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Re: Paolo Pastore (TransFair): Distribuire le risorse in maniera più equa
- Subject: Re: Paolo Pastore (TransFair): Distribuire le risorse in maniera più equa
- From: "Ufficio stampa TransFair Italia" <stampa at transfair.it>
- Date: Thu, 22 Jan 2004 16:56:41 +0100
ciao francesco: mitico! se ti interessano altre "storie eque" fammelo sapere! benedetta ----- Original Message ----- From: "Francesco Maria Furno (by way of MN PA)" <pxp at interfree.it> To: <consumocritico at peacelink.it> Sent: Thursday, January 22, 2004 4:18 PM Subject: Paolo Pastore (TransFair): Distribuire le risorse in maniera più equa > http://promiseland.it/view.php?id=760 > > Distribuire le risorse in maniera più equa > In una intervista su VivaIlSud, il direttore di TransFair, Paolo > Pastore, fa il punto sul commercio equo > 14-01-2004 - Fonte: vivailsud.it > > Le parole del direttore di Trans Fair, Paolo Pastore, lasciano intendere > che i mezzi di informazione, come sempre più spesso avviene, creano > delle contrapposizioni inutili, schematizzando all'estremo il mondo. > Dalla breve chiacchierata fatta, traspare l'idea che non sia > semplicissimo parlare di commercio equo e di sistema capitalistico. In > realtà non sono due blocchi contrapposti, ma l'uno può e deve essere una > forte alternativa a ciò che si è venuto affermando negli ultimi tre > secoli, dalla prima rivoluzione industriale ad oggi. L'altro invece, > deve stemperarsi nel tempo per raggiungere un equilibrio di cui non fa > parte. > Non si deve nemmeno demonizzare troppo l'idea di sfruttare l'immagine di > un prodotto. Qualora il prodotto abbia una qualità intrinseca che possa > farlo prevalere su altri scarsi e di provenienza dubbia, è giusto che > sfrutti la pubblicità per essere conosciuto dal pubblico. La > certificazione è un passaggio importante, anche se a volte rischia di > diventare eccessivamente rigida e incomprensibile, infondendo nel > consumatore un senso di smarrimento. Quello che andrebbe fatto, invece, > è spostare l'attenzione sull'importanza di avere prodotti sicuri ogni > giorno sulle nostre tavole, riequilibrando al contempo le differenze che > esistono tra paesi produttori e paesi distributori. > > Non è solo a tavola che si cambia un sistema perverso. La > globalizzazione in se non ha nulla di negativo. È l'uso distorto che se > ne fa oggi, il volersi riempire la bocca di un termine che non ha > riscontro nella realtà. Molti addirittura confondono la mercificazione > del mondo con il processo di globalizzazione. Non è questo. L'economia è > solo una parte di un sistema complesso chiamato vita. La > globalizzazione, quella vera, tende ad allargare l'accesso ai canali > informativi, valorizza le differenze locali per poterle proiettare in un > mondo globale, senza appiattire i gusti e le usanze. A questo va > collegata la realtà meridionale, la situazione precaria del Sud del > mondo. Ridurre le differenze tra centro e periferia non è impossibile. A > differenza del direttore di Trans Fair, Paolo Pastore, credo che la > realizzazione di supermercati per la vendita dei prodotti locali e dei > prodotti equi sia una grande risposta al sistema consumistico, attuabile > nell'immediato. Non è voler mercificare un prodotto buono, ma voler > utilizzare gli stessi canali distributivi (come lui stesso dice), per > poter mettere sullo stesso piano un prodotto standard e uno che rispetta > determinati canoni di qualità e di sicurezza economico-alimentare. > > Altra cosa è la rieducazione di noi consumatori verso economie meno > dirompenti e capaci di basare la propria forza sulla redistribuzione dei > costi dal produttore al consumatore. Quello che l'economia tradizionale > e il marketing vogliono farci credere è che la pubblicità è l'anima > dell'economia e il consumatore non ha la capacità di poter decidere cosa > comprare. Falsità che ci portiamo dietro da decenni e che, per fortuna, > stanno iniziando ad essere rinnegate. Un consumatore può e deve > diventare forza attiva nel sistema per migliorare la realtà. L'ideale > sarebbe raggiungere un equilibrio tra costi e qualità, senza passare da > un estremo all'altro. Vediamo cosa ne pensa Paolo Pastore. > > Riavvicinare il Nord con il Sud del mondo, e il Mezzogiorno d'Italia? > Per quello che ci riguarda, noi siamo favorevoli anche ad esperienze di > cooperazione con i nostri Sud, visto che molti soggetti che cooperano > con TransFair, sviluppano esperienze di cooperazione sociale con realtà > svantaggiate in Italia, e l' obiettivo è proprio quello di mettere in > rete queste esperienze, vedi "Libera Terra". > > Cosa pensa delle coltivazioni OGM, possono risolvere carestie e fame nel > mondo? > Non possono risolvere i problemi, e per quanto riguarda i produttori > certificati Fairtrade , è vietato l' uso di OGM, che secondo noi > danneggiano l'ecosistema ed aumentano il controllo sulle fonti alimentari. > > Non crede che ci sia una lobby che spinge insistentemente per la > diffusione dell'OGM? > Si certo, noi siamo e resteremo contrari, perché non favoriscono la > sovranità alimentare delle