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Campi elettromagnetici e Salute
- Subject: Campi elettromagnetici e Salute
- From: "Beatrice Bardelli" <reginadelmare at tiscali.it>
- Date: Thu, 25 Dec 2003 20:19:32 +0100
Invio a tutti voi il bell'articolo scritto dal dottor Iginio Longo, fisico del CNR di Pisa, per la rivista pisana dell'Ordine dei Medici, Pisa Medica, sett/ott. 2003. Naturalmente sui campi elettromagnetici ed a difesa del nostro (leggi: di tutti) sacrosanto Diritto alla Salute. Come potrete leggere l'articolo fa riferimento a recenti ed importanti studi scientifici. Il dottor Iginio Longo è Primo Ricercatore del Laboratorio di Spettroscopia a Microonde "A. Gozzini", presso l' Istituto per i Processi Chimico-Fisici del CNR. E' responsabile del Progetto "Ricerca e Sviluppo di una Nuova Tecnologia a Microonde per Applicazioni di Chirurgia Miniinvasiva". E' Presidente designato dell'Associazione Italiana Microonde dott.ssa Beatrice Bardelli Coordinamento Comitati toscani contro l'elettrosmog tel.fax. segr/tel. 050 - 564080 +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ Pisa medica, Sett-Ott 2003, 12-14 ELETTROSMOG E SALUTE: chiarezza prima che sia tardi Gli abitanti di Pisa stanno assistendo al proliferare di impianti di antenne per la telefonia mobile e leggendo i comunicati dei Comitati di Quartiere, delle Associazioni dei Consumatori e dei gruppi ambientalisti, acquisiscono nuove consapevolezze, assieme a dubbi e perplessità. Ci troviamo tutti di fronte a quella che è una nuova forma di inquinamento di tipo ambientale, e cioè l'elettrosmog. Si tratta dell'inquinamento dovuto alla presenza di radiazioni elettromagnetiche alla frequenza delle microonde ed alla loro azione continua e pervasiva su tutti gli organismi viventi. Mentre si aprono scenari inquietanti per la popolazione maggiormente esposta, a noi sembra che fino ad ora sia mancata un'adeguata presa di posizione ufficiale da parte degli esperti medici e biologi. Un loro intervento potrebbe essere utile per tenere maggiormente informata ed aggiornata la popolazione su quelli che sono gli aspetti scientifici ed epidemiologici di interesse, e soprattutto sulle conoscenze già acquisite in materia di danni alla salute. Un'azione di questo tipo potrebbe essere utile per indicare scelte maggiormente qualificate da parte di coloro che sono preposti al rilascio di licenze ai gestori degli impianti di antenne per la telefonia mobile, oltre che per suggerire norme maggiormente puntuali sull'uso corretto dei cellulari in relazione a quelli che sono i rischi accertati. Il dibattito aperto sui giornali locali costituisce per il momento un punto di riferimento apprezzabile, ma non esauriente. Pisa è una città di scienza e di cultura e quindi le persone maggiormente competenti, se non altro per dovere civico, sono chiamate a prendere posizione in modo responsabile, rendendo un servizio agli abitanti che si interrogano sempre più frequentemente sui rischi dell'esposizione a questo tipo di radiazioni. Molti argomentano dicendo che di fronte a tante morti provocate da incidenti stradali, da etilismo, dal tabacco, dai particolati e dagli inquinanti chimici emessi nell'atmosfera, un piccolo rischio in più costituisce un problema minore rapportato ai vantaggi delle nuove tecnologie delle telecomunicazioni. Noi invece riteniamo che l'inesorabilità e l'inevitabilità del bagno elettromagnetico debba essere considerata con maggiore attenzione. In ogni caso conviene parlarne. La maggiore parte dei cittadini non ha un'idea precisa della fenomenologia dell'interazione tra un'onda elettromagnetica ed un sistema biologico. Specialmente quando l'ampiezza del campo elettrico associato all'onda è tale da non provocare effetti di riscaldamento sulle cellule viventi, né la ionizzazione di atomi o molecole, né la rottura di legami chimici. Di fatto è piuttosto diffusa una mentalità secondo la quale le radiazioni elettromagnetiche come quelle emesse dagli apparecchi portatili e dagli impianti della telefonia mobile, in generale, non sono dannose per l'uomo e rientrano nel novero dei disturbi di origine ambientale di cui non si può fare a meno e con i quali bisogna convivere. Intanto ci sembra che stia aumentando il numero delle persone maggiormente consapevoli, in grado cioè di capire che se una radiazione elettromagnetica non produce un aumento di temperatura misurabile all'interno del nostro corpo, è plausibile che non sia dannosa, a meno che non provochi effetti non termici. Ma quanti sono coloro che sono informati correttamente sugli effetti non termici di queste radiazioni? Esistono o non esistono, e se esistono e sono stati accertati qual è la loro consistenza? I nostri amministratori rilasciano licenze per l'installazione di impianti di antenne in numero crescente ed assieme all'estabilishment industriale basano e giustificano