo. Oggi le responsabilità sono diffuse e
ripartite fra Ministro, Gestore della rete, Autorità di regolazione,
proprietari di centrali. Questi ultimi sono del tutto autonomi nel decidere
quali centrali debbano essere mantenute in funzione e quali invece, in quali
ore, in quali giorni e stagioni, possano restare inattive;
4) investigare sulla elevata pecentuale di indisponibilità degli impianti
(36%). Prima di considerare nuovi siti per installare altre centrali,
sarebbe opportuno valutare quanti siti attualmente dichiarati "non
disponibili" lo sono realmente. Il recupero di queste aree, già destinate
alla produzione di energia elettrica...sembra la via principale per
incrementare la potenza disponibile e la riserva operativa.

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Dalla rivista Operations-gennaio 2004

Con un decreto ministeriale il Ministro Antonio Marzano ha stabilito le
modalità di assegnazione della capacità di importazione elettrica per il
nuovo anno. Il decreto prevede di importare 6,35 GW una cifra più bassa
ripetto all'import previsto prima del black-out di settembre, poichè il
Gestore di rete ha alzato per i prossimi mesi la "riserva" e quindi è
maggiore il numero di linee di import tenute sgombre come corsie di
emergenza in caso di crisi. La riserva passa così a 1,75 GW.

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Notizie che non saranno mai distribuite nè da giornali nè da TV.

Piergiorgio Rosso