popolazioni. > > Come si pone Fair Trade rispetto al liberismo economico? > Siamo favorevoli ad una globalizzazione/liberalizzazione che garantisca > a tutti pari opportunità, cosa che attualmente non avviene. Un tipico > esempio è il dumping agricolo che pratica il Nord del Mondo verso il Sud. > > Il commercio equo è una proposta di economia alternativa o una netta > contrapposizione al mercato capitalistico? > Si pone come alternativa che realizza in un libero mercato e condizioni > più giuste per i lavoratori. E' inesatto parlare di contrapposizione. > > Facendo l'avvocato del diavolo, non è che dietro il commercio equo e > l'universo delle associazioni e aziende che ruotano intorno ad esso ci > sia solo una grande bufala? > Per quello che ci riguarda, i nostri licenziatari ed i prodotti > garantiti Fairtrade hanno una filiera controllata. Purtroppo non si può > escludere a priori che chi si autocertifica "equo" non sia un EquoFurbo. > Il marchio TransFair Fairtrade in questo senso è una garanzia per > produttori e consumatori. > > In questi ultimi anni c'è stata una grande risposta da parte dei > consumatori. E' una moda del momento? > I numeri che attualmente sta sviluppando questo mercato sembrano > indicare una tendenza di consolidamento da parte dei consumatori, che > sempre più cercano prodotti con una storia vera e dietro ai quali ci > siano i volti dei produttori e il rispetto dei diritti umani, dei > lavoratori e la salvaguardia dell'ambiente. Quello che stiamo vedendo è > che i consumatori che iniziano a consumare prodotti equi, proseguono. > > Molte persone sono convinte che il mercato equo sia un modo per fare > beneficenza a chi non ha le stesse possibilità dei paesi > nord-occidentali. Cosa ne pensa? > I produttori non chiedono beneficenza, ma regole eque per l' accesso al > mercato e il nostro lavoro educativo va proprio in questa direzione. > > Quale slogan userebbe per attirare sempre più persone verso il mercato equo? > Lo slogan che stiamo proponendo è quello della nostra campagna "SI > Global - perché la globalizzazione sia un vantaggio per tutti". > > Si può parlare di dualismo commercio equo-capitalismo? > Direi che il Commercio Equo si pone come una alternativa economica e > predilige le forme di aggregazione di tipo cooperativo più che > capitalistico. > > Come può un consumatore verificare l'operato di Fair Trade? > I risultati delle nostre visite di ispezione sono a disposizione di > tutti. Alcuni servizi anche televisivi hanno verificato la realtà di > cooperazione con cui lavoriamo, i vari riconoscimenti pubblici ne sono > testimonianza, la fiducia crescente dei consumatori ci dà ragione. > > Il mondo ha fame... chi darà da mangiare a chi? > La logica dovrebbe essere di distribuire in modo più equo le risorse: la > Terra può bastare per tutti se cambiamo lo stile di vita e siamo più sobri. > > C'è una polemica sul fatto di aver introdotto i prodotti equi nelle > catene di supermercati. Lei cosa ne pensa? > Il lavoro di TransFair consiste nel rendere questi prodotti disponibili > al maggior numero di persone, coinvolgendo il maggior numero di > produttori, e di portarli nei luoghi dove la gente fa la spesa con la > certezza che rispettino i criteri del commercio equo dal produttore al > consumatore: dovrebbe essere una buona strategia per una globalizzazione > positiva. > > Padre Alex Zanotelli crede che si stia dimenticando uno dei principi > fondamentali, trasformando in parte questo grande movimento in una > banale commercializzazione di prodotti. E' vero? > Rispettiamo le idee di padre Alex, che abbiamo più volte incontrato. Il > suo timore è comprensibile. Noi, per quello che ci riguarda, stiamo > cercando di affiancare sempre la commercializzazione a forme di > informazione, proprio perché tutto non si traduca solo in un mercato > senza anima. Comunque rendere disponibili questi prodotti ad un pubblico > sempre più ampio dà maggiori speranze al Sud del Mondo. > > Perché non ipotizzare la creazione di una catena di supermercati dove > poter acquistare solo prodotti del commercio equo e prodotti italiani di > ogni regione? > Crediamo che questa idea, anche se suggestiva, sia al momento di > difficile attuazione ma potrebbe essere una evoluzione del concetto dei > negozi BIO. > > Immagine di un prodotto e qualità possono convivere in un sistema economico? > Si certamente, ti alleghiamo un rilievo prezzi che dimostrano come anche > i prodotti equi possano essere comparati e convenienti. > > Un'ultima domanda, qual è secondo lei la strada migliore per un futuro > sostenibile. > Una vita più sobria ed una maggiore attenzione per l' ambiente sono una > buona strada per un futuro sostenibile. > > > Testo di Francesco Maria Furno > > Tratto da: www.vivailsud.it > > http://promiseland.it/view.php?id=760 > > > > -- > Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/consumocritico/maillist.html > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > >
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- Paolo Pastore (TransFair): Distribuire le risorse in maniera più equa
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