la loro azione su questi tre capisaldi. Il primo, come è noto, è dato dall'assenza, (peraltro controllabile), degli effetti termici. Infatti i limiti imposti alle emissioni delle antenne telefoniche in generale non consentono che questi effetti si verifichino. Il secondo è costituito dal fatto che le radiazioni di intensità inferiore a quella massima consentita, secondo il consenso della medicina ufficiale, non provocano patologie gravi a riscontro immediato. Il terzo è dato dalla incompletezza dei dati epidemiologici disponibili in termini di follw-up sufficientemente lungo e dalla parziale discordanza di certi risultati ottenuti in seguito a studi mirati ad individuare la dannosità degli effetti non termici di queste radiazioni. Questo punto costituisce l'anello debole della catena di certezze. A fare da controaltare a questi punti nodali, vi è il parere espresso ufficialmente ed all'unanimità da tutte le più importanti organizzazioni internazionali costituite dai massimi esperti in tema di radiazioni non ionizzanti e dei loro effetti sulle popolazioni. In sintesi possiamo ritenere universalmente accettato questo asserto: "Le popolazioni continuamente esposte a radiazioni elettromagnetiche utilizzate per il funzionamento degli apparecchi per la telefonia mobile non possono essere considerate esenti da rischi per la salute e questi rischi diminuiscono al diminuire dell'esposizione" Questi argomenti a nostro avviso dovrebbero essere già sufficienti a imporre al legislatore, agli amministratori ed ai gestori degli impianti l'obbligo di fare riferimento a studi riguardanti il lungo periodo (decenni) durante il quale possono svilupparsi i sintomi di patologie gravi. Riteniamo anche che i nostri amministartori, in attesa di risultati maggiormente completi ed esaurienti, posti di fronte alla possibilità di decidere se aumentare o diminuire l'esposizione di adulti e di bambini a campi elettromagnetici alla frequenza della telefonia mobile agenti per ventiquattro ore al giorno (perché è di questo che si tratta), non debbano ignorare quelle che sono le conoscenze già acquisite riguardanti gli effetti non termici che queste radiazioni provocano sugli organismi viventi e la loro fenomenologia. Non possiamo, né spetta a noi fornire dati esaurienti per dimostrare in generale la dannosità di un impianto di antenne. Tuttavia, per contribuire ad una maggiore conoscenza dei problemi, riteniamo utile presentare alcuni dei risultati più recenti dell'attività di ricerca. Abbiamo raccolto un cero numero di dati che si riferiscono in modo specifico all'azione della radiazione a microonde di bassa intensità sul cervello, e che riguardano la variazione della permeabilità della cosiddetta blood-brain barrier (BBB), ovvero la barriera sangue-cervello. E' noto che questo complesso anatomo-fisiologico è associato al sistema vascolare cerebrale e sovrintende al passaggio di sostanze chimiche dal circolo sanguigno al tessuto cerebrale. E' composto di una rete di pseudopodi astrociti che circonda le giunzioni dell'endotelio vascolare. E' un sistema di difesa naturale e funziona come un filtro differenziale che permette il passaggio di sostanze biologiche dal sangue al cervello. Ad esempio gli aminoacidi, gli anestetici e lo zucchero possono transitare, mentre i carboidrati, le proteine e la maggiore parte dei microrganismi e degli antibiotici sono esclusi da questa barriera. E' inutile sottolineare l'importanza di questo complesso. Orbene, mentre fino a pochi anni fa era noto che la permeabilità della BBB veniva modificata dall'esposizione a microonde di elevata potenza attraverso il riscaldamento termico, consentendo il passaggio di sostanza abitualmente escluse, una serie di rapporti recenti (1993-1997) indicano che l'esposizione prolungata a radiazioni della frequenza emessa dai telefoni cellulari e con potenze nettamente inferiori a quelle massime consentite produce il passaggio della siero-albumina attraverso la barriera. Dal momento che questo fenomeno avviene in presenza di radiazioni aventi nel corpo umano un assorbimento specifico, detto in gergo SAR (è l'acronimo di "specific absorption ratio" ed indica la potenza assorbita dal tessuto biologico espressa in W/Kg) fino a 100 volte inferiore a quello massimo consentito, bisogna convenire che siamo di fronte ad problema serio, e se vi saranno conferme sperimentali indipendenti, dovremo prevedere che con il prolungarsi dell'esposizione la siero-albumina e presumibilmente altre molecole tossiche potranno accumularsi attorno alle cellule del cervello. In uno studio effettuato all'Università di Basilea da Roosli e Rapp, pubblicato nel Giugno di quest'anno, gli autori concludono che non è stato stabilito un aumento generalizzato del rischio di sviluppare un tumore al cervello associato all'uso del telefono cellulare, e che tuttavia vi sono già alcune indicazioni di associazione che non possono essere spiegate ricorrendo ai meccanismi termici convenzionali. In un altro studio pubblicato quest'anno da Salford, Brun e altri all'Università di Lund in Svezia gli autori affermano: "troviamo un'evidenza altamente significativa del danno ai neuroni nella corteccia, nell'ippocampo e nei gangli basali nel cervello di ratti esposti per due ore ai campi elettromagnetici dei telefoni GSM di diversa intensità." L'attivazione di proteine da shock termico HSP 27 provocata nelle cellule endoteliali umane per azione di radiazioni a 900 MHz utilizzate dalla telefonia GSM e di intensità tale da non provocare il riscaldamento dei tessuti, è stata dimostrata da Leszczynsi in un istituto di ricerca nazionale di Helsinki, e pubblicata sulla rivista Differentiation nel 2002. Gli autori, basandosi su fatti noti riguardanti la funzione della proteina HSP 27 ipotizzano che è possibile che attraverso questa attivazione possa essere facilitata l'insorgenza di neoplasie, unitamente all'aumento della permeabilità della BBB. L'esistenza di altri studi che dimostrano l'esistenza, e in un numero minore di casi la non esistenza di effetti non termici riguardanti tessuti di altri organi in vitro e di latri apparati di animali da laboratorio in vivo, devono quanto meno farci riflettere. E' utile osservare anche che in generale tutti gli autori impegnati in questi studi, e quindi anche coloro che non hanno riscontrato la presenza di effetti non termici, concludono i loro report ponendo l'accento sulla necessità di ripetere ed approfondire le indagini, trovandosi di fronte ad una fenomenologia di assoluto interesse per l'umanità. In definitiva, anche se il consenso non è generalizzato ed anche se non è stata ancora formulata una teoria che sia in grado di descrivere in modo esauriente tutti i fatti osservati, l'esame di questi fatti tuttavia, in quanto tali, non può lasciarci inoperosi ad aspettare gli eventi, mentre l'esposizione alle onde elettromagnetiche aumenta. Ma c'è un altro aspetto che secondo noi è di importanza cruciale a proposito dell'ellettrosmog, e cioè la sua azione concomitante con gli altri agenti di inquinamento ambientale. Su questo punto chiamiamo ancora una volta gli esperti ad esprimere il loro parere ed a rispondere a questo preciso quesito: "è vero o non è vero che l'insorgere di certe patologie gravi e diffuse è, nella maggiore parte dei casi, ascrivibile all'azione concomitante di cause diverse, anche se ciascuna di queste cause in generale può essere, da sola, ritenuta non determinante? E se ciò è vero, supponendo che sia possibile concludere che l'elettrosmog sottopone la cittadinanza a rischi in tutto o in parte analoghi a quelli provocati da altre fonti di inquinamento ambientale, possiamo negare che sia una possibile concausa di più gravi patologie?" In base alle nostre conoscenze, a nostro avviso, non è lecito affermare che i rischi da elettrosmog sono nulli, né, per quanto abbiamo osservato, che sono trascurabili. Non a caso le direttive della UE si ispirano al Principio di Precauzione, proprio perché allo stato delle conoscenze non è possibile fissare valori di soglia per le emissioni delle antenne, al di sotto dei quali la popolazione esposta può considerarsi esente da rischi. Siccome non si conoscono i limiti del rischio da elettrosmog, sia da solo, sia soprattutto in associazione ad altre fonti di inquinamento, i non specialisti ed i nostri amministratori dovrebbero essere maggiormente prudenti nella loro azione. Nel concludere queste osservazioni, mentre ci auguriamo che gli esperti scendano in campo ed esprimano in modo chiaro quali sono i criteri in base ai quali la popolazione pisana può liberarsi dall'angoscia della possibile insorgenza di malattie gravi, ascrivibile nel lungo periodo alla presenza di nuovi impianti di antenne telefoniche, nello stesso tempo a coloro che fossero tentati di accusarci di allarmismo giova alcune grandi esperienze dei decenni passati. E' un dato di fatto abituale ed innegabile che l'uomo tenda a sottovalutare ed a scoprire con ritardo gli effetti perversi di molti ritrovati del proprio ingegno. Alludiamo alla combustione degli idrocarburi, al Talidomide, al DDT, alle tossine genetiche, al tabacco e, più recentemente, agli stessi antibiotici. ========================================= Iginio Longo è Primo Ricercatore del Laboratorio di Spettroscopia a Microonde "A. Gozzini", presso l' Istituto per i Processi Chimico-Fisici del CNR. E' responsabile del Progetto "Ricerca e Sviluppo di una Nuova Tecnologia a Microonde per Applicazioni di Chirurgia Miniinvasiva". E' Presidente designato dell'Associazione Italiana Microonde. Indirizzo: Area di Ricerca del CNR di Pisa via G. Moruzzi, 1, 56124 Pisa (Italy). Tel: 050 315 2530 - 050 315 2543 Fax: 050 315 2230
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